La rinascita dei titani

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    CITAZIONE (_Ampharos_ @ 26/1/2014, 11:24) 
    Non trovo il capitolo XI... Mi aiutereste a trovarlo? Per favore .... :bastonata:

    :asd: Con piacere :asd: :asd:
     
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    eccoci con un nuovo capitolo so gìà che molti di voi staranno pensando di uccidermi visto che ho messo un filler proprio quando le cose si stavano facendo interessanti ma questo è se vi piace e buona lettura a tutti

    Capitolo XI: Ombre del passato parte I - Legame fraterno

    Era un afoso pomeriggio estivo, una piccola barca solcava le azzurre acque del Nilo, due ragazzi erano a bordo pescando e divertendosi come potevano -Ahmed fratello abbiamo preso molti pesci oggi mamma sarà felice non credi?- domandò candidamente il più giovane dei due, doveva avere appena dodici anni, l'altro, un ragazzo quasi un uomo doveva aver compiuto da circa un mese il suo diciannovesimo anno e già un pizzetto nero e ben curato gli copriva il mento, guardò le ceste straripanti di pesce -già tornati a casa cercherò di venderlo al vecchio Imhad per qualche pezzo di manzo, vedrai fratellino mangeremo come il faraone questa sera- rise il maggiore issando sulla barca il pesce appena pescato continuarono così fino a quando il sole non tinse di una splendida sfumatura rossa il cielo che si riflesse sull'acqua facendola sembrare sangue. I due fratelli erano sulla via del ritorno quando uno spaventoso scossone minacciò di rovesciare l'imbarcazione -cos'è stato?!- domandò il ragazzo di nome Ahmed affacciandosi dal parapetto scrutando il letto del fiume liscio come una tavola, -dev'essere stata una secca è tutto a posto Amir- lo tranquillizzò quindi ripresero il viaggio verso casa, erano ancora nella parte profonda del fiume quando la barca ebbe un sussulto e un enorme tentacolo nero fuoriuscì dall'acqua, -Ahmed cos'è quella cosa?- domandò con voce tremante in cerca di rassicurazione, ma suo fratello era incredulo e spaventato quanto lui -i-io non lo so non ho mai visto nulla di simile- riuscì a dire dopo un silenzio inquietante, il tentacolo si mosse repentino avvolgendosi attorno alla gamba del bambino e trascinandolo verso il fondo oscuro del fiume -aiutami ti prego!!- urlò il ragazzino prima di sparire tra i flutti. Vedere il fratellino in pericolo risvegliò dallo shock, prese il coltello che solitamente usavano per curare il pesce e si tuffò in acqua. Lo accolse subito la sensazione di smarrimento e un brivido lo percorse dal capo ai piedi, non riusciva a distinguere nulla immerso in quell' oscurità non trovò nessuna traccia di suo fratello ne del mostro che lo aveva assalito "ti prego Sobek1 un aiuto per trovare mio fratello" pregò tra se disperatamente quindi si immerse più in profondità fino a quando non trovò l'ingresso di una caverna sottomarina e decise di entrarvi, un lungo corridoio irto di rocce aguzze lo condusse in una camera dove il mostro che grazie ai suoi occhi che ormai si erano abituati alla penombra subacquea riuscì a distinguerlo nitidamente: un enorme piovra dai lunghi tentacoli neri, grossi quanto il tronco di un albero stava scavando un uscita da quella grotta, era talmente preso dal suo lavoro che non si accorse nemmeno della presenza del ragazzo, Ahmed doveva sbrigarsi non sapeva per quanto tempo ancora sarebbe riuscito a trattenere il fiato doveva trovare suo fratello e andarsene quindi nuotò con estrema cautela tra quella foresta di tentacoli finché non trovò quello che gli interessava: una di quelle mostruose ventose cingeva Amir come una cintura, Ahmed tentò di recidere l'arto della piovra, ma il suo coltello rimbalzò come se la pelle del mostro fosse d'acciaio tentò quindi un'altra via, nuotò fino al muso del mostro quindi sferrò un fendente diretto agli occhi di quell'orrendo pesce, sangue nero zampillò dalla ferita mentre il polipo gigante ringhiava dal dolore spruzzando schiuma e acqua bollente alla ceca, uno spruzzò d'acqua prese di striscio Ahmed ustionandogli a una spalla, che istintivamente apri la bocca per urlare, riempiendo d'acqua, la vista del ragazzo si fece confusa e sfocata sentiva gli arti pesanti come piombo ma fece appello a tutta la sua forza di volontà e riuscì a rimanere cosciente e a sferrare un nuovo attacco alla testa molle della piovra lacerandola, le acque del Nilo si tinsero di nero in quel giorno infausto per tutto l'Egitto, furono attimi di panico quelli che seguirono la morte del mostro marino, in mezzo a tutto quel sangue e inchiostro Ahmed aveva la tremenda sensazione di aver perduto Amir, ma poi intravide la sua sagoma adagiata sul fondo sabbioso del fiume, rapido prese la mano de fratello e prese a risalire il più velocemente potesse la distanza che lo separava dalla vecchia barca di giunchi, appena mise la testa fuori dall'acqua respirò a pieni polmoni, ansante e affamato d'aria quindi issò il fratellino sulla barca quindi salì anche lui e dovette comprimere diverse volte lo stomaco per liberargli i polmoni dall'acqua, Ahmed continuò fino a che non sentì Amir tossire -Amir, come stai fratellino?- chiese con tono preoccupato inginocchiandosi di fianco a lui, che rispose debolmente -sei davvero venuto a salvarmi da quella cosa?! grazie hai rischiato di morire per me- il maggiore si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo, suo fratello era vivo, debole ma vivo -sia ringraziato Ra2, ho temuto per la tua vita, con quale coraggio avrei potuto dirlo a nostra madre?- Amir rise -già saresti morto, mamma ti avrebbe obbligato a cercarmi per tutto il fiume, mi hai salvato la vita se solo fossi stato più rapido tu…- il ragazzino fu frenato dal fratello -ci sarò sempre per difenderti e non è stata colpa tua, ma basta parlarne e torniamo a casa-. Cosi i due diressero l'imbarcazione verso la foce, fino ad un piccolo villaggio sulla riva del fiume. Quindi scaricarono il pescato e si diressero verso una piccola casetta in periferia, quando entrarono una donna stava controllando il fuoco nel focolare, ma quando sentì aprire la porta corse incontro ai figli -ben tornati, a casa vedo che avete fatto una buona pesca- quindi abbracciò i due, era una donna semplice, le braccia da lavoratrice, non sminuivano la sua bellezza, aveva i capelli di un nero intenso e gli occhi celesti, piccole rughe segnavano il suo volto ancora giovane -su mangiamo sarete affamati!-disse dolcemente quindi prese dei pesci e andò a cuocerli -vieni con me- disse quindi il maggiore dei due ragazzi conducendo il fratello sul retro della casa Ahmed guardò il cielo tempestato di stelle -l'Egitto sta cambiando Amir e non in bene dobbiamo essere prudenti e preparati- disse in tono grave -ma ci sarai tu a difenderci giusto?- rispose fiducioso ma il maggiore scosse il capo cupamente –non sarò sempre così fortunato da riuscire a vincere quei mostri da solo, dovrai aiutarmi- quindi porse un fagottino di stracci al fratello che lo prese e lo aprì, ben curato e protetto dalla stoffa c’era un pugnale d’argento riccamente decorato –questo coltello lo ha regalato il papà alla mamma molto tempo fa, ti insegnerò ad usarlo per difenderti non temere- disse il più grande ma Amir era perso nella contemplazione di quel pugnale, l’impugnatura era a forma di sciacallo e la lama era percorsa da una fila di geroglifici che parlavano della vita dopo la morte –senti Ahmed tu ricordi nostro padre?- chiese a brucia pelo tanto che dovette rifletterci su –no, non lo ricordo la mamma mi disse che morì poco dopo la mia nascita- il ragazzino fu un po’ deluso dalla risposta ma non lo diede a vedere –coraggio prima lezione di combattimento- rise sguainando un semplice coltello da caccia in bronzo –che cosa?! Devo combattere contro di te?!- esclamò spaventato dall’idea di misurarsi con lui –certo vedi altri qui con cui combattere?- Amir deglutì sonoramente –coraggio una mano sull’elsa l’altra deve restare libera per afferrare vari oggetti o bloccare l’avversario o per difendere te stesso- il ragazzino eseguì -ora vediamo cosa sai fare- quindi si avvicinò lentamente per dare il tempo al fratello alle prime armi di agire, quando furono faccia a faccia Ahmed si rivolse nuovamente al fratello le principali mosse che un’ aggressore con un coltello può fare sono tentare un affondo al collo e una stoccata al busto- il ragazzo passo dalle parole ai fatti, menando un fendente contro il lato destro del fratello trattenendo il colpo poco prima che la lama toccasse le sue vesti -molto bene per quanto riguarda la difesa i colpi possono essere deviati dal piatto della lama o di filo ovviamente più la lama avversaria è grande più ti conviene allontanarle con il filo coraggio io mi difenderò e tu prova ad attaccarmi- lo incitò, il ragazzino tentò più e più volte ma ogni tentativo si rivelava un fallimento, ma il fratello non mancava mai di incoraggiarlo e spronarlo a dare il meglio di se. L’allenamento durò fino a quando la voce della madre non annunciò ai due che la cena era pronta –uff non è giusto fratellone sei troppo bravo- si lamentò Amir che era madido di sudore –no te la sei cavata egregiamente per essere la prima volta- rise quindi scompigliò i capelli ad Amir ed entrò in casa per la cena. Era ormai notte fonda quando il giovane cadde sul suo letto esausto per le fatiche della giornata pensando di trovare un po’ di pace nel riposo, ma il suo fu un sonno tormentato, come se due entità lottassero per avere la sua vita, era in un luogo completamente buio nemmeno la luce più intensa avrebbe rischiarato quel luogo- da un angolo difficile da individuare giunse al suo orecchio una voce cavernosa ma invitante –Ahmed la tua vita mia appartiene è inutile per tuo padre tentare di tenerti lontano da me io ti raggiungerò sempre vieni da me, insieme creeremo un mondo di pace e armonia dove non sarai più costretto a fare da balia a quel moccioso- l’ultima parola fece salire il sangue alla testa al ragazzo che scattò infuriato –Non so chi sei ma non ti permetto di parlare così di mio fratello io non gli faccio da balia chiaro io voglio solo proteggerlo chiaro?- la voce rise malignamente –d’accordo allora dovrò far in modo che questo legame si sciolga ragiona lui ti tiene a freno saresti più potente di un faraone se solo non fossi vincolato a lui-un flebile ripensamento si insinuò nella mente di Ahmed che rimase turbato da quell’affermazione era quasi sul punto di chiedere più informazioni quando fu trascinato via da una forza molto più forte di lui, ora si trovava seduto su di una piccola panca accanto a lui era seduto un uomo dal volto oscurato dalla penombra -bravo ragazzo non molti sarebbero stati in grado di respingere Crono, anche se avverto un forte desiderio di potere in te- la sua voce era gentile e calma come lo era la morte, -chi è lei?- domandò leggermente intimorito da quella presenza l’uomo ci mise un po’ prima di rispondere –un amico di tua madre- rispose risoluto quindi il giovane riprese –quella voce mi ha detto che potrei essere più potente di un faraone se lo volessi e se mi separassi dalla mia famiglia, ma io cerco il potere non per ambizioni personali ma per difendere mia madre e mio fratello- l’uomo misterioso si lasciò sfuggire una risata compiaciuta poi si placò come se fosse precipitato dalle nuvole –fratello hai detto?- con tono urgente –ehm… si… mio fratello Amir è più piccolo di me e visto che nostro padre è morto… voglio che resti al sicuro- la figura misteriosa si ammutolì quindi sussurrò una frase che Ahmed non comprese –non dovevano essere due lo ho impedito con tutte le mie forze- quindi si rivolse nuovamente a lui –stai in allerta credimi tuo padre è orgoglioso di te ragazzo ma ora è tempo di svegliarsi- gli posò la mano sulla spalla, fu come un attimo ma in quell’istante ebbe la certezza che quell’uomo nella penombra fosse suo padre –ti prego ho bisogno di sapere dimmi chi sei- tentò in un ultimo disperato istante ma si risvegliò nella sua stanza, doveva essere notte fonda, anche se bagliori rossi illuminavano le vie del piccolo villaggio. –Svegliati Amir ho un bruttissimo presagio- Ahmed dovette scuotere diverse volte il fratello minore prima che questi aprisse gli occhi –che succede fratellone non è un po’ presto per allenarsi- chiese ancora nelle braccia di Morfeo -no, questo non è il momento di addestrarsi sta succedendo qualcosa, non siamo al sicuro sveglia la mamma ce ne andiamo da qui- Ahmed corse in strada senza aspettare una risposta, appena fuori di casa vide una grandissima quantità di incendi e macerie distorcevano il paesaggio, la gente che scappava urlando di paura dalla opposta rispetto alla riva, dalla quale provenivano sinistri ruggiti e strani sibili, il ragazzo si avvicinò cautamente per capire la situazione, quando fu abbastanza vicino dovette soffocare un urlo, i soldati della guardia cittadina stavano avendo la peggio su di una creatura: aveva le sembianze di un leone, con il muso simile a quello di un uomo, con immense ali di pipistrello ripiegate sul dorso, ma la particolarità di quel mostro era la coda molto simile a quella di uno scorpione irta di aculei affilatissimi. Il mostro leonino scosse la coda e una pioggia di aghi mortali ricadde sui guerrieri che caddero trafitti in più punti dai quali sgorgava limpido sangue rosso rubino, il mostro ruggì quindi spiegò le ali e dopo una breve planata atterò pesantemente a pochi passi di distanza dal giovane che istintivamente portò la mano alla cintura cercando il coltello, ma nella fretta doveva essergli caduto da qualche parte, Ahmed non ebbe molto tempo per rimpiangere la sua sfortuna infatti il mostro tentò di colpirlo con una zampata che sollevò una gran quantità di sabbia, in un folle gesto si gettò tra le zampe della creatura scivolando sulla sabbia, quindi recuperò la prima arma disponibile: Un kopesh, il ragazzo guardo la lama a mezzaluna con disgusto -perfetto di tutte le armi proprio quella con un solo lato tagliente- rise sarcastico, intanto il mostro era riuscito a recuperare la vista dopo che la sabbia lo aveva temporaneamente accecato, ed ora soffiava inferocito "devo solo prendere tempo per permettere ad Amir di fuggire "pensò quindi rotolò con destrezza per evitare una pioggia di dardi, il ragazzo stava per contrattaccare quando fu distratto da una voce che lo chiamava -sono qui aspettami- Amir correva verso di lui con il coltello pronto -che ci fai qui? Prendi la mamma e vattene da qui io tratterrò il mostro più che posso ma dovete andare-lo sgridò severamente il fratello non appena fu vicino -i-io volevo solo aiutarti- rispose il minore prossimo alle lacrime -lo so solo che questo non è un allenamento qua rischi la vita- rispose comprensivo quindi schivò la zampata della strana creatura e rispose con un fendente alla zampa con cui aveva sferrato l'attacco aprendovi un graffio Ahmed imprecò -se solo fosse affilata su entrambi i lati l'avrei mozzata, vuoi aiutarmi? Bene io lo distraggo tu gli taglierai la coda- il ragazzino cercò di rimanere calmo ma tremava come una foglia -senti Amir anch'io ho paura ma se non vuoi combattere? Allora prendi la mamma e scappa- il minore dei due sembrò sollevato e corse via, il mostro però non si lasciò sfuggire l'occasione e artigliò la schiena del giovane che urlò dal dolore quindi si voltò per affrontarla -che Ammit3 possa divorarti il cuore se ne hai uno- imprecò quindi tentò una stoccata diretta al muso ma la creatura la schivò librandosi in volo e da lì riversò una nuova ondata di aculei, Ahmed fece giusto in tempo a schivargli che sentì la voce del fratello urlare si voltò e vide Amir incolume piegato sopra la madre trafitta da centinaia di aghi -maledetto ti ucciderò fosse l'ultima cosa che faccio Amir vattene subito!- urlò in preda all'ira e con le lacrime che gli scendevano dagli occhi, la mostruosa creatura atterrò ruggendo, e Ahmed scivolò nuovamente tra le zampe e tentò di squarciare il ventre dell'animale procurandogli un profondo taglio lungo tutto l'addome, il mostro ruggì e spiccò il volo sparendo in pochi istanti oltre l'orizzonte. Ahmed gettò la spada e corse al capezzale della madre stava per togliere la prima spina quando la stessa voce gentile lo fermò -non farlo gli aculei della Manticora4 sono intrisi di veleno- -non mi importa voglio rimuoverli-rispose deciso -così morireste entrambi e Amir resterebbe solo- tentò di farlo ragionare- ma il giovane era deciso -è anche colpa sua se la mamma è morta- rispose urlando per il dolore provocatogli del veleno quando rimosse la prima spina un uomo dalle vesti nere con il volto celato da una fascia di lino si avvicinò e sospirò -sei testardo come tua madre e hai il suo stesso coraggio una battaglia incredibile contro quel Kraken5 e ora mi sorprendi mettendo in fuga vittorioso la Manticora- disse orgoglioso -non so chi tu sia anche se ne ho un'idea tu sei mio padre giusto?… bhe, sappi che non sono affatto vittorioso tua moglie…anzi no mia madre è morta mio fratello è fuggito ora sono solo- l'uomo in nero si sedette accanto a lui tu non sei solo hai me…- disse in tono confortante -ah si? E dove sei stato fino ad ora?! Tua moglie ti dava per morto, mio fratello non ti ha mai visto e io non ricordo nemmeno il tuo volto! Sei solo un codardo che non si è saputo prendere le sue responsabilità-il rancore che adesso provava per il padre che non era morto come aveva sempre pensato si riversò in quelle parole l'uomo rise -Ahmed credimi se non fossi mio figlio saresti morto… ho dovuto lasciare tua madre e credimi Farah era la donna più bella e dolce che avessi mai visto ma…- fu interrotto dal ragazzo-ma… cosa eri felice con lei perché te ne andasti?- Ahmed era al culmine delle sopportazione lacrime copiose ormai scendevano dai suoi occhi mentre la rabbia gli ribolliva dentro il petto la figura misteriosa lo studiò con apprensione -Ahmed per spiegarti il perché vi ho lasciato infrangerò regole ben più antiche dime ma come hai già capito l'Egitto sta cambiando e non solo l'Egitto, il mondo è in fermento- il ragazzo non riusciva a comprendere le parole di quell'uomo -non so di cosa tu stia parlando ma mio fratelli rischia di morire mentre noi parliamo- una nota incerta si era insinuata tra le parole di Ahmed -percepisco un forte turbamento nelle tue parole, non permettere alle parole di Crono di attecchire- lo pregò l'uomo mentre la rabbia del figlio gli si riversava addosso come un fiume in piena -non permetterti di farmi da padre ora!!! sparisci per anni e ora torni e credi di capire cosa mi passa per la mente!!! non conosco neppure il tuo volto, per me moristi il giorno che lasciasti nostra madre- la figura misteriosa lasciò cadere il suo turbante a terra, l'identità misteriosa fu presto rivelata dalle fiamme, aveva un corpo umano, abbronzato ed atletico, le braccia erano adornate da bracciali d'oro, un pettorale dello stesso metallo gli copriva la parte alta del petto, sembrava un uomo qualunque che aveva avuto un addestramento militare, mail capo dell'uomo era la testa di uno sciacallo dal pelo nero come la pece e gli occhi della stessa tonalità di castano del figlio. Ahmed rimase spaesato -A-Anubi?!-riuscì solamente a balbettare, il dio sciacallo sorrise -mh…l'hai presa bene, Toth7 mi confidò molti anni prima della vostra nascita che mi sarei innamorato di una mortale e che uno dei miei figli avrebbe riportato in vita Apophis8, quindi per non correre rischi tornai nella Duat6 subito dopo la tua nascita, lasciando il pugnale a tua madre in caso di pericolo ti avrebbe condotto in un posto sicuro, ora sai la verità- concluse quindi ci fu un attimo di silenzio -ma mia madre ebbe Amir e quindi nemmeno un dio si può sottrarre al destino… dimmi dov'è ora mio fratello- il dio della morte scosse la testa-non posso dirtelo, dovrai arrivare a quel luogo con le tue sole forze ma il Kraken e la manticora erano qui per lui, il tuo non sarà un viaggio facile ma sarò con te prendi- Anubi consegnò al figlio un ciondolo nero che ritraeva la sua testa di sciacallo.

    Glossario:

    1Sobek: Dio delle acque, dal suo sudore naquero i fiumi era rappresentato con la testa di un coccodrillo.
    2 Ra: dio del sole era uno degli dei più importanti d'egitto aveva tre varianti a seconda della posizione del sole all'alba era un bambino al mezzogiorno un falco e al tramonto un vecchio, era il sovrano degli dei prima che Iside non lo costrinse ad abdicare con un tranello, permettendo a Horus figlio di quest'ultima di ascendere al trono, era rappresentato con una testa di falco.
    3Ammit : “la divoratrice di cuori” era il demone che presenziava assieme a Toth, Anubi e Osiride al giudizio dei defunti , aveva il compito di mangiare il cuore del morto se questo fosse pesato di più della piuma della verità. Era rappresentata come un mostro con la testa di coccodrillo, la metà superiore di leonessa e quella inferiore di ippopotamo.
    4Manticora: Mostro della mitologia greca importato da quella persiana, era rappresentato come un leone dal volto umano con una coda da scorpione con aculei che poteva lanciare in tutte le direzioni come dardi. Si pensa fosse originaria dell'India.
    5Kraken: Mostro della mitologia nordica rappresentato come un gigantesco calamaro, era così grande da sembrare un’isola è destinato a emergere nel giorno del Ragnarock
    6Duat:regno dei morti della mitologia egizia
    7Toth: dio della ricerca e della sapienza nonché della magia, è lo scriba degli dei presenzia al processo dei defunti annotando il passato dei morti e leggendo il peso della bilancia è raffigurato con la testa di Ibis.
    8Apophis: personificazione della notte e del caos era rappresentato come un gigantesco serpente (spesso un cobra), ogni notte Ra doveva combattere contro di esso e sconfiggerlo per far si che il sole sorgesse nuovamente.

    Edited by Phoenix93 - 10/10/2014, 13:34
     
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    eccoci dunque alla fine dell'avvincente passato di Ahmed il prossimo capitolo ritorneremo alla tramaprincipale spero che vi sia piacuto anche se il capitolo qui sotto è molto lungo, ma la scelta era o allungare il capitolo o fare l'ennesimo capitolo filler e voi capite bene che non potevo permetterlo detto questo buona lettura a tutti

    Capitolo XII Ombre del passato parte 2 - Per un mondo in pace

    Il ragazzo stava ancora esaminando quell'amuleto così gelido al tatto quando un'idea gli folgorò la mente -riportala in vita…ora!-ordino accarezzando il volto della madre che ormai andava perdendo il calore della vita ma il dio sembrò sprofondare nelle spalle -I-io…non posso farlo non posso intervenire nel destino degli uomini anche se lo vorrei- quindi sospirò amareggiato, Ahmed quindi si alzò di scatto prese della legna e vi depose sopra il corpo della madre -un funerale greco? Perché?- chiese cortesemente -vedi un imbalsamatore nei paraggi per caso? la sepoltura greca è più veloce- spiegò mentre metteva nella mano destra della donna una moneta, ma Anubi si intromise -io sono un imbalsamatore e anche piuttosto bravo… e poi nessuno verrà sepolto con rito greco nella mia famigli chiaro?!- Ahmed non riuscì più a contenere la sua rabbia quindi strinse i pugni fino a farsi sanguinare le mani e sferrò un gancio in pieno volto al padre, il dio non si scompose nemmeno sembrava infatti che l'assalto del figlio fosse stato deviato da una parete di mattoni lasciando il dio illeso -capisco che sei arrabbiato ti senti perso, tu sei nato per proteggere le persone a cui tieni ma Ahmed cerca di capire…i morti sono morti non forzare il destino ne ricaverai solo dolore… e tu hai già sofferto abbastanza-cercò di mediare Anubi ottenendo solo l'effetto opposto -sei venuto qui solo per seppellire mia madre se fossi arrivato prima l'avresti salvata IO TI ODIO! Fa come meglio credi che Osiride protegga mia madre e che tu possa marcire nella Duat- il giovane voltò le spalle al padre e se ne andò mentre questi cercava di richiamarlo -aspetta dove andrai?- -ovunque ora nulla mi trattiene più qui devo trovare mio fratello… sarà nelle mie stesse condizioni- il dio della morte annuì quindi rispose -per quello che vale ti do la mia benedizione e che mio fratello Horus1 vegli su di te e che tu ci creda o meno mi dispiace davvero per quello che hai subito- il figlio non rispose e continuò imperterrito, quasi il come se suo padre non avesse parlato quando fu scomparso alla vista Anubi posò una mano sul cadavere della moglie e sparì insieme ad esso tra le ombre allungate e tremolanti delle fiamme che stavano spegnendosi. Passarono i giorni e il viaggio di Ahmed si rivelava sempre più folle e disperato, in nessuna città o villaggio in cui il giovane si imbatteva non riusciva a trovare la minima traccia del fratello, quindi decise di abbandonare la valle del Nilo per addentrarsi nelle zone desertiche della regione, i canneti e le piante di papiro lasciarono gradualmente il posto prima a ciuffi d'erba raggrinzita e secca e poi a imponenti dune di sabbia rossa molti avrebbero preferito farsi mozzare un braccio piuttosto di avventurarsi per quelle lande desolate, ma dall'incontro con suo padre Ahmed si sentiva completamente svuotato, il caldo misto ai giorni di digiuno ebbero la meglio sul ragazzo che cadde a terra privo di sensi. Quando riaprì gli occhi si trovò disteso sulla schiena posizione che gli procurava ancora forti dolori per il graffio della manticora, era accanto ad un fuoco scoppiettante accudito da una ragazza più giovane di lui. Ahmed riuscì a mettersi seduto accanto a lei -grazie- disse scaldandosi, la ragazza sussultò -sei sveglio! per gli dei mi hai spaventata schiavo!- riuscì a dire nella sorpresa -uno schiavo estremamente bello aggiungerei- rise quando si fu ripresa -cosa ti fa pensare che sia uno schiavo?-chiese gentilmente -hey ti ho curato per giorni ho visto i segni della frusta sulla tua schiena ho dovuto cambiare la fasciatura più volte nel giro di pochi minuti, sanguina ancora ma meno di quando ti ho trovato nel deserto-spiegò tranquillamente scostando i tizzoni per ravvivare le fiamme -grazie per esserti presa cura di me ma non sono uno schiavo…fu…-il ragazzo si interruppe non sapeva ancora se poteva fidarsi della sconosciuta e la ragazza sembrò rispettare il suo silenzio -sei un egiziano vero?- chiese candidamente -no, sono greco- rispose sarcastico, la ragazza rise e gli diede un pugno affettuoso sulla spalla -parlavo seriamente io vengo da oriente o così mi disse l'uomo che mi tenne con fino a quando non compì i quattro anni dalle terre natali della manticora- spiegò leggermente irritata. Al suono di quell'ultima frase il giovane rabbrividì-hai freddo? ti prendo una coperta?-chiese la ragazza premurosamente ma Ahmed le mise una mano sulla spalla -no ti prego resta, fu una manticora a farmi quel taglio- la ragazza si risedette -Rashja- disse a bruciapelo in tono indifferente -cosa?-chiese l'altro colto alla sprovvista -è il mio nome sciocco e tu ne hai uno o posso chimarti il bellissimo sconosciuto?- rise Rashja -il bellissimo sconosciuto mi alletta molto ma puoi chiamarmi Ahmed- rise divertito e studiò il volto di quella ragazza, era la ragazza più carina che avesse mai visto: lunghi capelli neri le incorniciavano il viso, la sua pelle caramellata e i suoi occhi neri lo attiravano come una calamita era snella a vederla così il ragazzo pensò tra se che non sarebbe stata di grande aiuto in battaglia ma doveva essere molto veloce nella corsa forse si basava più sulla destrezza che non nella forza per sopravivere, gli occhi di quella giovane brillavano di una luce insolita come se cercassero di dimenticare un passato oscuro che non avrebbero voluto aver visto e tentassero di cancellarlo con l'allegria, specchiandosi in quegli occhi così scuri percepiva una grande tristezza –hey gran bel ciondolo non sono riuscito a sfilartelo sembrava come se cercassi di afferrare un'anguilla- Rahja sembrava quasi frustrata dal suo fallimento -oh questo? Me l'ha regalato mio…-quindi si interruppe-…un dio- completò quindi si sfilò il ciondolo e lo consegnò alla ragazza -come ringraziamento- le disse allacciandoglielo al collo la ragazza arrossì leggermente -sta meglio a te che a me-rise Ahmed la ragazza lo prese in mano per esaminarlo, quindi lo lasciò cadere dentro le vesti -sai anche a me una dea mi regalò un oggetto quando ero bambina- quindi sollevò la mano destra e mostrò un' anello con granato raffigurante una leonessa -che bel gioiello- disse colpito dalla grazia dell'anello un rivolo di lacrime scese dagli occhi della ragazza -ti sbagli è orribile tu…tu non sai quello di cui è capace mi spaventa solo il pensiero di cosa potrei fare- pianse Ahmed la strinse in un abbraccio -non ti conosco ma non credo che tu sia in grado di cose orribili tu sei buona generosa…e certamente non sono cose orribili- cercò di consolarla -ti prego non mi lasciare non sai quello di cui sono stata capace- Ahmed le asciugò le lacrime -no, hai ragione e non lo voglio nemmeno sapere mi basta quello che hai fatto per me oggi- quando Rashja si tranquillizzò il ragazzo chiese -dimmi che ci facevi nel deserto?- la ragazza rise-scappavo- il ragazzo rimase stupito-da chi?- la ragazza continuò a sorridere -nessuno solo le guardie di Asyut- la ragazza studiò l'espressione confusa del ragazzo -se potessi vederti…- rise -perché ti seguivano?- le solite cose furto al mercato sai quando stai sulla strada non hai molta scelta o rubi o fai la fame- disse con tono superficiale -capisco e tu stai da molto sulla strada?- la ragazza fece finta di pensarci su quindi disse candidamente-vediamo…avevo quattro anni ne ho diciassette per cui… Tredici anni? Sono tanti?-sorrise -no sono troppi, eppure sei istruita come hai fatto? La ragazza si alzò e andò a prendere qualcosa dal suo zaino adagiato contro la roccia -ecco qui rubati quando avevo sette anni ad Alessadria- disse mostrando al ragazzo dei rotoli di papiro, aspetta ma anche tu sei istruito che cosa facevi prima di fare lo svenuto nel deserto?- chiese divertita -diciamo che svenire nel deserto lo faccio solo a tempo perso, io sono un pescatore e mia madre mi ha insegnato a leggere scrivere e far di conto- spiegò Ahmed a cuor leggero non riusciva a capire ma parlare con quella ragazza gli faceva bene si era totalmente scordato dei suoi dolori fino a quando Rashja chiese -e tu cosa ci facevi nel deserto?- una fitta al petto colpì il giovane come una lama incandescente-cercavo mio fratello- spiegò abbandonando l'ilarità del momento-tuo padre lo ha venduto come schiavo?- chiese comprensiva -magari fosse così semplice mio padre lo ha spedito chisà dove senza darmi un indizio o un punto di partenza da cui iniziare- la voce di Ahmed traboccava di rabbia -capisco hai provato a chiederlo a tua madre?-chiese Rashja accostandosi al giovane -mi spiace ma tu ora hai me se vuoi potremmo viaggiare insieme riusciremo a trovarlo ma mantieni la calma mi fai paura- disse dolcemente stringendolo a se la calda sensazione di quell'abbraccio fece sentire Ahmed a casa e sicuro che tutto si sarebbe risolto per il meglio -grazie- disse sottovoce -ma sarai affamato vieni a vedere che bottino- Rashja cambiò totalmente argomento mentre il suo volto assumeva una violenta sfumatura purpurea, quindi condusse il giovane verso lo zaino e aprì un involucro di cuoio rivelando prelibati tagli di carne, pesce in quantità frutta verdura e addirittura un otre contenente della birra -il tutto onestamente rubato giusto? -rise Ahmed -si ma non a una sola persona io ho un cuore sai!-rise l'altra. Dopo il sontuoso banchetto a base di carne e frutta fu il momento di dormire, non appena Ahmed ebbe chiuso gli occhi fu assorbito dalle tenebre trovandosi nuovamente al cospetto della voce tentatrice -ma bene hai dato il ben servito a quel cagnaccio rognoso-rise la voce nell'oscurità -dimmi perché mi hai chiamato e basta sono tre giorni che non dormo- tagliò corto il giovane -molto bene non so se sei coraggioso o semplicemente stolto… voglio riorganizzare il mondo gli dei la fanno da padrone e il mondo va a rotoli…ma io voglio creare un mondo di pace nessuno morirà più per causa dei mostri tu e la tua ragazza potrete vivere in pace- spiegò in tono mellifluo -hey non è la mia ragazza è l'unica cosa che mi separa dalla follia…comunque bel progettino un pó utopistico ma mi andrebbe bene e quindi io cosa c'entro in tutto questo?- Crono rise -vedi io sono confinato qui ma tu devi aiutarmi ad uscire…fammi uscire dal tartaro e sarai lautamente ricompensato- -e nel caso mi rifiutassi?- -allora renderò la tua intera esistenza un inferno… comincerò con il portarti via quell'assassina che ti porti appresso poi colpirò Amir e quindi ti lascerò vivere nel dolore sapendo che le loro morti sono causa tua-urlò gelidamente -mi hai convinto come ti troverò?- chiese in tono sommesso -non ti devi preoccupare ti condurrò io da me- rispose in tono gentile quindi il sogno svanì mentre lui veniva scosso da Rashja -che succede?- chiese subito preoccupato -ho…ho fatto un incubo-disse ancora tremante di paura -anch'io ammise il ragazzo ma non ti vengo a svegliare per dirtelo-rise cercando di sembrare sereno dopo il ricatto di Crono -tu non capisci ho visto la tua morte, stavamo viaggiando nel deserto quando un gruppo di giganteschi scorpioni ci ha attaccati e tu per difendermi sei stato trapassato sul volto da uno di quei mostri… giurami che non farai mai nulla di così stupido- lo incalzò la ragazza in pieno panico, Ahmed rise -te lo prometto-. Il giorno seguente Rashja cominciò la sua giornata rovistando tra tutti i suoi averi -buon giorno cos'hai perso?- la ragazza lo guardò infastidita -il tuo...- quindi guardò il petto dell'amico -ciondolo…pensavo me lo avessi donato- Ahmed quindi prese l'amuleto- ed é così forse lo posso portare solo io- ipotizzò -davvero affascinante…- disse quindi la ragazza assorta nei suoi pensieri -perché prevedo grossi guai per entrambi?- domandò sarcastico il ragazzo -possiamo ricavarne soldi a palate-continuò Rashja euforica -ecco… appunto- si lamentò Ahmed in tono arrendevole, quindi cercò di dissuadere l'amica rammentandole della ricerca di suo fratello, ma fu tutto inutile e già quel pomeriggio avevano lasciato la piccola grotta vicino a un oasi e si trovavano alle prese con un mercante -cinquecento sicli d'argento- disse la ladra soddisfatta legandosi il sacchetto con il bottino alla cintola mentre uscivano da Minya -sarò tranquillo solo quando saremo usciti di qui- rispose infastidito l'altro mentre teneva d'occhio gli immensi sciacalli di pietra che adornavano la via principale fino all'uscita-non ti va a genio Anubi?- chiese sorridendo -No, Anubi è a posto è mio padre che dovrebbe sottoporsi al suo giudizio- mormorò, quando furono usciti dalla città la ragazza lo esortò a richiamare l'amuleto -come faccio scusa?-rispose stizzito -non me la dai a bere tu lo sai usare quel sigillo- Ahmed rimase stupefatto-quindi tu sai cos'è? - la ragazza ammutolì ma non riuscì a mentirgli quindi ammise sconfortata -si, conosco questi artefatti per mia sfortuna… sono dei sigilli degli dei, incanalano i poteri di un dio rendendogli utilizzabili da noi umani- Ahmed rimase colpito -puoi insegnarmi ad usargli?- domandò interessato, la ragazza sembrò spaventata all'idea ma alla fine accettò -va bene per prima cosa recupera il sigillo, immagina di stringerlo in mano o di averlo al collo, quindi immergiti in esso fino a che non credi che ciò sia reale- la ragazza stette quindi nel silenzio più assoluto, l'unico rumore rimasto era quello del vento che spazzava il deserto. il ragazzo stette in piedi concentrato al massimo e cinque minuti dopo anche se sembrarono un'eterniità per il ragazzo l'amuleto gli ricomparve attorno al collo -ci sono riuscito-il suo tono era trionfante ma esausto -molto bene cinque minuti per una prima volta non è male- si complimentò Rashja quindi prese l'amuleto dell'amico e lo scaglio lontano -di nuovo- si limitò dire sorridente mentre l'altro gli sorrideva forzosamente - andiamo nella guardi cittadina ti costringevano a peggio- commentò incurante -tu come fai a sapere che ero nella guardia della del mio villaggio?- Rashja rise -tutto… la tua postura il tuo fisico il tuo modo di camminare… lo sai no? tutto otto minuti va male- lo rimproverò-ma mi hai distratto- tentò di giustificarsi Ahmed -in un combattimento difficilmente riuscirai a meditare… per cui di nuovo- disse dolcemente -ma sono stanco…-si lamentò il ragazzo -quale parte di "di nuovo" non comprendi?-rispose freddamente rasjha, quindi l'esercizio continuò fino a quando Ahmed non riuscì a riportare a se il sigillo nel giro di qualche secondo anche sotto stress -molto bene puoi dormire ora-rise la ragazza -ma la notte è finita e non siamo ancora giunti alla nostra grotta- riuscì a dire tra un affanno e l'altro il giovane pescatore -sei uno che capisce in fretta vedo- sorrise la ladra, il giorno seguente restarono nella loro grotta per continuare le lezioni -dunque il tuo è un amuleto e molto potente… gli amuleti richiamano le armi di un dio, io invece possiedo un'anello posso evocare l'animale del dio- spiegò -come faccio?- Chiese impaziente il ragazzo -concentrazione e volontà queste sono e devono essere le tue amiche concettati avverti l'essenza del tuo amuleto diventa un tutt'uno con essa e usa la tua volontà per plasmare l'arma- disse con la voce carica di paura, il ragazzo chiuse gli occhi quando gli riaprì impugnava un'asta di acciaio nero che terminava in due lame a ventaglio venate d'argento, una per ogni estremità -qualche secondo appena stupefacente-mormorò -devi avere un profondo legame con Anubi- aggiunse con aria sospettosa -come conosci tutte queste cose?- io bhe… diciamo che conosco molto bene una dea-rispose in tono vago.
    Passarono due anni da allora i due continuarono a frodare il prossimo con l'amuleto e cercare Amir senza risultato, tutto era destinato a cambiare -ti avevo detto di aspettare almeno cinque minuti prima di riprendere quel coso-urlò una ragazza -oh andiamo divertiamoci un pò Rashja- rispose un uomo mentre correva tra la folla cercando di seminare un drappello di guardie -sei incauto Ahmed ci farai uccidere é già la seconda volta in un mese-urlò in risposta la ragazza continuando a correre -quando ti ho conosciuta eri più simpatica sai?-rise -non è affatto vero ti ho insegnato a essere più prudente per qualcosa- i due scalarono una casa e continuarono la loro folle corsa verso le porte della città per i tetti i due attraversarono le porte mentre le guardie continuarono il loro inseguimento sfoderando le armi, mano a mano che le guardie si avvicinavano alle porte sempre più soldati si univano a loro -mh…sono cocciuti o sbaglio?- disse divertito mentre la ragazza gli lanciò un'occhiata esaspera quindi corsero nel deserto, fermandosi solo quando furono sicuri di non essere seguiti-andiamo Rashja ammettilo ti sei divertita- esclamò Ahmed con il fiato corto -si ma non è questo il punto dovremo aspettare dei mesi prima di…- Rashja si fermò terrorizzata -che succede va tutto bene?- la ragazza scosse il capo - è il deserto del mio sogno… tu morirai qui per causa mia- la ragazza era pallida come un cencio e tremava di paura -stammi vicina allora, ti proteggerò!- disse seriamente il ragazzo -No, tu morirai proteggendomi- urlò quindi corse via lasciando solo il ragazzo in mezzo alle dune passò qualche ora prima che il pescatore udisse l'urlo dell'amica provenire da poco più a ovest rispetto la sua posizione quindi corse oltre l'alta duna che lo separava da lei incespicando nella sabbia, quando riscì a scalarla vide Rashja circondata da un mucchio.di scorpioni slti almeno il doppio della ragazza, richiamò quindi la sua picca a doppia lama e si lasciò scivolare sulla sabbia e in un baleno fu accanto alla ragazza -ciao come va?- domandò in tono incurante -ciao una meraviglia finche non sei arrivato tu a rovinarmi la giornata, ma visto che sei qui puoi darmi una mano a uccidre gli insetti?-rispose con tono qualunque il ragazzo si gettò sul primo scorpione colpendolo al muso un taglio netto e l'artropode gigante spirò quindi una leonessa si avventò su uno scorpione che lo stava per attaccare dal lato destro -che… come hai fatto?- chiese sbalordito mentre un altro scorpione cadeva sotto i suoi attacchi -ne parliamo dopo- urlò la ragazza, in una decina di minuti gli scorpioni furono fuori combattimento -vedi tu eri in pericolo, ti ho salvato e sono viv…-un aculeo di scorpione perforò il cranio del ragazzo come se fosse fatto di burro-NOOOOOOO!- urlò la ragazza disperata il suo aspetto mutò in uno molto più simile a una leonessa si gettò quindi sull'insetto che in una manciata di secondi era a terra tagliato in due in una pozza di sangue mentre dagli artigli della ragazza colavano monconi di carne quindi si gettò al fianco del ragazzo -ti prego non morire…i-io ho bisogno di te- disse cercando di trattenere le lacrime -lo sai…è un po’ difficile mi dai un aiutino?- rise mentre la vita lo abbandonava -IO TI AMO NO PUOI MORIRE ORA…non puoi-la ragazza pianse amaramente mentre la coscienza del ragazzo sprofondava nelle tenebre, si ritrovò quindi sulla riva di un fiume tutto era immobile e silenzioso, anche i fiotti d'acqua mossi dal temo del nocchiero erano immobili, dall'altra parte del fiume un cane a tre teste era bloccato nell'atto di latrare, una moltitudine di spettri trasparenti era ferma chi con un espressione angosciata chi invece indifferente -ah sei giunto finalmente- lo salutò una voce -entra nell'oscurità che vedi dopo il palazzo nero oltre il fiume…tranquillo l'Acheronte2 ti risparmierà in quanto figlio di Anubi-il ragazzo quindi attraversò quello strano luogo fino al baratro -molto bene credimi non avrei voluto ucciderti… ma sai mio figlio mi ha sminuzzato e buttato qui dentro- spiegò la voce cavernosa -Crono immagino-rispose freddo il ragazzo -quello che ne rimane… ma basta con i convenevoli stringiamo il patto dunque tu mi farai rinascere e combatterai per me contro il tempio degli dei…- spiegò ma fu interrotto da Ahmed -il tempio?- la voce rise-si è una mandria di adepti degli dei che crede che il mondo stia bene così come sta e Amir ne fa parte… buffo vero? lo hai cercato per anni e lui non si è curato minimamente di te come gli dei non si curano minimamente delle sofferenze degli umani- l'ira e la disperazione fermentarono dentro il giovane -ci sto in cambio voglio che Rashja sia salva e vivere nel tuo regno di pace- disse in tono fermo -molto bene voglio che tu viva nel mio mondo da persona libera tu che sei stato raggirato da tuo padre e tuo fratello… a cosa vuoi rinunciare?- disse pacatamente la voce, Ahmed rifletté -il mio occhio sinistro è inutile ora prenditelo- il titano inspirò quindi un dolore lancinante all'occhio investì il ragazzo che si ritrovò nel suo corpo con Rashja addormentata serena sul suo petto -buongiorno devi farmi un favore… hai mai sentito parlare di un tempio di adepti degli dei?- la ragazza lo stritolò in un abbraccio -sei vivo!!!…quel dio aveva ragione la sua moneta ti ha guarito- disse gioiosa -rispondimi lo conosci oppure no?- troncò il discorso acidamente -s-si lo conosco non ci sono mai stata ma ehm la mia amica dea me ne ha parlato… però sembri diverso- disse la ragazza scossa -scusa Rashja ma devo chiederti di separarci qui tu andrai al tempio ho bisogno che tu vada lì e che mi riferisca ogni spostamento, specialmente di quello chiamato Amir- spiegò calmo -cosa vorresti fare?- chiese la ragazza -creare un mondo in pace non sarai più costretta a rubare o a fuggire il tuo anello sarà solo un brutto ricordo… mio fratello sarà solo un brutto ricordo- disse euforico abbracciando la ragazza -cosa sai del mio anello?-chiese spaventata -so che è saldato al tuo dito e che ti provoca dolore e tanto mi basta disse dolcemente-io ti amo e sei l'unica di cui mi fidi- disse baciandola -e tu cosa farai nel frattempo?- domandò -mi ritirerò sul monte Otri3 e creerò una legione… la legione della morte- disse risoluto -Ahmed cos'hai fatto all'occhio?- Rashja era allarmata nel fissare quella pupilla bianca con quel tatuaggio rosso la ragazza sentì come se una parte del suo ragazzo fosse morta per sempre -l'ho scambiato per un mondo migliore per noi amore- rispose sorridente Ahmed "in quanto a te Amir fratello la pagherai per aver ucciso mia madre" pensò tra se mentre lui e Rashja si separavano.
    Trascorsero tre lunghi anni da quel giorno -Ahmed siamo finalmente al palazzo riposati un po’- lo informò Ahmed si staccò dalla ragazza non abbiamo tempo partiamo per ygdrasil ora-annunciò alle sue truppe ancora fiaccato dalla battaglia appena conclusa.

    Glossario:

    1 Horus: Figlio di Iside ed Osiride divenne il nuovo dio del sole quando la madre costrinse Ra a d abdicare, oltre a essere il dio del sole è il dio della vendetta è rappresentato con la testa di un falco
    2 Acheronte: Uno dei fiumi infernali per attraversarlo si doveva pagare Caronte il traghettatore di anime, simboleggia il dolore.
    3 Monte Otri: Il monte Otri era la montagna dove era posto il palazzo dei titani.
     
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  5. Ichuan
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    Ora si capisce tutto!
    Comunque attendo con moooooooooooolta ansia un capitolo magari col numero XIII, che fin'ora non ho ancora visto.
     
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    bene rieccoci dinuov qui con un nuovo capitolo spero possa piacervi buona lettura a quelle poche anime che continauano a seguirmi :D piccola precisazione anche se apollo nell'immagine che ho trovato sembra una ragazza è un maschio scusate ma è l'immagine migliore che ho trovato

    Capitolo XIII: Una melodia d'addio

    Damos era davvero sfinito non solo aveva combattuto una battaglia impari, contro il fratello psicotico del suo maestro, perdendo il suo adorato braccio destro, ora veniva a conoscenza che la sua fidanzata che credeva morta ormai da mesi in realtà stava sufficientemente bene da distruggere il posto che con il tempo aveva imparato a chiamare "casa" a questo andava ad aggiungersi una dannata fenice canterina che si rifiutava categoricamente di ascoltarlo, continuando a cantare tranquilla sulla sua spalla -d'accordo il concerto è finito tornatene a casa- urlò innervosito all'uccello, questi piegò la testa come per capire cos' avesse il suo proprietario da urlare quindi decise che non era il caso di preoccuparsi e riprese l'esibizione -TI FACCIO ARROSTO SE NON LA PIANTI!!-urlò inferocito il rapace infuocato smise il suo canto seppur di mala voglia -sia lode agli dei- esultò il contadino -ora ti dispiacerebbe tornare dentro la spada?- chiese in tono dolce e gentile -andiamo dopo averlo minacciato di morte povera bestiola- disse Elly tentando di prendere le difese del rapace, il quale volò da lei-ruffiano- la rimproverò il ragazzo, mentre si faceva accarezzare le piume deliziata -non sei pratico di evocazioni Damos devi imporre la tua volontà sulla sua che a quanto sembra è parecchio forte- l'uccello si era spostato ora sembra stesse giocando con Xavier che si divertiva a darle fuoco mentre la fenice si limitava a brillare come una stella e assimilare le fiamme del ragazzo -va bene bellissima l'ora dei giochi è finita va in camera tua ora!-la rimproverò con voce ferma quindi la fenice volò sopra la spada del ragazzo e scomparve, sostituita dalla sua costellazione sulla lama -no, io non ci avevo ancora giocato- si lamentarono Lily ed Alex all'unisono -prego?-fece il ragazzo accigliato -niente solo che potevi aspettare un pó prima di metterla in punizione- rispose Alex -vi faccio giocare con un mio falco?- rise Nathan -non è la stessa cosa… Damos sei crudele-si lamentò Lily -ragazzi lo so che siamo tutti molto stanchi ma dobbiamo ascoltare una storia- gli ricompose Amir -Xavier raccontaci cos'è successo al tempio- lo invitò il maestro, il fabbro si fece avanti portandosi al centro del gruppo -Bhe… è successo tutto poco dopo che ve ne andaste Rashja attaccò gli altri gran maestri dandola colpa dell'accaduto al mio allievo, si scatenò una guerra intestina molti di quelli che mi stavano simpatici morirono uccisi da quelli che fino al giorno prima chiamavano amici- quindi riprese fiato -… approfittando del caos quella traditrice aprì le porte ai suoi alleati ua decina di uomini dai mantelli neri, molto ben allenata ci invase quindi ci dividemmo, ci fu chi si suicidò, chi si arrese sperando ingenuamente di essre salvati, ci fu pure chi cambiò bandiera, ma i più saggi optarono per la fuga- terminò -hey hai parlato di una ragazza di nome Clio…- chiese Damos impulsivo, questa volta fu Daniel a parlare -si alla guida dell'attacco nemico c'era una donna bellissima dai capelli ricci ramati e…- Lily lo interruppe brusca -si, si, si lascia perdere la descrizione fisica non importa a nessuno- -a me importa- rispose Damos scattando in piedi e afferrando il ragazzo con il braccio sinistro -dimmi com'erano i suoi occhi? e quanti anni aveva?- lo interrogò scuotendolo violentemente -v-verdi, erano verdi e avrà avuto la tua età più o meno-rispose intimorito -allora è davvero lei?- chiese gentilmente Alex, Damos annuì -e allora che aspetti va da lei-lo esortò il guerriero -così da farsi uccidere? ha ucciso gran parte di noi e distrutto il tempio con una facilità irrisoria… dico sul serio ti ucciderà- lo ammonì il fabbro -ragazzi, non voglio fare il lagnoso ma ora dove andremo a stare?- chiese Nathan, la sua domanda fu accolta da un silenzio tombale -forse possiamo prendere due piccioni con una fava, cosa ne dite del tempio di Apollo2 a Delfi?…potremmo chiedere consiglio all'oracolo3 della sacerdotessa pizia4 per capire il piano di Ahmed e giocare d'anticipo-propose Lily pigramente gli altri mormorarono il loro assenso quindi la compagnia stava per lasciare l'Egitto quando fu fermato da Elly -non ho capito ancora una cosa: anche se riusciste a scappare dal tempio come ci avete trovato?-domandò con aria accusatoria -ci stai accusando di essere delle spie?- chiese Xavier la voce plagiata dalla rabbia -ma che bravo ci sei arrivato tutto da solo-rispose sarcastica la ragazza, quindi evoco la sua lama, quindi Xavier fece altrettanto -ragazzi calmatevi accusarci a vicenda non servirà a nulla-si intromise Damos cercando di mitigare la loro rabbia, il ragazzo fu mancato di pochi millimetri da una folgore azzurra che cadde a terra con un rombo spaventoso incenerendo il terreno sabbioso -ehy sta attenta rischiavi di cavare l'occhio a qualcuno che mi sta molto a cuore… A ME!-urlò di rimando il contadino -non mi incanti sai? Ci hai appena detto che la tua fidanzata ha distrutto il tempio e noi dovremmo fidarci ancora di te?… chi mi assicura che non sei in combutta con lei?-lo accuso la guerriera, proprio in quel momento un falco piombò sulla ragazza che lo distrusse schiacciandolo al suolo con il maglio -e questo cosa significa Nathan?!- domandò il tono di Lily era carico di una rabbia folle -andiamo Lily, sappiamo entrambi chi sei in realtà, tu facevi parte di quell'esercito di esaltati ho visto la cappa nelle tue stanze… tu sei una di loro ammettilo- le urlò in risposta Nathan, Lily si gettò sul ragazzo -il mio passato non ti riguarda chiaro, ora combatto con voi fattelo bastare- lo minacciò scaraventandolo a terra -posso parlare anch'io- tentò Daniel impaurito, ma un onda lo investì in pieno -no, non puoi non ti ho visto combattere poco fa o sbaglio?- ruggì Raul -ragazzi piantatela siamo una squadra se non ci fidiamo degli amici abbiamo perso in partenza- tentò Amir ma fu subito zittito da Elly -avevamo l'occasione di vincere la guerra ma il tuo allievo ha rovinato tutto… e poi contro quell' uomo Ahmed sei rimasto paralizzato come un bambino- lo ammutolì la ragazza -andiamo ragazzi cosa vi è preso?!- domandò incredulo Alex, ma nessuno rispose erano rimasti bloccati nel mezzo delle loro azioni, quell'effetto era straordinariamente simile al potere di Ahmed -per cui il ragazzo sfoderò la sua spada perlustrando il perimetro alla ricerca del nemico "ma se si tratta di Ahmed perché non mi ha bloccato come gli altri?… non ha senso" si disse tra se e se una risata infantile, fredda come l'acciaio invase tutta la città rimbombando per le strade immerse dal silenzio -fatti vedere!-urlò la sua voce riecheggiò per la città. Un miasma nero si plasmò in una donna dai lunghi capelli neri, era pallida come se il sole non l'avesse mai toccata, i suoi occhi erano di un sinistro giallo ed era avvolta in una tunica viola -ciao Alex ti sei fatto grande- disse la donna -tu chi sei? E soprattutto ci conosciamo?- chiese burbero -andiamo non mi avrai mica dimenticato vero?- chiese sorridendogli -temo di si invece… e non hai risposto alle mie domande- rispose secco anche se quel volto gli suonava stranamente familiare la signora misteriosa sospirò amaramente -io sono Eris1 la dea della discordia sul perché ti conosco ti conviene guardare la collanina che porti al collo- rispose un pò delusa dalla memoria del ragazzo, Alex non ci pensava più da anni a quella collanina erano successe talmente tante cose da quando lasciò Sparta da non lasciare più il tempo al ragazzo di concentrarsi sul passato, da quando durante un' allenamento al tempio durante i suoi primi giorni aveva sbattuto la testa contro una colonna allenandosi con Lily si era totalmente dimenticato della sua famiglia, ricordi che ora stavano riprendendo prepotentemente forma nella sua testa: la sua vecchia casa nella campagna spartana, suo padre un soldato dell'esercito della città e… -… mia madre- disse scoccato riponendo il ciondolo a forma di mela d'oro sotto la tunica, la dea rise -e non hai nemmeno dovuto leggere l'incisione, quindi c'è ancora speranza- -speranza e per cosa?-domandò Alex non capendo le parole della madre -per cosa?! Per salvarti usa l'intelletto hai scelto di combattere per la fazione sbagliata, lo hai appena visto i tuoi amici non si fidano l'uno dell'altro, se ti ostini su questo sentiero non resisterete molto credimi tesoro i titani sono solo burattini nelle Sue mani- disse la dea seriamente preoccupata per la sorte del figlio il giovane rimase colpito dalle parole della madre -tu non c'entri nulla con la lite che è appena scoppiata tra i miei amici vero?-la accusò il guerriero -cosa?! La dea della discordia che semina discordia in un gruppo di amici… le tue parole mi… commuovono, comunque si forse ho insinuato il dubbio nelle loro menti per mostrarti la fragilità della vostra alleanza e per mettere alla prova questo fantomatico "portatore dell'armonia"- rise Eris -quindi le accuse che si sono mossi l'uno all'altro erano solo menzogne-urlò adirato -ti sbagli, quei sentimenti albergavano già nei loro cuori, alcuni erano radicati nel tempo, altri erano solo germogli ma io gli ho aiutati a venire a galla- spiegò pacatamente -tu non sei mia madre… non puoi esserlo!- urlò contro la dea, questa lo abbracciò stretto- lo so di no essere stata la migliore delle madri e mai lo sarò ma non guarderò mio figlio morire senza fare nulla per impedirlo combattendo una battaglia persa- lacrime rigarono il volto immortale di Eris -dovrai farlo non puoi intervenire nelle questioni mortali mamma- il giovane era fermo nelle sue convinzioni -e va bene sappi questo tutti mi ritraggono come una dea malvagia ed in parte lo sono ma se si riesce a trovare la fiducia in mezzo alla divisione si crea un legame talmente saldo da risultare impossibile perfino ad un dio spezzarlo è per questo che mi innamorai di tuo padre perchè nutriva la massima fiducia nei suoi compagni e loro quindi lo ripagavano con la stessa moneta-baciò il figlio quindi si allontanò da lui mentre la sua voce risuonava chiaramente nella sua mente -non rinuncerò a te e sappi una cosa: state combattendo questa guerra perché un dio ha provato a imbrogliare il fato- il tempo riprese il suo corso normale e la compagnia sembrava non aver nessun ricordo della lite anzi stavano lo stavano cercando -Alex su siamo in partenza che ci fai lì da solo?- Lo chiamò Elly con brio -ehm… niente arrivo!- si affrettò a dire sorridendo per mascherare il suo turbamento così gli otto amici posizionarono i loro sigilli sulla sabbia -oh aspettate un secondo!- disse Damos stendendo il braccio, subito la sua adorata moneta gli si riformò in pugno, subito l'albero delle mele d'oro appassì e si polverizzò -bene possiamo andare- sorrise quindi anche lui poggiò la moneta al suolo, quindi all'unisono pronunciarono la destinazione: Delfi, al comando la Duat aprì un passaggio per loro nella realtà come uno specchio d'acqua leggermente increspato dal vento, dall'altra parte del portale si poteva vedere un bel santuario di marmo bianco sovrastare una piccola città dall'alto di una dolce collina tutti entrarono meno il contadino che aspettò che tutti i suoi amici avessero attraversato la Duat quindi raccolse la sua moneta la appoggiò al portale quindi mormorò -tempio degli dei- e subito l'immagine del santuario si infranse come se il ragazzo avesse gettato un sasso in un lago, quando l'immagine tornò nitida mostrava un tempio diroccato -scusate ragazzi ma devo farlo- disse e si gettò nel varco, in pochi secondi si trovò dinanzi alle porte di quella che fino al giorno prima era l'edificio più bello che avesse mai visto ora in rovina, Damos entrò scavalcando una delle due ante ormai divelta, appena entrò si trovò dinanzi uno spettacolo incredibile: viticci di edere e alte querce occupavano l'atrio, una pila di cadaveri era stata disposta alla rinfusa in un angolo, il ragazzo procedette a fatica in mezzo a quel verde fino alla sala degli dei dove tutte le statue erano state decapitate, quindi procedette verso la piazza d'armi, procedendo in quella direzione udì una melodia che cresceva di intensità man mano che il giovane si avvicinava alla zona d'addestramento, quando fu sul posto non credette ai suoi occhi, la piazza d'addestramento sembrava ormai più un boschetto che non un'arena per i combattimenti, ormai la melodia era perfettamente udibile, per Damos fu come un ritorno al passato quante volte si era fermato nelle giornate invernali quando i campi non rendevano ad ascoltarla? Neppure lui se lo ricordava quindi corse sull'erbetta fresca che ora copriva il suolo dell'arena cercando la fonte della melodia, finalmente la trovò, una ragazza dai lunghi capelli ramati stava accarezzando le corde di una lira seduta su di un ceppo -Clio amore ti ho trovato sono contento di vederti ancora in vita- disse Damos sollevato e con il fiato corto per la corsa, la ragazza non rispose ma continuò incessante a suonare -lo sai? Mi hanno detto che hai ucciso un sacco di persone ma io non ci credo sei la persona più mite che conosca-rise Damos sollevato dal ritrovare l'amata in vita -Damos la tua voce mi irrita- rispose la ragazza il suo tono era indifferente -per questo ti ucciderò qui e subito- continuò quindi pizzicò nuovamente le corde del suo strumento, la suonata cambiò divenne più triste -andiamo non è divertent…- il ragazzo dovette interrompersi, fu infatti invaso da una profonda sensazione di pace lo avvolse quella musica soave lo stava ammaliando, in un attimo infatti lo rese cieco al resto del mondo ora per Damos esisteva solo quella straordinari musica, ad ogni nota Damos si sentiva più rilassato ma allo stesso tempo stanco "svegliati idiota la musica ti sta prosciugando la linfa vitale, anche se non conosco modo più dolce di andarsene da questo mondo DEVI svegliarti" cercò di autoconvincersi, la suonata si interruppe e il giovane fu richiamato alla realtà -ti ho sottovalutato stupido contadino- disse lentamente la ragazza nel suo solito tono vuoto che ora era minacciata da un viticcio di rovi -il tuo istinto è forte sei riuscito a riscuoterti dal potere della lira di Apollo, potrei continuare la mia suonata ma avendomi attaccato non meriti una morte così dolce e indolore- continuò alzandosi dal ceppo dove posò lo strumento -in cosa ti ho offeso per meritarmi questo Clio? ti prego dimmelo- la implorò il ragazzo, la ragazza per la prima volta lo guardò -il tuo volto… lo odio mi hai abbandonata al mio destino quel giorno quando il villaggio fu distrutto, Rashja mi salvò e io imparai ad odiarti, ma ora la tua presenza non mi crea più nessun disturbo… da quando Gea mi ha mostrato la verità tu ti prendesti gioco di me e io quindi per creare un mondo dove nessuno mi avrebbe fatto soffrire strinsi un patto con lei- spiegó indifferente, fissando con i suoi occhi spenti il ragazzo -…strinsi un patto con Gea in cambio delle tue emozioni, è giusto merito la morte ho privato del suo dolce profumo il fiore più bello- ammise tristemente -per colpa mia sacrificasti i tuoi sentimenti se solo potessi fare qualcosa per rimediare…darei tutto ciò che ho per farlo- -potevi farlo ma non lo facesti e ora morirai- il legame tra Damos e il rovo fu distrutto da una forza molto più potente della sua moneta da farla sembrare una manciata di sabbia sulla terra, il viticcio si rivolto quindi contro lo stesso evocatore, Damos urlò quando le spine della pianta gli trafiggevano la carne inchiodandolo all'albero alle sue spalle, la spalla destra della ragazza sulla quale era inciso un albero irradiava una fredda luce verde mentre dal tronco degli alberi circostanti fuoriuscirono delle ragazze dalla carnagione verde come le foglie in estate gli occhi gialli come il polline dei fiori, i capelli di quelle ragazze erano più simili a fronde degli alberi vista la quantità di foglie intrecciate in essi. Erano armate chi di una frusta spinata chi di arco e frecce si fecero avanti -driadi5- sospirò incantato dal potere della sua ragazza. Le ninfe quindi presero la mira e scagliarono una pioggia di frecce sul ragazzo che crollò lasciando una scia di sangue sul tronco finche scivolava fino a terra esanime creando in breve tempo una piccola pozza di sangue caldo -non so perché lo hai fatto ma sei stato sciocco a venire qui addio stolto- la ragazza quindi richiamò la lira che scomparve in una cascata di luce riplasmandosi all'interno del suo amuleto, quindi dopo aver constatato l'effettivo decesso del ragazzo che un tempo amò se ne andò.

    A Delfi:

    -Ragazzi è tardi e Damos non ha attraversato il portale dove sarà? chiese preoccupato Raul, Amir sospiró -sappiamo dov'è il difficile sarà andare a riprenderlo … se solo non fosse così testardo sarebbe il miglior guerriero che abbia mai conosciuto- ammise -bhe…da dove entriamo? Sparta?-chiese Lily come se stesse programmando una vacanza -e-…entrare dove dal tono che usate sembra un luogo brutto- disse spaventato Daniel -no, ma che dici Dan andiamo nell'Ade6 mica nel Tartaro-rise Nathan dando una pacca sulle spalle al più giovane del gruppo -quindi è deciso andremo nel regno dei morti passando per l'Italia, così avremo un problema in meno, cerbero7 si trova nell'altra entrata dovremmo solo attraversare lo Stige8- affermò Elly entusiasta l'unico che non sembrava convinto del piano era Alex -sei sicuro Amir? Sei certo che Damos sia bhe… morto?-chiese Alex, Amir sospirò -certo che ne sono certo l'unica morte che percepì in maniera errata fu quella di mio fratello avvertii chiaramente la sua morte tre anni fa ma è ancora vivo-rispose offeso dalle insinuazioni dell'amico -e va bene abbiamo un anima da salvare Ade aspettaci che arriviamo!-concluse il discorso Xavier divertito ed elettrizzato all'idea dell'avventura Raul sospirò -peccato eravamo appena arrivati e non siamo nemmeno riusciti a trovare l'oracolo- si lamentò appoggiando insieme agli altri il sigillo a terra -Cuma- dichiararono quindi saltarono dentro il portale.

    Glossario:

    1 Eris: Dea della discordia figlia di Nyx (la notte) e Caos o Erebo, l'evento più famoso collegato a lei è senza dubbio il giudizio di paride che assegnò la mela doro per la più bella donatogli dalla ad Afrodite causando così il rapimento di Elena e la guerra di Troia.
    2 Apollo: Era dio della poesia e della musica sostituì poi il titano Elio come dio del sole è inoltre il dio degli oracoli, fratello gemello di Artemide era figlio di Zeus e Leto.
    3 Oracolo: i greci come altre civiltà antiche pensavano che il futuro potesse essere sondato questo compito spettava agli oracoli sacerdoti preposti a tale scopo che rivelavano il futuro con una profezia molto criptica
    4 Pizia: era la sacerdotessa che svolgeva le funzioni di oracolo a Delfi deve il suo soprannome alla pelle di Pitone un grande drago ucciso da Apollo che ne dono la pelle al santuario della città che usava per i suoi responsi, si pensa che le sue predizioni fossero sempre esatte
    5 Driade: Sono le ninfe dei boschi, create da Gea quando creò il mondo. Abitano negli alberi e sono vincolate al loro albero.
    6 Ade: Oltre al nome del dio dei morti è anche il regno dei morti della mitologia greca
    7 Cerbero: Era l'enorme cane a tre teste, figlio di Tifone ed Echidna. Era posto a guardia delle porte degli inferi.
    8 Stige: Fiume del lamento che scorre negli inferi i giuramenti su questo fiume erano sacri, le sue acque avevano il potere di conferire l'immortalità alle parti del corpo che venivano a contatto con le sue acque.

    Edited by Phoenix93 - 6/2/2014, 17:18
     
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  7. Ichuan
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    Bel capitolo anche questa volta! Aspetto, anzi ESIGO il 14 u.u
     
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    sono commosso è da tanto che non vedevo qualcuno di così bravo ç_ç un applauso per phoenix gli ho insegnato tutto io (?)
     
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    Il capitolo 12 è tipo il più bello di tutti *-* anche il 13 mi piace, però voglio più cose su Clio e Damos u.u
     
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    salve a tutti mie piccoli fan strepitanti scusate per il prolungato ritardo ma come vedete da voi il materiale era davvero molto spero che il capitolo sia di vostro gradimento e buona lettura a tutti

    Capitolo XIV: La verità tra le ombre

    Quando Damos riprese conoscenza non riuscì a distinguere nulla del mondo che lo circondava, ovunque spaziasse il suo sguardo l'unica cosa che riusciva a vedere riusciva a distinguere solo un' opprimente cappa di oscurità, non si ricordava nulla sul come ci fosse arrivato ne sul perché fosse lì, ma soprattutto non sapeva perché quella calma profondo lo rendeva inquieto quindi decise di muoversi da lì "almeno troverò qualcosa da fare" quindi si incamminò verso la direzione che gli sembrava la meno oscura anche se non riusciva a udire il suono dei suoi passi il ragazzo aveva comunque la sensazione di spostarsi anche se il mondo intorno a lui non sembrava cambiare mai. Dopo qualche ora Damos riuscì a udire il rumore di acqua corrente, quando ormai i suoi occhi si abituarono a quella tetra oscurità, riuscì a distinguere un fiume dalle acque scure e imperscrutabili raggruppate su di un piccolo molo vi era una gran folla radunata su quella che ora Damos riuscì a identificare come una spiaggia rocciosa costituita da una scogliera nera a strapiombo sul fiume paludoso e minaccioso sottostante che scorreva lentamente quasi sinistramente. Il ragazzo si avvicinò a quella folla e più si avvicinava più gli risultava difficile riconoscere le sagome di quelle persone -oh dei!- esclamò travolto dalla realtà, si portò la mano sinistra davanti agli occhi, solo per notare con quanta semplicità potesse guardarci attraverso come se il suo corpo fosse fatto di vetro. Damos chiuse gli occhi per tentare di ricordare com'era morto ma i suoi ricordi erano ingarbugliati come un gomitolo, il ragazzo dovette restare in silenzio per parecchi minuti per disciplinare i propri ricordi fino a quando tutto non riaffiorò, l'incontro con Clio, il suo schiacciante potere e la sua resistenza inesistente. -Me lo sono meritato- sentenziò a bassa voce, solo ora infatti riusciva a comprendere che lui stesso aveva creato il suo demone, un nemico che non avrebbe mai potuto ferire, la sola idea di uccidere lo colmava di disgusto "figuriamoci uccidere la ragazza che un tempo amavo" si convinse giungendo alla conclusione che l'Ade era il posto che si era meritato per la sua stoltezza. Il giovane stava ancora rimuginando su queste cose quando un pensiero lo folgorò "come sono morto? " l'ultima cosa che ricordava erano decine di driadi poi i suoi ricordi si annebbiavano, quindi abbassò lo sguardo, decine di frecce trasparenti attraversavano il suo corpo fumoso -mh… questo spiega un paio di cose-rise consapevole che era una cosa stupida ma non avvertiva dolore in quel luogo, anzi provava una sensazione di pace. Damos era ancora immerso in quella risata liberatoria quando una bruciante fitta alla mano non lo costrinse a fermarsi e ad esaminare l'arto: il suo tatuaggio era ancora lì solo che sembrava diverso ora le linee di quel disegno erano attraversate da fiamme di un colore scarlatto -questo non va bene!-esclamò allarmato mentre tentava di spegnere quelle fiamme, fino a quando non ricordò le parole di Urano: se fosse morto il tatuaggio si sarebbe cancellato così come il loro patto. Il contadino si tranquillizzò: era nuovamente libero, anche se questo non aveva più nessun significato visto che ora era morto. Il senso di quiete durò poco, una piccola imbarcazione solcava quelle acque paludose con un solo passeggero, un vecchio avvolto in vesti nere, un cappuccio gli nascondeva il volto ma i suoi occhi rossi spiccavano ugualmente sotto il cappuccio, la sua pelle era solo uno strato sottile e pallido che lasciava intravedere le ossa del traghettatore, nel vederlo tutte le anime sula spiaggia si ritrassero spaventate mentre Damos rimase immobile qualcosa nella sua mente gli diceva che lui conosceva già quel traghettatore, ma il suo ricordo era solo un eco lontano nella sua memoria. Appena il vecchio attraccò e noto il giovane gli rivolse un ghigno raggelante -Damos ma che piacere rivederti…morto sappi che la tassa la dovrai pagare ugualmente anche se tuo padre è un pezzo grosso- la sua voce era rocca e gelida come lo dovevano essere le acque di quel fiume malsano, il giovane rimase interdetto, quel vecchio non solo lo conosceva ma addirittura conosceva suo padre -Tu mi conosci? ma soprattutto conosci mio padre?!- rispose dopo qualche istante per assimilare l'informazione, il traghettatore rise -andiamo Damos sarai vecchio quanto me e bhe… chi non conosce tuo padre? ma la domanda è: puoi o non puoi pagare il vecchio Caronte1?- il suo tono era collo quale come se quel vecchio e lui si conoscessero da una vita ma sapeva riconoscere una causa persa quando la vedeva, da lui non avrebbe ottenuto nessun'altra informazione quindi il giovane rifletté non aveva ricevuto una degna sepoltura il suo destino era di rimanere su quella spiaggia per l'eternità, a meno che… un idea prese forma nella sua mente quindi Damos sorrise -ma certo vecch…ehm giovine ti sembro il tipo che si fa dare passaggi a scrocco?-rispose in tono ironicamente indignato, -uff… ti sei sempre dimostrato un buon pagatore ragazzo- quindi porse una mano ossuta quindi Damos pregò che la sua moneta fosse ancora in mano sua quando morì e lentamente apri la mano sinistra per vedere con sollievo che era lì la sua cara moneta d'oro con incisa una spiga di grano e il nome della dea dell'agricoltura: Demetra. Il ragazzo la fece scivolare nella fredda mano del demone che la studiò con interesse -bene amico mio ti sei appena comprato i miei servigi, hai intenzione di varcare le soglie del non ritorno o sei solamente di passaggio come al tuo solito?- chiese irritato il traghettatore mentre Damos prendeva posto a prua -non lo so devo ancora decidere penso che mi farò giudicare e poi vedrò cosa fare-rispose in tono incolore mentre Caronte si distanziava dalla riva -hey e le altre anime? dovresti portare anche loro no?- domandò stupito dal comportamento di quell'uomo che rise di gusto -loro pagano in bronzo e se mi va bene qualche anima ha una moneta d'argento ma tu… paghi in oro ragazzo- il viaggio continuò tranquillo fino a quando Caronte non parlò -siamo quasi arrivati ma se vuoi un consiglio la giustizia infernale per te non esisterà gli dei ti temono covano odio nei tuoi riguardi sarai assegnato ai campi della pena senza esitazione- rispose in tono cortese -ti ringrazio Caronte, sai perché gli dei mi odiano? e perché sei così gentile nei miei confronti? Domandò l'ombra sconcertata -sai Damos noi due siamo molto simili siamo entrambi marionette comandate dagli dei solo che tu hai una schiera di marionettisti io ho solo Ade e Thanatos2, gli dei ti temono per via del tuo sangue… sai tuo padre in fin dei conti è pur sempre quello che è- rispose il vecchio enigmatico cosa che cominciava a dare sui nervi al ragazzo ricordava solo piccolissimi particolari della madre, ma del non riusciva a ricordare nulla -siamo arrivati un' ultimo consiglio tenti alla larga da Zeus è geloso di te e l'odio l'ha reso folle se ci aggiungi che è costretto a combattere contro i titani che stanno rinascendo capisci da solo che è un pericoloso avversario- concluse accostando la barca alla riva e facendo scendere l'anima del ragazzo. Il paesaggio che ora gli si stagliava dinanzi era una scura landa di rocca nera illuminata qua e la da piccole torce che brillavano di fiamme azzurre, adagiato sulla cima di una ripida collina vi era un palazzo in stile greco di marmo nero con alte colonne, Damos varcò il vestibolo con diffidenza seguendo le torce ancorate alle colonne fino a una larga sala con un alto scanno trovarsi al centro di quella stanza mentre delle ombre occupavano i loro posti dietro al banco guardandolo dall'alto in basso, delle maschere d'oro nascondevano il volto dei giudici -scusa amico- mormorò quindi fletté l'unica mano ancora utilizzabile, la moneta della sua dea protettrice riapparve in suo pugno. La figura mascherata centrale si alzò quindi con voce imperante -Damos sai perché ti trovi dinanzi a questa corte?- il ragazzo tremò leggermente impaurito ma rispose con quanta fermezza riuscì a racimolare -si signore sono morto e voi giudicherete le mie azioni… mi rimetto dunque alla vostra giusta sentenza- la sua voce rimbombò una seconda figura si alzo dal suo posto -Minosse3 ti prego ha vissuto con rettitudine non farlo- lo implorò il giudice ma a quanto pare non sembrava disposto a sentir ragioni, si scrollò di dosso il collega -taci Orfeo4 sei solo uno sciocco ti hanno concesso questa carica devi sentirti onorato ma non permetterti mai più di mettere in discussione i miei giudizi… quanto a te moccioso ti dichiaro colpevole di tradimento nei confronti degli dei, i capi della pena ti attendono… e ora portatelo via dalla mia vista- sentenziò impassibile. Una figura quindi si spostò da un lato in ombra, sembrava una donna il suo aspetto era bello e minaccioso i suoi occhi rossi iniettati d'odio erano in contrasto con il bel viso adornato da una folta chioma riccioluta, dalle spalle della donna si dispiegavano grandi ali membranose di un grigio chiaro, alla cintola portava una frusta intrisa di fiamme che gettavano scintille a ogni suo passo. Quando la donna gli fu vicina Damos riuscì a distinguerla meglio, quelli che poco prima aveva scambiato per ricci ora riusciva a distinguerli per ciò che erano in realtà: serpi, una chioma di serpenti le cresceva a mo' di capelli. La donna si avvicinò quindi spiegò la frusta, la fece roteare in aria e schioccò un colpo, le fiamme che componevano l'arma si annodarono attorno ai polsi del giovane, che fu sconcertato dal provare dolore pur essendo un'ombra, il braccio destro ora che il tatuaggio era sparito non c'era più, come se quel sigillo avesse tenuto unito la sua spalla al braccio e ora non esisteva più per cui la frusta cingeva saldamente il braccio sinistro che sembrava stesse fondendo. La tentazione di combattere contro quella donna era davvero molto forte ma l'idea di combattere dopo che aveva detto di rimettersi al loro verdetto, poteva avere diversi risvolti negativi, per cui si limitò a seguire il demone soffrendo in silenzio mentre Minosse lo guardava con aria di sfida e sogghignava. Appena furono fuori dal palazzo dei giudici dell'Ade la donna fece una cosa parecchio insolita liberò il suo prigioniero e lo stritolò in un abbraccio -Fratellino non saresti dovuto morire il signore di questi luoghi non ti è amico- il ragazzo rimase colpito e per alcuni momenti rimase avvolto in quell' abbraccio così familiare quindi una scintilla si accese tra i suoi ricordi -Alecto la morte fa parte della vita di noi mortali- rispose in tono cordiale ma la donna rise divertita -non della tua fratello tu non avresti dovuto conoscere la morte visto il sangue che ti scorre nelle vene e seconda cosa io sono sua sorella minore Megera- Damos ora era davvero molto confuso -cosa vuoi dire tu sai chi è mio padre?- chiese implorante all’Erinne5 rise - certo che so chi è sono nata dal suo sangue e dal suo risentimento verso i titani… ma se non si è voluto rivelare a te dev'esserci un motivo- ora il ragazzo si era perso "perché quel demone lo conosceva? perché il suo nome gli era così familiare?… ma soprattutto chi era suo padre?" troppe domande senza risposta. Megera lo riportò alla realtà -tu non hai tradito nessuno… credimi io riesco a leggere le anime e il mio compito come quello delle mie sorelle è punire il tradimento… e in te non ve ne è traccia Damos- disse in tono gentile avvolgendolo con le ali -ti sbagli ho tradito la fiducia di una persona a me molto cara… e per colpa mia ora è solo un simulacro vuoto-rispose mesto l’Erinne lo guardò con pietà -ti sbagli, non saresti stato in grado di difenderla, sareste morti entrambi- rispose dolcemente -come avevi detto che non potevo morire visto il mio sangue- rispose irritato -Damos il tempo non ti scalfisce ma le battaglie possono ucciderti se tu non sei preparato o se desideri semplicemente la morte- il ragazzo si libero dall'abbraccio di sua sorella quell'ultima informazione lo colpì come un pugno allo stomaco -dove mi porterai ora?- chiese dopo che si fu ripreso Alecto rispose solamente un anima desidera vederti nei campi della pena… se vuoi ti ci posso accompagnare?- il ragazzo rispose senza riflettere -portami da lei- quindi i due discesero la collina dal versante opposto ai loro piedi si apriva un enorme valle rocciosa dominata da un palazzo di marmo nero e argento molto più maestoso del palazzo di giustizia, tanto da farlo sembrare sabbia al cospetto di una montagna. Dietro di esso si apriva un immensa voragine oscura, mentre alla sua destra si estendeva un viale lastricato sul quale si affiancava una lunga schiera di Domus immacolate finemente decorate -i campi Elisei- disse Megera anticipando la domanda del giovane. Ad est del palazzo una sterminata pianure terminava alle sponde di un fiume di fuoco -quello è il Cocito6- disse l’Erinne -non dovremo guadarlo spero?- rispose innervosito -oh no fratellino sta tranquillo- rise l'altra -guarda più avanti un piccolo ponticello di roccia conduceva ai campi della pena dove urla strazianti si accavallavano e si spargevano per tutto l'Ade. Poco distante da quel luogo un altro fiume si snodava sinuoso e si congiungeva con il Cocito e l'Acheronte7 formando una grande palude melmosa , oltre a questa si apriva un stretta fessura nella roccia -Quella fessura porta al fiume Lete…- qui il demone si fermò come in preda ad un brutto sogno -va tutto bene?- chiese il ragazzo preoccupato, riscuotendola dai suoi pensieri -s-si sto bene muoviamoci- disse in tono debole e provato troncando la discussione sul nascere, Quindi insieme fratello e sorella discesero la collina, erano ancora a metà discesa che un forte latrato gli investi quindi un enorme cane nero investì il ragazzo leccandolo ovunque -cose che ho imparato oggi: mio padre non è il benvenuto da nessuna parte, Zeus è geloso di me, come non invidiarmi sono un bravo contadino e cosa più importante la bava dei cani riesce a inzuppare anche le anime- si lamentò schifato Megera rise divertita -andiamo ha solo sentito l'odore di suo fratello minore- in effetti aveva senso il cane che gli stava dinanzi scodinzolando aveva ben tre teste e il suo miglior amico canino ne aveva solamente due- e cosi tu sei il fratello di Ortohs eh?- disse allegro accarezzando a turno le tre teste -senti bello mi fai passare? ho un appuntamento ma dopo torno e ci facciamo una bella passeggiatina va bene?- disse allegro, Cerbero abbaiò entusiasta e si sposto per fargli proseguire -ci sai fare con cerbero- rise la guida -sai non è difficile tutti gli vedono come mostri ma sono solo cagnoloni che vogliono un amico orto poi è un cucciolone mi faceva di quei dispetti-rispose in tono nostalgico, era molto ormai che non tornava a casa e quel cane bicefalo gli mancava. Dopo un eternità i due avevano raggiunto le praterie qui migliaia di ombre vagavano senza meta -sono anime che non hanno meriato ne l'Eliseo ne il castigo eterno, guardandosi attorno Damos notò un anima che avrebbe riconosciuto tra mille per l'appunto: un braccio trasparente galleggiava pigramente a mezz'aria -hey io lo conosco quel braccio è mio- disse con voce tremante -lascia i morti di questo luogo a se stessi poiché non ricordano la loro vita passata- disse Megera in tono fermo, spronandolo a continuare, nel giro di quelle che a Damos sembrarono ore arrivarono finalmente ai campi della pena, qui l’Erinne lo condusse fino al limite del campo dove l'Anima di una giovane donna incatenata ad una roccia rivolgendo il volto alle sue aguzzine stava ricevendo numerose frustate incandescenti dalle sorelle della sua guida aprendo squarci trasparenti sul suo corpo. Il ragazzo non riuscì a trattenersi numerosi viticci di rovi scattarono contro i due demoni -non toccate quella donna! O vedrò di che colore è il sangue delle mie sorelle- la sua voce era adamantina i due demoni sorrisero -l'ha riconosciuta- quindi con un solo colpo di frusta si liberarono della selva di rovi che le circondavano -ciao fratello come stai?- chiesero riponendo le armi il ragazzo era fumante d'ira ma non gli impedì di rispondere -magnificamente se non fosse per il fatto che la mia ragazza mi ha ucciso e le mie sorelle torturano mia madre- quindi corse a liberare l'anima della donna che aveva le guance irrigate dalle lacrime, come anche il figlio -Damos credici l'idea non piace nemmeno a noi ma lo ha ordinato Zeus in persona, e noi non possiamo farci nulla- sapere la verità lo fece sentire ancora peggio tanto che appena liberata la donna crollo in ginocchio ai suoi piedi - la sua mano gli asciugò le lacrime -Damos piccolo mio quanto sei cresciuto ma non dovresti stare qui non era ancora giunta la tua ora- gli disse dolcemente rialzandolo e abbracciandolo quindi lo baciò -sei dimagrito mangi a sufficienza?- chiese esaminando il figlio - e l'anima del tuo braccio?! se tuo padre lo sapesse- disse mentre nuove lacrime le bagnavano il viso, quindi fu la volta del figlio di consolare la madre -si mamma stavo bene bhe…prima di morire almeno- sorrise -e tutte queste frecce?- disse esasperata -che cosa ti hanno fatto?- -ehm credo che la mia fidanzata mi abbia mollato e bhe dirmelo non le è bastato ha voluto…chiarire il concetto- sorrise -avevi già una fidanzata oh che cosa carina era bella? La conosco?… sai la tua prima ragazza quella titana… Calipso8 non era male ma ovviamente non la ricordi-rise -non credo questa è umana si chiama Clio come la musa e bhe non c'è molto da dire suo padre l'ha promessa a me ma…- la tristezza e il senso di colpa si impadronì del ragazzo -ma?-chiese gentilmente, il giovane studiò il suo viso era bello come in quel frammento di memoria i suoi lunghi capelli ricci di un castano erano uguali ai suoi gli occhi doveva averli presi dal padre perché gli occhi della madre erano nocciola invece i suoi erano blu scuro Damos non riuscì a mentire alla madre quindi raccontò di tutto ciò che era successo da quando il suo villaggio fu distrutto -mi spiace piccolo mio ha sofferto molto ma non devi portare il peso del mondo sulle spalle , tu non sei solo- disse con dolcezza accarezzando il figlio -io sono la causa delle mie sofferenze quelli a cui tengo soffrono Clio vive solo per servire Gea, tu sei qui per colpa di mio padre…per questo me ne andai da solo non volevo che un amico soffrisse per colpa mia- rispose tristemente un ceffone gli sgomberò quelle idee -non voglio più sentire quei discorsi se sei solo sei debole ma quando aiuti gli altri, quando stringi dei legami con loro allora sei forte e in grado di fronteggiare qualsiasi cosa me lo disse tuo padre quando lo conobbi- rispose fermamente Damos quindi notò quando poteva essere risoluta sua madre e anche un'altra cosa le tre erinni avevano imposto le mani su sua madre rimarginando le ferite dell'anima -hey tua madre è innocente facciamo quella farsa per compiacere Zeus solo quando riceviamo visite per il resto del tempo Zoe è nostra amica-rise Alecto -grazie ragazze- disse gentilmente - per la donna amata da nostro padre questo e altro- sorrise cordiale Megera - posso sapere chi è mio padre?- -non è saggio- intervenne Tisifone brusca -no è giusto che sappia… Damos tuo padre è il vero signore del cielo-rispose enigmatica -credo sia ora Zoe devo portarlo all'uscita- la donna abbracciò -Damos figlio mio sei molto più di quello che sarei riuscita a educarti credo che il merito sia anche di Demetra ma il seme germoglia solo nel terreno fertile sono orgogliosa di te ti voglio bene non è stata colpa tua se sono qui, ma del mio amore non dubitare mai di te stesso e ricorda non sei solo- lo baciò e quindi gli sorrise prima che megera lo afferrasse e volassero via insieme -scusa fratello ma non puoi rimanere troppo in quel luogo saresti rimasto prigioniero- spiegò Damos si accorse che stava piangendo ma aveva il cuore sollevato.

    Ingresso di Cuma…

    Il gruppo si ritrovo dopo una lunga caduta per il camino di un vulcano inattivo sulle sponde dello Stige -bene grazie a qualcuno siamo arrivati con sei ore di ritardo… quando ho detto cercate l'ingresso dell'oltretomba era chiaro che un tasso non aveva nulla a che fare con l'Ade- sbottò Amir -perché u non hai visto quel tasso- borbottò Nathan sottovoce -andiamo ragazzi stiamo facendo una gita non rovinatela- si intromise Elly solare -Elly lo sai che ci troviamo qui per salvare Damos e non per divertirci? rispose Lily in tono comprensivo, la ragazza non fece in tempo a rispondere che Alex riportò tutti al problema numero uno - calmatevi ragazzi sia che vogliate fare una gita sia che vogliate salvare Damos la situazione non cambia: come lo attraversiamo lo Stige?- disse in tono pratico, il silenzio calò sul gruppo fino quando Xavier non propose di nuotarci semplicemente dentro sarebbero diventati invincibili come Achille, ma Amir scosse la testa - Achille in cambio dell' invincibilità ebbe una vita breve- ma fu interrotto dall'amico -io un bagnetto in quel fiume lo farei anche se mi accorciasse la vita potrebbe essere utile in battaglia- rise Xavier -allora non capisci?… in poche parole non è tutto oro quel che luccica il fiume in un modo o nell'altro riscuoterà la tua vita poiché ti sei bagnato in quelle acque infernali- il fabbro deglutì sonoramente -ehm a pensarci bene non sono poi così sporco il bagno l'avevo fatto l'altro ieri- rise nervosamente -è vero Amir non ci porti mai in un posto carino però-in Egitto non c'era acqua per non parlare della legione e tutto il resto qui bhe non è proprio bellissimo- si lamentò Elly -per non parlare del fatto che sono giorni che non mangiamo- mormorò Nathan -ragazzi non é un viaggio di piacere il nostro siamo in missione- sbuffò il ragazzo irritato -scusa non è Damos quello sull'altra sponda?- domandò all'improvviso Raul, Amir guardò nella direzione indicata dal ragazzo, sulla riva opposta un'anima che giocava con Cerbero -no, non è lui non sarebbe così stupido…no, aspetta è esattamente da lui- disse massaggiandosi le tempie -molto bene ragazzi datemi una buona motivazione per non strangolarlo- continuò rassegnato -perché siamo qui per riportarlo indietro e poi sembra si diverta molto con il suo nuovo amico- rispose Lily soffocando una risata -ragazzi Damos è dall'altra parte del fiume possibile che non riusciamo a oltrepassarlo?- Daniel quindi prese parola -ho un piano, Raul hai mai sentito parlare di quell'ebreo?…Mosé?- domandò retorico, Raul sorrise quindi richiamò il suo tridente d'acqua, lo alzò ben alto sopra il capo e subito le acque del corso d'acqua si incresparono quindi si divisero perfettamente -bene pensate ci abbia visto?- rispose ansimante per lo sforzo di mantenere separato lo Stige -oh si e credo che presto conosceremo Cerbero- disse Elly emozionata facendo si che il gruppo si voltasse verso di lei -che c'è? ho sempre voluto un cucciolo-rispose frenando il suo entusiasmo -ah ah anche a me piacciono i cani ma non lo so… le tre teste e tutto il… oh dei!- esclamò allarmato mentre gli altri cercavano il motivo u Xavier a parlare -Quell'idiota si porta dietro un Erinne! Tenete pronte le armi-urlò mentre gli altri si preparavano a combattere. Quando Damos guadò il fiume dovette calmare il suo nuovo amico che cominciò a latrare contro la compagnia -shhhhh sono amici miei cuccia- lo calmò dolcemente -ehm ragazzi è stato carino venirmi a prendere ma sto bene e bhe cerbero non sopporta le armi- rise il contadino -tu sei nei guai mio stupido allievo ma ne parleremo dopo stai attento sopra di te c'è un Erinne- gli urlò di rimando il suo mentore -lo so si chiama Megera è la mia sorellina- spiegò in tono neutro -Megera? Come vecchia meg…- tentò di domandare Daniel ma il suo maestro fu abbastanza rapido da tappargli la bocca con la mano -cosa stava per dire il piccolo umano?… è sempre la stessa storia da secoli- sbraitò la donna offesa quindi prese per il collo Daniel -ti sembro vecchia e brutta?- domando furente Daniel scosse la testa - bravo mortale- rispose dolcemente ricascando il suo prigioniero -giusto qui ehm… boa ti donano moltissimo- si complimentò sarcastico, sarcasmo che Megera non colse -oh grazie sai secoli fa avevo delle aspidi ma erano troppo irrequieti così ho cambiato taglio- rispose felice poi tornò seria Damos fratellino dobbiamo salutarci se resti ancora un pó qui non riusciresti a tornare, e per farlo mi spiace dirtelo ma non potrai usare quell'ingresso ma dovrai usare la strada di Orfeo- questa volta fu il ragazzo ad abbracciare la sorella -grazie Megera sei la sorella più bella che potessi desiderare vi affido mia madre grazie a te e anche alle altre nostre sorelle- disse la voce gli tremava dall'emozione -bhe è ora che tu vada una persona ti deve condurre per mano fino alla vita- il demone aveva gli occhi gonfi per le lacrime -buona fortuna e che nostro padre ti protegga-lo baciò sulla fronte, quindi si levò in volo. -Ti accompagnerò io, mi hai salvato la vita… ora io salverò te- disse Alex dandogli le spalle il contadino diede la mano all'amico -se ti volti ti ammazzo-rise quindi i due si misero in marcia passarono lunghe ore di cammino in silenzio -così sei figlio di Urano?- chiese il guerriero a disagio -così sembra appena orno in vita ci devo parlare- rispose Damos in tono neutro -Damos non è un gioco! I titani stanno tornando e tu sei figlio di uno di loro, come possiamo fidarci ancora di te?- esclamò senza voltarsi -dunque queste erano le tue vere motivazioni, farmi capire che non ti fidi più di me?- chiese tranquillamente il ragazzo -no…io mi fido ma…- Alex non sapeva se poteva fidarsi di quel ragazzo, lo stesso che gli aveva salvato la vita e che ora si rivelava il figlio di uno dei due titani più antichi -sai Al sembri diverso da quando abbiamo lasciato l'Egitto ti turba qualcosa?- chiese comprensivo continuando a camminare -si, più di qualcosa hai lasciato in vita Ahmed e poi fai sempre di testa tua sei morto per colpa tua e mia… lascia perdere- concluse -molto bene gli dei mi odiano tu non ti fidi di me voltati e mettiamo fine a questa farsa- rispose cupo il giovane -ne avrei una gran voglia- rispose Alex sguainando la spada - ehm Al sono morto ricordi? Quel tuo stuzzica denti non mi farebbe molto male- rise -lo sai hai ragione ma credo che questo ti farà male un particolare che Damos non aveva notato: all'anulare sinistro dell'amico un anello d'oro con un rubino, che mandava sinistri bagliori scarlatti -oh no ho già combattuto contro Amir ci rischiai la pelle- disse esasperato mentre richiamava rovi e spighe, Alex rise ma non era la sua voce era più profonda e crudele -Damos una volta che avrò distrutto la tua anima non ci sarà più nulla che potrà impedire la mia resurrezione- Damos rimase scosso ma riuscì a rispondere -tua di chi? ho così tanta gente che mi vorrebbe morto che non riesco a ricordargli tutti- Alex soffiò iroso -di Set9 dio del deserto e del Caos- esclamò.

    Glossario:

    1 Caronte: Era il traghettatore di anime che trasportava le anime attraverso l’acheronte fino al regno dell’ Ade in cambio di un compenso, infatti era tradizione mettere una moneta d’argento o di bronzo sotto la lingua o nella mano destra del defunto
    2 Thanatos: Figlio di Nyx e di Erebo, era il dio della morte
    3 Minosse: Antico re di Creta si prese gioco di Poseidone il quale lo punì dandogli come figlio il Minotauro, che rinchiuse nei sotterranei del suo palazzo, dentro un labirinto costruito da dedalo imprigionandovi dentro anche l’architetto quando questi riuscì a fuggire si vendicò uccidendo il re che lo aveva imprigionato e da allora ricoprì il ruolo di giudice infernale
    4 Orfeo: Mitico musico suonatore di lira, la sua musica riusciva ad ammansire qualsiasi animale, scese negli inferi per recuperare l’anima della sua amata morta prematuramente, quindi suonò alla corte di Ade riuscendo ad ottenere il suo consenso a riportare l’anima della ragazza dal regno dei morti, solo se fosse riuscito a percorrere la strada che lo separava dal regno dei vivi senza mai voltarsi, però quando fu quasi arrivato fuori si voltò per vedere se l’amata lo seguiva ancora e così la perse per sempre quindi si tolse la vita per restarle accanto.
    5 Erinni: dee infernali che punivano il tradimento nate dalle gocce di sangue di Urano quando Crono lo uccise, erano rappresentate come donne dalle vesti nere con una chioma di serpenti e ali di pipistrello. Erano tre Alecto, Tisifone e Megera
    6 Cocito: E’ il principale fiume dell’Ade è il fiume del lamento nel quale scorrevano fiamme (in alcune versioni vi scorreva acqua)
    7 Acheronte: Fiume del dolore era un affluente del Cocito era il fiume di transito per il rego dei morti che veniva attraversato dalle anime pagando l’obolo a Caronte.
    8Calipso: era una ninfa Figlia di Atlante e di Pleione, fu condannata dalle parche ad amare follemente ogni uomo che approdasse sulla sua isola per poi perderlo, questo perchè figlia di un titano
    9 Set: Dio del deserto e del caos figlio di Nut (la dea del cielo) Geb (il dio terra) pur essendo parte della guardia di Ra durante il suo viaggio nella duat per portare il nuovo giorno aveva una personalità estremamente negativa, tanto da far si che gli egizi collegassero il rosso a un colore malvagio infatti il colore di set è il rosso (come le sabbie del deserto) e la testa era di un’animale così reppellente da non aver neppure il nome anche se è molto simile a un armadillo e a un coyote o a un lupo.

    Edited by Phoenix93 - 23/2/2014, 20:07
     
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  11. Ichuan
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    Sono un Bitch please unico :asd:
    Non sanno come attraversare un fiume? Nuotiamoci! :asd:
     
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    scusate il ritardo per questo capitolo ma ho avuto da fare con altre cose e il cellulare mi è servito anche per altre cose ma la pazienza è la virtù dei forti e quindi eccovi il vcapitolo XV in tutto il suo splendore buona lettura a tutti :D

    Capitolo XV: Rinascita

    Damos sbuffò infastidito -nemmeno quando muoio mi lasciate in pace?-mentre il groviglio di spighe e rovi a suoi piedi continuava a crescere e frustava l'aria seguendo l'umore del suo evocatore -senti Set mi duole dirtelo ma non proprio chi sei… e nemmeno cosa ti ho fatto ma mi stai facendo una gran brutta prima impressione- il ragazzo posseduto rise una risata graffiante -sai ragazzino non puoi ricordarti di me perché non ci siamo mai visti fino ad ora almeno, ma non importa un dio mi ha promesso che quando rinascerò potrò far diventare l'intero mondo un immerso deserto-rise divertito -bhe un progetto ambizioso non c'è che dire ma non io non c'entro anzi io lo vorrei salvare il mondo, sai come? mi ci sono molto affezionato e poi odio il caldo e la sabbia- rise il contadino -sapevo che avremmo trovato un ostacolo ma il mio amico divino mi ha ordinato di ucciderti- rispose sconfortato Set, Damos cercò di imbottigliare la sua paura nelle profondità della sua mente e pensare lucidamente, un' altro dio che lo voleva morto non era proprio quello che voleva, tentò quindi di mantenere la calma -mh… avanti amico ci sono due cose che non capisco sai? la prima è perché hai scelto Alex come fantoccio? ma la seconda è ancora più strana vedi… non sembri il tipo che prende ordini perché quindi vuoi uccidermi?- Set rise -per essere un contadino ne sai di cose eh?- il suo sguardo si fece più trovo e indagatore -comunque il mio prezioso involucro qui è piuttosto incline al caos vedi scorre nelle sue vene, in quanto a prendere ordini hai ragione ma vedi quella dea è stata bhe davvero molto convincente… ha distrutto il mio palazzo con uno schiocco di dita- rispose in tono sognante -e mi ha detto di ucciderti ed é quello che voglio fare- l'anello al suo dito brillò ancora più intensamente quindi dal nulla comparve una creatura coperta da una pelliccia rosso scuro il muso assomigliava a quello di un lupo mail naso era troppo allungato come quello di un tapiro, i suoi occhi gialli puntarono dritti sul ragazzo che rimase affascinato da quella creatura così strana -ciao cucciolo io sono Damos e fino a quando farai il bravo cane strano non ti farò male- disse in tono rassicurante cosa che fece sogghignare quello che una volta era stato Alex -uccidi!- ordinò quindi l'animale ringhiò e si gettò su di Damos -no ti prego ho già vissuto questa scena combattendo contro il mio maestro solo che i suoi sciacalli erano molti di più e molto meno arrabbiati- fletté quindi la mano e una spiga intercettò il cane mostruoso a mezz'aria trascinandolo a terra, quindi subito da essa crebbero altre spighe che bloccarono l'animale di set -sciacalli? oh ma tu sei l'allievo di mio nipote?- rise vedendo la sua creatura in difficoltà -Nipote?… Amir non può essere tuo nipote rispose il figlio di Urano prostrato a terra, solo ora si accorse di quanta poca energia disponeva ora che era solo un'ombra -guardati Damos non sei altro che una mosca ti schiaccerò in me che non si dica e tornerò nuovamente in vita- rise sguaiatamente, la creatura bloccata a terra espirò ampie vampe di fuoco scarlatto incenerendo in pochi istanti i suoi legami -che tu possa marcire qui, se avessi avuto un po’ di forza sarebbero state dure come l'acciaio-sibilò il ragazzo rimettendosi in piedi tremante - andiamo umano non sentirai nulla te lo assicuro- disse il dio del deserto sarcastico quindi evocò altri due di quei mastini scarlatti "perché mi affanno a voler tornare in vita?" Si domandò il ragazzo mentre gli Animali di Set scoprivano le zanne pronti ad attaccare "qui ho mia madre le mie sorelle e la pace che ho sempre voluto" si convinse -ma cosa?"…- riuscì a dire scombussolato era come se quei pensieri non gli appartenessero ma gli fossero stati suggeriti da qualcuno, Alex era ancora voltato e gli dava le spalle -senti se vuoi che rimanga qui voltati e non io potrò più tornare in vita!- gli urlò il giovane, il dio del caos rise divertito -oh lo vorrei tanto credimi ma questo corpo mi oppone resistenza non riesco a muovermi come vorrei ma i miei Animali lo possono fare quindi come ti ho già detto distruggerò la tua anima e rinascerò a nuova vita- disse sprezzante mentre i tre mostri vomitarono un unico getto di fiamme contro l'anima del ragazzo, che si scansò appena in tempo per vedere che il cumulo di terriccio su cui si trovava l'istante prima ora era solo un mucchietto di terra bruciata e fumante, Damos aveva parecchi dubbi su quanto sarebbe riuscito a resistere "un paio di minuti nella migliore delle ipotesi" si disse era completamente stremato faceva difficoltà a mettere a fuoco i suoi nemici si studio la mano per vedere che quasi non si notava più le altre piante che aveva evocato erano ingiallite e appassite -ti stai consumando di te non resterà altro che il ricordo- lo insultò Set mentre i suoi cani si preparavano ad un nuovo e ultimo attacco, si gettarono su di lui con le fauci spalancate azzannandogli chi le gambe e chi il torso, dove le zanne penetrarono l'anima del ragazzo si fece più simile a una foschia simile alla bruma delle mattine autunnali -i miei piccolini ti divoreranno facendoti soffrire lentamente, e alla fine sarai tu a supplicarmi di dissolvere la tua misera anima- affermò divertito il dio, fino a quando un immensa colonna di fulmini non perforò uno dei suoi Animali -chi osa?!- disse furente mentre il suo cane mostruoso diventava di sabbia rossa e quindi si riformò anche se sembrava uggiolare -bel tentativo Lily, ma qui a quanto pare ci vuole qualcosa di più…- si udì l'eco della voce di Xavier da dietro una piccola colina di terra -si dai vediamo cosa puoi fare tu a quei cosi- rispose la voce di Lily freddamente da sopra il declivio di terra nera, un mare di magma si avvicinava a velocità sorprendente -ehm… perfetto se vuoi arrostire anche Damos-rispose la voce di Nathan divertita -oh andiamo ragazzi è un ombra non può farsi male… almeno credo- rise Elly -qualcuno vuole fare qualcosa per evitare che il mio allievo finisca carbonizzato? - per l'amor del cielo Amir calmati siamo tutti professionisti- rispose sempre più divertita la ragazza -hey Nathan il tuo sigillo non è di Ra?- domandò Daniel -e con questo?- rispose pigramente -e con questo, Ra era il dio del sole dovrebbe essere immune al magma- rispose seccato il ragazzino -no ragazzi sapete chi è ora il nuovo dio del sole non che della guerra e della vendetta?- si intromise Elly indicando la suo ciondolo: l'occhio di Horus -si ma solo perché la mammina ha costretto Ra ad abdicare- sbottò Nathan -hey qui non si sta parlando di chi ha fatto cosa- rise Elly facendo spallucce -esatto qui si sta parlando di come impedire al nostro amico lì sotto di nuotare in un mare di lava- continuò Amir, intanto la lava si faceva pericolosamente vicina -ehm… ragazzi bella pensata la lava ma sapete com'è sono morto ma non vorrei tentare il bagno di lava grazie- Damos rideva nervoso, vedendo che il gruppo non si decideva ad aiutarlo urlò -RAGAZZI COMINCIA A ESSERE PERICOLOSO QUI!!!!- urlò con quanto fiato aveva in corpo-per gli dei strilla per un nulla- sbottò Nathan infastidito mentre il suo anello irradiava di luce d'oro mentre un enorme falco sfavillante di luce avvolse Damos con le ali inondandolo di calore, il mare di lava quindi travolse i segugi incenerendoli, lasciando il giovane illeso come un scoglio in mezzo alla tempesta, un enorme segugio nero usò quindi il rapace per attraversare il fiume di magma -Amir no! Se lo attacchi ferirai Alex!- urlò il ragazzo per farsi sentire dal maestro, il quale rispose sconcertato -lo so infatti non è mio!- Damos rimase interdetto era un cane grande quanto un cavallo dal pelo nero e lucido, assomigliava a un Golden Retriever, era confuso, "se non lo ha evocato Amir allora chi lo ha evocato?" Pensò tra se quindi notò un particolare che non lasciava scampo sull'identità del misterioso, quel unico collo che si divideva in due alle cui estremità due teste canine latravano rabbiose. No, non era possibile -Ortro1 cuccia!- urlò Damos prima che il cane bicefalo divorasse Alex, che ora si trovava bloccato sotto il cane -Dannato chi ti ha mandato qui sacco di pulci?!- urlò Set cercando di scrollarsi il mostro di dosso inutilmente -bravo il mio cagnolino- rise il ragazzo mentre una testa ringhiava al suo prigioniero mentre l'altra abbaiava festosa all'amico. Set cominciò a ridere gelido -dovete fare molto meglio di così se volete catturarmi vivo- il suo corpo quindi esplose in una tempesta di sabbia che quando si diradò lasciò solo l'eco della sua risata divertita e una manciata di sabbia porpora tra le zampe del mostro. Damos gettò le braccia al collo del cane a due teste e questi abbaiò gioioso scodinzolando, la sua coda era un lungo serpente nero che sibilò festoso il giovane non ci fece molto caso e prese ad accarezzarlo, erano mesi che lo vedesse era cresciuto ma sembrava comunque un cucciolo -ehy bello che ci fai nell'Ade?- disse felice, -ehm Damos lo sai che quel ehm… cane ha un serpente come coda come la chimera e non è stata una cosa piacevole?- disse Lily un po’ a disagio il contadino sorrise –bhe si la chimera è la sua adorabile sorellona ma non vanno molto d’accordo vero bello?- disse continuando ad accarezzarlo, le teste abbaiarono quindi soffiarono a terra una cascata di fiamme che incisero sul terreno le parole "Bella dea, Damos nei guai" Damos rise erano passati anni da quando aveva insegnato al cane di Eurizone2 a scrivere con il fiato -bella dea? Afrodite Demetra?- Ortro si scrollo come se avesse fatto un bagno facendo cadere una grande quantità di sabbia dal pelo "dea neve molto carina" incise nuovamente -ragazzi potete uscire da dietro la collina ormai è chiaro che non lascerò questo posto ditelo anche a Raul che sarà ancora la fuori- quindi piano piano il gruppetto uscì da dietro la collina -oh ma che bello un cucciolo- gridò Elly correndo incontro al mostro -ehm Elly quella roba lì non credo sia un cucciolo- rise Lily -ma si che lo è Damos è tuo? Lo possiamo tenere?- chiese speranzosa, il giovane sorrise mesto -mi piacerebbe tenerlo ma non è mio ma di Eurizone, lui e il suo padrone facevano la guardia alle mucche di Gerione3… come sta a proposito ?- chiese, Ortro uggiolò mentre grosse lacrime gli scendevano sui musi -Va bene parliamo d'altro-si intromise Elly -bhe è stato bello rivedervi ma a quanto pare non sono destinato a rinascere- quindi si diresse silenziosamente verso i campi della pena -e rinunci così? Non ti ho visto in faccia e nemmeno gli altri rise Amir -c'è una persona che mi vuole bene qui e insomma non è facile scoprire di essere figlio di Urano e che quindi quello che hai vissuto era soltanto un' illusione e di essere mOrtro per nulla, senza contare che molti dei vogliono la mia testa servita con il nettare- rispose mesto -quindi rinunci? É tutto qui il tuo valore il mondo è sull'orlo del baratro e tu gli volti le spalle, ti credevo il miglior apprendista che mi fosse mai capitato ma sei soltanto uno stolto Damos! Può anche essere vero che le persone abbiano ricordi sfalsati per te ma i loro sentimenti sono autentici guardaci siamo nell'Ade per te non ci importa minimamente di chi sei figlio vero gente?- domandò Amir, il gruppo annuì unanime -non fare lo stesso errore di Ahmed tu non sei solo e tuo padre lo sa andiamo?- l'ombra si guardò attorno tutti quei visi amici lo incoraggiavano a non cedere -si ma io non vengo con te, ti ho deluso disobbedendoti- disse quindi il contadino dispiaciuto, Amir rise divertito -come se non sapessi che lo avresti fatto ti credevo pronto ad affrontarla ma i tuoi sentimenti ti hanno trattenuto- spiegò. Questa volta fu Xavier a farsi avanti per accompagnarlo anche Ortro voleva scortargli ma Elly insistette che lui doveva andare con lei -non ti trasformerai anche tu nel dio del caos vero?- rise Damos mentre costeggiavano la riva dell'Acheronte -no figlio di Urano- rise Xavier quindi chiese -cosa farai quando arriveremo?- Damos ci penso un po’ su quindi rispose -parlerò con mio padre abbiamo molto di cui parlare- una voce si insinuò delicatamente nella sua mente, come una soffice nevicata -chi sei? Non prendertela ma non mi piace che la gente mi entri nella mente tendo a non fidarmi di loro- rispose il giovane e si fermò -mh… qualcosa non va Damos?- chiese Xavier sentendo che l'ombra dietro di lui si era fermata -fa freddo troppo freddo… non abbassare la guardia- gli consigliò il figlio di Urano -sei paranoico amico mio io non sento nulla io non sento nulla continuiamo sicuramente sei stremato- ridacchiò -il tuo amico ha ragione mezzo titano protetto di Demetra- disse una voce cristallina alle spalle del contadino, Damos fece per voltarsi ma una mano gelata che avrebbe potuto essere tranquillamente scambiata per una scultura di ghiaccio, per calore e anche per il colore sembrava infatti di un azzurro trasparente lo afferrò ibernandolo in un istante -credimi se non ci fosse quello stupido voto di non intrometterci nel destino di voi mortali ti avrei già sgretolato e di te non rimarrebbe altro che polvere di cristallo- la voce lo scavalcò quindi uscì dal suo campo visivo insieme a Xavier -ciao Xavier, quanto tempo sei cresciuto come sta Hector?- chiese il ragazzo rimase senza fiato dietro a lui non c'era più l'amico ma una alta e bella donna avvolta in una candida pelliccia morbida e calda, la copriva per intero, sotto di questa una scintillante armatura di scagli di un pallido azzurro le donava un aspetto forte e autorevole, il suo viso era giovane e bello gli occhi di un celeste quasi bianco ricordavano quelli dei cani da slitta, lunghe ciocche di lisci capelli che ricordavano la brina che ricopre i prati in inverno le cadevano dal cappuccio, ma più che il suo aspetto, a colpire il ragazzo fu quella domanda su suo padre -bhe starà sicuramente bene nel Valhalla4, mio padre fu ucciso dieci anni fa da un Jotunn5, attacco il piccolo paesino lui si sacrificò per salvarmi e bhe provò a combatterlo- la voce di Xavier si fece tremula ma riuscì a ricacciare indietro le lacrime -fu divorato davanti ai miei occhi- completò il giovane fabbro. La donna di ghiaccio fu scossa da un moto di tristezza mentre lacrime di cristallo le rigavano il bel volto -mi-mi… spiace Hector era l'uomo più bello e un fabbro eccezionale, mi forgiò questo- spiegò la donna mostrando all'anulare un fine anello d'argento con delle rune incise e impreziosito da due gemme dello stesso colore degli occhi del suo proprietario "Il mio amore è eterno come lo è la tua bellezza, mia dolce Skadi6" lesse Xavier "perché mio padre avrebbe dovuto incidere quella frase?" Poi l'intuizione lo sopraffece –Skadi, tu sei mia madre giusto?- il ragazzo pronunciò quelle parole con timore, il quale fu confermato da un dolce sorriso dolce della dea -Xavier non dovrai più soffrire questo mondo sarà distrutto di esso non rimarrà altro che neve dove tu sarai al sicuro- spiegò in tono rassicurante come se stesse raccontando una favola al figlio - quando thanatos otterrà il ruolo che gli spetta qui nell'Ade saremo ancora tutti insieme con tuo padre- completò con un sorriso -ma cosa dici?! lasceresti che il mondo venga distrutto per la mia sicurezza?! ma questa non è la via da seguire madre!- scattò Xavier - e allora seguirai quell'idiota del tuo amico?! ha già ucciso se stesso non mi importa nulla del mio destino se serve lo distruggerò in fin dei conti lui è immortale se non in battaglia o se questi sceglie di morire, credimi supplicherà la morte, Alex l'ha già capito Damos non ha un piano!- Skadi strinse forte il figlio -promettimi solo che ci penserai- disse la dea piangendo ma il figlio sembrava ancora piuttosto ostile -perché ci abbandonasti e perché solo ora compari?!- disse con un misto di rabbia e tristezza -Xavier piccolo mio… ho dovuto farlo non posso lasciare i miei doveri e poi ho un marito divino avrebbe cominciato a sospettare e io vi amavo troppo per vedervi uccisi da lui, sul perché mi mostro solo ora è dovuto al fatto che ti ho osservato a lungo e vedo che hai fatto le scelte sbagliate e io non voglio perderti! ho già perso tuo padre farò quello che è in mio potere per proteggerti, visto che non ci sono riuscito a suo tempo- le sue parole erano sincere e realmente preoccupata per le sorti del figlio -mamma tranquilla non ho intenzione di morire voglio salvare il mondo questo mondo dove hai conosciuto papà- sorrise Xavier incoraggiante la dea baciò più volte il figlio -non approvo la tua scelta ma non posso obbligarti ma posso farti un dono- Skai scostò la pelliccia un gelido spirare di vento e neve si plasmò in una lancia quindi la dea ne creò una copia esatta in un materiale che sembrava ghiaccio e la passò al figlio, non appena l’asta toccò la sua mano si trasformò in una collana con un pendaglio a forma di cristallo di neve -usala con saggezza, non abusarne e…- la dea studiò la sua armatura -e copriti bene ora che Rashja non fa più parte della squadra devi stare attento alla tua salute- rise Skadi, quindi fece per andarsene ma si fermò -Crono sta tornando Ahmed fa un egregio lavoro, Lui ha mandato la sua sicaria a uccidervi restate in guardia, la vostra fiducia è mal riposta Damos é la chiave ma ha le mani legate tu no- completò quindi sparì in una tormenta di neve lasciando Xavier a domandarsi sul significato di quelle parole. Damos si scongelò dopo qualche minuto -dormito bene?- rise il giovane fabbro -magnificamente anche se ho un po’ freddo ma vedo che non sei stato posseduto da nessuna dea malvagia- sorrise l'altro i due si rimisero in marcia -dea quale dea scusa?- chiese nervosamente Xavier -come quale? Quella che ha portato Ortro- spiegò Damos serenamente - forse non é una dea malvagia ma solo addolorata… senti Damos hai per caso qualche problema a incanalare il potere dei sigilli?- chiese disinvolto il figlio di Skadi, il contadino rimase in silenzio, da quando gli avevano detto che molti dei lo volevano morto aveva una sorta di timore nel utilizzare la sua moneta, quindi rispose con un -no tutto bene grazie dell'interessamento- rispose quindi un po’ troppo in ritardo rispetto alla domanda -mi sembri strano più sereno, ma non lo so anche più inquieto- disse il giovane all'amico -bhe i titani stanno tornando, e non solo i titani anche Set sembra sul piede di guerra e tu che sei il capo non hai un piano, ma mi fido di te… ehm i titani sono tuoi fratelli, spero che riuscirai ad affrontargli- chiarì continuando a camminare, intanto la luce lunare cominciava a rischiarare il mondo dei morti -ci siamo quasi Damos… conosci per caso a titana che si faceva chiamare il sicario di Crono?- il giovane ci pensò su fino a che non gli venne il mal di testa -scusa amico ma non so il perché non ho molti ricordi del mio passato solo lampi ed immagini indistinte anche se un nome cerca di riaffiorare ma non lo ricordo- disse quindi deluso da se stesso -lo so vi sto deludendo ma credimi io faccio del mio meglio ma forse non sono il l'Armonia di cui parlava mio…- si fermò -Urano- finì -si quello sei tu ci serve solo un piano, e forse non ci devi pensare da solo- lo incoraggiò Xavier voltandosi e posandogli una mano sulla spalla -dunque ti serve un aiuto per quelle frecce?- rise - -ma che sei idiota? Ti sei voltato!- urlò Damos Xavier si limitò a ridere e scrollò le spalle -già ma siamo fuori vedi?- disse indicandogli il cielo puntellato di stelle. Il ragazzo si studiò aveva nuovamente un corpo si sentiva bene ma una vena di tristezza si impadronì di lui, aveva nuovamente perduto sua madre ma almeno sapeva che non soffriva. Dopo essersi rimosso i dardi dal petto aprirono due passaggi nella Duat per Delfi e questa volta entrambi arrivarono a destinazione. Trovare gli altri non fu difficile anche se era notte fonda il gruppetto era ancora sveglio e in loro attesa, a quanto pare avevano acceso un fuocherello da campo che illuminava un piccolo bivacco in mezzo a un piccolo boschetto, quando Damos entrò nel cono di luce fu subito sbattuto violentemente a terra da quello che a quanto sembrava voleva essere il suo cane che cominciò a leccarlo ovunque riuscissero ad arrivare le due teste -Ouch bello, sono contento di vederti ma ho una brutta ferita dove hai la zampa- rise un po’ dolorante -ma come siete carini- borbottò Lily sembrava stressata da qualcosa -Elly vuole sapere se gli regali Ortro- sbuffò, il cane abbaiò contrariato -ehm sembra che non voglia- rise Damos accarezzandolo -fa nulla é così carino- rispose la ragazza -vi prego imbavagliatela!- esclamò l'altra ragazza del gruppo -o pongo io un rimedio- continuò evocando il Mjohllnir7 -Damos sono felice di rivederti in vita, quando non ti ho visto a Sparta ho dato l'allarme- disse Raul dando una pacca sulla schiena dell'amico - sei stato provvidenziale amico- rispose l'altro -già ma se sei vivo è solo grazie al geniale sottoscritto- rise Nathan -ehm… geniale certo- rise Damos sarcastico tutti risero ad eccezione di Amir che se ne restava ritto nella penombra -cosa non va maestro- chiese il contadino –mi ricordi molto mio fratello, agisci per il bene degli altri e metti la tua sicurezza… spero solo che la storia non si ripeta- disse dunque il ragazzo - non ti deluderò Amir te lo prometto-rispose seriamente quindi misero Raul al corrente sulla situazione di Alex o meglio Set. Quindi Damos attese che il resto del gruppo si addormentasse e prese a meditare illuminato solo dalla luna e le stelle "hai molto da spiegare padre" questo era l'unico pensiero che risuonava nella sua mente.

    Glossario

    1 Ortro mostro figlio di Tifone e di Echidna è il fratello minore del cerbero e della chimera e condivide parte dell'aspetto dei fratelli era infatti un cane a due teste con un serpente come coda era posto a guardia delle mucche di Gerione insieme ad eristeo
    2Eurizone figlio di Ares a guardia insieme ad Ortro alle vacche di Gerione
    3Gerione gigante con tre busti, era invincibile a meno che non si uccidessero i tre busti in un unico colpo
    4 Valhallauno dei palazzi di Asgard, Luogo in cui le valchirie accompagnavano gli eroi che erano valorosamente caduti in battaglia qui le anime dei guerrieri combattevano ogni giorno e banchettavano ogni sera rigenerando le loro ferite in attesa del Ragnarock quando avrebbero accopagnato gli dei nell'ultima guerra
    5 Jotunn La razza dei giganti che popola il mondo di Jotounheim, il mondo che affianca quello mortale
    6 Skadi Dea dell' inverno pur essendo una gigantessa fu accettata dagli dei, moglie di Njord, dio del mare
    7 Mjollnir era il martello di Thor fabbricato per lui dai nani era dotato di un incredibile potere distruttivo ma anche di ottime capacita per la creazione, tuttavia il dio doveva indossare un guanto per impugnarlo inquanto i nani sbagliarono le misure
     
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    Bello bello, a parte che per tutto il tempo sono stato posseduto da Set, ma è la vita(?), adoro sempre di più il mio personaggio. :zizi:
     
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    Skadi: Uccidero tutti gli altri per lasciare vivo solo te e proteggerti
    Io: Ehm no... mi piace il mio pianeta e gradirei fosse ehm... caldo?

    Ma che mammina premurosa che ho!
     
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