La rinascita dei titani

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    buongiorno a tutti e ben trovati con questo capitolo speciale su Xavier in occasione del compleanno di Ichu percui spervo vi unirete a me nell augurargli buon compleanno!!! :D buona lettura a tutti

    Capitolo Extra 1: Il figlio delle nevi

    Un uomo dall'aspetto burbero stava rincasando con solo una cascina di legna appena tagliata mentre attorno a lui il vento ululava rabbioso frustando aspramente il volto del giovane uomo mentre cercava di ripararsi come meglio poteva dalla violenta tormenta arrancando quasi alla ceca tra la neve, continuava ad avanzare imperterrito ma la tormenta cresceva d'intensità ad ogni suo passo fino a che le forze non lo abbandonarono e cadde sul morbido manto bianco. In un primo momento riusciva a riconoscere ancora il mondo attorno a lui, poi la sua vista si fece confusa e appannata e in quel frangente riuscì a vedere una sagoma che gli si avvicinava a gran velocità. L'uomo tentò di svegliarsi da quel tepore, ma gli arti erano pesanti come il piombo e una voce dentro di lui gli sussurrava di stare fermo, "a cosa serve affannarsi non lo capisci? È giunta la tua ora non puoi evitarlo" quindi perse conoscenza, si risvegliò a casa sua -era solo un sogno- borbottò l'uomo alzandosi dal suo letto -peccato gli dei mi avevano concesso il dono della Vista- si cruciò - lo so mio buon fabbro, ma non pensi che sia stato un' azzardo rischiare così la tua vita?- disse una voce -chi sei? Mostrati!- ruggì il fabbro sguainando una delle tante lame che teneva nella sua fucina -voltati Hector sono sicura che non alzerai la spada contro di me- rise la voce che da un luogo indistinto attorno a lui, si spostò alle sue spalle, prima di voltarsi studio con attenzione il riflesso sulla lama, non mostrava nulla di anomalo i suoi lunghi capelli biondi lunghi e ondulati gli cadevano sulle spalle i suoi occhi celesti spiccavano su di un viso duro e segnato da anni di lavoro, ma alle sue spalle non riusciva a vedere nessuno, Hector si girò lentamente tenendo ben stretta in nelle grosse mani di chi ha conosciuto l'arte del fabbro. Quando questi si voltò non riuscì a credere ai propri occhi una donna bellissima pallida come la neve gli sorrideva divertita come se si stesse divertendo un mondo a metterlo in allarme -m-mia dea! chiedo umilmente perdono per il mio comportamento sacrilego- disse fra le lacrime cadendo in ginocchio scagliò dunque il la spada il più lontano possibile, la dea rise fu come l'alito del vento invernale -si certo che ti scuso… o forse potrei ricavare una bellissima armatura tu cosa mi consigli?- l'umano non osò guardarla in volto -sono il tuo servo puoi far di me ciò che vuoi mia bellissima signora- rispose mesto -oh voi umani sapete proprio come lusingarla una donna, alzati Hector ti ho salvato per questo- sorrise dolcemente -mi hai salvato tu? La mia vita ti appartiene- rispose obbedendo all'ordine della donna -si si, come vuoi ma per ora pensiamo agli affari- rispose pigramente facendo un cenno annoiato con la mano -cosa ti serve Skadi?- rispose in tono più pratico mentre riaccendeva il fuoco della forgia, preparando gli utensili, Skadi sospirò -lo sai? Hai dimenticato il "mia bellissima signora" ma meglio così vedo che quando si tratta di lavoro non guardi in faccia a nessuno- rise la dea gigantessa -ti ringrazio dimmi solo cosa ti serve- rispose Hector spiccio -delle catene, conosci Glepnir1?- il fabbro rabbrividì quindi annuì -bene quello che incatenano le sta spezzando e io non voglio che ciò accada non ora almeno per cui voglio che tu forgi delle catene molto più robuste di quelle catenine naniche- rispose risoluta, il suo tono non ammetteva repliche ne tantomeno un rifiuto -perché vuoi che sia io a farle? i nani sono fabbri eccellenti- chiese incuriosito il fabbro -andiamo si dice che tu, Hector sia il fabbro migliore di Midgard e io so che questo è vero- rispose Skadi tranquillamente il fabbro alzò le spalle quindi cambiò argomento -il materiale? bastò un' cenno della mano della dea dell'inverno e dei bauli ricolmi di vari minerali comparvero -miei dei sono quello che penso?- chiese l'umano esaminando una pietra verde striata di nero -Oricalco si di Atlantide Mitrhil dei nani ferro meteoritico e scaglie di drago, assemblati assieme formano l'acciaio divino, quanto ci vorrà?- Hector si accarezzò la barba dorata e vellosa ma curata - tra tre giorni ci sarà il plenilunio per allora avrai le tue catene - rispose prendendo una manciata di minerali e gli mise nella forgia -un ultima cosa…- la dea schioccò le dita un grosso bacile colmo d'acqua questa è acqua procurata dalla neve del mio mondo tempra qui le tua opera- il fabbro guardò quell'acqua purissima -lo farò grazie Skadi… o dovrei dire mia bellissima signora?- rise Hector -Hector sii prudente e non deludere gli dei se riesci potrai chiedere qualsiasi cosa se fallisci non dovrai più preoccuparti dell'aldilà, che Thor ti assista- disse la dea quindi sparì con un soffio di bora. Appena la dea se ne fu andata Hector cercò nello scrittoio della sua stanza una moneta, sembrava una semplice moneta d'oro con inciso un'incudine con poggiato spora di essa un martello –Efesto2 so che avevo detto di non voler usare mai più i tuoi poteri, la morte di mia moglie però passa in secondo piano ora gli dei hanno bisogno di me, e io di te- disse rivolto a quel piccolo pezzo d'oro -quindi si diresse nuovamente nelle fucine e oltre al fuoco già alto con pochi secondi di silenzio e concentrazione evocò un'abbondante quantità di lava che aumentò ulteriormente la temperatura, quindi fuse i rari componenti assieme forgiando ogni singola maglia con perizia minuziosa. Hector lavorò per tre giorni e tre notti ininterrottamente fino a quando la catena non u pronta quindi la gettò un ultima volta tra la lava e la immerse subito ancora rossa e rovente nell'acqua di Jotunheim, con il materiale rimasto forgiò una piccola chiave per la catena "nel caso venga usata contro un dio" pensò quindi segretamente forgiò una spada lunga "questa servirà per proteggere non per recare offesa" ma la nascose insieme alla guaina quindi attese Skadi, era ormai quasi l'alba, ma della dea non vi era traccia quindi Hector decise di andare a cercarla. L'uomo uscì con solo una pelliccia scura e la moneta infilata in una tasca -andiamo Skadi dove sei?- si ripeteva camminando nella neve alta "ho già visto mia moglie morire non voglio pensare che anche lei possa morire" cominciò a ripetere come un mantra nella sua mente. camminò per una ventina di minuti fino a quando non intravide un bagliore quindi si mosse fino ad esso, quando arrivò alla collina dove splendeva il falò vide Skadi legata ad un albero ricoperta di icore, mentre delle creature dall’aspetto mostruoso ricoperte di una pelle verde e una pelliccia molto simile al colore del muschio cresceva sulle loro gambe e le loro spalle, avevano due teste mostruose per corpo. Hector si gettò all'assalto senza pensarci due volte uscì dai cespugli e con rapidità sorprendente sfoderò la moneta, in pochi secondi metà dei troll3 del crinale stava annegando nel magma bollente mentre un altra dozzina ora puntava su di lui armati di grossi tronchi o di lance rudimentali -volete ballare eh?- rise quindi si focalizzò su un solo pensiero: un armatura, e subito dalla moneta dell'acciaio liquido lo percorse solidificandosi solo quando fu completamente avvolto da quel guscio liquido, quindi dagli avambracci crebbero due lame affilate -Efesto tu mi vizi sempre- rise gettandosi nella calca menando fendenti mortali ai mostri che gli stavano troppo vicini, mentre la sua corazza respingeva le loro clave. Hector si frenò solo quando solo uno di quei mostri fu in piedi -per aver ucciso la mia tribù ti maledico Hector figlio di Lofer, morrai per mano di un mostro contro cui la tua magia non sortirà effetto- il troll quindi prese della sabbia nera e la gettò sul fabbro quindi sfoderò una spada aveva i lati uncinati adatti per artigliare oltre che lacerare la pelle dei suoi nemici, era costruita in un materiale verde scuro tanto da sembrare veleno. Il troll calò il primo colpo con una forza brutale che il fabbro parò con la spalla, l'urto con la lama del troll scatenò una pioggia di scintille, fino a che il mostro non ebbe la meglio e lo strato d'acciaio che rivestiva l'arto non si sgretolò, Hector fu rapido a ritirare il braccio e ad evitare una ferita più profonda del lungo taglio sanguinante -fa male vero grugnirono le due teste all'unisono mentre si preparava per un' altro assalto -Hel ha forgiato per me questa lama fabbro combatto in suo nome- questa volta fu Hector ad attaccare, risvegliò il magma che giaceva quasi solidificato provocando un onda che però fu distrutta dalla spada del mostro -tutto qui ciò che sai fare?- lo schernì balzando di lato, Hector sorrise -era solamente un diversivo, il mio attacco inizia ora e sarà anche l'ultimo di questo inutile duello!- quindi con un cenno un'enorme lama crebbe dal sottosuolo, creata dai giacimenti del terreno circostante, il salto del troll lo portò a suicidarsi, infatti fini conficcato sul freddo acciaio il troll rise trionfante mentre il suo sangue nero, tanto da sembrare inchiostro scorreva sulla lama fino a terra -puoi pur aver vinto ma la maledizione aleggia su di te sei un umano finito quindi con un rantolo esalò il suo ultimo respiro mentre il suo pedante corpo ciondolo senza vita. "Sarà quel che sarà" si disse quindi si precipito a liberare la dea dalle funi che le stavano segando i polsi, quindi si liberò della corazza e lentamente la scortò fino a casa dove la stese sul suo letto, notò che la sua temperatura era molto alta, e quindi dopo averle pulito i tagli la immerse nel ghiaccio e in neve, questo sembrò ridarle energie tanto che riuscì ad aprire gli occhi -Hector? La catena… la catena è pronta?- chiese debolmente, l'umano annuì -è pronta come promesso ma tu non sei in forze- rispose preoccupato -sciocchezze mi basterà stare fuori quest'inverno mi rinvigorirà- quindi Hector aiutò la dea a uscire e in un ora la dea non sembrò mai aver rischiato la vita -grazie, mi hai salvata poco fa io… sono stata ingannata da Loki4 ha assunto le sembianze di Odino5 e mi ha aggredita vuole che sia il Ragnarok6, fortunatamente non ha controllato che fossi morta- disse con un velo di delusione nella voce, Hector le offrì un boccale di birra per tirarsi su di morale -sarei impazzito se fossi morta…i-io- tentò di dire il fabbro ma la dea gli posò delicatamente una mano sulle labbra -non parlare- disse in un sussurro quindi baciò sulle labbra il giovane uomo, il mondo sembrò sparire mentre quel fresco bacio gli invadeva la mente impedendogli di pensare, l'unica cosa che sapeva è che quel momento doveva durare il più a lungo possibile -ecco ora conosci i miei sentimenti per te- disse la dea dell'inverno mettendo fine a quel momento magico -t-ti prendo le catene- disse il fabbro ansioso di restare qualche istante solo per far ordine tra i suoi sentimenti "una dea prova qualcosa per me?" si domandò più volte durante il tragitto accorgendosi di aver difficoltà nella respirazione, ma una volta tornato da Skadi cedette le catene e la chiave -sei sicuro di voler affidare a me la chiave?- chiese la dea studiando il volto dell'amante -certo so che non la userai finche sarò in vita amore mio, saprò che tieni alla mia razza e a me-lei sorrise quindi infilò la chiave nella collanina che portava al collo -hai rispettato la parola data, ora tocca a me rispettare la mia cosa desideri?- chiese seriamente -io desidero poterti rivedere ti amo Skadi, se vuoi accontentami- rispose pacatamente il fabbro la dea fece un passo sulla neve quindi si voltò per vederlo nuovamente -lo voglio tornerò di nuovo amore mio- quindi svani con l'avvento dall'aurora. Quel giorno stesso Hector forgiò in anello, nell'argento e vi incise il suo amore quindi quella sera lo donò. Dopo quell'incontro notturno ne seguirono molti altri fino a quando la dea smise di presentarsi fino a quella primavera quando la gigantessa si presentò alla sua porta con un fagottino in braccio -Hector amore è successa una cosa bellissima- annunciò con calore mentre prendeva posto vicino a lui -sei padre… noi ecco abbiamo un bambino è umano come te per sua fortuna- spiegò la dea scostando la copertina bianca che avvolgeva il bambino -è bello come te amore ha i… ehm il tuo occhio - rise notando gli occhi spaiati del figlio uno era del tenue azzurro husky come quelli della madre l'altro era di un azzurro più scuro come i suoi -sei felice?- chiese la madre -se sono felice sono gioioso- rispose l'altro sorridendo al figlio, l'immortale baciò il suo amante, fu un lungo bacio -questo purtroppo è un addio- annunciò la dea tristemente -cosa?! mi porti nostro figlio e te ne vai?… tutto quello che provavi per me era solo una menzogna?- rispose alterato il fabbro -no, credimi è per il vostro bene anche se ne soffrirò moltissimo… ma non posso nasconderti in eterno da mio marito, ti prego di credermi io ti amo e ti amerò in eterno- la sua voce era rotta dalle lacrime che le scorrevano lungo il viso quindi dopo un ultimo bacio al figlio sene andò. Passarono sette anni da quel giorno e il piccolo crebbe divenne un bambino a cui Hector diede il nome Xavier al quale trasmise tutta la sua conoscenza nell' arte del fabbro. Xavier crebbe nella convinzione che sua madre fosse morta dandolo alla luce, e vedendo che era doloroso per il padre parlare di lei smise di chiedere, la loro era una vita tranquilla fino a quando un giorno d'estate una tremenda scossa di terremoto minacciò di distruggere la loro fucina - cos'è stato papà?- chiese il bambino spaventato quando il boato si fu attutito -non lo so ma non è prudente restare qui- disse l'uomo raccogliendo la sua moneta, e prendendo una spada, la stessa che costò al ragazzo parecchie ramanzine, ogni volta che provava a sguainarla il padre lo sgridava duramente e una volta lo lasciò senza cena dicendo di aver preso la sua moneta per vederla meglio, ma ora il padre era scuro in volto e emanava una sensazione di decisione così quando gli ordinò di andarsene Xavier obbedì senza protestare. Fuori era il pandemonio guerrieri in armatura si radunavano attorno ad un grosso albero -come mai tutti quei guerrieri attorno a quell'albero?- domando il ragazzino al padre, che aveva il volto rivolto verso l'alto -non è un albero scappa e un Jotunn!- disse risoluto -ma papà e tu?- provò a domandare ma il padre non era più al suo fianco, era arrampicato sulla gamba del gigante e la puntellava con la spada verde -quando riuscì a issarsi un po’ meglio ruggì nuovamente -VATTENE XAVIER!- ma il bambino era paralizzato, ora il fabbro si trovava sul busto del gigante aggrappato alla giacca di pelle quando arrivò a circa mezzo busto conficcò la spada nel torace del mostro facendo cadere grosse gocce di sangue sul terreno, il mostro quindi si fermò e afferrò l'uomo energicamente, Hector provò a liberarsi fendendo la mano dello jotunn, mandando in frantumi la lama di acciaio divino, il fabbro ricordò la maledizione di anni prima quindi provò ad usare il sigillo di Efesto, subito una spirale di magma bollente cominciò a vorticare attorno a lui come uno scudo, senza sortire alcun effetto. Hector si arrese quindi alla sua fine mentre il mostro lo portava all'altezza della bocca -XAVIER NON ESSERE MAI TRISTE CONTINUA A VIVERE PER UN FUTURO MIGLIORE, TI VOGLIO BENE E SONO ORGOGLIOSO DI TE ADDIO, VA ORA!- urlò nelle sue ultime parole prima che il gigante lo divorasse. Xavier pianse o almeno credette, si sentiva inconsistente un gigante si era appena divorato suo padre?… era un incubo o era la realtà? Non era completamente sicuro di volerlo sapere, raccolse quindi i frammenti della spada di so padre e scappò via con cuore pesante. Si fermò solo quando si sentì al sicuro, aveva percorso molta strada non sapeva dov'era sapeva solo che tutte le sue certezze erano crollate nel giro di pochi istanti ora non gli rimaneva nulla se non un senso di vuoto, il giovane Xavier stava per riprendere il viaggio quando dalla caverna in cui si era rifugiato giunse un suono che conosceva molto bene, il rumore del metallo che veniva battuto, Xavier si avvicinò cautamente alla sorgente del rumore, quando arrivò al fondo della grotta vi trovò un uomo dall'aspetto taurino, intento a battere il ferro, quando fu abbastanza vicino lo chiamò senza alzare gli occhi dal suo lavoro -come conosce il mio nome?- domandò accostandosi a lui -che domande me l'ha detto tuo padre, Hector un ottimo fabbro senza dubbio-rise tonante -se era suo amico mi spiace dirtelo ma è morto questa mattina- disse addolorato, -oh lo so e me ne dispiace ragazzo ma era molto malato… una vecchia maledizione, tuo padre mi chiese se esisteva una cura… e quando scoprì di essere condannato decise che sarebbe morto da eroe… il gigante è morto?- il ragazzo scosse la testa sconfortato -no, il suo sacrificio è stato inutile- il vecchio fabbro sospirò -glielo disse che non sarebbe servito a nulla ma era cocciuto- Xavier ascoltò quell'uomo in silenzio quindi rispose -Tu e mio padre eravate amici mi pare di capire- l'altro rise -amici? oh no non proprio, soprattutto visto che uccise sua moglie con i miei poteri… però i rapporti con lui bhe si sono rinsaldati quando inizio un'altra relazione senza dirmi con chi…erano anni che non lo percepivo così felice- il ragazzino sembrò sul punto di esplodere -d'accordo conoscevi mio padre ma chi sei e soprattutto cosa vuoi da me?- il vecchio fabbro si alzò e fece un passo zoppicante verso il ragazzino -io sono Efesto piccolo e sono qui per darti un oggetto che tuo padre voleva che tu avessi, ma devo essere sicuro che tu ne sia degno- sorrise il dio -come faccio a dimostrartelo?- si limitò a chiedere Xavier –Rhindon7 , la spada di tuo padre è stata distrutta, a quanto pare entrambi avevamo sottovalutato la maledizione di quel troll, riforgiala e io ti riterrò degno- il ragazzino si avvicinò all'incudine -aspetta, usa questi- con un cenno della mano comparvero i materiali che suo padre aveva utilizzato sette anni prima in più una misteriosa anfora -cosa contiene?- chiese -non posso aiutarti tuo padre ci riuscì da solo- il ragazzo si mise al lavoro, si accorse subito che il calore non era sufficiente, si augurò che la brocca misteriosa contenesse qualche sorta di liquido infiammabile, quindi ne svuotò il contenuto tra le braci, fu come se versasse fiamme liquide -oh si tuo padre uso lava e fiamme, ma u devi superare tuo padre dico bene? Quelle sono le acque del Cocito- rise il fabbro quindi il giovane quindi fuse i frammenti della spada assieme a nuovo oricalco, Mitrhil , scaglie di drago, il ferro meteoritico e un lingotto di ferro nero immacolato che non conosceva non era ghisa ne tanto meno piombo, era leggero e durissimo ma estremamente malleabile -molto bene Xavier hai appena superato il lavoro di tuo padre, lui non ebbe il coraggio- disse Efesto incuriosito -cos'era?- chiese il ragazzo -ferro dell'Ade l'unico minerale al mondo in grado di ferire i morti- spiegò il fabbro divino, intanto che il metallo fondeva preparò una crociera per l'elsa in scaglie di drago e Mitrhil , aggiungere anche altri materiali gli dava l'idea di pesare troppo, inoltre non voleva abusare delle risorse del dio, versò quindi il metallo fuso nello stampo solo che al contrario di suo padre scelse di forgiare una Spatha, dalla lama più lunga e dalla punta più fina adatta nel caso ad introdursi negli interstizi di armature nemiche così che a vederla la lama si restringeva gradualmente. Xavier quindi ne modellò la forma sull'incudine con il martello gettandola ogni tanto nell'acqua pura per temprarla quindi vi fuse l'elsa alla spada quasi finita la gettò nuovamente nell'acqua quando elsa e lama si furono saldate assieme con un paio di pinze la adagiò sull'incudine aspettando che si raffreddasse -buon sangue non mente… come promesso il sigillo di tuo padre ora è tuo- disse il dio consegnandogli la moneta appartenuta a tuo padre e andando ad esaminare l'opera del ragazzino -mh… non male…non male davvero! Manca solo una cosa- Efesto vi poggiò sopra il pollice e subito delle incisioni in greco apparvero sulla lama mentre sull'altro lato vi erano delle rune, entrambe avevano lo stesso significato Rhindon quindi con uno schiocco di dita creò un fodero in pelle di colore blu scuro con il puntale in bronzo -grazie, ma perché tutto questo?- chiese il ragazzo spaesato, nell'olimpo c'è aria di tempesta come nel mondo tu puoi scegliere cosa fare se salvare il mondo oppure sei libero di vivere come meglio credi- il ragazzo ci pensò -mio padre si è sacrificato per me non permetterò che tutto questo sia stato vano- il fabbro sorrise -molto bene allora trova il luogo chiamato il tempio degli dei, lì ti addestreranno nell'uso del mio sigillo- detto questo se ne andò in un guizzò di lava, Xavier decise che avrebbe passato lì la notte. L'indomani si rimise in viaggio "finalmente ho una meta anche se non so come raggiungerla" si rimise in viaggio nel giro di pochi giorni arrivò ad un piccolo avamposto popolato da pastori, che lo guardavano arcigni mentre oltrepassava il piccolo villaggio, una bambina gli si avvicinò -sei qui per uccidere il toro cattivo?- chiese innocentemente -toro cattivo?- chiese alla bambina, stava per parlare quando una giovane donna la trascinò via -Thilde quante volte devo dirti di non parlare con gli sconosciuti?- scattò la donna lievemente arrabbiata -signora sua figlia ha detto che avete problemi con un toro forse posso aiutare- -torna a casa piccolo finche sei in tempo, molti hanno provato e fallito, non gettare via la tua vita- disse sconsolata la madre -voglio tentare ugualmente, se posso aiutare lo farò- insistette il ragazzo, un vecchio che aveva assistito alla scena rispose-guarda sulla collina- Xavier ringraziò e si diresse sulla collina indicata e qui vi trovò un toro di bronzo "Xavier sei un genio" si disse vedendo il toro il ragazzo deglutì quindi sguainò Rhindon -vediamo di cosa sei capace mucchina- lo schernì per darsi coraggio, il toro caricò quindi Xavier rotolò per schivarlo ma dalle zampe del toro fuoriuscì un robusto cavo di bronzo che legò le gambe del ragazzino -oh no, non ci provare amico- lo ammonì Xavier fermamente, il toro sbuffò delle fiamme dalle narici, mentre il ragazzino tentava disperatamente di recidere il cavo prima di una nuova ed ultima carica, quando finalmente ci riuscì dalla schiena del mostro meccanico si attivò una nuova arma, un meccanismo liberò una selva di dardi su del giovane fabbro, il quale scivolò tra le zampe del toro, essendo l'unico riparo quindi menò un fendente all'attaccatura della zampa anteriore sinistra con il corpo, una nuvola di vapore si liberò mentre questa cedeva sotto il peso eccessivo, Xavier per poco non rimase schiacciato dall'automa ma riuscì a rimettersi in piedi come pure il suo nemico che ora zoppicava e perdeva olio, accecato dal dolore caricò nuovamente questa volta però dai fianchi dell'animale una lama a falce per lato fuori uscì e cominciò a percorrere il fianco del toro a velocità folle, così quando il fabbro scartò per schivare la marcia irrefrenabile del nemico una lama gli regalò un profondo taglio sul costato ma riuscì con una rapida stoccata a recidergli una zampa posteriore, il toro cadde scavando un solco nella collina verdeggiante ma non era ancora deciso ad arrendersi, infatti si rimise in piedi -ancora?! Basta!- si lamentò vedendo l'ostinazione della macchina " se non altro ho visto la potenza di Rhindon , riesce a tagliare il bronzo con semplicità disarmante", questo pensiero lo distrasse e il mostro ormai aveva disegnato attorno a lui un anello di fiamme -e ora? É finita… non posso finire così, le fiamme tremolarono e quindi si spensero - cos'…ahi! La moneta che teneva nella tasca si era fatta incandescente, il ragazzino non si distrasse nuovamente, ma scattò e conficcò la sua lama nella fronte del mostro fino all' elsa, il quale muggì e si spense non prima di aver sparato un arpione concatenato dritto sulla spalla mancina dove si conficcò, Xavier urlò per il dolore mentre il suo sangue si riversava sull'erba bruciacchiata, a stento recise la testa dell'automa e la consegnò agli abitanti del villaggio. Xavier vi restò come un eroe per quattro anni durante i quali si dimenticò del tempio, ma una notte suo padre gli apparve in sogno ricordandogli la promessa fatta quindi riprese il suo viaggio arrivando alle sponde del Reno qui dopo mesi di ricerche, le sue ricerche si erano rivelate infruttuose, quando Xavier vide la grotta sull’altra sponda del fiume decise che avrebbe passato lì la notte e poi sarebbe tornato al suo insediamento, era piccolo ma la gente gli voleva bene quindi dopo aver guadato il fiume entrò nella grotta, un forte odore di carne rancida lo invase “ho come il brutto presentimento di aver fatto qualcosa che non avrei dovuto” si disse mentre avanzava in quella scura grotta cosparsa di strani ciottoli lisci che vista l’oscurità non riuscì a identificare quindi continuò fino a quando non intravide un bagliore dorato, incuriosito si avvicinò era a pochi passi da quella enorme ricchezza che una colossale vampa di fuoco illuminò a giorno la caverna, un enorme drago dalle scaglie di un color bronzo se ne stava ritto difronte a lui su di uno sperone di roccia , mentre i suoi occhi di un color arancio dalle pupille nere e verticali lo fissavano truci, un paio d’ali membranose da pipistrello gli crescevano sul dorso spinato, racchiuse, una lunga coda irta di aculei penzolava dall’alto sperone, delle zampe grosse come alberi e munite di artigli dalla lucentezza metallica lo tenevano saldamente arpionato al terreno, Xavier dovette fare del suo meglio per trattenere un grido quando il mastodonte aprì le fauci foderate di denti aguzzi e ruggì, guardandolo gli tornò in mente una storia che gli raccontava suo padre su di un tesoro maledetto sorvegliato da Fafnir8, un enorme drago dentro una grotta. Xavier fece per indietreggiare ma il drago non sembrò apprezzare il suo movimento infatti scese dal suo podio e fece un passo avanti –perché quella storia doveva essere vera e non una semplice invenzione di mio padre- Urlò infuriato contro non si sa che interlocutore, Fafnir sembrò disorientato infatti piegò la testa di lato prima di attaccare con ‘una fiammata diretta sul ragazzino, che ancora una volta come successe anni prima con il Toro della Colchide9, si divise poco prima di toccarlo lasciandolo incolume , il ragazzo sopirò per il sollievo “Xavier qui ci serve un’idea altrimenti sei un ragazzo morto” si disse mentre la coda del drago frustava l’aria, il ragazzo estrasse la sua spada e provò a menare un fendente alla zampa del drago, la lama penetrò a fatica sotto quelle scaglie coriacee facendo zampillare un lieve fiotto di sangue scarlatto, il drago ruggì quindi lo colpì con violenza con la coda mandandolo a sbattere contro la parete di roccia, una roccia aguzza sfregiò il lato sinistro del ragazzo che ora aveva problemi a mettere a fuoco la situazione, la sua coscienza minacciava di cedere da un momento all’altro, a fatica si rimise in piedi “padre ho bisogno di un miracolo” si ritrovò a pregare senza averne l’intenzione, la situazione estrema sembrò risvegliare la moneta di suo padre che prese a brillare di un violento rosso acceso quindi un mare di lava fluì attorno a lui convergendo sul mostruoso rettile, che non sembrò particolarmente spaventato e vi camminò sopra tranquillamente levando la zampa per l’attacco finale –Xavier che genio usi lava contro un mostro che vomita fiamme- urlò ironico cercando un nuovo piano “calma cerca di restare lucido se perdi la testa sei morto” si disse, Fafnir calò il colpo Xavier rotolò e prima che il drago potesse fare altro la pugnalò il mostro ruggì dolorante quindi con la zampa sana artigliò il petto del ragazzo che svenne dal dolore, quando riaprì gli occhi poté vedere la luce della luna, a quanto pare qualcuno lo aveva salvato era sdraiato comodamente sull’erba , una ragazza era intenta a ripulire uno strano pugnale da quello che aveva tutta l’aria di essere sangue –ehm grazie per avermi salvato da quel drago- disse cercando di rialzarsi ma il dolore lo costrinse a sdraiarsi – non sforzarti- rispose la ragazza quando fu soddisfatta della pulizia delle sue armi quindi si sedette accanto al ragazzo, prese una moneta da una tasca del vestito, subito una lucea azzurra la illumino quindi impose le mani su di lui, fu come se il dolore gli venisse strappato via lasciando solo un leggero prurito –come hai fatto?- chiese –tu hai i tuoi trucchi io ho i miei Xavier- rispose ammiccando il ragazzo intuì che non avrebbe spiegato altro per cui cambio totalmente argomento –quei pugnali non sembrano di fattura germanica- disse cercando un nuovo argomento, la ragazza sfoderò il pugnale dalla lama serpeggiante e lo passò al ragazzo –non lo è infatti è un pugnale Kriss è un pugnale della mia terra natale, apparteneva a mia madre- il ragazzo esaminò il pugnale era straordinariamente leggero ed affilato, la lama come l’impugnatura in avorio erano finemente decorate, l’impugnatura raffigurava un leone mentre sulla lama erano incisi dei glifi la ragazza misteriosa estrasse un secondo pugnale sembrava la copia esatta del primo solo che l’impugnatura era in onice nero raffigurante un orso questa aveva la lama molto più affilata e pericolosa –era il kris di mio padre- disse la sua voce si fece triste parlando dei suoi genitori, Xavier non ebbe il cuore di chiedere di più –tu conosci il mio nome ma io non so chi sei ne tanto meno cosa ci facevi qui- la ragazza rinfoderò le armi –sono Rashja ero qui per incontrarmi con… una persona- disse dopo un a breve pausa –quando ho sentito dei rumori dentro la caverna e fortunatamente sono intervenuta giusto in tempo prima che diventassi lo stuzzichino di Fafnir- rise Xavier sorrise aveva il sospetto che gli nascondesse qualcosa la sua spada aveva fatto difficoltà a perforare le scaglie del drago e i suoi pugnali lo avevano addirittura ucciso? La cosa era sospetta ma la ragazza aveva già dato prova di avere poteri particolari –ti ringrazio scusa se ti ho messo in pericolo- -oh tranquillo quando fai parte del tempio sei abituata a questi incontri-rise –il tempio? Conosci il tempio degli dei?- chiese stupefatto –si, è da lì che vengo… ora che ci penso ti serve addestramento se non vuoi ucciderti vieni con me- decise quindi posò la moneta che aveva usato poco prima a terra –forse è meglio se il primo viaggio lo facciamo insieme ma dovrai imparare a farlo da solo- sorrise –v-viaggio?!- rispose un po’ spaventato il giovane fabbro –oh non ti preoccupare ti addestrerò io e sarai bravissimo, altrimenti bhe… sarai cibo per i miei dolci animaletti- rise , Xavier deglutì –su afferra la mia mano - disse in tono incoraggiante, il ragazzo lo fece quindi Rashja si limitò a dire la loro destinazione che subito un portale si aprì. Quando lo varcarono il mondo intorno a loro scomparve rimpiazzato da un immenso tempio bianco varcarono le grandi porte di bronzo –puoi lasciarmi la mano sai?- rise candidamente Xavier impallidì quindi lascò la presa –scusa- si affettò a dire Rashja gli sorrise –non essere così nervoso non ce n'è motivo- rispose in tono mite. La ragazza gli fece fare un giro del tempio mostrandogli le varie aree di quel luogo, già il giorno dopo però cominciò ad addestrarlo nell’uso dei sigilli degli dei spiegandogli cosa fossero e come si usassero, quindi senza perdere tempo lo portò all’arena –in questo allenamento dovrai riuscire a battermi io ti attaccherò e non mi risparmierò, ma non ti finirò tranquillo- rise la ragazza –allora sei prontò?-domandò prendendo parte difronte a lui, Xavier non rispose ma Rashja attaccò ugualmente bastò uno schiocco di dita e un branco di leonesse si materializzò dal nulla, mentre il suo anello mandava bagliori rosso sangue ruggendo aggressive contro il ragazzo sguainò Rhindon, fu il ragazzo ad attaccare fendendo la prima linea di felini e parando le unghiate dei sopravvissuti quindi balzò indietro e inondò di lava le armate di leonesse, quindi si fiondò contro di Rashja che si limitò a schivare i colpi senza reagire -Ma lo sai che Sekhmet era avida di sangue? E non si fermava fino a che no aveva ucciso tutti gli esseri viventi in circolazione?- rise Xavier frenò il suo attacco perché mi dici questo ?- chiese per risposta la maestra estrasse uno dei due Kriss e si pungolò leggermente il dito, lacerandosi la pelle color caramello sulla quale sbocciarono fiori di sangue, ne versò una goccia sull’ anello quindi evocò nuovamente una creatura, questa però era una leonessa che camminava ritta con una spada sguainata e un’armatura di pelle, la guerriera leonessa ruggì contro il ragazzo e quindi successe una cosa strana ruggì anche contro la stessa Rashja, che sembrava in difficolta nell’ imporre la sua volontà su quella creatura, era la prima volta che la vedeva sudare sull’utilizzo di una sua evocazione, ma dopo qualche minuto di esitazione riuscì a comandare la guerriera –è la prima volta che evoco un aspetto della dea, non pensavo avesse una personalità così forte- sorrise sfinita –stai bene’- chiese Xavier preoccupato –sicuro che sto bene se non superi i tuoi limiti rimarrai debole per sempre- ricordatelo ragazzo-, la leonessa scattò all’attacco, la sua rapidità era impressionante e i suoi colpi cadevano a ritmo continuato, Xavier riusciva a mala pena a parargli e ben presto il ragazzo di ritrovò con le spalle al muro, la guerriera felino rinfoderò la spada e scomparve in una pozza di sangue, Rashja sospirò –avevo paura di non riuscire a mandarla via senza che ottenesse il suo obolo di sangue ma come ti ho detto –sempre superare i propri limiti, ma con cautela se usi troppo o con troppa concentrazione i sigilli degli dei brucerai la tua linfa vitale- sorrise quindi si diresse verso gli spogliatoi, sembrava serena ma sembrava che qualcosa l’avesse fatta soffrire. Passarono due anni da quell’incontro e gli scontri tra i due si fecero sempre meno impari fino a quando un giorno Rashja lo propose come maestro del tempio al consiglio – è pronto vi dico e poi oltre che un bravo combattente è un ottimo fabbro abbiamo bisogno di un maestro come lui- il consiglio confabulò tra loro quindi Rashja per accelerare i tempi riprese –io Rashja, come membro di questo sinodo propongo ufficialmente Xavier come nuovo maestro del tempio E se qualcuno ha da ridire che lo dimostri nell’arena- i membri anziani del tempio tacquero quindi il ragazzo di nome Nathan che Xavier aveva conosciuto temo addietro rise –va bene va bene non credo che nessuno qui si voglia far ammazzare, Xavier alzati- ordinò, per il ragazzo fu difficile pensare che l’amico che aveva conosciuto era lo stesso che gli conferiva ora la carica di maestro ma eseguì e si alzò –ben fatto sei un maestro la seduta è tolta e ora ho questioni più urgenti a cui rivolgere la mia attenzione come il mio pisol… ehm… questioni molto delicate- si corresse quindi si congedò, quello stesso giorno fu ricco di eventi Nathan come Damos, Amir, Elly e Raul sparirono senza dire nulla, la loro mancanza passò inosservata agli occhi di molte persone, inoltre quella mattina un nuovo ragazzo fu accompagnato al tempio da uno dei tanti esploratori, il cui compito era quello di trovare le persone con sigilli e condurle al sicuro nel tempio prima che diventassero un problema per loro stessi e gli altri, il ragazzo fu affidato a lui come suo apprendista –e così tu sei Daniel.. e hai l’amuleto di Artemide?- chiese il neo maestro -ehm… si signore- rispose il ragazzino che era più giovane di lui – chiamami Xavier e tranquillo non ti farò del male… per ora almeno- rise quindi passeggiarono assieme per la parte centrale del tempio fiancheggiati dalle statue degli dei, Xavier quindi spiegò al suo allievo cos’erano i sigilli divini e come si usavano e le loro diverse forme, lo stava per accompagnare all’arena per una dimostrazione pratica, ma il loro intento fu interrotto da uno spaventoso rumore che veniva dalle porte d’ingresso, sembrava che dall’esterno le stessero bersagliando con un ariete –che succede?- chiese preoccupato Daniel – non lo so ma qualunque cosa sia non è nulla di buono –vieni con me- ordinò quindi insieme si diressero nelle stanze degli adepti dando l’allarme e annunciando l’invasione predisponendo quindi le difese. Le porte cedettero e un drappello di persone in mantello nero guidato da Rashja marciò compatto fino alle sale del tempio – Rashja?! Cosa vuol dire tutto questo?- chiese sbigottito il fabbro – la ragazza lo guardò con sufficienza quindi rise divertita –significa che per voi è il momento di uscire di scena- quindi si avvicinò una delle tante figure ammantate -Clio ti lascio il comando ci rivedremo presto- la ragazza di nome Clio lasciò cadere il cappuccio, rivelando un bel viso corniciato da lunghi capelli castani, era leggermente pallida, ma la cosa che attirò maggiormente l’attenzione del ragazzo furono gli occhi di un verde smeraldo erano spenti quasi vitrei –d’accordo non capisco perché Ahmed non mi permetta di fronteggiarmi con lui- la sua voce era incolore ma ordinò ugualmente la distruzione del tempio, -e ti aspetti che ti lasciamo fare? Coraggio difendiamo la nostra casa ragazzi- tuonò Xavier sguainando la sua lama, gli invasori si dispersero attaccando su più fronti i membri del tempio. –Resta qui se tra dieci minuti non torno fuggi!- ordinò Xavier –ma tu?- rispose spaventato il ragazzo –io devo trovare Rashja, era quanto più vicino a una madre per me- il fabbro quindi si gettò nel mezzo del campo di battaglia, e solo allora riuscì a vedere la schiacciante superiorità degli assedianti: nella grande sala del tempio un uomo incappucciato stava distruggendo le statue con l’aiuto di un enorme mostro a nove teste10 simili a serpenti, mentre questo era accerchiato da una decina di Adepti, stavano avendo la peggio, il mostro sembrava inarrestabile calpestava con le grandi zampe o spruzzando veleno dalle fauci, il fabbro si infilò subito del corridoio di sinistra che portava all’arena, qui la situazione non era migliore, al centro dell’arena cresceva un alto albero mentre l’intero campo d’addestramento era coperto da dolce erbetta fresca, sulla quale cadevano riarsi numerosi corpi dei quelli che erano stati suoi compagni, seduta su di un incavatura del legno sedeva come su di un trono Clio, vedere quell’espressione così assente ma allo stesso tempo in pace con se stessa fece montare una grande rabbia in Xavier provato per la morte di tutte le persone che ormai conosceva e che facevano parte della sua nuova famiglia, con un urlò liberò tutto il dolore che provava riversando su quella ragazza un oceano di magma la ragazza non si mosse nemmeno me un enorme costone di terra si sollevò per difenderla dalla lava, con un pigro gesto della mano trasformò la sua barriera di roccia in nugolo di dardi e gli scagliò sul giovane, un gelido soffio d’aria deviò le frecce, la ragazza si alzò dal suo trono ligneo quindi si diresse tranquillamente incontro al ragazzo –tu sai dov’è Damos?- chiese con il suo solito tono grigio, afferrandolo per il collo, la stretta di quella esile ragazza era simile alla forza delle radici delle querce secolari , anzi il ragazzo pensò di avere le trabecole ma il braccio di Clio era ricoperto di spessa corteccia e aveva fatto presa sul suo collo come una radice –n-no non lo vedo da un giorno- rispose senza fiato Clio lo lasciò cadere – Se vi uccido tutti poi chi lo porterà a me?- rispose –va digli ciò che è accaduto qui- continuò mentre il suo braccio tornava alle solite condizioni –un ultima cosa se cerchi Rashja non è qui- Clio tornò a sedersi sul suo albero di cui era rimasto solo un ceppo dopo l’onda di lava, Xavier si affettò a lasciare quel posto quindi dopo aver recuperato il suo allievo che fortunatamente era rimasto illeso, insieme usarono i loro sigilli per aprire un passaggio “dove andremo ora?” si chiese con un velo di disperazione – va a Menfi non tutto è perduto- rispose una fresca voce femminile aveva un che di familiare ma non riuscì a metterla a fuoco ma scelse di seguire il consiglio “se non altro è una destinazione” pensò sconfortato quindi si assicurò che il suo apprendista lo imitasse ed insieme si diressero a Menfi

    Glossario:

    1 Glepnir: erano i ceppi forgiati dai nani per tenere imprigionato Fenrir dopo che questi divorò il braccio di Tyr.
    2Efesto: Dio delle fucine, figlio di Zeus e di Era, da lei azzoppato quando lo scagliò giù dall’Olimpo quando vide il suo brutto aspetto, da allora prese dimora in vari vulcani tra cui l’Etna e Vulcano nelle isole Eolie, famoso per aver forgiato gli automi, suoi aiutanti nelle fucine insieme ai ciclopi e il colosso Talo, creò anche i tori delle Colchide.
    3Troll: sono esseri mostruosi che si cibano di esseri umani, nel Ragnarok si aleranno con i giganti per ottenere la vittoria sugli dei, anno un aspetto mostruoso e sono di dimensioni enormi a volte con due teste, hanno inoltre abilità divinatorie, inoltre se colpiti direttamente dalla luce solare si pietrificano.
    4Loki: Pur essendo figlio di due giganti ma fu accolto comunque ad asgard, Dio della menzogna del caos e dell’astuzia, fu cacciato da Asgard quando durante un banchetto uccise Baldr, quindi Odino lo condanno a restare incatenato in una grotta in attesa del Ragnarok quando guiderà l’esercito dei giganti.
    5 Odino: Era il re degli dei di Asgard padre di Thor e Baldr e molti altri dei, fra le principali imprese legate al dio si ricorda il sacrificio dell’occhio in favore della saggezza, l’occhio fu sostituito da due corvi che volando per il mondo rifervano alla sera quello che avevano visto si impiccò inoltre all’albero Ygdrasil per sperimentare la morte, nel Ragnarok guiderà l’esercito degli dei.
    6Ragnarok: è il giorno della fine del mondo, preceduto da tre inverni consecutivi in cui gli eroi del Valhalla combatteranno a fianco degli dei per ottenere la vittoria, in questo giorno molti dei sono destinati a morire.
    7 Rhindon: è un tributo a “Le cronache di Narnia” è infatti il nome della spada di Peter
    8Fafnir: da prima nano buono e onorevole fu trasformato in un drago dopo che Loki uccise suo padre e Fafnir si appropriò del suo oro senza dividerlo con il fratello, quindi preso dall’avarizia nascose l’oro dei nibelunghi in una cavena e si pose come suo guardiano.
    9 Toro della Colchide: mostruoso toro con zoccoli di bronzo, (in alcune versioni del mito era un toro meccanico costruito da Efesto) in entrambe le versioni era un mostro a guardia del Vello d’oro.
    10 Un enorme mostro a nove teste: chiaramente ci si riferisce all’idra di Lerna, figlia di Tifone ed Echidna era un mostruoso serpente a nove teste che viveva nel lago di Lerna, il suo sangue era molto velenoso, era inoltre dotato della straordinaria abilità rigenerativa infatti per ogni testa che gli veniva mozzata essa veniva sostituita con due nuove capi.
     
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  2. Ichuan
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    Bel capitolo come sempre! Grande storia per le origini del mio personaggio, mi è piaciuta molto e ora capisco perchè proprio IO sono vivo. (e Daniel :asd:)
    +1 e grazie tante! :)
     
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    Buon giorno a tutti e buona Pasqua, mentre voi mangiavate le uova di cioccolato io scrivevo rotoli su rotoli di capitolo perchè no, non mi sono dimenticato di questa fan fiction anche se il lasso di tempo di uscita dei capitoli è aumentato essendo impegnato con altre cose tra cui ricerca di un lavoro scrivere altre ff e pigrizia ma eccoci con un nuovo capitolo buona lettura a tutti :D

    Capitolo XVI: Menzogne e verità

    Il santuario del titano apparve davanti ai suoi occhi nella sua lucida superficie di marmo e argento, quella che era sembrata una meraviglia al giovane solo due giorni prima ora risvegliava in lui una grande ira. Damos non sapeva cosa avrebbe fatto esattamente a suo padre voleva vomitargli addosso la sua frustrazione piangere per la triste sorte di sua madre e abbracciarlo tutto allo stesso tempo, mentre saliva gli scalini e veniva abbagliato dalla lucentezza dell'avorio si voltò a guardarsi alle spalle, non c'era traccia di come avesse fatto ad arrivare lì l'unica cosa che riusciva a vedere era l'immensa volta di stelle, era incredibile con quanta facilità riuscisse a respirare immerso nel cielo notturno e come vi riuscisse a camminare come se le stelle non fossero altro che vie del mondo terreno, il ragazzo si costrinse a continuare, in quel momento sembrava che la sua rabbia fosse scemata ma bastò una sola occhiata per farla tornare con la stessa potenza di un fiume in piena. Damos era arrivato alle porte quando una voce gentile e cristallina dal lato destro del santuario lo chiamò -Damos vieni a far visita al mio signore? Non ti aspettavamo- il giovane contadino si voltò trovandosi faccia a faccia con Kathlina , in un lungo chitone madreperlato i lunghi capelli platino erano legati in una treccia, era alle prese con un fiore blu notte chiuso ma mandava già riflessi argentei -buona sera, non sapevo amassi il giardinaggio- sorrise la ninfa rise -sono fiori molto particolari… vuoi piantarne uno? si dice portino fortuna… sai quando sbocciano nascerà una nuova stella- la ragazza sorrise e fece per porgere un piccolo bocciolo al giovane che ritrasse la mano -scusa ma non credo che ora una stella possa aiutarmi, con la rinascita dei titani sempre più vicina e l'esercito di Ahmed sempre un passo avanti a noi, e ora gli spettri del passato… ne pianterò una, se sarò ancora vivo quando tutto sarà finito- sorrise -lo sai Damos? sei il titano più buffo che abbia mai conosciuto- un brivido salì lungo la schiena del contadino -IO NON SONO UN TITANO!- urlò acidamente quindi voltò la schiena alla ninfa e varcò l'ingresso a passo veloce percorrendo il lungo corridoio del vestibolo gettando l'occhio alla ricerca del vecchio re del cielo. Lo trovò in una grande stanza dal pavimento in marmo bianco con alte rastrelliere contenenti file infinite di rotoli di papiro o di tavolette di cera, il soffitto era a cielo aperto, così che fosse illuminata dall' argentea falce di luna e gli astri, il vecchio titano era seduto ad un tavolino esaminando un rotolo dall'aspetto molto antico. Damos non era ancora entrato che Urano lo chiamò, il giovane strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche ma entrò -bella serata non é vero ragazzo?- chiese il vecchio senza alzare lo sguardo il ragazzo non rispose quindi il titano alzò lo sguardo studiando la sua espressione -hai incontrato Clio e com'è andata?- lo canzonò come se sapesse già la risposta -lei… non è che un guscio vuoto ricolmo di odio, comunque hai una moglie adorabile- rispose con la voce che gli si seccava in gola -bhe che ti aspettavi da un umana? lo sai no? non sarebbe stata di nessuna utilità per te- rise il vecchio signore della notte, Damos ebbe non poca difficoltà a mantenere la calma -è il bue che da del cornuto all'asino quello che sento?- rispose inferocito -proprio tu che ti innamorasti di una mortale? vieni a dire a me che gli umani sono insignificanti?!- gli urlò di rimando, Urano sembrò sconvolto ma alla fine scoppiò in una fragorosa risata -hai incontrato di nuovo Zoe non è forse così?- la situazione sembrò divertirlo molto mentre Damos fremeva per la collera -senti ragazzo quella con tua madre fu solo una… sciocchezza pensi davvero che potrei mai amare un essere la cui bellezza sfuma nel tempo e rimane viva solo nel ricordo?- rise -NON TI PERMETTO DI DIRLO!- urlò e istintivamente pestò i piedi a terra, subito stelle cominciarono a sfrecciare saettando per il cielo - finalmente ti comporti come un vero titano, sono contento che quella misera creatura non ti abbia rovinato- rispose secco - Il ragazzo non ci vide più e colpì il padre più volte si fermò solo quando vide un piccolo fiotto di icore dorato scendergli dal labbro -tu parli di rovinare la vita a qualcuno? Per causa tua gli dei mi odiano- urlò con quanto fiato aveva in corpo -non so più cosa credere la mia vita non è altro che una mera bugia il mio mondo è una menzogna… Non so più cosa pensare Clio mi ha realmente amato o sono solo ricordi finti creati -dalla mia mente?- Squittì Damos quasi senza voce -che gli dei ti odino non mi sorprende sei un mezzo titano, anche se nella titanomachia hai combattuto per loro temono che ora u ti possa ribellare a loro, in quanto alla tua vita non incolpare me le tue scelte- rispose deciso -cosa vorresti dire?- chiese con un filo di voce il contadino -niente di più di ciò che ho detto fu una tua idea, pensavo che dimenticassi anche i tuoi stupidi sentimenti- rise Urano -i miei sentimenti mi hanno reso ciò che sono!- ringhiò Damos che ormai lacrimava per la rabbia mentre il turbinino di stelle cadenti si faceva più intenso, seguendo le emozioni del ragazzo -TI HANNO RESO DEBOLE!- tuonò il titano con voce così potente da far tremare il santuario - e dove ti hanno portato?… sei stato così sciocco da farti uccidere da un umana e per cosa? per amore?- rispose in tono più rilassato -non ci credo… non ci voglio credere- rise Damos divertito Urano si ripulì dall'icore che ormai gli colava nella folta candida barba -cosa c'è? perché adesso ridi?- chiese incredulo -rido perché finalmente ho capito cosa volevi da me, a te non ti è mai interessato nulla di me o del mondo… tu volevi solo la vendetta, contro Crono ma soprattutto contro Gea che fu la mente dietro il tuo deicidio, e ora pensi di potermi plasmare come si fa con la creta!- rise ancora più divertito -ragazzo se ti dicessi di no sarei un misero ipocrita è vero volevo cambiarti farti perdere la tua natura umana… ma forse non servirebbe ci sono sentimenti molto più forti di un titano-ammise il volto del titano notturno sembrò invecchiare di qualche secolo, Damos fu colto da un moto di compassione verso quel vecchio -senti posso chiederti perché non mi hai detto chi eri la prima volta che ci siamo incontrati? anche ora non mi hai mai chiamato figlio, anzi non mi hai quasi mai nemmeno chiamato per nome- domandò il ragazzo con gentilezza- una fitta rete di rughe apparve sul volto di Urano i suoi occhi blu si fecero meno lucidi -pensi che sia stato facile per me mentirti questa sera Damos? Ho dovuto fingere disinteresse per l'umanità ma ciò che è peggio ho dovuto nascondere i miei sentimenti per Zoe- la voce del titano vibrava come se fosse prossima al pianto -quindi tu amasti mia madre?- chiese il ragazzo scoccato -l'hai conosciuta no? Come si può non amarla? Era la creatura più splendida che avessi mai visto, ma non sono stato in grado di proteggerla come non ci sei riuscito tu… ma la tua vita non è una bugia, se ti guardi attorno lo potrai capire da solo prendi i tuoi amici ti sono accanto anche se non sei umano quindi i sentimenti che provi ragazzo sono reali come lo sono quelli delle persone nei tuoi confronti-rispose mentre lacrime di una splendente luce azzurra scendevano sul suo volto vecchio -e ancora non mi chiami con il mio nome- lo rimproverò Damos dolcemente -non credere che sia per insofferenza nei tuoi confronti ma il tuo vero nome ti procurerebbe guai con gli dei quindi è meglio che rimanga dimenticato, inoltre Damos? protetto di Demetra dopo quello che facesti per lei nella guerra contro Crono?… ti sminuisce figlio mio- rise il titano, Damos scattò e abbracciò stretto il padre -scusa per quello che ho detto sono stato un egoista, non ho pensato a quanto tu possa soffrire stando qui lontano dal mondo- mormorò il ragazzo mentre il padre gli accarezzava affettuosamente i capelli -lo sai Damos la mia ultima figlia fu Afrodite nata da un pezzo del mio corpo quando cadde nel mar Egeo, da me nacque l'amore e ora ti ho quasi imposto di dimenticarlo… mi spiace così tanto, non sarei stato diverso da mia madre- mormorò quindi sciolsero quell'abbraccio e Urano scrutò il cielo -non è bellissimo quello che riesci a fare solo arrabbiandoti? non voglio sapere cosa saresti in grado di fare quando sei sereno- esclamò guardando la pioggia di stelle -senti io sono venuto qui anche per un altro motivo, la tua spada ecco pensi che potrei stringere un nuovo patto con te papà- chiese il ragazzo -la mia spada? ma quella che usasti era la tua spada, per questo fui così sorpreso nel rivederla, traevi l'energia dalle stelle non potendo consumare la tua vita- Damos si fermò a riflettere -si ma Ahmed non sembra consumarsi usando il suo come mai?- chiese dunque il giovane -non lo so ma chiunque lo abbia addestrato deve conoscere a fondo i sigilli degli dei- rispose l' perplesso- ma dimmi le condizioni di quel patto- rise Urano nascondendo la sua preoccupazione -combatterò fino a quando non tornerà la pace in cambio ti chiedo di ridare la vita a Clio in cambio della mia-rispose fermo -combatteresti per nulla se devo sottrarti la vita- rispose sconvolto il titano -le ho provocato solo dolore sarà felice dimenticandomi così dimenticherà anche il suo odio- continuò deciso il ragazzo -mi spiace ma non voglio veder morire mio figlio-rispose ferreo il cielo stellato -non ci sono altri modi padre… devo seguire i miei sentimenti- tentò dunque il contadino -e sia anche se non condivido la tua scelta- rispose disarmato Damos rise -tranquillo padre ho un piano e poi anche se morissi dubito che Alecto, Tisifone e soprattutto Megera mi farebbero del male- rise dando una pacca sulle spalle del padre che rise anche egli tonante il titano quindi posò delicatamente la sua mano sul braccio morto del figlio fino a che il suo simbolo non comparve brillando di nuova luce azzurra -grazie padre vedrai sarai fiero di me- quindi il ragazzo fece per andarsene ma fu richiamato dal padre -Damos, Crono vi ha messo una sua sorella al vostro seguito, lo so che è una tua sorellastra ma resta concentrato non farti offuscare dai vincoli di parentela- lo ammonì il titano - va bene padre sarò prudente- quindi lasciò la stanza e tutto il santuario, quando riaprì gli occhi era di nuovo seduto sull' erba a pochi metri da tempio di Apollo, accanto a lui seduta sull'erba c'era Elly -Ciao Damos hai parlato con tuo padre?- gli sorrise la ragazza -si, è stata una discussione animata- rise il ragazzo -è opera vostra?- chiese divertita indicando le innumerevoli comete che sfrecciavano per il cielo -ehm diciamo che è colpa mia- rispose imbarazzato -è molto romantico non trovi?- rise Elly -non ci ho fatto molto caso, ma credo di si… cioè volevo dire sicuramente si- balbettò arrossendo la ragazza scoppiò in una risata -eri così eloquente anche con Clio o è un trattamento di favore?- rise -diciamo che mi hai preso alla sprovvista- brontolò Damos -ma dimmi come mai non dormi ancora?- chiese prima che Elly potesse commentare -per un romantico appuntamento con te?- rise la ragazza -seriamente- incalzò il ragazzo -e va bene, visto che un appuntamento non ti va volevo che mi allenassi ad usare il mio spirito guerriero- rispose -perché io chiese Damos sconcertato -perché sei l'unico che conosca ad averlo fatto… bhe conosco anche Rashja ma dubito che ora voglia insegnarmelo- rise -come hai fatto? perché Rashja modificava il suo aspetto mentre tu no? è stato difficile? e…- il ragazzo la interruppe -non lo so stavo per morire e ho agito d'istinto- rise il giovane -però… ho una mia ipotesi al riguardo- Elly sembrò illuminarsi -bhe non so se hai visto la pietosa figura fatta contro Rashja, se hai un ipotesi meglio tentare no? insistette -come vuoi ma potrebbe essere rischioso- la ammonì ma non sembrava che l'avvertimento avesse avuto successo -e va bene… nel mio apprendistato al tempio ho letto tutto riguardo ai sigilli… compresa la loro origine vedi, i sigilli sono pezzi dell'anima di un dio racchiusa in un oggetto, questo serve a limitare la volontà del dio… ora la domanda cosa succede quando una persona entra in diretto contatto con quel brandello?- concluse Damos, la ragazza sembrò spaesata ma annuì -come entro in contatto con Horus?- domandò il contadino sorrise -è facile io sono entrato due volte in contatto con Urano… concentrazione- rispose con tranquillità Elly senza perdere tempo chiuse gli occhi e rallentò il respiro. Damos si alzò lentamente e con il minimo rumore si spostò di qualche passo, la ragazza riaprì gli occhi che ora erano spaiati uno era dorato mentre l'altro era argenteo, si avvicinò rapidamente al giovane contadino e senza dire nulla calò un affondo dall'alto Damos mosse d'istinto il braccio sinistro e subito la lama della notte apparve in suo pugno -ma guarda guarda, riflessi niente male mezzo titano- rise la ragazza con un miscuglio di voci una era la classica voce di Elly mentre l'altra era così tagliente che il contadino avrebbe avuto difficoltà a dire se era più affilata quella o il filo del kopesh che ora era sovrapposto alla sua lama - per gli dei Elly ci sei ancora?- esclamò spaventato un paio di ali di luce dorata crebbe sulla schiena della sua avversaria mentre le unghie della mano libera divennero uguali agli artigli di un falco -testiamo la tua forza ragazzo- lo sfidò lo strano essere spiccando il volo -fantastico due possessioni in due giorni sei davvero fortunato Damos- mormorò tentando di pensare a come raggiungere la ragazza. Il ragazzo stava esaminando la spada quando gli venne in mente un piano posò il dito sulla lama e subito una costellazione si liberò dall'acciaio e prese vita una gigantesca aquila -ehm ciao mi serve un passaggio una mia amica è nei guai- spiegò quindi salì in groppa all'uccello formato da stelle -segui quella lucina dorata!- ordinò fermo, il rapace cacciò un urlo e volò rapidamente all'inseguimento di Horus, il quale si gettò in picchiata non appena lo intravide -vira a sinistra presto!- esclamò l'uccello si affrettò ad eseguire i suoi ordini, la ragazza alata mancò il bersaglio e quindi si fermò a mezz'aria. L' aquila diede un grido acuto gettandosi sul nemico alle spalle sfruttando le correnti, il contadino ebbe un'occasione d'oro avrebbe potuto sferrare un colpo decisivo ma esitò, Horus si voltò con un ghigno divertito -perché indugi? Non vorrai farmi credere che non sai combattere?- rise il Elly -no, ma non uccido i miei compagni in allenamento Elly vuoi importi su quel pollo si o no?!- urlò -andiamo ragazzo non era addestrata ad imporre la volontà su un sigillo sta opponendo ben misera resistenza- rise il dio -ehy ma tu da che parte stai si può sapere?- esclamò Damos stizzito parando un colpo diretto al suo braccio morto proteggendolo qualche secondo prima che gli venisse tagliato di netto con uno scudo tondo di stelle -pensavo dovessi toccare le costellazioni per evocarle- ringhiò la ragazza -pure io ma a quanto pare mi sbagliavo… ORA aquila scaraventiamolo a terra ho un idea- sussurrò il ragazzo al suo amico rapace. Il gigantesco uccello volò sopra la ragazza e la afferrò tra gli artigli quindi precipitò a folle velocità verso il terreno in una vertiginosa picchiata A pochi metri dal suolo mollò il fardello che ricadde a terra "speriamo funzioni" pregò il ragazzo saltando giù dall'Aquila correndo nel cielo notturno, sembrava molto più complicato che non vicino al santuario del padre ma riuscì a coprire il tragitto che lo separava dalla ragazza dio, appena toccò terra prese un sacchetto di tela ricolmo di semi e lo svuotò sulla ragazza che stava già rimettendosi in piedi quindi da ogni seme crebbero dei tralci di edera che si avvilupparono attorno agli arti del nemico -andiamo Damos non credo tu ci abbia messo realmente te stesso- rise Elly con la voce del dio, infatti fiamme bianche presero vita non appena le piante toccarono la lama del kopesh e l'artiglio propagandosi nella sua direzione mentre Elly ormai libera tempestò di fendenti il ragazzo, il quale ebbe non poche difficoltà a schivargli senza ferire l'amica ma l'ennesima finta del dio fece sbilanciare il giovane che cadde sulla schiena, Horus era pronto per l'ultimo affondo quando delle catene si avvolsero ai polsi e alle caviglie della ragazza ancorandola a terra. Damos si alzò sorridendo -ci sei cascato Horus eri così sicuro della tua vittoria da non notare le mie catene- sospirò il ragazzo esausto -per gli dei il tatuaggio non assorbirà la mia linfa vitale ma lo sforzo fisico non è da sottovalutare- rise divertito Horus strattonò la catena, le maglie tintinnarono ma nient’altro -dove l'hai trovata la catena?- rise Horus - la costellazione di Andromeda- rispose semplicemente -ingegnoso ma non hai ancora vinto fino a che non riesci a ristabilire la volontà di Elly- commentò -giusto credimi Elly mi ringrazierai- disse quindi picchiò con forza l'elsa sulla fronte della ragazza che si afflosciò priva di sensi, dopo averla liberata e congedato l'aquila e lo scudo si sedette accanto a lei. Passarono si e no cinque minuti quindi la ragazza si mise a sedere -cos'è successo come mai sei sudato? Ahi la mia testa che mi è successo?- si lamentò, il suo volto era pallido e madido di sudore -piano, una cosa alla volta sei riuscita- rise quindi spiegò l'accaduto all'amica, quando finito il raccontò Elly rise di gusto -oooooh giusto e quindi hai pensato che fracassarmi il cranio fosse la scelta migliore per farmi rinsavire?- Damos sorrise -ehm più o meno… ma adesso andiamo a riposare cosa ne dici?- propose stavano tornando al bivacco. Erano quasi arrivati quando una voce alle loro spalle gli fece trasalire -woha ragazzi come avete fatto? ah a proposito gran bel bernoccolo Elly ti fa più bella- esclamò entusiasta la voce di Xavier -oh grazie lo pensa anche il nostro Damos- rise fulminando con lo sguardo il contadino -uff credo non mi perdonerai mai- sospirò -ma che bravo e dire che dicono che i contadini siano stupidi- rise affettuosamente -ah Damos credo di doverti delle scuse… sai combattere e dei se non ti fossi trattenuto Elly non sarebbe qui… ma lo dite anche a me quello che avete fatto?- rise Elly sembrava debole ma spiegò per filo e per segno ciò che era successo -davvero interessante voglio provare- esclamò eccitato -ehm non mi sembra una buona idea, ne ho abbastanza di posseduti da dei per cui buona notte- lo frenò il ragazzo -sciupa feste di un titano è colpa tua se capita tutto questo- mormorò Xavier -come mi hai detto?!- esclamò Damos - eeehm… scusa- disse -no, ora tu provi ma questa volta non mi tratterrò, un altro che non si fida di me…sai che c'è non l'ho chiesto io di essere figlio di Urano- urlò -è stata mia madre a dirmelo mi ha detto che è colpa tua se ora una titana ci da la caccia-rispose sconsolato -cosa?! E tu cosa ne sai? Nemmeno mio padre mi ha detto di più- disse calmandosi -nulla solo che siamo seguiti- rispose con una scrollata di spalle -capisco, scusa se mi sono arrabbiato… bhe non volevi provare? ma ricorda la volontà imponi la tua volontà sul dio- rise dando una pacca sulla schiena al fabbro che annuì e si concentrò più che mai e dopo un paio di minuti riaprì gli occhi, il suo corpo aveva assunto le proprietà del magma, sembrava andare tutto bene Xavier aveva un buon controllo su quel dio. Damos cacciò un sospiro di sollievo ma subito Xavier cominciò a crescere a dismisura mentre la parte sinistra del suo corpo si tramutò in ghiaccio -è chiederti troppo Tiche1 che una cosa possa andare per il verso giusto?!- esclamò quindi riuscì a evocare la spada ma sembrava un macigno -non credo che riuscirai ad usare la stessa strategia hai visto quanto è grande quel cranio?!- Rise nervosa Elly Damos scelse di non rispondere talmente concentrato sul trovare una soluzione, solo dopo attimi di inutile riflessione rispose disarmato -idee?- la ragazza scosse il capo -forse lo riesce a controllare- ipotizzò- Damos studiò il gigante che nel frattempo aveva creato una lancia di ghiaccio della sua misura e grossa quanto il ragazzo stesso -mh… no non credo lo sappia dominare o almeno non la parte congelata, guarda- sussurrò all'amica, mostrando la difficoltà con cui sembrava muoversi -Xavier sta lottando- mormorò. Elly approfittò di quel momento per creare una palla del bianco fuoco della vendetta che andò a schiantarsi contro il petto del gigante, senza provocare alcun danno sulla lucida superficie di ghiaccio -questo non è normale- esclamò, la volontà di Xavier sembrò venir meno, infatti il gigante di magma e ghiaccio si fece più deciso nei movimenti conficcò la lancia di nel terreno che subito si ricoprì di ghiaccio e neve mentre una selva di speroni di ghiaccio grandi quanto dei piccoli alberi fuori uscirono dal terreno -per il Tartaro2!- esclamò Damos spaesato -molto bene io non sono un esperta di guai ma questo è senza dubbio la peggiore situazione della mia vita- esclamò Elly rotolò per evitare la punta gelida che l'avrebbe senza dubbio perforata -Damos ho un idea ma devi passarmi la tua spada ORA!- incalzò Elly che ora era separata dal contadino da uno spesso e appuntito muro di ghiaccio -è una parola!- Rispose ironico mentre il gigante rideva gongolante con una doppia voce che ricordava vagamente quella di Xavier ma questa era sormontata da una fredda voce femminile -il guerriero dell'armonia hai usurpato il posto di mio figlio! ma dopo questa notte tornerà l'ordine quando ti avrò ucciso!- lo derise -ma è fantastico avere così tante attenzioni - mormorò -sta tranquilla dea che non conosco sono già morto ma il tuo figliolo mi ha aiutato a tornare- rise -e comunque ho promesso la mia vita ad un' altra persona per cui scusa ma non intendo morire più per un pezzo- completò -vedo che congelarti non ha funzionato ma non preoccuparti , porrò rimedio subito- rise quindi il gigante estrase la sua arma e la mulinò in aria una tormenta di neve si abbatté sul ragazzo che impotente contro le raffiche gelide fu straziato dal vento che gli tagliò la pelle -bhe tutto qui?- chiese indifferente il ragazzo mentre il gigante tornava all'attacco furente -Damos sei sicuro di quello che fai?!- chiese la ragazza che stava tentando di spaccare il ghiaccio con il kopesh -no ma è un ottimo diversivo… esprimi un desiderio Elly- rispose mentre una cometa cadeva vicino alla ragazza -cosa dovrei farci?- esclamò mentre la stella brillava sempre più intensamente -volevi la mia spada bhe prendila- rispose mentre Elly stendeva il braccio verso quel globo di luce argentea fino a che la sua mano non strinse l'elsa della spada e subito sulla lama le stelle presero a cambiare assetto fino a quando la giovane guerriera non si trovò a guardare le stelle della sua infanzia -Eccola!- esclamò felice -Damos evoca la costellazione che indico- disse -e io come faccio a vederla?- rise - oh ehm giusto è la costellazione del gigante- rispose. Damos non ebbe il tempo per concentrarsi infatti Xavier lo bersagliò di palle di magma fuso -va bene dammi un momento- mormorò quindi creò un muro di edera e spighe e si concentrò, non fu facile era la prima volta che tentava un'evocazione senza la spada e che evocava così tante costellazioni in più la stanchezza cominciava ad avere il sopravvento, la vista comminciava ad annebbiarsi e il corpo si rifiutava quasi di obbedirgli ma si costrinse a rimanere concentrato su di una costellazione che non aveva mai sentito prima. Il ragazzo seppe di aver avuto successo solo quando una figura blu notte alta più di tre metri lo scavalcò e caricò il gigante nemico che lo investi con una gigantesca colata lavica, la costellazione non sembrò curarsene più di tanto e colpi con un montante il nemico -che roba è?!- urlò meravigliato il ragazzo -una costellazione egizia- rise Elly. Xavier si rimise in piedi quindi disegnò un' arco con la lancia, Dardi di ghiaccio si crearono a mezz'aria, a centinaia volarono contro la grande costellazione ma altrettanti schizzarono contro di lui, istintivamente richiamò la sua spada ed insieme ad essa un cinguettio familiare lo protesse creando un cerchio di alte fiamme -ciao fenice- salutò un altro cinguettio rispose quindi l'uccello fiammeggiante atterrò sulla sua spalla destra. Proprio in quel momento lo Xavier gigante era riuscito a perforare il torace della sua nemesi che crollo a terra, non prima di averlo mandato a cozzare con violenza contro una colonna ornamentale che crollò sul gigante che finalmente tornò alle sue consuete dimensioni -ehy pensa ad Elly è lì dentro!- ordinò il contadino al pennuto quindi andò ad assicurarsi che Xavier stesse bene, era vivo il suo respiro affaticato ma sembrava stare bene -non strafare più- lo ammonì quando si fu risvegliato - due amuleti significano due dei un'altra di quelle fusioni e bhe di te non rimarrà molto anche se sei un semidio- lo rimproverò -e a te chi ti dice che io sia un semidio?- sorrise il fabbro -tua madre non deve volermi bene ha tentato di ammazzarmi, dice che eri destinato a essere tu il guerriero dell'armonia… ma ghiaccio e lava si annullano grazie alla tua forza di volontà non ti sei autodistrutto- rispose -mia madre, Skadi vuole il Ragnarok è lei che mi ha detto dell'inseguitore… mi ha detto che sei troppo incline ai sentimenti per affrontarla- spiegò -sembra mio padre- rise stendendosi sull'erba -ma almeno sappiamo che è una titana… e anche un'altra cosa…-constatò -cosa?- chiese interessato -che i mezzi titani non sono immuni alla stanchezza, sono distrutto- rise. La costellazione del gigante tornò nella spada mentre Elly si avvicinò di corsa seguita dalla fenice -Xavier stai bene?- chiese -si, grazie- rispose -meno male allora ti posso uccidere! ci hai quasi ucciso lo sai?!- rispose fuori di se dalla rabbia -ehm si scusa- si giustificò il fabbro -oh si è addormentato… bhe ha avuto una serata pesante, e poi non dormiva dall' avventura in Egitto- sorrise la ragazza guardando Damos che dormiva beato sull'erba, la fenice lo raggiunse addormentandosi sulla toga ormai sgualcita del contadino così da scaldarlo in quella fredda notte autunnale. Una figura in mantello si avvicino senza nessun rumore come se fosse un fantasma - siete voi i membri del tempio degli dei?- chiese in tono retorico -chi gli cerca? chiese Xavier la figura incappucciata rise, quindi rispose candidamente -l'ombra di Crono, Leto-.

    Glossario:

    1 Tiche: Dea greca della fortuna e del caso, è spesso rappresentata con gli occhi bendati, da qui l’espressione la fortuna e cieca, o il suo soprannome La dea bendata
    2 Tartaro: è la zona più remota dell’Ade ed è la prigione dei titani e di coloro che hanno sfidato gli dei.
     
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  4. Ichuan
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    Bel capitolo anche questa volta! :D
     
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  5. _Ampharos_
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    Bello * - *

    Voglio il prossimo al più presto :3
     
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    salve a tutti miei fans eccoci con un nuovo capitolo per impegni personali sinceramente non so quando scriverò il prossimi ma intanto ci si accontenta di quello che si può avere giusto? buona lettura a tutti (lo so non è il più bel capitolo mai scritto ma si fa quel che si può) :lol:

    Capitolo XVII: Parole oscure

    -Molto bene in marcia, abbiamo della legna da ardere- la voce di Ahmed risuonò chiaramente per i bui corridoi del palazzo -Ahmed, dobbiamo parlare, ho una brutto presentimento- lo chiamò Rashja da un angolo poco illuminato -ti chiedo per l'ultima volta di riflettere su ciò che fai- lo implorò -Loki mi ha detto cosa devo fare scendere a Helheim1, liberarlo e poi attendere istruzioni da Crono- rispose risoluto -ti prego di da retta alla ragione cammini sul filo di lana amore mio, permettimi di accompagnarti- la voce della ragazza era piena di lacrime -sei sopravvissuto in Egitto potresti non essere altrettanto fortunato- rincarò la dose -dove sto andando lui non c'è e comunque è stato solo un colpo fortuito ho permesso alla mia rabbia di soggiogarmi- rispose camminando verso l'amata - lascia che venga con te potrei esserti utile- tentò con più insistenza -non te lo permetto nelle tue condizioni- rispose accarezzandole i lunghi capelli neri e setosi -le "mie condizioni"? ho un controllo perfetto su di Sekhmet non devi temere- ritraendosi dall'abbraccio del ragazzo -odio quando fai così sei impossibile mi fai ricredere sul fatto di averti salvato- Ahmed sorrise il suo aspetto si fece meno cupo persino l'occhio sinistro del ragazzo brillava tiepido -Rashja te lo prometto tornerò, e poi… tu devi tornare in Egitto lo sai no?- sorrise, la ragazza stava per rispondere quando le ampie porte della stanza si spalancarono rivelando, una piccola figura entrò -mio comandante è tutto pronto Leto3 gli ha appena trovati- pronunciò con leggerezza, la cappa nera ondeggiava a ogni suo passo, si inginocchiò di fronte a Ahmed, quest'ultimo abbassò lo sguardo disgustato, alla luce verde delle torce la persona misteriosa si rivelò essere un ragazzo di circa diciott'anni con corti capelli rossi e la carnagione cerea. -si ho ricevuto il tuo messaggio vattene Euriale- disse gelido il figlio di Anubi -mio signore?- balbettò intimorito l'amuleto di Ahmed cominciò a irradiare cupa luce nera, Euriale arretrò quindi sorrise malevolo -interessante, vediamo di cos'è capace il grande Ahmed- rise il suo volto si contorse in una smorfia divertita mentre accanto a lui una manticora prese a ruggire, l'avversario non la guardò nemmeno -siete dalla stessa parte questo scontro non ha senso!- urlò Rashja tentando di ristabilire l'ordine, ottenendo solo un'isterica risata più simile a quella di una iena che non ad una risata umana - così è questo il grande Ahmed? uno smidollato che piuttosto che affrontarmi si fa proteggere da una sgualdrina?!… vediamo dove corri se la uccido!- urlò quindi il mostro balzò sulla ragazza la coda chiodata si schiantò sulla lastra di marmo scuro spezzandola -mi sono stancato di stare nella tua ombra Ahmed… ora prenderò io il potere!- ghignò -sai Euriale qual è stato il tuo errore?- disse pacato -vedi tu non solo hai insultato la mia ragazza ma l'hai pure attaccata e per ultimo…- schioccò le dita la manticora si fermò completamente immobile cercando di azzannare Rashja -hai usato una manticora per farlo- continuò placido, quindi in tutta calma al mostro e con un singolo fendente fulminio della picca decapitò di netto, il sangue della creatura si riversò a terra come se si fosse rotta un'anfora di vino pregiato -è tutto inutile se non distruggi il mio sigillo- ridacchiò Euriale stupefatto dalla velocità dello scontro -lo so, sudicio ratto ma anche se non tollero la vostra presenza qui, non posso negare che potete tornarmi molto utili- rispose in tono mellifluo -non te lo ripeterò… vattene ora, o il fatto che la tua amichetta sia immortale finche non si distrugge quel piccolo aculeo che porti al polso sarà l'ultimo dei tuoi problemi- continuò scandendo bene le parole. Il soldato della morte si ritirò silenziosamente ma sul suo volto era dipinta tutta la sua ira e voglia di vendetta. Ahmed corse ad aiutare la sua ragazza -lo odio!- esclamò furioso aiutando Rashja ad uscire da sotto la carcassa che ancora sgorgava sangue -tu non lo odi Ahmed- rispose Rashja quando prese il braccio del figlio di Anubi -tu odi il tuo passato e vedere che quel folle ha una reliquia della manticora che tu feristi a morte ti fa star male- Ahmed strinse forte la ragazza in un abbraccio -quel mostro mi ricorda il mio fallimento, non sono riuscito a proteggere ciò che era importante… non voglio che ciò accada di nuovo, non voglio perderti- sussurrò dolcemente baciando dolcemente Rashja che ricambiò il bacio con passione -allora promettimi che se mai avessi bisogno di te correresti subito da me come quando vivevamo di stenti- Ahmed sorrise -te lo giuro sullo Stige2… ma tu dimmi, sei coperta di sangue da capo ai piedi e Sekhmet se ne sta buona?- disse per la prima volta Rashja si studiò il lungo abito di seta bianca che ora era rosso sangue, quindi stese la mano davanti a se per esaminarlo, la pelle color caramello era quasi interamente coperta dal sangue della manticora -sono un disastro… ma come ti ho detto su di lei ho un controllo pressoché perfetto- rise -sei perfetta- le disse il ragazzo accarezzandola quindi una foschia dorata si posò lievemente su di lei per qualche secondo quindi sparì -ho fatto tornare indietro nel tempo la tua pelle e il tuo vestito a prima del bagno di sangue… devo andare ti amo- sorrise quindi il ragazzo sparì in una nube nera, lasciando Rashja -anche noi ti amiamo- sussurrò quindi si voltò verso le porte e chiamò -Flegiate, Clio, Zira andiamo!- ordinò. Subito tre figure varcarono le porte, un ragazzo, Clio come al solito impassibile e una ragazza dai lunghi capelli color platino. I quattro sparirono in un vortice oscuro.

    A Delfi

    Il vento invernale soffiò imperversò gelido mentre Leto continuava ad avanzare serena mentre il suo corpo si mescolava perfettamente con il paesaggio -vi renderò le cose facili arrendetevi e non vi farò troppo male quando vi ucciderò- propose con la stessa semplicità di come se avesse offerto ai due di andare a fare una passeggiata. -Leto… ho già sentito questo nome- mormorò Xavier mentre Elly scattò verso la donna -scusa ma forse Damos mi ha colpita davvero troppo forte ma mi pare di aver capito che se ci arrendiamo ci ucciderai, se invece ci opponiamo ci ucciderai?- chiese la ragazza -oh hai capito benissimo cara- la donna sorrise raggiante -oh molto bene in questo caso…- si interruppe la guerriera - in questo caso?- forzò la titana -in questo caso scelgo di ucciderti e poi andare a dormire, sa sono un po’ stanca- rise quindi senza esitare sferzò l'aria con il khopesh subito una catena di lingue di fuoco bianche scaturì dalla lama ricurva attorcigliandosi alla donna come un boa constrictor. -E io che pensavo foste molto più ragionevoli- sbuffò seccata quindi sparì - che donna bizzarra beh almeno è almeno è andata via- rise Xavier -io non credo- rise la voce di Leto da un luogo indistinto -sarà divertente come farete a combattere contro ciò che non vedi?- continuò la voce spostandosi da un posto ad un altro -semplice accendendo il sole - rispose Nathan appena svegliato da quella voce -quindi dall'oscurità si materializzò un falco dal piumaggio dorato talmente splendente da brillare quanto il sole stesso. Il falco si librò alto nel cielo illuminando l'intera collina e il santuario di Delfi Damos continuò a dormire serafico mugugnando. Amir era spuntato dal nulla e già una muta di sciacallo stava fiutando il terreno alla ricerca di Leto -così ci mettiamo una vita- ringhiò Lily roteando Mjollnir uno sciame di fulmini cadde dal cielo bruciacchiando la terra -mancata- sospirò preparando una nuova tempesta mentre la pioggia cominciò a scendere copiosa -se c'è qualcosa nascosto la pioggia lo rivelerà- rise, la pioggia cadde a fiumi ma non rivelò nulla - così astuti eppure così futili- rise provocatoria la voce fin troppo familiare, per tutta risposta una freccia fischiò attraversando la volta celesta diretta sulla luna, un urlo soffocato e qualche goccia di icore dorato cadde a terra subito Orthros corse insieme ai segugi di Amir ad annusarne l'odore -bel colpo, ma come l'hai vista?- domandò Xavier sorpreso -io non lo so maestro l'ho vista riflessa sulla freccia è stato come se… non lo so la freccia e quella donna avessero qualche sorta di legame-rispose Daniel più scosso del suo mentore "Leto… non riesco a ricordare" si lamentò tra se il maestro, Leto ricomparve alle spalle del gruppetto poco distante le porte del santuario. La titana si mosse così silenziosamente da non causare alcun rumore, fece scivolare un piccolo sica dalle larghe maniche della veste quindi con un balzo stese la mano su Daniel -a quanto pare ragazzino tu riesci a scovarmi sempre… ma questo nascondino è diventato tedioso- ringhiò la lama del pugnale sava per infilarsi nella schiena del ragazzo ma uno spesso sperone di ghiaccio spezzò la lama -oh non ci provare lui è il mio allievo!- ruggì Xavier brandendo la gelida lancia di cristallo nella direzione della donna, la distanza tra il nemico e il ragazzo era coperto da un morbido strato di neve -toh, nevica- rise Elly il khopesh era avvolto da candide fiamme, gli occhi della ragazza erano spaiati il sinistro era d'argento mentre l' occhio destro era completamente dorato, senza pensarci due volte mosse con un rapido fendente la lama sopra la neve che si sciolse all'istante, le gocce d' acqua fluttuarono quindi nel palmo di Raul dove si amalgamarono e cominciarono a vorticare formando un vortice in miniatura, questo cresceva ogni istante di più fino a quando non fu grande quasi tre metri -ti spiace se mi unisco alla festa?- chiese sarcastica Lily colpì violentemente il terreno, un fascio di fulmini sfavillò in cielo e subito si mescolarono al vortice, Leto non sembrava spaventata ma divertita piuttosto -interessante davvero molto interessante, ma non ci siamo sono di razza titanica dovrete impegnarvi molto di più di così- rise. Amir e Nathan si fecero avanti -sai lo stiamo facendo cara la mia assassina- dall'ombra un branco di sciacalli neri e dal pelo lucidissimo sorsero dal terreno sfruttando l'ombra nemica e la azzannarono mentre due grossi cobra lunghi almeno un metro con due piccole alucce dietro la corona scivolarono sibilando e sputando veleno verde acido sul titano che sembrò andare a fuoco dove il veleno veniva a contatto con la pelle, in quell'istante due frecce argentee si conficcarono nel petto di Leto che rispose a quei due dardi lanciando tre pugnali da lancio che colpirono l'arciere, con un urlo disperato Xavier sommerse il nemico sotto un mare di magma incandescente mente Raul dava ordine alla tempesta di abbattersi su di Leto. Quando quella massa di attacchi si dissipò Leto era a terra scorticata ed ustionata dal magma, un fiume di icore partiva dal suo corpo bagnando le rocce e i piccoli frammenti di vetro che si erano creati per le alte temperature a cui era stata sottoposta la sabbia li vicino, il gruppo aveva appena tirato un sospiro di sollievo quando la titana si rialzò anche se dolorante -non male davvero- ma voi non potete sapere quanto sia profonda la mia sete di vendetta, voi non potete capire…- rise la donna barcollando -non ero nessuno solo un titano, che come molti altri si nascondeva dagli dei ma un giorno Zeus mi vide e si innamorò di me e… mi abbandonò incinta, quel figlio di un cane si era dimenticato di dirmi che era sposato, attirai quindi le ire della regina degli dei che mi fece inseguire da un drago di nome Pitone, i miei figli vennero accolti sull'Olimpo ma Zeus si era completamente dimenticato di me! Logico che quando quel ragazzo venne a cercarmi dicendomi che avrei potuto vendicarmi ho accettato… nulla in questo mondo mi renderebbe più felice che vedere la morte di Zeus e sua sorella Era4- rise estraendo un'altra coppia di coltelli da lancio e gli scagliò in direzioni diverse uno colpì Nathan al fianco, l'altro avrebbe colpito Raul ma questi fu più rapido e riuscì a schivarlo -provi una gran bella sete di vendetta credimi vorrei lasciarti distruggere il mondo ma non so… abbiamo solo questo per cui niente, non prendertela sarà per un'altra vita- disse Elly studiando la lama del khopesh -sai Horus è il dio della vendetta e della guerra non che nuovo dio del sole… si in effetti gli egiziani hanno dato molti ruoli a questo dio, si bhe in Egitto abbiamo diversi dei della guerra abbiamo molta fantasia che ti devo dire? ma non è questo il punto…- rise Elly -il punto è che parli troppo- esclamò la donna estraendo uno stiletto da una piega dell'abito e attaccando direttamente la ragazza, che parò l’ assalto con facilità -nervosa sei troppo nervosa dovresti imparare a rilassarti, prendi esempio da quei due- rise indicando Damos e la fenice che sonnecchiavano ancora, approfittando della distrazione Leto tentò un nuovo affondo che sarebbe stato fatale se il cane bicefalo non fosse balzato alle spalle del titano, artigliandole la schiena, Leto quindi sbagliò mira aprendo un lungo ma superficiale graffio al costato della ragazza che uggiolò dal dolore mentre la titana si voltava per affrontare Orthros -oh no, non credo proprio- esclamò Elly pugnalando alle spalle l'avversaria che prese fuoco -se mi avessi lasciato finire prima avresti saputo che le fiamme del mio Khopesh prendono vigore dai sentimenti come odio risentimento e vendetta però…- disse pensosa -però?!- le fece eco la donna camaleontica -si le fiamme consumano quei sentimenti per cui quando morirai sarai serena e pronta per il giudizio di Anubi è una bella cosa non credi?- sorrise mentre lasciva Leto che strillava consumata poco a poco dalle fiamme bianche -sei stata grande!- convennero tutti Elly scosse il capo -no, siamo stati grandi era ridotta molto male sarebbe crollata comunque… ma basta titani per un po’ eh?- sorrise i suoi occhi erano tornati del consueto color nocciola -non ci sperate se Leto era qui vuol dire che davvero i titani stano tornando- constatò Nathan richiamando i cobra e il falco solare. Mentre gli altri cercavano di mettere un po’ d'ordine ai pensieri e alla colina devastata, Xavier e Raul cercavano di prestare tutte le cure possibili a Daniel -saremmo morti senza vedere il nemico se non fosse stato per lui- ringhiò stringendo il pugno così forte che gli schioccarono le dita -è solo colpa mia non ho avuto il tempo di addestrarlo- continuò cupo -ora ti prendi colpe che non sono tue, in guerra succede di rimanere feriti non è colpa di nessuno però… Daniel però sta bene deve solo rimarginare le ferite, non strapazzarlo troppo quando riverrà-sorrise dando una pacca sulla spalla al compagno e andando a vedere la ferita di Elly che però si ritrasse subito sostenendo che era solo un graffio. La notte lasciò il posto al mattino verso le dieci Damos si svegliò -buon giorno mondo, e buongiorno anche a te fenice su rientra nella spada fai la brava- disse con voce assonnata, la fenice becchettò affettuosamente il figlio di Urano e dopo essersi fatta coccolare dal gruppo rientrò nella spada ricomponendo la costellazione sulla lama -dunque che mi sono perso?- chiese sedendosi e facendo crescere molte spiga di grano, e aver spremuto la costellazione delle olive ottenendo un olio di colore bluastro e argenteo frantumò il grano ed evocò la costellazione della fornace -Xavier, Raul non statevene lì impalati, sale per favore- rise mentre aggiungeva la farina integrale con l'acqua e i lieviti quindi mentre impastava il tutto guardò il gruppo che lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite -che c'è? mai sentito parlare della colazione? mi sono appena svegliato, ho fame e quindi mangio- disse con leggerezza -=Orthros a te piacciono le focacce vero bello? le teste latrarono entusiaste mentre il serpente scodinzolava allegro -ehm sai Damos abbiamo anche succo di mela e vino se vuoi- rispose seccato Nathan -vino? a colazione? No poi non riesco a smaltirlo- disse mentre il cane a due teste alitava sulla fornace -ma che disdetta pare che lo abbia finito tutto!- rispose Nathan trattenendo a stento la rabbia -tranquillo non è un problema- rise mentre un piccolo melo carico di frutti cresceva alle sue spalle -senti figlio di Tiche mentre tu stavi a sonnecchiare con il tuo pennuto amico noi abbiamo avuto una discussione un po’ movimentata con un tuo parente- rispose stringendo così tanti i pugni da farsi sangue -un mio parente? Leto immagino? ma se non ho partecipato alla allegra discussione non è certo colpa mia- rispose duro -ah ora non è nemmeno colpa tua, Damos ne ho abbastanza del tuo atteggiamento- scattò -senti Nathan per l'ultima volta non ho scelto io tutto questo, Leto ci ha attaccati ma vedo che siete riusciti a respingerla… d'altronde siete i migliori guerrieri del tempio- ringhiò Damos -siamo riusciti a respingerla certo ma non grazie a te! e per tua informazione ci sono stati dei feriti- urlò più forte l'altro -non parlarmi di ferite io ho perso il braccio destro e le ferite che ho visto non sono molto gravi- rispose -sai, non tutti siamo mezzi titani- l'anello del ragazzo ormai mandava lampi dorati -ma perché tutti c’è l'hanno con questa storia?!- urlò esasperato i due si studiarono a lungo. -sei il figlio del cielo stellato se ti uccidessi…- Nathan tremava tutt'a un tratto sembrava quasi spaventato -ehi tutto bene?- Damos mosse un passo verso l'amico ma un falco tentò di artigliargli il volto -ma sei pazzo?!- urlò Damos -non sono io il pazzo ma tu figlio di Apophis- urlò -ma di cosa stai parlando- intervenne Lily che come li altri cominciava a dar peso alla discussione -non devo spiegarmi con voi- ringhiò stava per gettarsi all'attacco, quando una luce accecante investì il gruppo pochi secondi dopo un'uomo vestito di bianco e con i capelli di un biondo oro, un fisico scolpito era seduto su di una colonna semi distrutta e pizzicava le corde di una lira -salve viandanti, benvenuti nel mio santuario- rispose armonioso -Tu sei…- tentò Daniel ma le parole gli morirono in gola -Apollo figlio di Zeus e di Leto esatto- sorrise il dio -sii il benvenuto alla nostra tavola divino Apollo- replicò Damos -sempre che tu non sia nostro nemico s'intende- completò -avete ucciso mia madre ma erano secoli che aveva perduto il senno, quanto a te Damos figlio di Zoe le schermaglie di mio padre non mi riguardano- replicò -capisco e allora perché sei qui?- chiese Amir -volevate delle risposte giusto?-sorrise -in verità si ci serve una direzione… e una meta- chiarì Nathan -lo so, e so anche che la tua ira nei suoi confronti è ingiustificata, non ha alcun collegamento con il serpente- cominciò -"Oracolo di Apollo, il vecchio re in fine sul mondo la sua ombra stenderà alle radici del frassino deicida l'ultimò scontro del vecchio mondo, il libro della vita e della morte stretto nelle spire della notte giace il gruppo unito spezzarsi dovrà" queste frasi vennero incise a lettere incandescenti sulla colonna ma del dio non c'era più traccia -cosa significa chiese- Raul rileggendo quelle parole -non lo so ma un verso è chiaro… ci separiamo- concluse Damos risoluto legando le focacce in due pacchetti.

    Glossario:

    1Helheim: altro nome di Hel il mondo dei morti, uno dei nove regni(o mondi) della mitologia norrena.
    2 Giurare sullo Stige: sono giuramenti sacri e vincolanti, a cui nemmeno gli dei possono sottrarsi pena la vita del giurante.
    3 Leto: figlia dei titani Ceo e Febe era collegata alla tecnologia e alla conoscenza ma anche all’invisibilità e al mistero, Zeus si innamorò di lei dopo averla vista e con lei generò Apollo e Artemide, dopo che Zeus l’abbandonò fu inseguita per volere di Era da Pitone un enorme drago che fu ucciso dai due gemelli, Apollo ne donò la pelle al tempio di Delfi.
    4Era : figlia di Rea e Crono, sorella e moglie di Zeus dea della famiglia e del matrimonio, madre di molti dei dell’olimpo, Particolarmente Gelosa del marito e delle sue mancanze ai vincoli di fedeltà, punì con ferocia ogni figlio nato da relazioni extracognugali salvo piccole ecezioni.
     
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  7. _Ampharos_
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    Bel capitolo come sempre! Comunque spero che i tuoi impegni non ti impediscano di continuare a scrivere! :D
     
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  8. Ichuan
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    Ecodi al 18° capitolo... 18°?!!! Wow come passa il tempo eh? So già che non lo leggeranno in molti in quanto postato nel periodo estivo ma va bhe dai buona lettura a quei pochi che ci sono e che lo leggono

    Capitolo XVIII: La nave di cristallo infranta

    Il gruppo si studiò per lunghi minuti -cos'è il frassino deicida?- chiese Lily a bruciapelo, scese un silenzio imbarazzante tra loro evidentemente nessuno ne aveva mai sentito parlare -l'ultima battaglia del vecchio mondo… non sembra molto positiva come cosa- aggiunse Amir rileggendo l'incisione -no di certo a meno che non pensi positivo e la vedi come la fine delle guerre- tentò di alleviare la tensione Elly che aveva cominciato a fissare il sole -ragazzi siamo allo Zenit e riesco a vedere il sole senza alcun problema, secondo voi perchè? chiese Nathan alzò lo sguardo al cielo esaminando la situazione, il sole era decisamente brillante ma sembrava aver perso gran parte della sua luce. Nathan imprecò -ho già visto questa cosa e credetemi non è un buon segno, Ra sta morendo- annunciò gravemente -Ra? quel Ra?!- chiese Lily sconvolta -Si quel Ra, quanti ne conosci scusa?- rise sarcastico il ragazzo -no, aspettate fatemi capire bene… state dicendo che il sole sta morendo- chiese Damos cercando di ricordare le nozioni sugli dei egizi imparate al tempio -esatto, è appunto per questo che ho ehm perso il senno… tu sei figlio di Urano il cielo stellato e quindi della notte pensavo fossi in combutta con Apophis- spiegò -ed è qui che ti sbagli io sono figlio di Urano non di Nyx, sarò vecchio ma non così tanto- rise il giovane contadino -bha voi greci avete troppi dei- sbottò Nathan -aspettate un secondino io sono egizia e non ne ho mai sentito parlare di quel tizio? Esclamò Elly indignata -credimi io l'ho conosciuto nel peggiore dei modi… Apophis è la personificazione del caos e della notte, il solo scopo nella vita di quel rettile è divorare il sole e far sprofondare il mondo nel caos- spiegò per sommi capi -fammi capire stai dicendo che questo serpente gigante ha in qualche modo ferito Ra?- domandò Raul al suo maestro -bhe perché la notte passi Ra deve solcare il fiume della Duat e sconfiggerlo, ma questo è strano di solito allo Zenit le sue ferite dovrebbero essersi sanate, a meno che…- borbottò -a meno che non sia stato tradito da qualcuno che lo ha ferito dopo l' aurora- completò Lily -esatto, ma Ra in questi viaggi ha una scorta chi mai potrebbe averlo fatto?- si chiese in tono meditabondo - Set, lui è il dio del caos ogni sua azione è fatta per volere di Apophis- disse deciso Daniel -Set è morto, Horus l'ha ucciso dopo essere diventato re degli dei- spiegò Elly -vero, ma ci stiamo dimenticando di Alex- ricordò Damos, il gruppo ammutolì di colpo, una tempesta di sabbia colpì Delfi facendo piovere granelli di sabbia rosso sangue, dando l'impressione che il cielo sanguinasse, in mezzo a quella tempesta di sabbia Alex con una toga purpurea avanzava imperterrito -salute a voi ragazzi- disse in tono freddo e distaccato quindi sorrise languido -Set, se sei qui per uccidermi risolviamo la questione- lo salutò caldamente il figlio di Urano, il dio soffocò una risata -Damos, stai ancora pensando a il nostro piccolo diverbio nell' Ade? - ridacchiò -no, non ho più alcun interesse ad uccidere qualcuno che è già morto, sono qui per parlare con una persona- quindi si voltò verso Lily -vi pregherei di non disturbarci potete fare i vostri piani con calma mentre parlo- quindi prese in disparte la ragazza e i due furono avvolti da un muro di sabbia -che vuoi da me Alex?- andò dritta al sodo -Alex?! sai benissimo chi sono e che cosa sono per te!- grugnì la guerriera rise divertita -senti adesso non venire a dirmi che senti il peso della paternità- -hey modera i termini signorinella senza di me saresti ancora bloccata al nord a piangere su tua madre, TUMI DEVI TUTTO!- ringhiò –io non ti devo un accidente, se sono viva lo devo semmai a Rashja e poi forse a te che mi hai parlato della legione- sibilò la ragazza -te ne ho parlato perché avevi… anzi hai del talento e lo stai sprecando con loro hai visto anche tu cosa ho fatto a Ra, avete perso- esclamò ridendo malignamente -è tutto "padre"?- Lily infuse tutto il suo disgusto in quella parola -non capisco il perché di tutto questo astio, ti avevo caricato sul carro del vincitore- urlò cominciando a misurare il perimetro delimitato dalla sabbia -il carro del vincitore?! Un manipolo di egocentrici Ahmed gli tiene al guinzaglio con la paura, comunque perché vieni solo ora a fingere di fare il padre che ci tiene?- rispose indifferente -perché voglio che tu saboti Damos- Lily scoppiò in una fragorosa risata -lo farei, sai che lo farei ma qualunque cosa tu mi offrirai sarà inutile se Ra muore Apophis distruggerà questo mondo- -mi deludi, Ahmed farà giurare sullo Stige Apophis in cambio della libertà- sorrise gelido -nemmeno lui ha così tanto potere- sorrise gelida la ragazza -tu sottovaluti lui e le sue schiere- grugnì Alex -probabile visto che l'unico in grado di fare sul serio è Ahmed stesso e forse Rashja- rispose indifferente -è la tua ultima decisione?- chiese con un sottile velo d'angoscia nel tono della voce, Lily scoppiò in una risata -per ora si ma se mai vedessi la follia di quest'impresa allora chissà… la mia vita credo valga di più- Set sorrise -questa è la mia ragazza, non metterci troppo ad aprire gli occhi non avrò pietà… nemmeno per mia figlia- detto questo il ragazzo posseduto scomparve senza lasciare traccia con la stessa rapidità con cui era apparso. Il gruppo si riavvicinò alla ragazza ma nessuno chiese nulla solo Nathan lanciò uno sguardo d'intesa all'amica che non lasciava alcun dubbio "Set ti ha chiesto di tornare alla vecchia vita?" "ne parliamo dopo" mimò con le labbra -Fammi indovinare set vuole sapere quanto e cosa sappiamo- disse Raul -peccato per lui, ma Xavier ha appena ricordato un antico mito, su racconta- lo spronò il giovane -bhe è una storia che mi raccontò mio padre, Odino volle ottenere la saggezza e così bevve dalla sorgente di Ygdrasil, subito la sua mente divenne acuta e penetrante, ma la sua sete di conoscenza lo spinse a provare l'esperienza della morte quindi si impiccò su di Ygdrasil che è proprio un frassino bhe Odino si uccise e tornò in vita.- finì di raccontare il giovane fabbro -quindi dobbiamo trovare questo Ygdrasil?- domandò retorico Damos -…ma come c'arriviamo?- borbottò -semplice non ci arriviamo- rise Lily -CHE COSA?! NOI DOBBIAMO ANDARCI!- sbottò il gruppo la ragazza sorrise -lo so, ma vi dimenticate che pure io sono del nord e Noi siamo già su Ygdrasil vedete…- Lily prese a disegnare sulla sabbia si fermò quando ebbe finito l'immagine di un albero -Dunque questo è Ygdrasil l'albero del mondo, noi ci troviamo qui, su Midgard- indicò il centro del tronco segnandolo con una "M" -aspetta siamo dentro un albero? Non me ne sono mai resa conto?- chiese eccitata Elly -perchè qui- indicò poco più sopra della "M" e segnò una A -qui si trova Asgard la dimora degli dei e più importante si trova Heimdallr, sorveglia i regni per mantenere l'ordine- -gran bel lavoro ha fatto- ringhiò Xavier picchiando il pugno al suolo. -lo so, i suoi sensi sono ottimi ma non infallibili- -va bene, quindi per arrivare all'albero serve ingannare il guardiano ho capito ima come?- si intromise Damos -una partita a scacchi?- domandò Elly -è un'idea- rise Raul -non lo so non è così facile ingannare un dio - protestò Lily -ma forse…- si passò le dita attorno al collo quindi mostrò agli altri una piccola collana d'argento a forma di teschio -ho paura di usarlo dopo quello che è successo a Alex- rispose -cosa intendi?- incalzò Amir -vedi quando ci hai mandato a cercare le porte degli inferi, Alex trovò il un' anello su di un sasso mentre a me apparve Ade - che cosa?!- domandò Nathan -ci hai tenuto nascosta questa cosa perché?- rincarò, la ragazza lo guardò con odio -ti spiego dopo- -Ade ti ha dato un sigillo, perché? insomma di solito un dio che affida il suo sigillo ha un legame con la persona- gli interruppe Damos –credimi, ho avuto modo di conoscerlo- si mise sulla difensiva -mh… dici di usare quell'amuleto? Non mi convince, faremmo il loro gioco- commentò Elly -che alternative abbiamo?- chiese Daniel -parlare a Heimdallr1 -non ci crederebbe mai senza prove- commentò il contadino. Era da un bel pò ddi tempo che Xavier era in silenzio osservando le onde che si infrangevano sulla scogliera di Delfi -qualcosa non va?- chiese Daniel preoccupato, il fabbro alzò lo sguardo sul ragazzo -stavo solo pensando… Ygdrasil non fa parte di questo mondo per cui non potremo usare il passaggio dei sigilli, chi di noi andrà a nord lo farà con mezzi comuni, una nave o qualcosa del genere- spiegò Xavier. Il gruppo si guardò atterrito -e noi dove la troviamo una barca?- chiese Lily stizzita -forse potrei… crearne una con l'acqua e poi la rivestiremo di ghiaccio perenne, sempre se Xavie è d'accordo- rispose Raul -buona idea cominciamo dunque- i due si diressero alla spiaggia, il mare si infrangeva sugli scogli agitato, senza perdere tempo Raul stese il braccio verso il mare, subito questo cominciò a gorgogliare e schiumare -ce la fai?- chiese Il giovane fabbro all'amico notando la sua espressione dolorante ed il sudore che gli bagnava la fronte, l'altro non rispose tanto era concentrato, ci volle una mezz'ora perché la prua della nave sorgesse dalle acque, una polena a forma di drago con le fauci spalancate minuziosamente dettagliata, quando la vide scoppiò a ridere -servano proprio i dettagli? Raul ti lasceresti prosciugare dal sigillo pur di avere una nave perfetta!- Raul si voltò verso di lui e sorrise -hey io non viaggio in una misera barchetta- quando un ora e mezza dopo la nave fu completata, si poteva vedere quale perizia aveva usato Raul nel crearla, era una mescolanza dei metodi di costruzione nordico, greco ed egizio, la prua oltre ad avere la polena aveva uno scafo allargato per vincere meglio le correnti, la chiglia e la poppa erano di stile egizio, la chiglia era sottile adatta anche per la navigazione fluviale e la poppa era a mezza luna come le abituali navi egizie, dalla carpenteria greca Raul prese le dimensioni, e il sistema del trireme, infatti l'imbarcazione era lunga due metri e ad ogni lato della nave vi erano tre fila di remi. -Una nave grandiosa, peccato che non prenderà mai il mare- ammise Xavier - e perché no?- rispose stizzito il creatore della barca? semplice pe quello- rispose )puntando il dito al centro della nave dove l'albero maestro svettava privo di vela - Raul salì sulla barca fino al piano rialzato che dava sula barra del timone per esaminare meglio il problema -ah ma quello è intenzionale una vela di ghiaccio non può raccogliere il vento e non si potrebbe issare ed ammainare- spiegò Xavier imprecò -siamo ancora senza una soluzione dunque- Raul rise -non proprio basterebbe che so una tela in fibra vegetale che un mio amico contadino dovrebbe riuscire a tessere senza grandi problemi- rise Raul placido, imitato dall'amico. Qualche ora più tardi una vela in lino era già stata issata. -Molto bene davvero, ma ora... chi di noi andrà a nord e chi tornerà in Egitto?- chiese Nathan al gruppo che si era radunato sulla spiaggia -io e Raul dobbiamo obbligatoriamente andare a nord… per cui anche Daniel viene con noi- rispose Xavier fissando la nave completamente cristallizzata ed innevata per evitare scivolamenti -… ma maestro io sono pronto posso affrontare…- tentò il giovane allievo -no, non puoi non sei stato addestrato e se ti succedesse qualcosa non potrei aiutarti per cui vieni con me e durante il viaggio ti addestrerò- molto bene, ho una mezza idea ma spero vivamente di sbagliarmi su cosa sia questo libro della vita e dei morti- annunciò Amir prendendo la parola -…andrò in Egitto, per quanto riguarda Damos, credo sia chiaro a tutti che non è più un allievo… ma nemmeno un maestro- sorrise Amir mentre il contadino rimase a schioccato da quelle parole -concordo, Damos non è più uno allievo, e come maestro è eccezionale se ci si vuole trovare con emicranie e un irresponsabile a occuparsi di qualcuno- rise Elly - quanta stima- rispose il ragazzo falsamente indignato -oh, andiamo tu sei bravo in molte cose ma nonl nel valutare il pericolo- -…senza contare il fatto che non vuoi uccidere nessuno e hai salvato il capitano dei nostri nemici- aggiunse Lily -e va bene, va bene dovete ricordarmi tutti gli errori che ho fatto?- Rispose irritato - bhe sei morto e ti siamo venuti a prendere nell'Ade, senza contare il fatto che hai dormito mentre una tua parente andava pericolosamente vicino all'ammazzarci tutti eeee…- elencò Elly -MOLTO BENE GRAZIE ho capito- -hey, tu hai chiesto tu di elencare i tuoi errori e io l'ho fatto, se poi tu non accetti qualche critica non è colpa mia; penso che tornerò in Egitto- rise -allora io andrò a nord!- esclamò il contadino esasperato -però vorrei che portassi con te Orthos, sembra si sia affezionato a te- propose il cane bicefalo fino a quel momento non aveva prestato attenzione, una testa abbaiò entusiasta, l'altra uggiolò triste Damos si alzò per accarezzare il cane -andiamo non è un addio- lo incoraggiò, questi gli leccò affettuosamente la mano e si sdraiò vicino a Amir e Elly -soltanto una cosa, sii prudente non potrò aiutarti se decidi di morire di nuovo- lo ammoni il maestro, nei suoi occhi c'era un'espressione dura che non ammetteva repliche -starò attento prometto- rispose fermo il ragazzo -preferirei andare in Egitto, non ci tengo a viaggiare su quella "cosa"- annunciò Lily -molto bene abbiamo i gruppi -voglio massima attenzione da tutti, specialmente da te Damos- ordinò Nathan -e ti pareva- brontolò -e… Damos, proteggi Daniel, è il più giovane di noi e non agire mai da solo- aggiunse Amir. Il gruppo diretto in Egitto utilizzò i sigilli per un passaggio al deserto di Luxor tranne Orthos che latrò così forte che squarciò la terra aprendo un passaggio per il Tartaro -ehy il tuo cucciolo ha aperto un passaggio per l'Ade- esclamò Xavier meravigliato -oh, non per l'Ade ma per il Tartaro sai lui rimane pur sempre un mostro e quindi proviene da lì è il modo che usano i mostri per spostarsi velocemente- rispose con naturalezza il figlio di Urano -sembra che tu abbia già visto questa cosa- -certo, lo faceva spesso quando gli lanciavo i bastonaci, o meglio rami d'ulivo da riportare-sorrise pensando ai tempi andati -ehm, si tutte belle cose ma dovremmo partire anche noi-ricordò Raul. Nemmeno dieci minuti dopo la nave veleggiava nel mare per quello che si preannunciava un viaggio infinito il mare era piatto e cristallino, non un' alito di vento aiutava la navigazione così Damos se e stava appoggiato alla paratia di poppa osservando pigramente il mare che non sembrava finire mai, pensando a quello che Elly gli aveva ingenuamente fatto notare… non ci aveva mai pensato seriamente ma era vero, era tutto vero per colpa sua la compagnia aveva rischiato la vita più volte e forse era per questo che le aveva risposto tanto acidamente –hey Damos, qualcosa non va? il contadino si girò e si trovò difronte a Daniel -no, niente- rispose secco -lo sai, non mi sembra di appartenere davvero a questa "famiglia"… Xavier non ci fa caso ma io non mi sento un guerriero- ammise -lo hai mai detto apertamente?- chiese Damos un po’ spiazzato che quel ragazzo così giovane si sentisse come lui -bhe no, ho paura di come potrebbe reagire- sospirò -capisco, è così anche per me… sono solamente un contadino a cui gli dei hanno giocato un tiro mancino e adesso sto lasciando la mia terra… forse per sempre, l' importante è sopravvivere per tornare alla vecchia vita- Daniel non rispose -capisco ma tu sei figlio di Urano devi aver già vissuto la guerra, per me il fatto è nuovo un cacciatore uccide per sfamarsi ma qui si tratta di uccidere persone per vivere non è molto diverso dalla caccia come fai a non capirlo?- -sicuramente sono già stato in guerra ma non me ne ricordo forse ero un'altra persona perché non riesco a uccidere, credo che il gruppo mi reputi un debole, io combatto per sopravvivere, dimmi tu riusciresti a uccidere qualcuno a sangue freddo?- chiese tra i due calò un profondo silenzio disturbato solo dal rumore della nave che frangeva il mare -si, credo di si sapendo che se io lo risparmio lui non sarà altrettanto magnanimo nei miei confronti, sopravvive il più forte in questo mondo mi sorprende il fatto che tu sia vissuto tanto senza saperlo- rispose il giovane cacciatore quindi se ne andò -ben fatto Damos ora pure il ragazzino pensa che tu sia un debole- si disse amaramente. Giunta la sera al posto di andare a riposare in branda rimase da solo sul ponte ad osservare il cielo stellato disteso sul mantello di neve fu costretto a rialzarsi quando sentì le voci di Xavier e del suo apprendista che salivano le scale che conducevano alle cabine -su su , il combattimento non aspetterà certo che tu sia sveglio- la risposta fu un sonoro sbadiglio, quando i due arrivarono sul ponte si misero uno di fronte all'altro -Oh Damos ancora sveglio?- lo salutò Xavier -si, la note mi rinvigorisce e poi vedere il cielo stellato mi rilassa, tu piuttosto attento alla nave sai ghiaccio e lava non sembrano andare d'accordo- il fabbro alzò le spalle -vedrò cosa posso fare per non affondarci- rise quindi accese una lanterna per vederci meglio dopo aver spiegato la teoria e su come nascono i sigilli al ragazzo, il maestro richiamò un globo infuocato e lo scagliò contro il suo allievo - voglio che tu trovi un modo per estinguerlo prima che ti tocchi anche perché ti carbonizzerebbe -ma…- riuscì a dire il ragazzo impaurito -devi pensare in fretta, un nemico non ti darà la possibilità di riflettere quindi pensa in fretta se ci tieni alla vita- lo redarguì il mentore Damos rise divertito -e poi sarei io quello non adatto ad insegnare… eppure mi sembra piuttosto estremo come addestramento- vuoi stare zitto lo distrai- lo rimproverò freddamente il fabbro, che non aveva ancora finito di parlare che un dardo d'argento si conficcò sull'albero maestro -molto bene, vediamo fino a dove ti puoi spingere con il tuo sigillo -devi superare i tuoi limiti ciò che limita la tua forza sei tu e il tuo fisico- -ma maestro Damos in battaglia non sembra tenere conto dei suoi limiti… e hai detto che se non presto attenzione rischio di morire e lui?- Xavier fissò il punto in cui fino ad un attimo prima c'era l'amico ora non c'era nessuno -Che strano tipo quello- mormorò. Il contadino rimase per il resto della serata seduto nella coffa -grazie padre mi hai reso un fenomeno da baraccone- mormorò a bassa voce mentre i due continuavano ad allenarsi fino all'alba -giorno!- esclamò Xavier dalle sarte -eh?!- rispose Damos sbadigliando sonoramente -e così ti sei rifugiato qui ieri notte, devi scusarlo è curioso non c'è male nella curiosità- incalzò -no, ma un ragazzino di dodici anni che confessa che non c'è differenza tra selvaggina ed un uomo- rispose pacato -cerca di capire ha avuto un infanzia difficile- Xavier sospirò -perchè sei sparito ieri? Non credo fosse per i miei modi di addestramento Amir ti ha abituato a molto peggio- Damos - si alzò in piedi -ho fame è stata una notte fresca piacevole tutto sommato- quindi saltò giù dal posto di vedetta atterrando sul ponte con le gambe leggermente piegate -Damos, qual è il problema?- gli urlò l'amico dall'alto -mh… problema? con le scarse piogge e il freddo pungente quest'estate ci sarà poco grano- rispose sarcastico -ora basta che hai? ti comporti in modo insolito- lo rimproverò Xavier imitando la sua discesa e parandosi davanti a lui -sono stanco la gente conta su di me, ma mi vede come un debole o un fenomeno da baraccone, il mezzo titano figlio di Urano che sbaglia in continuazione- chiarì il contadino in preda alla rabbia - ah è così…- rispose il giovane fabbro tirando un potente montante al contadino -se continui a vivere nel passato sarai sempre un debole…- quindi infierì nuovamente sull'amico che sgorgava sangue da una tempia dopo aver battuto la testa sull'albero -che fine ha fatto il Damos che non si arrese difronte all'Ade eh? Sei davvero debole perché ti sei arreso?- il contadino si rimise in piedi -ovunque mi volto trovo solo persone che sbandierano ai quattro venti le mie debolezze, pensi sia facile rimanere impassibile?… no tu non lo sai- rispose acido -e tu dimostra che si sbagliano, avevi detto che non ti saresti più arreso, dimostralo!- lo spronò tirandogli un nuovo gancio in pieno volto che il contadino schivò -cosa vuoi che faccia?- -battiti con Daniel dimostragli di non essere debole, avere un cuore non è debolezza, ma forza- Xavier scese sottocoperta lasciando Damos a ripulirsi le ferite. Quella notte Damos aspettò sulla coffa il suo avversario che arrivò due ore dopo la mezza notte -e così dovrò battermi contro di te?- rise il giovane apprendista -hai scelto di soffrire sfidandomi di notte- continuò quindi assunse la posizione di combattimento -forse, o forse no Xavier non ti ha insegnato l'umiltà però- rispose Damos tranquillamente Xavier arrivò in quel momento e si sedette sulla paratia di tribordo. Il primo attaccò fu di Daniel che scagliò una freccia che avrebbe senz'altro trafitto la testa dell'avversario se Damos non l'avesse schivata -hey Xavier Raul è dall'inizio del viaggio che non si vede- notò -dice che ha bisogno di concentrazione per mantenere la nave unita- rispose -ah ecco perché i remi remano da soli e il timone decide la rotta da se- rise Damos -Ehy non ignorarmi- si infuriò il ragazzino, il contadino sorrise sotto i baffi mentre il suo avversario lo tempestava di frecce, ma nemmeno una fece centro -con il tuo permesso, la finiamo qui- sospirò il mezzo titano ma con sua infausta sorpresa scoprì di non riuscire a muovere un muscolo -ma che…?!- esclamò il giovane -ti piacciono sono frecce immobilizzanti hanno dei fili di metallo semi invisibili molto resistenti- spiegò il il piccolo cacciatore quindi l'arco che stringeva in pugno si liquefece e assunse le sembianze di un coltello da caccia, quindi scattò contro il nemico inerme - io fossi in te non di più- lo avvertì Damos -cosa? e perché no? sei completamente immobilizzato che cosa mai potresti farmi?- rise Daniel divertito -bhe io niente…ma vedi, ho avuto tutta la notte per preparare il campo di battaglia, e nascondere una piccola sorpresa- spiegò Damos pacatamente -stai bluffando!- decise Daniel che mosse un passo verso il nemico, una foresta di rovi crebbe istantaneamente -e va bene hai scelto di non fidarti ma ora ne va della tua vita, quei rovi sono avvelenati rischi la vita, non lo fare!- lo implorò Daniel scoppiò in una risata -sai Damos, mi costringi a farlo… hai mai sentito dire che cacciatore e preda sono legate?- quindi scagliò il pugnale che oltrepassò la foresta di rovi, conficcandosi nella spalla di Damos che urlò per il dolore, Il cacciatore quindi ne creò uno nuovo dal sigillo e passò la lama sul braccio aprendo una ferita superficiale ma piuttosto estesa, la stessa ferita si aprì sul braccio dell'avversario il ragazzo urlò per il dolore -per gli dei Daniel che mi hai fatto?- sibilò - te l'ho già detto, una volta che definisco una preda questo coltello è implacabile- ridacchio -capisco, un potere niente male ma… la prossima volta ferisciti il braccio sinistro se combatti con me- sospirò mostrando il braccio rigido al suo fianco attraversato dal taglio che si sovrapponeva alla cicatrice a mezza luna che gli aveva lasciato Ahmed -vedi, non avendo più l'anima del braccio non provo dolore anche se come ora sta sanguinando, ma non importa per questa sera può bastare- Damos fece per andarsene ma non appena ebbe voltato le spalle al nemico questi tentò di attaccarlo alle spalle lanciandogli il coltello -non è stata una mossa scaltra, come ti ho detto avevo preparato in anticipo il terreno di battaglia e tu che ti definisci un cacciatore non hai mai prestato attenzione a ciò per esempio…- un immenso leone del colore del cielo e luminoso quanto una stella scaraventò a terra Daniel che ora si trovava schiacciato sotto la zampa del felino che gli esibiva le zanne cerulee. La fiera rimase ad aspettare un istruzione dal contadino che ora era tornato a guardare il ragazzo che respirava appena atterrito -fammi pensare, quanto sarebbe facile ucciderti ora?- sorrise il figlio di Urano -ti prego non farlo- bisbigliò il ragazzo tentando di risollevarsi -sai, preda e cacciatore non saranno mai uniti perché non provano alcun sentimento in comune… Xavier è tutto tuo- detto questo il ragazzo scese sottocoperta, anche la costellazione svanì. Damos si sdraiò nella sua branda, ma non riuscì a chiudere occhio, la sua mente non gli permetteva di addormentarsi continuando a tornare sulle parole di suo padre -i sentimenti ti rendono debole- e sul suo passato, benché avesse conosciuto la sua famiglia era avvolto ancora da una fitta nebbia. Rimase sveglio per tutta la notte a pensare a com'era la sua vita e se le parole del vecchio titano fossero effettivamente vere -forse ha ragione senza emozioni potrei davvero porre fine a questa storia… del resto non posso continuare a combattere così… ma non voglio diventare come Clio- i suoi pensieri furono interrotti da uno spaventoso boato quindi che lo fece sussultare quindi senza perdere tempo salì sul ponte e lo spettacolo che lo investì era terribilmente disastroso: la pioggia cadeva talmente fitta che era quasi possibile vederci attraverso fulmini azzurri saettavano nel cielo nero mentre i tuoni rimbombavano in lontananza quasi fossero urli di guerra, le onde si abbattevano ferocemente contro il ghiaccio della nave, che in alcune parti era stato distrutto, ma la cosa peggiore era il colossale vortice d'acqua che torreggiava dinanzi alla nave che veniva attirata a folle velocità verso il mulinello -per gli dei- mormorò terrorizzato il contadino che faticava non poco a reggersi in piedi con quelli scossoni -RAUL, FA QUALCOSA!!!- urlò più forte che potè per farsi sentire sopra la tempesta -SONO GIÀ QUI- rispose Raul dalla barra del timone tentando di governare la barca -riesci a placarla con l'amuleto?- Raul scosse la testa ci sto provando da quando è iniziata ma l'acqua sembra non voler sentite ragioni, non mi obbedisce- -cos…- tentò di urlare Damos ma un' onda d'acqua lo travolse allagando il ponte -fantastico non so nuotare- rise amaramente tentando di tenere la testa fuori dall'acqua e sputacchiando l'acqua salata -ma dove sono Xavier e Daniel?- domandò non vedendoli -Xavier si sta occupando del ragazzino a quanto pare non è compatibile con il suo sigillo ha una ferita sul braccio che non si cicatrizza e le mani completamente ustionate, Damos devi ammainare la vela almeno perderemo velocità- ordinò il giovane capitano -e per quel vortice?! Se entriamo lì è finita non solo per la nave- rispose l'altro -lo so, ma non mi viene in mente altro-. Il contadino quindi si fece strada con moltissima fatica fino all'albero, e cominciò ad arrampicarsi lungo il sartiame per legare la vela, dovette ricominciare più volte la scalata per via dei continui sobbalzi che gli fecero perdere la presa, il figlio di Urano aveva appena finito di legare saldamente la vela che subito un'onda due volte più alta della stessa nave si infranse su di essa minacciando per rovesciarla, cosa che non avvenne solo grazie all'abilità del navigatore, ma l'albero scricchiolò quindi cadde di lato, con Damos saldamente appeso al ghiaccio liscio sospeso sul mare in burrasca -ehm, Raul… un' Aiutino?- esclamo allarmato mentre le dita cominciavano a cedere -ci sto provando!- esclamò esausto -una tempesta a cui nemmeno Poseidone può comandare…- pensò in quel momento Damos ancora pericolosamente in bilico -Oceano lasciaci passare- tentò -Fuochino- rispose una voce simile al rumore delle onde che si infrangono sulla spiaggia, mentre una figura colossale si alzava dal mare era completamente trasparente come acqua pura e aveva i capelli lunghi, una coda da pesce al posto delle gambe e una corona in testa, la sua sua pelle se pur trasparente sembrava fatta a squame, era giovane anche se il suo viso mostrava qualche ruga e una barba cresceva curata come un cespuglio di alghe marine. -Che c'è non vieni a salutare lo zio Ponto2?- rise -ehm ciao zio Ponto preferirei evitare di vederti più da vicino sai sono un contadino non ho mai imparato a nuotare- rispose affaticato Damos che tentava in tutti i modi di non perdere la presa -Damos non mi importa se è un tuo parente ma quel vortice…- urlò Raul che tentava inutilmente di virare -lo so dammi un minuto sto pensando a una costellazione che possa aiutarci- Ponto esplose in una risata simile ad una cascata -Andiamo secondo te vi lascerò scappare senza avervi nemmeno offerto una morte lenta?- -mh si? zietto?- tentò Damos -potrei ma il Tartaro non fa per me circola brutta gente per cui mi sono alleato a Crono per dominare questo mondo- spiegò in quell'istante una creatura simile ad un drago nella metà superiore del corpo e con una coda da pesce nella parte inferiore alto quanto la nave e grosso il doppio emerse dal mare -è tappezzato di stelle quindi lo hai chiamato tu Damos?- si avvertì il suono di qualcosa che affondava in mare -ehm amico cos'è stato?- chiese Raul preoccupato -niente solo che Ceto è l'ultima costellazione che potrò evocare per un po’- ridacchiò Damos che ora si reggeva molto precariamente -d'accordo ma lo riesci a controllare quel mostro?- urlò -Raul amico mio non fare domande la cui risposta potrebbe deluderti-. Raul imprecò, per fortuna la costellazione non badò molto alla trireme ma si concentrò su di Ponto che dovette lasciar perdere il suo bersaglio per concentrarsi sul mostro marino. La nave si stava allontanando e i combattenti non si distinguevano più dietro di loro, quando un fulmine diede il colpo di grazia all'albero facendo precipitare il giovane mezzo titano negli abissi -Aiuto mezo-titano in mare!!!!- riuscì a urlare prima di affondare come un piombino, quando riuscì a tornare con la testa fuori dall'acqua annaspando ferocemente fino a quando non riuscì a raggiungere un pezzo dell'albero. La trireme era scomparsa -fantastico, Amir mi ucciderà- rise ironico mentre i cavalloni lo trascinavano di qua e di la senza meta precisa.

    Glossario:

    1Heimdallr: è il dio che sorveglia il Bifrost, il ponte dell'arcobaleno che collega i mondi riesce a vedere ogni mondo allo stesso tempo, se un pericolo minaccia asgard suona il suo corno che può essere udito in qualunque parte del mondo. oltre ad essere destinato ad uccidere loki nel ragnarok ha anche il compito di suonare il corno per radunare tutti i soldati per la battaglia finale.
    2 Ponto: Figlio di Gea e fratello maggiore di Urano essendo stato concepito senza il suo intervento era il titano che dominava le acque prima che Oceano ne ottenesse il dominio e quindi alla caduta dei titani passasse a Poseidone.
     
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    Aww ma è stupenda questa fan fiction *^*
    Complimenti phoenix, si è piazzata subito al primo posto nella mia classifica di gradimento fan fiction v.v
    Che tra l'altro grazie a questa ff ora Anubi, che mi è sempre stato sullo stomaco, inizia a starmi simpatico, quindi phoenix fa anche miracoli :asd:
    Che dire, il risvolto che ha preso la storia inizia a piacermi davvero molto! :3
    Mi piace anche la storia di Damos, quel pg ha tante cose ancora da rivelarci... chi era in passato? °°
    E con questa incalzante domanda io ti lascio aspettando che tu sforni subito il 19° capitolo :siz:
    Complimenti per la ff :D
     
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    ciao a tutti eccoci dunque al 19° capitolo chiedo scusa per la lunghezza è davvero più lungo di quello che mi aspettavo tanto che ho dovuto troncarlo prima di quanto avessi programmato di fare bhe spero che vi piaccia comunque buona lettura :)

    Capitolo XIX: Conigli e scorpioni

    -Spiegami che vi siete detti tu e Set in Grecia- bisbigliò Nathan a Lily che camminava a fianco a lui in coda al gruppo, tentando di star dietro ad Amir e Elly che si muovevano con la stessa agilità delle capre di montagna fra le sabbie del deserto -uff ma tu i fatti tuoi non teli fai mai?- sbuffò -senti non mi importa se ti ficchi nei guai ma quando il dio del caos viene e pretende di parlare con te mi interessa capito?- rispose di rimando l'altra sghignazzò -anche se te lo dicessi non ci crederesti- -bhe tu provaci credo di aver avuto abbastanza cose incredibili nella mia vita- sorrise incoraggiante, Lily lo fissò senza parole quindi sbuffò -sei proprio ostinato… la verità è che Set è…-la ragazza fece un respiro profondo, quindi continuò -mio padre e mi ha chiesto di allearmi con lui per dominare il mondo, ma non farò due volte lo stesso errore- completò con un filo di malinconia - Nathan si prese un minuto di silenzio -Set è tuo padre? credimi anche Amir non è proprio il figlio di pescatori che sembra… anche se mi sembra strano tu vieni dal nord com’ è possibile questo? mia madre era una mercante di Midgard in uno dei suoi viaggi arrivò qui e credo che abbia conosciuto Set, per poi ripartire- ipotizzò Lily -è per questo che hai cambiato idea e sei venuta in Egitto vuoi incontrare Alex e eliminare Set- esclamò a bassa voce -perspicace- ironizzò la figlia del dio del deserto lasciando indietro l'amico. -Adesso puoi dirci cosa stiamo cercando?- incalzò Lily mentre arrancava su una duna, Amir non rispose ma continuò a camminare sotto il sole cocente imperterrito -Lily ha ragione, ti abbiamo dato tetta ma non ne abbiamo ricavato nulla, vuoi dirci il tuo piano?- aggiunse Elly per nulla accaldata Amir si fermò quindi studiò i compagni -stiamo andando al tribunale dei morti, alla corte di Osiride- Nathan quindi scoppiò in una fragorosa risata -sai Amir, non muoio dalla voglia di incontrarlo, e anche se fosse non vedo come…- il figlio di Anubi trasse un respiro profondo -noi fino a prova contraria siamo vivi, non possiamo accedere al palazzo del signore dei morti per la porta principale, avete mai sentito parlare della Piramide di ossidiana?- rispose Amir chiudendo gli occhi per prepararsi alle reazioni dei compagni - Si, ma è solo una favola per bambini- risero Elly e Nathan -si, ehm divertente hanno di sicuro ragione- rise nervosamente Lily -sapete sono cresciuta con mia madre al nord nelle terre ghiacciate- Amir si sedette sulla sabbia - la piramide d'ossidiana è… un ponte, non si è ne nella duat ne nel regno umano, o Midgard come lo conosci tu -finì di spiegare -ho capito e dove ci troveremo?- chiese la ragazza -nel caos il regno dei demoni, a meno che tu non percorra la giusta via e allora ci ritroveremo alla corte di Osiride- completò -riassumendo meglio non perdersi- rise Lily -esatto, solo che Amir si è dimenticato di dirti una cosa: quella piramide non esiste- sbottò Nathan -è vero è una favola per spaventare i bambini- protestò Elly -già come lo sono le manticore, è solo che è difficile da trovare… se non si sa dove cercarla- rise il ragazzo -oh andiamo non esiste qualcuno l'avrebbe vista no? insistette Elly esasperata -la piramide esiste io ci sono già stato ribatté Amir rialzandosi e riprendendo il cammino fermandosi dopo diverse ore davanti al nulla, un mare di sabbia dorata si estendeva per chilometri ma non vi erano segni di civiltà tanto meno piramidi- ci siamo, la piramide si trova poco più avanti di questa oasi -oasi?!-esclamò Lily adirata -beato te e i tuoi miraggi ma io vedo solo un dannato mucchio di sabbia, a pensarci meglio forse avrei dovuto seguire quel contadino e tornare a casa, se non altro è sempre meglio di morire di caldo o di sete in questo deserto- protestò la figlia di Set. Amir non rispose ma rimase in attesa per un paio di minuti -quindi voi non vedete l'oasi che avete dinanzi?- Nathan rise amaro -senti amico lo scherzo è bello finche dura poco, per cui piantala o ti faccio smettete io di scherzare- ruggì afferrando per il collo l'amico -aspetta Nathan, forse è come dice lui siamo davvero in un oasi ma non la vediamo - ah si, e perché non la vediamo?- Lily stava fissando un punto fermo in mezzo alla sabbia –mh, sembra che quella sabbia si muova -è probabile che sia la tana di una vipera del deserto- rispose Nathan andando poco più avanti, la sabbia sembrava più instabile lì non appena il ragazzo vi mise piede sprofondò sotto la sabbia che sotto i suoi piedi era melmosa -magnifico, sabbie mobili- commentò il ragazzo continuando a sprofondare nella rena -è una fortuna che sia nato qui in Egitto so come comportarmi in queste circost…- Nathan lasciò cadere la frase a metà per quanto cercasse di muoversi lentamente non riusciva a uscirne come se stesse nuotando in un mare di gelatina -va bene adesso basta Nath volevo berla quell'acqua ma sei letteralmente entrato dentro il bacino- rise Amir - pensi che stia scherzando? mi raccomando non aiutatemi sto solo sprofondando nella sabbia, perché dovreste aiutarmi?- urlò ironico -mh… potrebbe essere divertente vederlo affogare, tuttavia credo sia meglio aiutarlo- disse in tono seccato Lily avvicinandosi al busto dell'amico -no, non è una buona idea, è evidente che siamo caduti in una illusione, anche se per Nathan potrebbe essere fatale- la fermò Elly -molto bene e sentiamo un po’ il tuo piano- rispose Nathan acidamente -semplice Nathan lo sai pure tu chi è il colpevole no?- rispose secca -giusto! lui perché non c'ho pensato subito?!… vi dispiace spiegarvi non sono esattamente l'allieva del tempio modella- sbottò Lily spazientita -dobbiamo trovare uno scorpione- finì in tono pratico -uno scorpione? nel deserto? Un impresa impossibile mi dicono- rise la ragazza sarcastica -aspettate credete forse che Serket1 ci ostacolerebbe è una dea benefica, protegge dal veleno- rispose Amir scoccato Nathan e Elly risero gelidi -già molto positiva, è anche la dea della magia e sicuramente non è positiva la sua presenza- rispose Elly amaramente incupendosi -è qualcosa che potrei sapere anch'io? si intromise Lily per ricordare che era presente -ci sono parecchie cose che dovresti sapere soprattutto riguardo all'attuale faraone, ma ho cose più importanti, per esempio rimanere in vita o non sprofondare in sabbie mobili illusorie per dirne un'altra-rispose Nathan in tono urgente di cui solo la testa ormai emergeva dalla sabia -ehy questo può essere il nostro insetto?- urlò Lily che correva verso di loro con un grosso scorpione nero con delle scaglie dorate sulla cima del carapace formando una specie di corona, Elly abbassò lo sguardo nauseata -lo so cosa provi e non ti biasimo- la confortò Nathan -odio gli scorpioni protestò quindi con un grandissimo sforzo di volontà si decise a guardare lo scorpione che si dimenava per liberarsi dalla ferrea presa della amica -però vivacetto l'amico-rise cercando di stringerlo senza fargli troppo male. Elly ci mise un po’ a rispondere ma avrebbe riconosciuto quello scorpione tra mille -si è lei-. Lo scorpione smise di agitarsi, ora che Elly aveva riconosciuto in lui qualcosa di speciale sembrava perfettamente a suo agio e cominciò ad emettere una serie di lunghi stridii, molto simili a risate -va bene mi sono stufata di questo insetto- decretò Elly che ora stringeva saldamente l'elsa della sua spada -guarda chi è tornata la piccola principessina d'Egitto tornata in patria scapperai di nuovo?- stridette lo scorpione il cui esoscheletro nero lucidissimo cominciò a gonfiarsi, sembrava che sotto di esso brulicassero migliaia di piccoli scorpioni facendo sembrare la corazza piena di bozze purulente, con un ultima stridula risata l'artropode scoppiò letteralmente in un mare nero di suoi simili che assunse rapidissimo una forma umana. Quando gli insetti color pece furono scomparsi una donna comparve poco distante da Lily vestita con un lungo abito nero molto leggero come i suoi lunghi capelli, la carnagione bruna come una comune donna egiziana sembrava emanare luce, ma i suoi occhi castani erano duri come l'acciaio, sulla testa portava una corona d'oro con un disco solare sormontato da uno scorpione. L'espressione della donna era troppo dolce fino a risultare falsa -i miei omaggi maestà- si inchinò la donna fin troppo profondamente, la mascella di Elly si serrò ermeticamente la mano libera si serrò facendo scricchiolare le ossa, i suoi occhi davano un' idea di determinazione mista a paura e voglia di vendetta, anche se una lacrima scese sulla sua guancia -mantieni la calma- le bisbigliò Nathan -Nathan lo sai che cosa mi… ha fatto- rispose piano respirando a fatica mentre il suo cuore batteva a mille -aspettate qualcuno vuole spiegarmi cosa succede di grazia?- esclamò Amir il cui sguardo si spostava da Elly a Serket ad una velocità esorbitante -non ora Amir- concluse Nathan -e io che pensavo di essere la sola ad avere un trascorso interessante- rise Lily evocando li suo maglio -dunque anche la figlia di Set è della partita… mh sbaglio o tu sei Ahmed il figlio di Anubi?- domandò divertita la dea, il ragazzo rimase di stucco non riuscendo a concepire quell' informazione: Anubi era suo padre, si riusciva a percepire quando una persona moriva…ma il figlio del dio dei morti? no, era troppo era troppo, quella dea si stava prendendo gioco di lui, -e se invece dice la verità?- si chiese Amir fece un respiro profondo -sono Amir il fratello di Ahmed e non ti conviene mentirmi- ringhiò -ecco intendevo quando ti ho detto che non è il classico figlio di pescatori- ammise Nathan -COSA TU LO SAPEVI?!- urlò tirando un montante all'amico -si, me lo disse Rashja tempo fa non sapevo come facesse a saperlo, ma ora l'ho capito Ahmed deve avele detto di tuo padre- Nathan cercò di calmarlo rialzandosi lentamente -giusto e non ti è mai passato per la testa di dirmelo?- lo colpì nuovamente -pensavo lo sapessi già- rispose -ehm ragazzi se avete finito di picchiarvi possiamo uccidere quel viscido insetto?- gli interruppe Elly che a stento riusciva a trattenere le sue emozioni -Elly ha ragione, comincio a non sopportarla più quella donna- disse in fine Lily preparandosi all'attacco -DONNA?!- urlò la dea fuori dalla collera -IO SONO UNA DEA!!!- ringhiò, il suo volto prima dolce ora era diventato una sorta di maschera deformata dalla rabbia -hai detto di avere un fratello Amir?… chissà che effetto ti farebbe se te lo portassi via- rise freddamente, risata che fu subito sormontata da quella di Nathan -non sarebbe una cattiva idea, solo non per sminuirti insetto ma non arriveresti nemmeno a vederlo-, senza alcun preavviso uno sciacallo nacque dall'ombra proiettata da Serket e le azzannò la caviglia -tu non lo vedrai mio fratello perché ti seppelliremo in questo deserto, non so perché tu ci ostacoli ma insieme abbiamo steso un titano- l'avvertì Amir adamantino, la dea scorpione rise di gusto -pensate forse che Ra sia la risposta a tutto, quanti si ricordano chi sono? la dea della magia e del veleno, voi stupidi mortali vi ricordate di me quando è già troppo tardi… ma Apophis si muove, il mio è solo un dolce nettare in confronto al suo veleno, Set è quasi rinato, arrendetevi ormai questo mondo è all'epilogo- detto questo la divinità scomparve in un nugolo di scorpioni -Te ne vai così codarda?- urlò verso il cielo Elly che non aveva ancora finito di parlare che la sabbia tremò sotto i loro piedi e una creatura sorse dalla terra dorata era un'uomo dalla possente corporatura i capelli corvini legati in una coda di cavallo, ma la metà inferiore del suo corpo era quella di uno scorpione con sei lunghe zampe nere e una coda che terminava con un aculeo intriso di veleno -ecco la punizione di chi non mi prende seriamente lui è Rakim uno stolto ladruncolo che non credeva nella mia ira e ha pensato bene di profanare un mio tempio- annunciò la voce fuori campo di Serket. Elly deglutì sonoramente -odio gli scorpioni- la sua voce tremava ed era più acuta del solito.

    Da qualche parte nel Mediterraneo

    Dopo un tempo che Damos non riuscì a calcolare la tempesta si sedò ma di terra non vi era alcuna traccia, era rimasto per così tanto tempo aggrappato a quel pezzo di ghiaccio che le braccia erano ormai insensibili, la stanchezza sopraggiunse ben presto e un sonno senza sogni avvolse il contadino alla deriva, dormì fino al tardo pomeriggio quando il cielo si vestì di rosa e porpora, fu svegliato da il gracchiare di gabbiani che volteggiavano sopra la sua testa -sciò uccellacci sono esausto non ho voglia di sentire le vostre grida- bofonchiò Damos con un filo di voce quindi la sua mente guizzò come un anguilla -gabbiani uguale terraferma, terra ferma uguale cibo- pensò quindi attese pazientemente la comparsa di terra, cosa che accadde dopo una decina di minuti, un isolotto dalle coste rocciose si ergeva a pochi metri da lui, una grande foresta vergine cresceva libera e selvaggia, arroccato sulla cima di un rilievo si ergeva un unica villa abbastanza grande da essere vista ad occhio nudo dalla sua posizione -mh… un'isola abitata Damos vecchio mio sei fortunato pure tu qualche volta- si animò allegro quindi appena arrivò a riva trascinò il pezzo di quello che era stato l'albero maestro a riva e si diresse verso la foresta, solo allora il giovane si accorse di quanto si era sforzato, il braccio sinistro ciondolava privo di energia e le gambe gli formicolavano dolorosamente ad ogni passo. Quando arrivo alla foresta che circondava la villa il figlio di urano si trovò circondato da una grossa varietà di animali, dagli erbivori a leoni e pantere, questi ultimi stranamente docili. Damos decise di non interrogarsi sul perchè e di continuare, ormai riusciva a vedere la reggia circondata da due grandi recinti con innumerevoli maiali che vi pascolavano all'interno. -Evvai carne sono fortunato oggi- il ragazzo si concesse qualche istante per guardare i magnifici suini quindi andò oltre, varcò l'atrio del palazzo, bracieri dorati erano disposti ordinatamente, le pareti erano ornate con arazzi raffiguranti animali, i passi del giovane furono l'unico rumore che si udiva in quel posto, dopo pochi minuti si trovò dinanzi ad un'ampia volta, i pesanti battenti in noce erano spalancati come se qualcuno lo attendesse. Damos quindi si fece coraggio ed entrò un'ampia sala da pranzo a cielo aperto lo accolse, l'enorme tavola imbandita piena di ogni prelibatezza guardava su di una bassa scalinata, dove su di un seggio di legno bianco sedeva una donna circondata da vari animali -salve mia signora, sono un umile naufrago che chiede ospitalità- si inginocchiò il contadino, la padrona di casa smise di accarezzare il pavone che teneva in grembo -sii il benvenuto è da tempo che non ricevo visite- quindi si alzò era una giovane donna i capelli neri legati in una reticella d'oro gli occhi di un verde oliva e la carnagione abbronzata, il lungo abito color lilla legato in vita da una cintola d'argento lasciava scoperte le braccia, i due si sedettero uno di fronte all'altra un lupo invece si accovacciò ai piedi della signora -Oristeo, hai fame per caso?- chiese gentilmente porgendogli una coscia di pollo -dunque chi sei?- chiese guardando il giovane così attentamente che sembrava perforarlo con lo sguardo, -qualcosa sembra non andare quel lupo, è troppo docile come i due felini di poco fa- si disse quindi rispose con naturalezza -sono Telio da Cnosso, sono un mercante di stoffe ero in viaggio verso Siracusa ma quella tempesta ha distrutto la mia nave- raccontò con quanta più credibilità riuscì a infondere nelle parole - bene Telio, devi essere affamato dopo il tuo naufragio- Damos non riuscì a nascondere l'acquolina -oh con chi ho il piacere di parlare sai, non amo i segreti- la donna rise educatamente -ogni cosa al suo tempo, per ora la tua unica preoccupazione è saziarti- il giovane anche se con un pizzico di diffidenza assaggiò la carne che si trovava sul suo piatto, era squisita tanto da fargli dimenticare l'etichetta divorò l'ala di pollo in pochi istanti -la padrona di casa rise educatamente nascondendo la bocca con la mano -è proprio vero ciò che si dice la fame é il miglior condimento ma ti consiglio di mangiare quelle radici che fanno da contorno-, il figlio di Urano mando giù il boccone quindi si pulì la bocca -chiedo perdono ma era squisito- quindi riprese a mangiare con meno foga cominciando come consigliato dalle radici. Aveva appena consumato quella pietanza che la sua vista divenne sfocata e ebbe la sensazione di morire soffocato, istintivamente si portò le mani alla gola -che mi hai dato?- ansimò respirando molto a fatica -andiamo figlio di Urano soffrirà un po’ ma poi starai meglio- lo incoraggiò con un sorriso -come mi hai chiamato?… figlio di Urano? credo tu mi abbia confuso con un altro- rispose in un bisbiglio -andiamo Damos, mi dicono che vuoi essere chiamato così ora, non devi più fingere so perfettamente chi sei, del resto sono la figlia di Elio- rispose con freddezza -tra un attimo vedremo cosa sei veramente, vediamo per me sei… spero non un altro maiale del resto la tua era solo fame, da quello che mi hanno raccontato dovresti diventare un leone tu che ne dici?- rise follemente divertita -questi animali sono… persone?!- le parole gli morirono in bocca mentre forti dolori alla schiena lo colpirono costringendolo a prostrarsi, il mondo intorno a lui divenne enorme un improvvisa sensazione di caldo lo avvolse mentre il suo cuore accelerava -mi deludi profondamente, sai cosa credo? credo che sia tutta una grande menzogna quello che si racconta su di te coniglietto-. coniglietto?- quella donna lo aveva chiamato coniglietto? il ragazzo alzò la mano sinistra per esaminarla, ma al posto della sua mano si trovò a guardare una zampetta coperta di pelo color nocciola -va bene Damos la fortuna non è dalla tua ma mantieni la calma- si disse -hey arpia ti conviene farmi tornare com'ero altrimenti…ti faccio male chiaro?!!!- urlò solo che ne uscì solo uno squittio prolungato e nemmeno lontanamente deciso -Damos calmati non voglio farti del male, voglio solo parlare per ora e comunque non parlo il linguaggio dei roditori- quindi prese un coltello e cominciò a fare su e giù per la sala -dunque perché combatti per gli dei anche se ti odiano?- chiese gentilmente -certo non vuoi farmi male eppure hai preso un'arma i sensi si sono fatti più acuti- rispose sicuro -non rispondi eh?- la donna prese con fermezza le soffici orecchie allungate del coniglio, questi strillò dal dolore, quindi la signora di casa e fece per calare la il pugnale sulla sua schiena, ma l'animale fu più lesto graffiando il viso della donna provocando un profondo taglio che le scorreva da sinistra verso destra passando dal centro della fronte fin sopra l'occhio sinistro. -come hai osato schifoso ratto hai osato ferire Circe2!!!- gemette la maga lasciando la presa, Damos scappò con quanta più velocità gli consentiva la sua corsa zoppicante per via della zampina anteriore destra annerita su cui campeggiava il tatuaggio di suo padre perfettamente proporzionato era a circa metà del corridoio quando incrociò un ragazzo dai lunghi capelli biondi e ricci, i suoi occhi erano di un blu zaffiro poco più chiaro dei suoi -hey un coniglio con gli occhi blu, non ne avevo mai visti di simili- sorrise prendendolo in braccio -per gli dei quanto tremi coniglietto- sorrise Damos si accorse per la prima volta di star tremando. il ragazzo biondo lo appoggiò a terra -e ho capito pure perché- disse in tutta calma mentre dozzine di animali feroci si riversavano nell'ampio corridoio - stai dietro di me signor coniglietto e tutto andrà per il meglio- sorrise sicuro di se il coniglio per tutta risposta arriccio il nasino roseo quindi scelse di fidarsi -sempre meglio che venire squartati da quella pazza o essere mangiato da un altro poveraccio-sospirò un'altra volta uscì solo un misero squittio -come dici tu amico- rise il ragazzo che si frappose tra Il coniglio contadino e le fiere quindi prese da un sacchetto di pelle un anello con una pietra blu elettrico -fatevi avanti!- appena si mise il gioiello al dito una gigantesca aquila avvolta da saette si materializzò insieme a nubi temporalesche che si ammazzarono sul soffitto, l'aquila volò raso terra folgorando chiunque sulla sua scia -che cosa succede qui?- l'isterica voce di circe sbucò dalla sala del trono -e tu chi saresti?- domandò la donna inviperita coprendosi la parte del viso ferito -Basylius, mercante al suo servizio- rispose con un piccolo inchino -va bene ora ridammi il coniglio e magari non ti ammazzerò- Damos si fece piccolo piccolo dietro quel ragazzo sconosciuto -il coniglio? Io anche te lo ridarei ma non sembra voler venire da te- Damos risalì la gamba del suo salvatore fino ad arrivargli in braccio -sei la mia unica speranza di non finire cucinato per la cena non ti lascerò andare caro il mio mercante- replicò il coniglio provocando degli squiti spaventati -vede signora?- come vuoi allora me lo prenderò con le cattive- soffiò la maga trasformandosi in una leonessa, il muso era attraversato da una cicatrice che la privava dell'occhio sinistro ancora leggermente insanguinata -quindi sei la maga di cui parlano gli abitanti Circe dico bene- chiese con garbo il felino rise -almeno risparmiamo le presentazioni- Basylius sorrise incoraggiante al coniglio -non ti preoccupare ci penso io a mandare via quel gattaccio- l'aquila girò un paio di volte in circolo per poi cadere in picchiata sulla leonessa, questa si scansò all'ultimo istante quindi afferrò il rapace al volo frantumandogli il collo con le zanne, se le potenti scariche elettriche le avessero fatto qualche danno non lo diede a vedere -hai visto? È meglio se ti arrendi stupido ratto- l'ira della figlia di Elio era palpabile. La donna, sicura della sua vittoria riassunse le sue sembianze umane -ti semplifico le cose dammi quel coniglio ora e te ne andrai ricco come un re, oppure prepara l'obolo per Caronte- disse lentamente -hai sentito signor coniglietto? hai una ammiratrice anche se dubito che ti voglia coccolare quello schifoso ratto non sembrava molto affettuoso" che ne dici?- chiese seriamente all' animale bruno che prontamente scosse la testa sbuffando -mi spiace signor coniglietto ha detto no, comunque se lo ami sul serio saprai lasciarlo andare- rispose divertito prendendosi gioco della la maga guardandola sicuro di se -preparati a morire!- esclamò scagliando contro il ragazzo una diecina di pugnali -non hai più il tuo piccione a difenderti stolto!- Basylius sorrise al nemico -mi fai pena, pensi che l'aquila fosse il mio unico amico? sei tu la stolta che ha cercato lo scontro con qualcuno senza conoscerne la forza- puntò quindi l'anulare al soffitto subito l'anello brillo di una luce intensa e un toro dal manto grigio come nubi di tempesta, attraversate da fulmini attraversò il soffitto a passo spedito intercettando i pugnali che caddero a terra fusi e fumanti per l'alto voltaggio del bovino -dunque parliamo seriamente ti va? Cos'ha questo coniglio di cosi speciale?- il volto di Circe era una maschera di rabbia -cos'ha?- rise isterica -quel grazioso coniglietto mi ha sfigurata, ma soprattutto ha rinnegato se stesso servendo gli dei- riprese inferocita la maga quindi sparì -fantastico prima il gattone e ora sparisci? Non te lo chiederò ancora- sospirò -cos'ha di speciale questo coniglio? Se sei disposta ad uccidere per riprenderlo- la donna non rispose -dove sei?- una mosca assunse le sembianze di Circe -qui!- esclamò pugnalando il ragazzo ad un fianco, Basylus si portò istintivamente la mano sulla ferita era un taglio sottile e profondo, l' emorragia era abbastanza forte -non dovresti intrometterti in questioni che non ti riguardano- -mi riguardano da adesso, mi hai pugnalato a tradimento, se fino ad ora mi sono limitato a difendermi… ora passo al contrattacco- la avvertì arretrando di qualche passo mente il toro temporalesco la scalciò due o tre volte il terreno per poi caricare la maga investendola con la potenza di una tempesta quindi esplose rilasciando tutta l' elettricità incorporata in una scarica mortale -andiamo signor coniglietto non c'é più nulla da fare per lei- annunciò grave il suo tono sembrava quasi dispiaciuto -non mi piace uccidere ma andava fatto- sospirò mentre stava ad osservare il cadavere bruciacchiato di Circe dal quale si alzavano ampi anelli di fumo nero -signor coniglietto dove sei? - Chiese spaesato Basylius non vedendo più l'animaletto -dietro di te, grazie Circe mi aveva trasformato in un coniglio- rispose la voce di Damos tornato al suo consueto aspetto, il ragazzo si voltò -dubito che il tuo nome sia signor coniglietto- sorrise -no, purtroppo no, Damos di Arcadia- rise il contadino -porgendo il braccio sinistro che Basylius afferrò per l'avambraccio -sei disarmato- annunciò -interessante modo di stringere amicizia -Basylius da Siracusa- annunciò -ti avventuri in Lazio e non hai mai sentito parlare di Circe?- domandò sconvolto -no, ma sai ho non pochi problemi di memoria- dopo una piccola pausa che i due usarono per studiarsi il il figlio di Urano riprese la parola -quel tuo anello, dove lo hai trovato?- Basylius sembrò a disagio ma rispose ugualmente -me l'ha dato mio padre-quindi puntando il dito sul braccio destro dell'interlocutore chiese con un pò di riservo -e quello? Che ti sei fatto per ridurti così?- Damos guardò il suo braccio -una vecchia ferita da allora non posso più usare il braccio, sei un membro del tempio degli dei?- chiese a bruciapelo Basylius sussultò quindi prese per le braccia il ragazzo -mio padre mi ha detto di andarci sai dove si trova?- replicò scuotendolo -ehm si, ma saperlo ormai non ti servirà…è stato distrutto- disse con rammarico quindi spiegò tutta la storia da quando era arrivato al tempio fino al naufragio -ma se tuo padre ti ha parlato del tempio allora dev'essere…- -un dio? lo anticipò Basylius ridendo -mio padre è quello che i romani chiamano Giove l' ottimo massimo, ma il suo nome è Zeus-disse con molta indifferenza, Damos si sentì mancare la terra sotto i piedi, il suo respiro si fece affannoso, sembrava che quel ragazzo gli avesse dato un'altra porzione delle radici di Circe, il ragazzo che gli aveva salvato la vita era il figlio del dio che più di chiunque altro lo voleva morto, lo stesso dio che aveva negato i campi Elisei a sua madre -hey tutto bene Damos sei pallidissimo- il figlio di Urano lasciò perdere quei pensieri -lo so molta gente reagisce come te ho un padre importante- rise divertito -beato te sai, essere figlio del grande capo è stressante tutti si aspettano chissà che prodigi da te ma sono solo un mercante- ammise con un filo di tristezza nella voce -già hai ragione vorrà dire che per me sarai Basylius da Siracusa e non Basylius il figlio di Zeus- rise l'altro felice di aver omesso le sue origini titaniche nel suo racconto.

    Glossario:
    1 Serket: dea della magia, guardiana dei vasi canopi era venerata per la protezione dal veleno specie per quello dello scorpione è spesso rappresentata anche con sembianze da scorpione o con una coda di scorpione.
    2 Circe: figlia di Elio il titano del sole, famosa per trasformare coloro che arrivavano sulla sua isola in animali, tra i più si ricordano Scilla e i compagni di Odisseo trasformati in maiali.
     
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    ex principe dei forum

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    Maaamma mia che capitolone *-*

    Che Amir abbia dei privilegi nel vedere altri mondi dato che è figlio di Anubi? E poi perché Elly ha problemi nell'incontrare Serket?? Lo voglio sapere adesso u.u

    Stupendo l'incontro tra Damos e Circe, anche se vorrei sapere chi è stato, ed è tutt'ora sig.coniglietto

    E poi va bhe, il mio pg è davvero un gran figo asd
    E mi piacerebbe sapere come reagirebbe nel sapere che Damos è la persona che più di tutte Zeus vuole morto... di solito le questioni dei padri non interessano pure i figli? Ma in questo caso? Che la cosa si sia estesa a tutta la famiglia? :asd:

    E poi gli altri naufraghi che fine hanno fatto? Sono da Polifemo? : asd:
     
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  13. Ichuan
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    Per ora ho letto il 18, è bello come capitolo :D
    Appena trovo dell'altro tempo passo al 19.
     
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    Buon giorno, come promesso Amhpy eccoti il capitolo per il tuo compleanno è lungo, ma spero che piaccia sia a te che a tutti gli altri (anche se molti altri non ce ne sono) comunque buon compleanno e 111 di questi giorni :) buona lettura a tutti

    Capitolo Extra 2: La principessa delle sabbie

    Dopo una giornata qualunque a palazzo la vita si fece più movimentata quando iniziò il grande banchetto voluto dal faraone Horus-Akehn e sua moglie per la nascita della loro primo figlio, una bambina, era un occasione unica nella storia d' Egitto infatti per volere del faraone tutto il regno era stato invitato per quella notte di festa -sono felice che alla fine hai esaudito il mio desiderio- sorrise la madre novella al marito baciandolo teneramente -si, amore pensavo potesse turbare la piccola tanta gente e invece… guardala- il faraone indicò la figlia che guardava meravigliata l'enorme folla che si era radunata vicino alla culla sembrava un po’ spaesata ma continuava a distribuire sorrisi a tutti. -Sicuramente è contenta, forse un po’ assonnata dovresti congedare gli ospiti- suggerì la regina vedendo un vistoso sbadiglio della piccola -mia signora la notte è ancora giovane credo che gli ospiti capirebbero se lei e la piccola vi assentaste- si intromise un' uomo, dagli abiti che indossava era sicuramente un nobile, era avvolto in una tunica bianca di lino pregiato bordata in oro, dalla cintura pendeva il fodero di un ascia di ferro, all'anulare destro un anello d'oro con una pietra turchese intagliata fedelmente a uno scarabeo -Azhar, sei il fratello del faraone non sei tenuto a essere così formale- rise Akehn dandogli una forte pacca sulle spalle -hai ragione fratello ma non vorrei farlo davanti a tutti questi ospiti- gli bisbigliò all'orecchio -andiamo fratellino divertiti è una festa diverti, ti farebbe bene sei sempre così rigido -sono il capitano delle guardie reali e hai dato il giorno libero alla mia élite- sbottò-già l'ho fatto per darti una giornata di riposo, dico sul serio ti dai troppo assillo non ti fa bene- replicò in tono grave -lo so è solo che gli accadi popolo contro il quale nostro padre ha cominciato una guerra si fanno sempre più viscidi non mi sorprenderebbe se mandassero dei sicari proprio questa sera- lo ammonì Azhar squadrando la folla in cerca di un papabile assassino -vado a ispezionare le cucine- quindi lo salutò con un profondo inchino -molto bene non stancarti troppo non vorrei che le tue paranoie si rivelassero fondate e tu fossi troppo stanco per combattere- gli sorrise il fratello -non accadrà mio re- rispose molto formalmente Akehn sospirò, stava per prendere un altro sorso di vino dal suo calice quando un falco si appoggiò sul bracciolo del suo trono -Zaira cara perché tu e la piccola no vi andate a riposare? siete entrambe stanche- propose il faraone a sua moglie che faticava a tenere gli occhi aperti -si hai ragione, non ti dilungare troppo hai il consiglio di guerra domani- quindi baciò il marito e dopo aver preso la bambina che appena fu in braccio alla madre si addormentò quindi Zaira si diresse nei suoi alloggi. Il rapace si spostò sul braccio del sovrano che si diresse furtivo fuori dal palazzo per restare solo -salute a te Horus- salutò quando furono fuori portata d'orecchio -salute a te Akehn gran bella festa dico davvero come l'avete chiamata la piccola?- domandò il falco il faraone rise -ecco a me sarebbe piaciuto chiamarla come la madre ma lei è rimasta affascinata dal nome della sua balia e quindi l'abbiamo chiamata Elly- l'uccello si agitò inquieto -Elly? non è un nome egiziano non si addice a una principessa d'Egitto- replicò duramente -lo so, ma è solo un nome può sempre modificarlo quando diventerà regina no? E poi sai com'è fatta mia moglie o era Elly o io mi ritrovavo senza moglie e senza figlia- rise nervosamente -forse hai ragione Elly è solo un nome a conti fatti- replicò distrattamente fatto che certo non sfuggì all'amico -cosa ti turba? se è per l'esercito accadico diretto qui ti assicuro che gli fermeremo ancora prima che giungano in vista della città- il faraone cercò di rincuorare il dio che sembrava assorto in tutt'altri pensieri -hey Horus mi ascolti?- domandò un po’ preoccupato -cos… oh ehm si certo non ne dubito tuo fratello ha fatto un ottimo lavoro con i tuoi uomini- rispose come se il faraone lo avesse risvegliato bruscamente da un sogno -Horus c'è qualcosa che ti turba e sicuramente non è l'esercito accadico- Horus non rispose ma l'espressione cruciata del falco era fin troppo eloquente -sono due eventi uno dei quali ti riguarda ma non potrei dirti di più -capisco, non ti preoccupare siamo amici da molto tempo- rise Akehn -è vero, da quando da ragazzo ritrovasti un pezzo della lama del mio khopesh e lo rifoggiasti, per ringraziare la tua famiglia vi ho donato l'Egitto anche se eravate dei semplici fabbri, il guscio non mi importa è quello che avete dentro che è degno del ruolo che ricopri- -te ne sono grato, è stato difficile i primi tempi ma ora tutti riconoscono in me il legittimo faraone, se non vuoi dirmi ciò che ti affligge non te ne posso dare torto in fin dei conti l'Egitto è in festa e non ti ho neppure chiesto se vuoi un cosciotto di vitello o un boccale di birra- rise il faraone il falco sembrò sbuffare -non so dove trovi la tua allegria- quindi spiccò il volo solo per sgranchirsi le ali per poi ritornare difronte al sovrano -tu mi fraintendi, non posso intervenire direttamente nella vita di voi mortali… ma se potessi io mi recherei nelle paludi in cerca di qualche ibis-ammiccò il rapace -per quanto riguarda la seconda notizia non dovrei dirla ma nascondertelo potrebbe distruggere il regno. Sono andato alla tomba di Set…era scoperchiata del caro zietto nessuna traccia- riferì il faraone non proferì parola per un lungo lasso di tempo quindi annuì -capisco pensi che ci sia lui dietro gli accadi?- chiese serio -chi può dirlo- rispose il dio disarmato -l'onniscienza di un dio non funziona su di un dio- rispose -quindi è stato un dio a farlo rinascere- completò Akehn accarezzandosi il pizzetto finto -come osi accusare un dio di questo gesto?- esclamò adirato Horus assumendo la sua forma divina, un uomo dalla muscolatura massiccia, la carnagione bruna, la testa di falcone piumata di bianche piume i suoi occhi erano spaiati l'occhio destro era d'orato mentre il sinistro era di color argento la testa cinta dalla classica corona da faraone blu e oro sormontata da una corona solare, legato al gonnellino dorato portava una spada dorata dalla lama a mezza luna -calmati, lo hai appena detto tu se fosse stato qualcuno di mortale lo avresti saputo ma un dio… questo cambia tutte le carte in gioco- Horus rifletté -hai ragione ma chi? Sembra degno di Set generare diffidenza…buona notte Akehn ah e salutami Zaira e la piccolina.

    Dieci anni dopo

    -Papà, ci sei?- una bambina andava avanti e indietro per le immense stanze del palazzo cercando il padre, aveva lunghi capelli castani, la pelle color cannella e gli occhi nocciola fino a quando non andò a sbattere contro una guardia -ahio!- si lamentò massaggiandosi la testa -ciao zio, hai visto papà?- l'uomo si chinò quindi la prese in braccio -hey Elly stai diventando pesante, e così oggi è il grande giorno eh? sorrise Azhar -si, papà mi ha promesso che quest'anno mi porta alla processione della festa di Sobek- la bambina era molto emozionata tanto da tremare -zio tu verrai?- il soldato sorrise -è un segreto, ma ora pensiamo non vedo mio fratello da giorni, dev'essere nelle sue stanze con tua madre- propose -non c'è ho già chiesto alla mamma mi ha detto che ieri notte è uscito e non e che forse era rientrato, ma non lo trovo- rispose delusa la piccola, proprio in quel momento la voce possente di Akehn chiamò il fratello -eccolo hai visto che lo abbiamo trovato?- sorrise lo zio alla nipotina che corse felice dal padre che non la salutò nemmeno -papà vero che verrò anch'io alla parata?- il sovrano abbassò lo sguardo sulla bambina, era sudato e il suo volto dimostrava sentimenti contrastanti, sembrava voler giocare con la figlia ma qualcosa gli lo impediva -silenzio, parla il faraone- rispose in tono freddo e autoritario -ma…- tentò poi vide che lo zio si era chinato e la bambina capì che non voleva sentire una singola parola in più -certo che verrai questo è il volere del faraone avresti dovuto vedere la tua faccia, su vai a fare un giro al bazar ti manderò a chiamare- rise Akehn la principessa corse via felice. Quando Elly se ne fu andata Azhar si rimise in piedi sorridendo per lo scherzo -in qualità di guardia reale, gradirei sapere i tuoi spostamenti e come tuo fratello minore il tuo comportamento mi angoscia-disse preoccupato il comandante -fratello tu non sai quello che so io Thot ha predetto, Elly porterà il trionfo di Apophis. Per questo sono così turbato in quanto ai miei spostamenti era di questo che ti volevo parlare, da ormai dieci anni che Set è rinato e gli sto dando la caccia- spiegò Akehn che sembrava invecchiato di dieci anni -capisco terrò le orecchie ben aperte- disse l'altro. Nel frattempo la bambina aveva raggiunto il grande bazar di Luxor, era intenta ad osservare le numerose bancarelle facendosi largo tra la folla quando un uomo corpulento, alto quasi due metri le si parò dinanzi -ehy piccola tutta sola al mercato rischi di farti male- la schernì -e indoviniamo dovresti essere tu a farmelo?- rise la bambina -perspicace, ma preferirei non farti nulla prima di aver intascato il riscatto da tuo padre- rise sguaiatamente il bruto, la bambina sfortunatamente aveva imboccato una stradina laterale -andiamo scimmione, papà mi ha chiesto di non fare tardi ma se proprio ci tieni, vedrò di stenderti alla svelta- sbuffò leggermente infastidita mostrando tutto il suo coraggio l'energumeno rise -te la cavi a parole ora vediamo con i fatti- quindi sfoderò una scimitarra dalla cintola, Elly arretrò impaurita in uno scontro a mani nude avrebbe potuto sfruttare il divario tra le loro stature per stancare quel bandito, la sua agilità era senz'altro migliore della sua visto la pancia immensa che ballonzolava ad ogni passo. -Non è leale se solo avessi una spada ti farei perdere qualche chilo in eccesso- protestò l'uomo calò il colpo ridendo colto da un divertimento folle, Elly riuscì a schivare il fendente rotolando con un'eleganza in mezzo alle gambe del suo aggressore, tagliandosi la ritirata. Il bandito incredulo stava ancora cercando la sua vittima quando un uomo avvolto in un manto color crema, di materiale grezzo che gli nascondeva il volto girò per quella via, se lo avesse fatto con intenzione non lo dava a vedere tanto camminava spensieratamente solo quando si trovò di fronte al bruto gli afferrò con forza il braccio libero -non ti vergogni Thalis? Prendertela con una bambina disarmata per giunta!- la sua voce era calma come il mare prima della tempesta -c-chi sei… e come sai li mio nome?!-piagnucolò l'uomo impaurito cadendo in ginocchio sopraffatto dal dolore, a vederlo così Elly provò compassione per il suo aggressore -ti prego basta, lo perdono- implorò la bambina, ma il misterioso individuo non sembrava darle ascolto e con una rapida flessione del braccio spezzò l'arto di Thalis che svenne accompagnato dal suo urlo straziante -svenire non servirà a far cambiare la tua sorte- lo sconosciuto estrasse un kopesh e si preparò ad assestare il colpo -FERMO È UN ORDINE DELLA PRINCIPESSA ELLY D'EGITTO- urlò facendo da scudo al mal capitato -ha già pagato per il suo crimine- il misterioso salvatore rinfoderò l'arma -Elly? non ti avevo riconosciuta, hai avuto coraggio ad affrontare quest'uomo e a metterti tra me e lui, se avessi un arma saresti una guerriera eccezionale, sono un amico di tuo padre e tuo zio mi accompagni da loro?- il suo tono di voce era più caldo quasi fosse un lontano parente, Elly tirò un sospiro di sollievo -certo, grazie per avermi salvata ehm?- sorrise -il mio nome non è importante, hai per caso notato cambiamenti nel comportamento dei tuoi genitori nei tuoi confronti?- chiese a bruciapelo La principessa rimase in silenzio non sapendo cosa rispondere a quella domanda -i miei genitori mi vogliono bene e anche io gli voglio tanto bene, papà è sempre un po' stanco ma trova sempre tempo per me la mamma invece è dolcissima- rispose -mh… capisco scusami per la domanda strana- -no, figurati però è come chiedere se nel deserto fa caldo- rise la bambina -oh siamo arrivati- annunciò quando arrivarono alle porte di un immenso palazzo con ampie colonne dipinte, i muri dipinti di dei o scene quotidiane come la mietitura o la caccia, i due si scontrarono con il faraone che stava uscendo -oh, Elly ma che hai fatto ti sei rotolata nella sabbia?- ridacchiò Akehn -più o meno… è una storia buffissima…-attaccò la bambina ridacchiando nervosamente -già, soprattutto quando quel bandito ti ha aggredita- si intromise lo sconosciuto il faraone si accorse solo ora della sua presenza -quanto tempo sii il benvenuto- lo salutò quindi tornò a concentrarsi sulla figlia -alla luce di questi eventi, non ti sarà più permesso allontanarti dal palazzo da sola, da oggi uscirai solo se accompagnata da me tua madre lo zio. Sono stato chiaro?- ordinò -ma papà non è vero… non sono…- il faraone alzò una mano per zittirla -ho detto sono stato chiaro?!- ripeté Elly sospirò amaramente -trasparente- sibilò quindi se ne andò inviperita -sembra si sia arrabbiata- sorrise il misterioso visitatore togliendosi il mantello rivelando una testa di falco -Horus, certe volte credo di essere troppo severo con lei- il dio guardò l'amico con dolcezza -lo fai per il suo bene, hai saputo la sua profezia?- chiese Akehn sembrò invecchiare sotto il peso di quella domanda -si, ma è e rimarrà sempre mia figlia- rispose il dio della vendetta lo guardò perplesso ma lasciò cadere l'argomento -credo di aver rintracciato Set- annunciò la notizia lasciò completamente senza parole -dove? Organizzerò un esercito e…- cominciò a pianificare, il dio rise -amico mio il nemico si trova tra i tuoi, è Hotep il sacerdote di Osiride voglio che meno persone lo sappiano tuo fratello deve partecipare un guerriero come lui è raro trovarlo, potrebbe battersi al pari con me- detto questo il dio falco scomparve. Elly era rientrata nelle sue stanze dove sua madre l'aspettava tra il divertito e l'accigliato -piccola mia- la madre abbracciò la figlia sconvolta -ehm non dovresti essere arrabbiata?- sorrise la regina la strinse con più dolcezza -perché? sei sana e salva…però!- cominciò severamente -sei una principessa non sta bene che tu ti riduca così per una semplice scaramuccia- rise -e poi credo che tuo padre ti abbia già punita più del necessario- quindi prese acqua e oli profumati e lavò i sottili capelli della bambina incrostati di polvere con molta cura -a volte credo che papà non mi capisca- sospirò Elly rilassandosi sotto le cure della madre -ti sbagli, Akehn ti vuole bene… solo vuole che tu sia al sicuro- la rassicurò Zaira accarezzandone il volto con dolcezza -cerca di non essere così dura con lui, metterò io una buona parola per te- sorrise. In quel momento bussarono alla porta -vostre altezze, Azhar chiede di entrare- il regina sbuffò -tuo zio e la sua fissazione per l'etichetta- -entra pure-lo esortò, il capitano entrò quindi sorrise alla nipotina -Zaira c'erano le tue ancelle fuori- quindi si rivolse a Elly -ho sentito della tua piccola disavventura al bazar- rise la principessa deglutì -ormai mezzo Egitto lo saprà- lo zio sembrò divertito -probabilmente, ma questo è successo perché non sapevi difenderti- -ma il signor "hey tu non esci più se non al guinzaglio" non lo permetterà mai-rispose abbattute -giusto, ma mio fratello non deve per forza saperlo o sbaglio?- ammiccò il soldato quindi spostò lo sguardo sulla cognata -sei dei nostri vero Zaira?- sorrise la regina rise -io non so nulla so che ho ripulito mia figlia, poi lei è andata nelle cucine con Nifek, la mia ancella personale- rise -molto bene, mi prenderò cura io di lei- promise -andiamo zietto!- si intromise vitale la bambina -e va bene andiamo- sorrise Azhar. I due si diressero alla piazza d'armi, un grande cerchio di terra battuta e polvere argillosa sul quale erano piantati vari tipi di manichini di canne -molto bene cominciamo con la lotta disarmata- voglio vedere la tua forza, picchia un po’ la tua forza- Elly si avvicinò eccitata a il manichino più vicino e gli tirò un diretto piuttosto debole -devi caricare il peso sul colpo prova a fare un passo avanti mentre colpisci- quindi fece vedere, il pugno dell'uomo fece volare qualche scheggia del suo avversario aprendo un buco all'altezza di un ipotetico stomaco, Elly ci provò caricò la forza e il suo peso nel colpo che incrinò qualche canna nell'impatto, la forza dell'impatto fece sbilanciare la bambina che per non cadere si aggrappò con tutta la sua forza al collo del nemico fittizio spezzandolo -bhe ci siamo scaldati e hai massacrato seppure per errore il tuo primo manichino- -quindi devo solo continuate a inciampare- disse un po’ accaldata -in teoria si in pratica il nostro obbiettivo è imparare non solo imparare a far male ma soprattutto a difendersi, quindi non inciampiamo. Ora che so qual è la tua forza…DIECI GIRI INTORNO ALLA PIAZZA DI CORSA!- urlò in tono militare, la principessa lo guardò con gli occhi sgranati -ma è enorme! Non ci riuscirò mai- esclamò Elly abbattuta -è vero non ci riuscirai mai se continui a dire che non ce la farai ora corri e voglio che tu ti convinca che ci puoi riuscire- la incoraggiò lo zio, la principessa chiuse gli occhi per qualche attimo di concentrazione, quindi gli riapri, ora nel suo sguardo era inciso a fuoco tutto il suo carattere e la sua determinazione, cominciò a correre senza alcun pensiero in mente solo correre più veloce, non era cosciente di nulla, sentiva solo i suoi passi attuti dalla polvere e il ritmo del suo cuore che accelerava sempre di più, un braccio energico quindi la bloccò -dieci giri della piazza, solo cerca di essere più consapevole dei tuoi limiti la volontà è fondamentale, ma il fisico lo è altrettanto- gli sorrise lo zio riportandola bruscamente alla realtà, le manca il fiato un dolore al fianco costrinse Elly a sedersi sentiva i polmoni bruciare come avvolti dalle fiamme, il cuore minacciava di esplodere -sai, sono fiero di te farò di te un eccellente guerriera- disse Akehn passando una brocca d'acqua alla nipotina che bevve avidamente -vorrei solo che anche papà fosse fiero di me- rispose dopo una lunga pausa. Gli allenamenti continuarono fino alla sera prima della festa in onore di Ra qualche mese dopo quella sera, quando tornò nelle sue stanze Elly era felice lo zio le aveva confidato che l'indomani avrebbe partecipato pure lei ai festeggiamenti -Zaira sa proprio come prenderlo il mio fratellone eh?- rise prima di andarsene scusandosi con la bambina, ma a detta dello zio aveva in impegno -poco male, meno allenamenti- pensò tra se la ragazza prima di addormentarsi, quella sera il suoi sogni furono tutt'altro che piacevoli, suo padre, lo zio e un falco d'oro stavano combattendo contro il deserto stesso, non era molto chiaro, sembrava che una tempesta di sabbia cercasse di uccidergli, per un frangente le sembrò di vedere un uomo in una tunica rossa in mezzo alla tempesta, i tre guerrieri erano eccezionali ma sembravano non riuscire a contrastare quell'uomo fino a quando i tre non riuscirono a colpire allo stesso tempo quell'uomo, la tempesta si placò all'istante, l'uomo in rosso scomparve in polvere di color scarlatto, solo allora notò che il volto di Azhar era sfregiato da tre grosse lacerazioni che gli scorrevano da guancia a guancia. Il sogno quindi cambiò vedeva un paesaggio che riconobbe immediatamente, era la sua città, Luxor alla luce del tramonto, era invasa da miliardi di scorpioni, alcuni dei quali erano circondati da fiamme azzurre e appiccavano il fuoco a case persone con il minimo contatto, facendo assomigliare la città ad una gigantesca candela Elly si svegliò pallidissima, quindi andò a cercare suo padre, c'era qualcosa in quel sogno era fin troppo reale. Entrò nella camera del faraone e trovò solo sua madre che dormiva beata, di del sovrano nemmeno l'ombra, non trovandolo uscì per il colonnato cercando Azhar, sperando che stesse pattugliando il palazzo, ma non trovò nemmeno lui. La principessa si accorse solo ora che il suo respiro era irregolare come il suo battito decise di tornare a letto e di credere di essere ancora in un incubo. Una dolce carezza la svegliò all'alba -buongiorno, sei bella quanto il sole oggi- sorrise Akehn baciandola sulla fronte -papà ieri ho fatto un brutto sogno, c'eri anche tu e lo zio combattevate un uomo vestito di rosso insieme ad un falco- disse sollevata nel vedere che suo padre era sano e salvo, il faraone la guardò con un misto di emozioni sembrava sorpreso impaurito e sembrava un po’ consapevole della cosa come se si aspettasse qualcosa del genere, ma rispose con allegria -ieri ho avuto ricevuto l'ambasciatore assiro, sembra che dopo tre anni di guerre avremo un po’ di pace, e ora giù dal letto pigrona altrimenti farai tardi alla festa-. Quel giorno era piacevole il sole cocente dell'Egitto faceva capolino da un velo di nuvole bianche, lasciando una giornata ventilata e piacevole -amore mio, hai dormito bene? sembri sconvolta- Zaira si affrettò ad abbracciare e baciare la figlia, quel giorno aveva profumato i suoi capelli on oli floreali -vedrai che ti divertirai vedrai oggi l' intero Egitto è in festa, e potrai pure esprimere un desiderio se sarai fortunata- sorrise la regina -lo zio sta bene?- chiese a malincuore, per quanto potesse affascinarla il tema "festa di Ra", ma Zio Azhar -lo zio verrà vero?- chiese cercando di nascondere la sua preoccupazione -ma certo che verrà, e ora colazione su, poi un bel bagno e dopo ti aiuto con l'abito nuovo e così fece quindi dopo un bel bagno rilassante la madre l'aiutò con il nuovo abito che il sarto le aveva fatto su misura, un abito di seta pregiata di color argento le maniche lunghe come il colletto erano di raso blu, una fascia dello stesso materiale ma di color oro assicurava la chiusura della veste -ti sta d'incanto, sei bellissima amore mio- le sorrise dolcemente la bambina quindi si mise l'anello d'oro con scarabeo al dito e si allaccio la collana con l'occhio di Horus che suo padre le aveva regalato anni prima, secondo il faraone quella collana l'avrebbe protetta dalla sventura -sei quasi perfetta… ecco- le mise un piccolo cerchio d'argento tra i capelli con inciso un gatto quindi si tolse un anello del medesimo metallo e lo mise al dito della figlia -ecco ora sei perfetta- Elly guardò l'anello della madre -ma…mamma è il tuo anello preferito- disse senza parole -già e ora è tuo del resto è il tuo compleanno e il primo che tuo padre ti fa passare fuori dal palazzo è giusto così- Zaira accarezzò la figlia che continuò a fissare l’anelo d'argento con l'Ankh, la chiave della vita -grazie lo costudirò gelosamente -ehy ma siete ancora qui a chiacchierare?- Azhar si affacciò alla porta -siete bellissime- quindi guardò meglio la nipotina - non è adatto per combattere- rise Elly rimase in silenzio. Il volto dello zio aveva lo stesso sfregio che aveva nel sogno -zio che ti sei fatto?- chiese -questo dici?- indicando la cicatrice -è solo un graffietto, ma è stato per una giusta causa-rise divertito -un graffietto sembra che l'animale di Set ti abbia lacerato il viso-sorrise contagiata dallo zio -già, sembra proprio- rise nervoso come se la bambina avesse colto nel segno. I tre raggiunsero il faraone fuori dal palazzo, per le strade musica gioiosa giungeva da ogni via, molti uomini si affrettavano a portare grosse ceste di frutta o cereali verso il grande tempio di Ra. Trovarono anche molti allevatori che portavano il loro bestiame per sacrificarlo a al dio del sole quando il faraone e la sua famiglia arrivarono al tempio sacrificarono un montone, quindi iniziarono i festeggiamenti, danze canti e cibo che spuntava ovunque, queste furono le cose che rimasero impresse nella mente della principessa, ma il meglio doveva ancora arrivare, a mezzogiorno Akehn fermò i festeggiamenti con fare solenne -è ora!- disse con fare solenne quindi si diresse verso l'alta statua in pietra nera del dio e accese una bacchetta d'incenso ai piedi della scultura -per il bene dell'Egitto- annunciò, la folla esplose in un ovazione, -per il volere di Ra quest'anno il desiderio sarà espresso da un fanciullo- riprese quando la folla si fu calmata, al sentire queste parole ci furono altre grida di gioia -silenzio, parla il faraone! venite figli del Nilo datevi la mano e fate un cerchio attorno a Ra-esclamò con voce potente. Un centinaio di bambini radunò attorno alla statua -Elly vai tesoro- sorrise Zaira -ma nemmeno se venisse Anubi a prendermi la vita- rispose Elly rossa in volto -andiamo riesci a picchiare i miei soldati e non hai il coraggio di andare vicino a una statua?- rise Azhar -quando picchiavo i tuoi uomini non c'era tutta la città a vedermi -Elly, fai un passo avanti- le disse il padre, anche se più che un suggerimento sembrava un ordine -Gente del Nilo, quest'anno partecipa per la sua prima volta mia figli Elly, sembra però non voler aggiungersi al cerchio, cosa dovrebbe fare?- sorrise Akehn -NEL CERCHIO! NEL CERCHIO!- ruggì la calca -gli hai sentiti? Non puoi sottrarti ai doveri che hai con il tuo popolo- le disse il padre divertito -e sia- rise nervosamente la bambina -ma quale volere di Ra e Ra! papà ti odio- pensò cercando conforto nella madre e lo zio che si limitarono a sorriderle incoraggianti, riconobbe la sconfitta e andò ad aggiungersi al cerchio -un applauso ai nostri bambini -esortò la gente che esplose in grida e applausi la musica quindi ricominciò più briosa mentre i bambini iniziarono a danzare attorno alla statua, la banda si arrestò solo quando la luce solare che filtrava dalla corona del dio non si concentrò in un unica posizione lasciando in ombra il resto del cerchio, immersa nella luce c'era Elly che dovette strizzare gli occhi per non restare abbagliata -quest'anno sarà la nostra principessa a esprimere il suo desiderio- ruggì Akehn quindi si spostò davanti alla figlia -parla Elly figlia del Nilo, un grande privilegio ti è stato concesso- disse con tono solenne, era la prima volta che la bambina lo vedeva seriamente come il faraone, ora temeva il suo sguardo. Elly guardò i bambini e la gente radunata lì -vorrei che… tutti gli abitanti d'Egitto siano liberi e felici come lo sono io e bhe la mia famiglia- balbettò la piccola principessa, il faraone sorrise quindi posò il pastorale e il flagello sulle spalle della figlia -gente di tutto l'Egitto, da oggi siete liberi anche se non siete nati in Egitto, la vostra gioia sia uno stimolo per voi che il vostro ringraziamento giunga a questa bambina, mia figlia!- annunciò le grida festose divennero così assordanti che non si riuscivano a distinguere le parole che Akehn disse alla figlia, praticamente urlando. La festa continuò fino al tramonto quando il sovrano congedò la folla -dunque com'è stata la festa- chiese Zaira alla figlia mentre tornavano verso il palazzo una voce rispose al posto della bambina -molto bella devo dire- un uomo si stava avvicinando molto lentamente Azhar sguainò il Khopesh e si mise a difesa delle due donne, la stessa cosa fece il fratello -Hotep, ti avevo concesso di vivere purché non ti presentassi più sulla mia strada- disse con fermezza il faraone l'uomo rise -Akehn il tuo tempo è finito, anzi il tempo della tua dinastia è finito- rispose il grande sacerdote di Osiride -hai la lingua lunga ma sei completamente disarmato- lo schernì Azhar avvicinandosi cauta mente, senza nessun motivo la guardia reale quindi si accasciò al suolo -è vero ma ha amiche influenti- annunciò una voce divertita, accanto a Elly e a Zaira una donna dai lunghi capelli neri come il suo abito di seta e la carnagione abbronzata cominciò a ridere follemente -salve Akehn, mi sorprendi sei riuscito ad annientare Set certo il tuo fratellino era un guerriero formidabile peccato che ora non ci sia più-, il suo aspetto era bellissimo, deturpato solo dalla coda di scorpione che le sbucava dal vestito -Akehn amore, cosa succede?- chiese terrorizzata Zaira fissando la scena cercando di capire cosa stesse succedendo -Zaira prendi Elly e scappa io ti seguirò, andate!- le rispose il marito con le lacrime che scendevano dai suoi occhi illuminati dal desiderio di vendetta, Zaira prese per mano la figlia quindi corse via il più velocemente possibile, ma non abbastanza per portarsi fuori portata della lunga coda avvelenata che le trafisse la schiena - Elly devi sopravvivere sorridendo, sei così bella quando sorridi, ti ho sempre voluto bene- le disse la madre sorridendole e accarezzandola un ultima volta, quindi il veleno entrò in azione sciogliendola completamente nel giro di pochi minuti -MAMMA!- Elly crollò in ginocchio vicino agli ultimi resti della madre, la sua corona e qualche brandello di seta Akehn ruggì la sua rabbia quindi sferrò un colpo alla dea ferendola sulla guancia -molto bene, visto che fai il duro ucciderò anche la bambina- rise quindi la sua coda saettò e un attimo prima che colpisse Elly trovò il petto di Akehn -scusa Elly, non te l'ho mai detto ma ti voglio bene e sarò sempre orgoglioso di te- il faraone sputò qualche grumo di sangue quindi si accasciò al suolo -papà voglio cambiare desiderio, voglio rimanere per sempre con te e la mamma non mi lasciate sola- pianse la piccola -oh ma tra un po’ gli raggiungerai- le disse la dea con voce melliflua mentre si preparava all' ultimo attacco, quindi l'arto schizzo contro la sua ultima vittima -Horus, se la nostra amicizia significa qualcosa proteggi mia figlia- bisbigliò il faraone con il suo ultimo respiro, due ali di fuoco bianco crebbero sulla schiena della bambina avvolgendola come in un abbraccio, che la fece smettere di tremare era come se lo zio, la mamma e il papà la stessero abbracciando per cancellarle la paura, Serket urlò da dolore, con la coda ustionata e accecata dalla lucentezza di quelle ali, Elly quindi ne approfittò per spiccare il volo. Quando atterrò vide la sua città brillare in lontananza come una candela contro il cielo rosso, il suo sogno si era realizzato, la bambina quindi perse i sensi stremata.

    Due anni dopo

    Erano trascorsi due anni da quella sera, vagando senza meta per l'Egitto era venuta a conoscenza che il nuovo faraone aveva messo una ricompensa per la sua cattura, quindi si era fatta più cauta nei movimenti spostandosi principalmente di notte e per strade poco frequentate, dopo giorni di cammino si trovava dalle parti del Sinai, nel deserto, un uomo durante l'ultima visita ad una città per sfamarsi e per cercare informazioni, l'aveva avvicinata dicendo di essere un amico di suo padre, era da qualche giorno in quel deserto ma nessuno si era ancora fatto vedere, tanto che la ragazza cominciò a sospettare che si trattasse di una trappola -brava Elly, così si fa fidati degli sconosciuti- sospirò quindi si rialzò e mosse qualche passo cercando di ricordare da dove era arrivata, ma in ogni direzione l'unica cosa che riuscì a vedere era sabbia la ragazza sbuffò e scelse una direzione a caso dove andare, dopo una mezz'ora era riuscita ad arrivare all'ombra di una parete di roccia -ecco, ci mancavano i miraggi- rise sarcastica, una sagoma si stava avvicinando a passo veloce -spero che sia amichevole ho troppa sete per picchiarlo- si disse la figura misteriosa appena la notò le corse incontro quindi le porse un otre piena d'acqua ghiacciata -tutto bene?- le chiese era la voce di una ragazza, il viso però era nascosto da un velo di colore bianco che le copriva la testa ad eccezione degli occhi di color ambrato -grazie, stavo morendo di sete- sorrise Elly asciugandosi la bocca -non so chi sei ma io mi leverei di qui alla svelta- la frenò l'altra indicando un punto imprecisato alle sue spalle una gigantesca nuvola di sabbia si stava avvicinando a velocità esorbitante -ma io dovrei aspettare un amico… o quello che credo sia mio amico- rispose sotto tono -senti ti fidi di me? c'è una grotta qui vicino potremmo andare lì e bhe aspettare che la tempesta finisca- le offrì la ragazza misteriosa Elly studiò rapidamente la situazione: una completa estranea le aveva offerto dell'acqua e ora la invitava a seguirla, dall'altra parte una tempesta di sabbia l'avrebbe sepolta viva nel giro di qualche secondo e dell'amico di suo padre non si era vista nemmeno l'ombra. -Va bene fai strada- rispose, circa un minuto dopo erano in una grotta artificiale al sicuro -dunque, hai fame?- chiese la ragazza misteriosa Elly fece di tutto per nasconderlo ma moriva di fame, la misteriosa salvatrice le sorrise -ho capito ti preparo un pò di minestra- quindi andò a prendere una scodella da una incavatura della grotta -ehm… grazie- disse Elly -oh, figurati, tutto questo mi sa di gia visto sai, è così che ho conosciuto il mio ragazzo- rise l'altra tornando da un luogo in ombra e porgendole la scodella ricolma di brodo -puoi chiamarmi Rashja- quindi si sedette vicino a lei -grazie Rashja sarei sepolta qualche metro sotto la sabbia se non fosse per te- le rispose tra un boccone e l'altro -vediamo se indovino… tu sei la principessa d'Egitto di cui tutti parlano- rise l'espressione stupita sul volto della sua ospite fu più che una risposta ma come hai… n-non vorrai riportarmi a Luxor?- domandò in preda al panico Rashja rise divertita -non lo so, tu vuoi andare a Luxor?- chiese -no di certo- rispose la principessa ora in allerta -molto bene allora non ci andremo… solo è vero quello che dice la gente? la tua famiglia è scomparsa principessa?- domandò con certo interesse -principessa?- Elly rise amara -forse due anni fa ora sono solo Elly una ragazza orfana che ha visto una dea uccidere i suoi genitori quando aveva solo dieci anni- rispose -bhe Elly se hai finito di mangiare ti consiglio di darti una pulita, sei pur sempre una ragazza no? troverai un catino e dell'acqua in quell'angolo… ora scusami ma non mi sento molto bene vado a prendere un po' d'aria- Rashja si alzò e se ne andò quindi Elly si diede una ripulita quindi indossò uno dei vestiti di Rashja, che le aveva preparato insieme alla cena -mi è andata bene, Rashja è premurosa, si comporta come se fossi la sua sorellina e ci siamo appena conosciute- la ragazza si addormentò con quel pensiero in mente, dormì un sogno profondo solo un sogno molto strano rovinò tutto: l'uomo che due anni prima l'aveva aiutata con il bandito del mercato era ritto accanto a lei -Elly, ho poco tempo per cui ascoltami, tuo padre mi aveva avvisato che Set si stava facendo aiutare da un dio ma ho seguito una falsa pista e…-quindi fui interrotto -tu sapevi di questa cosa ma non hai fatto nulla? Mi spiace ma mamma mi ha insegnato a diffidare dagli sconosciuti- rispose acida -è vero ma se Akehn fosse vivo ti direbbe di fidarti del dio che ti ha salvato la vita due volte- rispose a tono togliendosi il pesante mantello rivelando la testa da rapace -Horus, hai contribuito alla morte dei miei genitori, cosa ti porta qui?- rispose gelida -che splendido risentimento- rispose il dio come se stesse annusando un fiore delicato -tu ed io vogliamo la stessa cosa la morte di quei traditori, per cui ti offro il mio sigillo e la mia amicizia… e Elly mi spiace davvero i tuoi erano delle persone stupende e tuo zio uno dei migliori guerrieri che io abbia mai visto, trova il luogo chiamato Tempio degli dei, hai già la chiave in mano- la sua voce si spense accucciata accanto a lei c'era solo Rashja che le bagnava la fronte -scusa ti ho svegliata, avevi il respiro affannato devi essere rimasta troppo tempo al sole- le sorrise dandole un piccolo buffetto -sto bene-disse anche se sentiva il suo corpo senza peso -no non è vero, tranquilla mi prenderò io cura di te, su ora riposa- -Rashja grazie, sei una persona così buona- l'espressione di Rashja sembrò turbata ma Elly era già crollata esausta, la mattina successiva la ragazza si sentiva in gran forma -senti Rashja hai mai sentito parlare del Tempio degli Dei?- chiese mentre facevano colazione -si, ma non so se tu ci puoi entrare- rispose osservando la collana della ragazza con interesse, ma continuò a mangiare come se nulla fosse, anche la principessa tentò di fare altrettanto ma aveva appena preso la ciotola con il latte quando una leonessa sbucò da sotto il rudimentale tavolo di pietra e tentò di artigliarla, ma fu più veloce e riuscì a balzare all'indietro -Rashja aiuto!- esclamò ma l'altra fece orecchie da mercante continuando la sua colazione -se non lo bevi subito si fredda- disse con tono neutro -già e scommetto che non dovrei sporcare con il mio sangue la caverna- rise sarcastica -perspicace la principessa- sorrise -ti avverto se ti fai ammazzare dalla miciona ti riporto in vita e ti ammazzo per avermi sporcato la grotta intesi- sorrise dolcemente, la giovane schivò diverse serie di artigliate e di morsi ma non aveva nulla con cui contrattaccare -andiamo concentrati per amor degli dei- sospirò Rashja annoiata dallo scontro -giusto, devo concentrarmi, ma sai c'è una gattina molto arrabbiata che vuole divorarmi- rispose ironica -coraggio Elly concentrati e trasferisci parte della tua energia alla collana-il tono di Rashja era fermo quasi come se le ordinasse di concentrarti, Elly inspirò quindi si concentrò sulla sua collana fino a quando questa non brillò di luce dorata e non sentì di stringere nella mano destra la tipica spada a mezza luna egiziana. -Wow ci sono riuscita! e ora a noi due gattaccia, la ragazza si mosse con più convinzione verso il felino -ah, adesso non fai più la dura- la stuzzicò quindi sferzò un colpo, ma la leonessa afferrò il filo della lama con i denti -molla l'osso… è mia! Trovati la tua spada- ringhiò Elly strattonando l'animale per fargli lasciare la presa, vista la convinzione della leonessa Elly dovette mollarle un calcio tra le costole, -e ora chi è più forte?- rise alzando trionfale la spada, la leonessa ruggì e le balzò addosso, Elly schivò di lato e trafisse la fiera tra le spalle -interessante, forse una guerriera non litiga con una gattona per una spada- nascose la bocca dietro la mano -bhe ho vinto no?- rispose un pò abbattuta -Elly da te voglio anche la grazia- la ammonì -ma sei stata bravissima- le disse dandole un buffetto sulla punta del naso -grazie ma da dove è entrata?- chiese, Rashja sorrise quindi mostrò il suo anello -tu hai i tuoi trucchi, io ho i miei- quindi spiegò la storia dei sigilli -non va bene, mi sto affezionando troppo a te- le sorrise -quindi rischio la vita ad usare il mio sigillo- chiese preoccupata -tranquilla, devi conoscere i tuoi limiti, e poi devi solo allenarti e non avere fretta certo devi ogni tanto esagerare per migliorare, ma se ascolti i miei consigli e non esuberi andrà tutto bene te lo prometto, adesso riposa è la prima volta, quella più spossante- quindi Rashja uscì lasciandola sola. Dopo un paio di settimane di addestramento Elly sentiva di aver appreso bene a concentrarsi in battaglia, ormai Rashja doveva usare minimo tre leonesse per metterla in difficoltà -sei pronta- annunciò quella mattina andremo al tempio oggi lì ti addestrerai con gli altri -Grazie Rashja per non avermi venduta a Hotep- disse stringendo l'amica in un abbraccio -figurati, come se potessi vendere la mia sorellina a un pazzo- Rashja si affrettò a zittirsi con la mano -aspetta vuoi forse dirmi che mi vuoi bene come a una sorella?- rise -certo, seccante, irritante ma soprattutto sei buona e ti proteggerò andiamo siamo una famiglia no?- sorrise dolcemente, Elly si prese qualche momento per metabolizzare l'informazione -sarai sempre con me?- chiese con lacrime di che le scendevano dagli occhi -che c'è? Piangi adesso?- rise dolcemente quindi le asciugò gli occhi -certo, andiamo- quindi insieme uscirono dalla grotta Rashja stese il braccio e pronunciò chiaramente -Tempio degli dei- quindi scomparve come sabbia al vento -Tempio degli dei- pronunciò a sua volta il mondo sembrò diventare liquido per poi ricompattarsi qualche secondo dopo -ci sei riuscita- la salutò Rashja che l'aspettava davanti a un gigantesco portale di un tempio bianco sgargiante -wow- riuscì a dire emozionata e sorpresa insieme all' amica varcò le porte, quindi dopo essere stata presentata ai maestri del tempio le fu assegnata una camera, insieme a Rashja. Da quel giorno passarono quasi tre anni. Erano ormai settimane che sentiva che qualcosa in Rashja non andava era schiva, riservata e irritabile, quella mattina le fu affidata una missione nell'Egeo, sembrava che una sfinge1 avesse attaccato un villaggio di pescatori –Rashja, quel Damos… com'è ci sa fare?-chiese avendo sentito dell'ultimo acquisto del tempio -è solo un contadino che è rimasto immischiato in tutto questo- rispose con un alzata di spalle -sembra che Lily e Alex siano scomparsi, strano non trovi? Chiese mentre preparava la borsa -già, ma ho mandato Amir e Damos a indagare- sospirò -io vado ci vediamo presto- sorrise Elly mettendosi la sacca in spalla -buona fortuna Elly, anche se non ne hai bisogno- le augurò -ci rivedremo sorellona è una promessa-le sorrise un attimo prima di sparire per l'Egeo. Il villaggio era a strapiombo sul mare, case distrutte e uno sgradevole lezzo di pesce l'accolse -bene sono arrivata trovare un gigantesco gattone svolazzante non dovrebbe essere complicato-pensò ad alta voce infatti una sagoma gigantesca coprì il sole, leone gigantesco con il volto umano dalle fauci irte di zanne affilate, sul dorso un paio d’ali piumate proporzionato all’immensa mole del mostro erano spiegate e si piegavano ad intervalli regolari per mantenere quota. appena vide carne fresca piombò sulla ragazza che l'attendeva già con il Khopesh dorato sguainato –e tanti cari saluti all’enigma, hai fame eh?- rise tra se divertita quindi la creatura si lacerò l'addome quindi ruggì e artigliò la ragazza alla spalla che urlò dal dolore -non sei il primo gattaccio che stendo- sibilò ricacciando indietro il dolore bruciante alla spalla quindi colpì nello stesso punto il nemico -allora non è piacevole vero?- la schernì, la sfinge tentò di azzannarla, ma Elly riuscì a schivare le fauci mostruose quindi conficcò la lama nel fronte femminile della sfinge che crollò al suolo non prima di un ultima lacerazione sul fiano del nemico. La carcassa del mostro crollò versando il suo sangue sul terreno roccioso, -addio- disse sofferente quindi tornò al tempio, dopo aver bendato le ferite- andò ad allenarsi, quindi assistette allo scontro tra Damos e Raul e il nuovo studente di Nathan -Damos ha potenzialità…>- pensò osservando con minimo interesse lo scontro il contadino aveva potenzialità e anche Raul se la cavava però nulla di impressionante fino a quando Damos giunto in fin di vita non diede tutto se stesso - lo spirito guerriero, penso devo osservarlo con maggiore attenzione, e poi sembra un tipo simpatico- si disse quindi insistette per andare in Egitto con il gruppo per recuperare Alex e Lily. Quella notte rimase scolpito nella sua mente e nel cuore, Rashja si era rivelata una traditrice. La sua sorellona l'aveva ingannata per tutto il tempo in più aveva infranto la loro promessa, non solo non le era rimasta accanto ma aveva cercato di ucciderla diventando una specie di donna leonessa assassina, anche lei padroneggiava lo spirito guerriero, e molto meglio di quello che aveva visto usare a Damos, se rivoleva indietro la sua sorellona doveva padroneggiare quella tecnica, da quella sera decise che avrebbe cercato tre cose: la vendetta, riavere la sua amica, si rifiutava di credere che dopo averla accudita come una sorella l’avesse ingannata no, non lo accettava e trovare una bella cuccia per il cagnolino di Damos. Elly si ridestò dai suoi ricordi -la sera della sconfitta in Egitto, ho perso una sorella, mi aveva promesso di starmi vicino sempre ma ha sempre mentito. ma sai, grazie al suo addestramento e a quella sottospecie di ehm… spappolata di cranio di Damos… questo mio quindicesimo compleanno potrò vendicarmi di te, la dea che uccise la mia famiglia- esclamò Elly rivolta a dove fino a qualche istante prima c'era la dea scorpione.

    Glossario:

    1 Sfinge: Mostro importato dai greci dalla mitologia egizia, cambiandone completamente il significato, per gli egizi la sfinge era un’animale guardiano fedele ai faraoni, per questo è spesso rappresentata all’entrata di templi o piramidi. In Grecia diventa un mostro dotato di grandissima intelligenza e saggezza, Figlia di Orthos e Ceto (dea) divorando tutti coloro che non sapevano rispondere ai suoi enigmi.
     
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