La rinascita dei titani

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  1. Phoenix93
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    ciao a tutti eccoci dunque al 19° capitolo chiedo scusa per la lunghezza è davvero più lungo di quello che mi aspettavo tanto che ho dovuto troncarlo prima di quanto avessi programmato di fare bhe spero che vi piaccia comunque buona lettura :)

    Capitolo XIX: Conigli e scorpioni

    -Spiegami che vi siete detti tu e Set in Grecia- bisbigliò Nathan a Lily che camminava a fianco a lui in coda al gruppo, tentando di star dietro ad Amir e Elly che si muovevano con la stessa agilità delle capre di montagna fra le sabbie del deserto -uff ma tu i fatti tuoi non teli fai mai?- sbuffò -senti non mi importa se ti ficchi nei guai ma quando il dio del caos viene e pretende di parlare con te mi interessa capito?- rispose di rimando l'altra sghignazzò -anche se te lo dicessi non ci crederesti- -bhe tu provaci credo di aver avuto abbastanza cose incredibili nella mia vita- sorrise incoraggiante, Lily lo fissò senza parole quindi sbuffò -sei proprio ostinato… la verità è che Set è…-la ragazza fece un respiro profondo, quindi continuò -mio padre e mi ha chiesto di allearmi con lui per dominare il mondo, ma non farò due volte lo stesso errore- completò con un filo di malinconia - Nathan si prese un minuto di silenzio -Set è tuo padre? credimi anche Amir non è proprio il figlio di pescatori che sembra… anche se mi sembra strano tu vieni dal nord com’ è possibile questo? mia madre era una mercante di Midgard in uno dei suoi viaggi arrivò qui e credo che abbia conosciuto Set, per poi ripartire- ipotizzò Lily -è per questo che hai cambiato idea e sei venuta in Egitto vuoi incontrare Alex e eliminare Set- esclamò a bassa voce -perspicace- ironizzò la figlia del dio del deserto lasciando indietro l'amico. -Adesso puoi dirci cosa stiamo cercando?- incalzò Lily mentre arrancava su una duna, Amir non rispose ma continuò a camminare sotto il sole cocente imperterrito -Lily ha ragione, ti abbiamo dato tetta ma non ne abbiamo ricavato nulla, vuoi dirci il tuo piano?- aggiunse Elly per nulla accaldata Amir si fermò quindi studiò i compagni -stiamo andando al tribunale dei morti, alla corte di Osiride- Nathan quindi scoppiò in una fragorosa risata -sai Amir, non muoio dalla voglia di incontrarlo, e anche se fosse non vedo come…- il figlio di Anubi trasse un respiro profondo -noi fino a prova contraria siamo vivi, non possiamo accedere al palazzo del signore dei morti per la porta principale, avete mai sentito parlare della Piramide di ossidiana?- rispose Amir chiudendo gli occhi per prepararsi alle reazioni dei compagni - Si, ma è solo una favola per bambini- risero Elly e Nathan -si, ehm divertente hanno di sicuro ragione- rise nervosamente Lily -sapete sono cresciuta con mia madre al nord nelle terre ghiacciate- Amir si sedette sulla sabbia - la piramide d'ossidiana è… un ponte, non si è ne nella duat ne nel regno umano, o Midgard come lo conosci tu -finì di spiegare -ho capito e dove ci troveremo?- chiese la ragazza -nel caos il regno dei demoni, a meno che tu non percorra la giusta via e allora ci ritroveremo alla corte di Osiride- completò -riassumendo meglio non perdersi- rise Lily -esatto, solo che Amir si è dimenticato di dirti una cosa: quella piramide non esiste- sbottò Nathan -è vero è una favola per spaventare i bambini- protestò Elly -già come lo sono le manticore, è solo che è difficile da trovare… se non si sa dove cercarla- rise il ragazzo -oh andiamo non esiste qualcuno l'avrebbe vista no? insistette Elly esasperata -la piramide esiste io ci sono già stato ribatté Amir rialzandosi e riprendendo il cammino fermandosi dopo diverse ore davanti al nulla, un mare di sabbia dorata si estendeva per chilometri ma non vi erano segni di civiltà tanto meno piramidi- ci siamo, la piramide si trova poco più avanti di questa oasi -oasi?!-esclamò Lily adirata -beato te e i tuoi miraggi ma io vedo solo un dannato mucchio di sabbia, a pensarci meglio forse avrei dovuto seguire quel contadino e tornare a casa, se non altro è sempre meglio di morire di caldo o di sete in questo deserto- protestò la figlia di Set. Amir non rispose ma rimase in attesa per un paio di minuti -quindi voi non vedete l'oasi che avete dinanzi?- Nathan rise amaro -senti amico lo scherzo è bello finche dura poco, per cui piantala o ti faccio smettete io di scherzare- ruggì afferrando per il collo l'amico -aspetta Nathan, forse è come dice lui siamo davvero in un oasi ma non la vediamo - ah si, e perché non la vediamo?- Lily stava fissando un punto fermo in mezzo alla sabbia –mh, sembra che quella sabbia si muova -è probabile che sia la tana di una vipera del deserto- rispose Nathan andando poco più avanti, la sabbia sembrava più instabile lì non appena il ragazzo vi mise piede sprofondò sotto la sabbia che sotto i suoi piedi era melmosa -magnifico, sabbie mobili- commentò il ragazzo continuando a sprofondare nella rena -è una fortuna che sia nato qui in Egitto so come comportarmi in queste circost…- Nathan lasciò cadere la frase a metà per quanto cercasse di muoversi lentamente non riusciva a uscirne come se stesse nuotando in un mare di gelatina -va bene adesso basta Nath volevo berla quell'acqua ma sei letteralmente entrato dentro il bacino- rise Amir - pensi che stia scherzando? mi raccomando non aiutatemi sto solo sprofondando nella sabbia, perché dovreste aiutarmi?- urlò ironico -mh… potrebbe essere divertente vederlo affogare, tuttavia credo sia meglio aiutarlo- disse in tono seccato Lily avvicinandosi al busto dell'amico -no, non è una buona idea, è evidente che siamo caduti in una illusione, anche se per Nathan potrebbe essere fatale- la fermò Elly -molto bene e sentiamo un po’ il tuo piano- rispose Nathan acidamente -semplice Nathan lo sai pure tu chi è il colpevole no?- rispose secca -giusto! lui perché non c'ho pensato subito?!… vi dispiace spiegarvi non sono esattamente l'allieva del tempio modella- sbottò Lily spazientita -dobbiamo trovare uno scorpione- finì in tono pratico -uno scorpione? nel deserto? Un impresa impossibile mi dicono- rise la ragazza sarcastica -aspettate credete forse che Serket1 ci ostacolerebbe è una dea benefica, protegge dal veleno- rispose Amir scoccato Nathan e Elly risero gelidi -già molto positiva, è anche la dea della magia e sicuramente non è positiva la sua presenza- rispose Elly amaramente incupendosi -è qualcosa che potrei sapere anch'io? si intromise Lily per ricordare che era presente -ci sono parecchie cose che dovresti sapere soprattutto riguardo all'attuale faraone, ma ho cose più importanti, per esempio rimanere in vita o non sprofondare in sabbie mobili illusorie per dirne un'altra-rispose Nathan in tono urgente di cui solo la testa ormai emergeva dalla sabia -ehy questo può essere il nostro insetto?- urlò Lily che correva verso di loro con un grosso scorpione nero con delle scaglie dorate sulla cima del carapace formando una specie di corona, Elly abbassò lo sguardo nauseata -lo so cosa provi e non ti biasimo- la confortò Nathan -odio gli scorpioni protestò quindi con un grandissimo sforzo di volontà si decise a guardare lo scorpione che si dimenava per liberarsi dalla ferrea presa della amica -però vivacetto l'amico-rise cercando di stringerlo senza fargli troppo male. Elly ci mise un po’ a rispondere ma avrebbe riconosciuto quello scorpione tra mille -si è lei-. Lo scorpione smise di agitarsi, ora che Elly aveva riconosciuto in lui qualcosa di speciale sembrava perfettamente a suo agio e cominciò ad emettere una serie di lunghi stridii, molto simili a risate -va bene mi sono stufata di questo insetto- decretò Elly che ora stringeva saldamente l'elsa della sua spada -guarda chi è tornata la piccola principessina d'Egitto tornata in patria scapperai di nuovo?- stridette lo scorpione il cui esoscheletro nero lucidissimo cominciò a gonfiarsi, sembrava che sotto di esso brulicassero migliaia di piccoli scorpioni facendo sembrare la corazza piena di bozze purulente, con un ultima stridula risata l'artropode scoppiò letteralmente in un mare nero di suoi simili che assunse rapidissimo una forma umana. Quando gli insetti color pece furono scomparsi una donna comparve poco distante da Lily vestita con un lungo abito nero molto leggero come i suoi lunghi capelli, la carnagione bruna come una comune donna egiziana sembrava emanare luce, ma i suoi occhi castani erano duri come l'acciaio, sulla testa portava una corona d'oro con un disco solare sormontato da uno scorpione. L'espressione della donna era troppo dolce fino a risultare falsa -i miei omaggi maestà- si inchinò la donna fin troppo profondamente, la mascella di Elly si serrò ermeticamente la mano libera si serrò facendo scricchiolare le ossa, i suoi occhi davano un' idea di determinazione mista a paura e voglia di vendetta, anche se una lacrima scese sulla sua guancia -mantieni la calma- le bisbigliò Nathan -Nathan lo sai che cosa mi… ha fatto- rispose piano respirando a fatica mentre il suo cuore batteva a mille -aspettate qualcuno vuole spiegarmi cosa succede di grazia?- esclamò Amir il cui sguardo si spostava da Elly a Serket ad una velocità esorbitante -non ora Amir- concluse Nathan -e io che pensavo di essere la sola ad avere un trascorso interessante- rise Lily evocando li suo maglio -dunque anche la figlia di Set è della partita… mh sbaglio o tu sei Ahmed il figlio di Anubi?- domandò divertita la dea, il ragazzo rimase di stucco non riuscendo a concepire quell' informazione: Anubi era suo padre, si riusciva a percepire quando una persona moriva…ma il figlio del dio dei morti? no, era troppo era troppo, quella dea si stava prendendo gioco di lui, -e se invece dice la verità?- si chiese Amir fece un respiro profondo -sono Amir il fratello di Ahmed e non ti conviene mentirmi- ringhiò -ecco intendevo quando ti ho detto che non è il classico figlio di pescatori- ammise Nathan -COSA TU LO SAPEVI?!- urlò tirando un montante all'amico -si, me lo disse Rashja tempo fa non sapevo come facesse a saperlo, ma ora l'ho capito Ahmed deve avele detto di tuo padre- Nathan cercò di calmarlo rialzandosi lentamente -giusto e non ti è mai passato per la testa di dirmelo?- lo colpì nuovamente -pensavo lo sapessi già- rispose -ehm ragazzi se avete finito di picchiarvi possiamo uccidere quel viscido insetto?- gli interruppe Elly che a stento riusciva a trattenere le sue emozioni -Elly ha ragione, comincio a non sopportarla più quella donna- disse in fine Lily preparandosi all'attacco -DONNA?!- urlò la dea fuori dalla collera -IO SONO UNA DEA!!!- ringhiò, il suo volto prima dolce ora era diventato una sorta di maschera deformata dalla rabbia -hai detto di avere un fratello Amir?… chissà che effetto ti farebbe se te lo portassi via- rise freddamente, risata che fu subito sormontata da quella di Nathan -non sarebbe una cattiva idea, solo non per sminuirti insetto ma non arriveresti nemmeno a vederlo-, senza alcun preavviso uno sciacallo nacque dall'ombra proiettata da Serket e le azzannò la caviglia -tu non lo vedrai mio fratello perché ti seppelliremo in questo deserto, non so perché tu ci ostacoli ma insieme abbiamo steso un titano- l'avvertì Amir adamantino, la dea scorpione rise di gusto -pensate forse che Ra sia la risposta a tutto, quanti si ricordano chi sono? la dea della magia e del veleno, voi stupidi mortali vi ricordate di me quando è già troppo tardi… ma Apophis si muove, il mio è solo un dolce nettare in confronto al suo veleno, Set è quasi rinato, arrendetevi ormai questo mondo è all'epilogo- detto questo la divinità scomparve in un nugolo di scorpioni -Te ne vai così codarda?- urlò verso il cielo Elly che non aveva ancora finito di parlare che la sabbia tremò sotto i loro piedi e una creatura sorse dalla terra dorata era un'uomo dalla possente corporatura i capelli corvini legati in una coda di cavallo, ma la metà inferiore del suo corpo era quella di uno scorpione con sei lunghe zampe nere e una coda che terminava con un aculeo intriso di veleno -ecco la punizione di chi non mi prende seriamente lui è Rakim uno stolto ladruncolo che non credeva nella mia ira e ha pensato bene di profanare un mio tempio- annunciò la voce fuori campo di Serket. Elly deglutì sonoramente -odio gli scorpioni- la sua voce tremava ed era più acuta del solito.

    Da qualche parte nel Mediterraneo

    Dopo un tempo che Damos non riuscì a calcolare la tempesta si sedò ma di terra non vi era alcuna traccia, era rimasto per così tanto tempo aggrappato a quel pezzo di ghiaccio che le braccia erano ormai insensibili, la stanchezza sopraggiunse ben presto e un sonno senza sogni avvolse il contadino alla deriva, dormì fino al tardo pomeriggio quando il cielo si vestì di rosa e porpora, fu svegliato da il gracchiare di gabbiani che volteggiavano sopra la sua testa -sciò uccellacci sono esausto non ho voglia di sentire le vostre grida- bofonchiò Damos con un filo di voce quindi la sua mente guizzò come un anguilla -gabbiani uguale terraferma, terra ferma uguale cibo- pensò quindi attese pazientemente la comparsa di terra, cosa che accadde dopo una decina di minuti, un isolotto dalle coste rocciose si ergeva a pochi metri da lui, una grande foresta vergine cresceva libera e selvaggia, arroccato sulla cima di un rilievo si ergeva un unica villa abbastanza grande da essere vista ad occhio nudo dalla sua posizione -mh… un'isola abitata Damos vecchio mio sei fortunato pure tu qualche volta- si animò allegro quindi appena arrivò a riva trascinò il pezzo di quello che era stato l'albero maestro a riva e si diresse verso la foresta, solo allora il giovane si accorse di quanto si era sforzato, il braccio sinistro ciondolava privo di energia e le gambe gli formicolavano dolorosamente ad ogni passo. Quando arrivo alla foresta che circondava la villa il figlio di urano si trovò circondato da una grossa varietà di animali, dagli erbivori a leoni e pantere, questi ultimi stranamente docili. Damos decise di non interrogarsi sul perchè e di continuare, ormai riusciva a vedere la reggia circondata da due grandi recinti con innumerevoli maiali che vi pascolavano all'interno. -Evvai carne sono fortunato oggi- il ragazzo si concesse qualche istante per guardare i magnifici suini quindi andò oltre, varcò l'atrio del palazzo, bracieri dorati erano disposti ordinatamente, le pareti erano ornate con arazzi raffiguranti animali, i passi del giovane furono l'unico rumore che si udiva in quel posto, dopo pochi minuti si trovò dinanzi ad un'ampia volta, i pesanti battenti in noce erano spalancati come se qualcuno lo attendesse. Damos quindi si fece coraggio ed entrò un'ampia sala da pranzo a cielo aperto lo accolse, l'enorme tavola imbandita piena di ogni prelibatezza guardava su di una bassa scalinata, dove su di un seggio di legno bianco sedeva una donna circondata da vari animali -salve mia signora, sono un umile naufrago che chiede ospitalità- si inginocchiò il contadino, la padrona di casa smise di accarezzare il pavone che teneva in grembo -sii il benvenuto è da tempo che non ricevo visite- quindi si alzò era una giovane donna i capelli neri legati in una reticella d'oro gli occhi di un verde oliva e la carnagione abbronzata, il lungo abito color lilla legato in vita da una cintola d'argento lasciava scoperte le braccia, i due si sedettero uno di fronte all'altra un lupo invece si accovacciò ai piedi della signora -Oristeo, hai fame per caso?- chiese gentilmente porgendogli una coscia di pollo -dunque chi sei?- chiese guardando il giovane così attentamente che sembrava perforarlo con lo sguardo, -qualcosa sembra non andare quel lupo, è troppo docile come i due felini di poco fa- si disse quindi rispose con naturalezza -sono Telio da Cnosso, sono un mercante di stoffe ero in viaggio verso Siracusa ma quella tempesta ha distrutto la mia nave- raccontò con quanta più credibilità riuscì a infondere nelle parole - bene Telio, devi essere affamato dopo il tuo naufragio- Damos non riuscì a nascondere l'acquolina -oh con chi ho il piacere di parlare sai, non amo i segreti- la donna rise educatamente -ogni cosa al suo tempo, per ora la tua unica preoccupazione è saziarti- il giovane anche se con un pizzico di diffidenza assaggiò la carne che si trovava sul suo piatto, era squisita tanto da fargli dimenticare l'etichetta divorò l'ala di pollo in pochi istanti -la padrona di casa rise educatamente nascondendo la bocca con la mano -è proprio vero ciò che si dice la fame é il miglior condimento ma ti consiglio di mangiare quelle radici che fanno da contorno-, il figlio di Urano mando giù il boccone quindi si pulì la bocca -chiedo perdono ma era squisito- quindi riprese a mangiare con meno foga cominciando come consigliato dalle radici. Aveva appena consumato quella pietanza che la sua vista divenne sfocata e ebbe la sensazione di morire soffocato, istintivamente si portò le mani alla gola -che mi hai dato?- ansimò respirando molto a fatica -andiamo figlio di Urano soffrirà un po’ ma poi starai meglio- lo incoraggiò con un sorriso -come mi hai chiamato?… figlio di Urano? credo tu mi abbia confuso con un altro- rispose in un bisbiglio -andiamo Damos, mi dicono che vuoi essere chiamato così ora, non devi più fingere so perfettamente chi sei, del resto sono la figlia di Elio- rispose con freddezza -tra un attimo vedremo cosa sei veramente, vediamo per me sei… spero non un altro maiale del resto la tua era solo fame, da quello che mi hanno raccontato dovresti diventare un leone tu che ne dici?- rise follemente divertita -questi animali sono… persone?!- le parole gli morirono in bocca mentre forti dolori alla schiena lo colpirono costringendolo a prostrarsi, il mondo intorno a lui divenne enorme un improvvisa sensazione di caldo lo avvolse mentre il suo cuore accelerava -mi deludi profondamente, sai cosa credo? credo che sia tutta una grande menzogna quello che si racconta su di te coniglietto-. coniglietto?- quella donna lo aveva chiamato coniglietto? il ragazzo alzò la mano sinistra per esaminarla, ma al posto della sua mano si trovò a guardare una zampetta coperta di pelo color nocciola -va bene Damos la fortuna non è dalla tua ma mantieni la calma- si disse -hey arpia ti conviene farmi tornare com'ero altrimenti…ti faccio male chiaro?!!!- urlò solo che ne uscì solo uno squittio prolungato e nemmeno lontanamente deciso -Damos calmati non voglio farti del male, voglio solo parlare per ora e comunque non parlo il linguaggio dei roditori- quindi prese un coltello e cominciò a fare su e giù per la sala -dunque perché combatti per gli dei anche se ti odiano?- chiese gentilmente -certo non vuoi farmi male eppure hai preso un'arma i sensi si sono fatti più acuti- rispose sicuro -non rispondi eh?- la donna prese con fermezza le soffici orecchie allungate del coniglio, questi strillò dal dolore, quindi la signora di casa e fece per calare la il pugnale sulla sua schiena, ma l'animale fu più lesto graffiando il viso della donna provocando un profondo taglio che le scorreva da sinistra verso destra passando dal centro della fronte fin sopra l'occhio sinistro. -come hai osato schifoso ratto hai osato ferire Circe2!!!- gemette la maga lasciando la presa, Damos scappò con quanta più velocità gli consentiva la sua corsa zoppicante per via della zampina anteriore destra annerita su cui campeggiava il tatuaggio di suo padre perfettamente proporzionato era a circa metà del corridoio quando incrociò un ragazzo dai lunghi capelli biondi e ricci, i suoi occhi erano di un blu zaffiro poco più chiaro dei suoi -hey un coniglio con gli occhi blu, non ne avevo mai visti di simili- sorrise prendendolo in braccio -per gli dei quanto tremi coniglietto- sorrise Damos si accorse per la prima volta di star tremando. il ragazzo biondo lo appoggiò a terra -e ho capito pure perché- disse in tutta calma mentre dozzine di animali feroci si riversavano nell'ampio corridoio - stai dietro di me signor coniglietto e tutto andrà per il meglio- sorrise sicuro di se il coniglio per tutta risposta arriccio il nasino roseo quindi scelse di fidarsi -sempre meglio che venire squartati da quella pazza o essere mangiato da un altro poveraccio-sospirò un'altra volta uscì solo un misero squittio -come dici tu amico- rise il ragazzo che si frappose tra Il coniglio contadino e le fiere quindi prese da un sacchetto di pelle un anello con una pietra blu elettrico -fatevi avanti!- appena si mise il gioiello al dito una gigantesca aquila avvolta da saette si materializzò insieme a nubi temporalesche che si ammazzarono sul soffitto, l'aquila volò raso terra folgorando chiunque sulla sua scia -che cosa succede qui?- l'isterica voce di circe sbucò dalla sala del trono -e tu chi saresti?- domandò la donna inviperita coprendosi la parte del viso ferito -Basylius, mercante al suo servizio- rispose con un piccolo inchino -va bene ora ridammi il coniglio e magari non ti ammazzerò- Damos si fece piccolo piccolo dietro quel ragazzo sconosciuto -il coniglio? Io anche te lo ridarei ma non sembra voler venire da te- Damos risalì la gamba del suo salvatore fino ad arrivargli in braccio -sei la mia unica speranza di non finire cucinato per la cena non ti lascerò andare caro il mio mercante- replicò il coniglio provocando degli squiti spaventati -vede signora?- come vuoi allora me lo prenderò con le cattive- soffiò la maga trasformandosi in una leonessa, il muso era attraversato da una cicatrice che la privava dell'occhio sinistro ancora leggermente insanguinata -quindi sei la maga di cui parlano gli abitanti Circe dico bene- chiese con garbo il felino rise -almeno risparmiamo le presentazioni- Basylius sorrise incoraggiante al coniglio -non ti preoccupare ci penso io a mandare via quel gattaccio- l'aquila girò un paio di volte in circolo per poi cadere in picchiata sulla leonessa, questa si scansò all'ultimo istante quindi afferrò il rapace al volo frantumandogli il collo con le zanne, se le potenti scariche elettriche le avessero fatto qualche danno non lo diede a vedere -hai visto? È meglio se ti arrendi stupido ratto- l'ira della figlia di Elio era palpabile. La donna, sicura della sua vittoria riassunse le sue sembianze umane -ti semplifico le cose dammi quel coniglio ora e te ne andrai ricco come un re, oppure prepara l'obolo per Caronte- disse lentamente -hai sentito signor coniglietto? hai una ammiratrice anche se dubito che ti voglia coccolare quello schifoso ratto non sembrava molto affettuoso" che ne dici?- chiese seriamente all' animale bruno che prontamente scosse la testa sbuffando -mi spiace signor coniglietto ha detto no, comunque se lo ami sul serio saprai lasciarlo andare- rispose divertito prendendosi gioco della la maga guardandola sicuro di se -preparati a morire!- esclamò scagliando contro il ragazzo una diecina di pugnali -non hai più il tuo piccione a difenderti stolto!- Basylius sorrise al nemico -mi fai pena, pensi che l'aquila fosse il mio unico amico? sei tu la stolta che ha cercato lo scontro con qualcuno senza conoscerne la forza- puntò quindi l'anulare al soffitto subito l'anello brillo di una luce intensa e un toro dal manto grigio come nubi di tempesta, attraversate da fulmini attraversò il soffitto a passo spedito intercettando i pugnali che caddero a terra fusi e fumanti per l'alto voltaggio del bovino -dunque parliamo seriamente ti va? Cos'ha questo coniglio di cosi speciale?- il volto di Circe era una maschera di rabbia -cos'ha?- rise isterica -quel grazioso coniglietto mi ha sfigurata, ma soprattutto ha rinnegato se stesso servendo gli dei- riprese inferocita la maga quindi sparì -fantastico prima il gattone e ora sparisci? Non te lo chiederò ancora- sospirò -cos'ha di speciale questo coniglio? Se sei disposta ad uccidere per riprenderlo- la donna non rispose -dove sei?- una mosca assunse le sembianze di Circe -qui!- esclamò pugnalando il ragazzo ad un fianco, Basylus si portò istintivamente la mano sulla ferita era un taglio sottile e profondo, l' emorragia era abbastanza forte -non dovresti intrometterti in questioni che non ti riguardano- -mi riguardano da adesso, mi hai pugnalato a tradimento, se fino ad ora mi sono limitato a difendermi… ora passo al contrattacco- la avvertì arretrando di qualche passo mente il toro temporalesco la scalciò due o tre volte il terreno per poi caricare la maga investendola con la potenza di una tempesta quindi esplose rilasciando tutta l' elettricità incorporata in una scarica mortale -andiamo signor coniglietto non c'é più nulla da fare per lei- annunciò grave il suo tono sembrava quasi dispiaciuto -non mi piace uccidere ma andava fatto- sospirò mentre stava ad osservare il cadavere bruciacchiato di Circe dal quale si alzavano ampi anelli di fumo nero -signor coniglietto dove sei? - Chiese spaesato Basylius non vedendo più l'animaletto -dietro di te, grazie Circe mi aveva trasformato in un coniglio- rispose la voce di Damos tornato al suo consueto aspetto, il ragazzo si voltò -dubito che il tuo nome sia signor coniglietto- sorrise -no, purtroppo no, Damos di Arcadia- rise il contadino -porgendo il braccio sinistro che Basylius afferrò per l'avambraccio -sei disarmato- annunciò -interessante modo di stringere amicizia -Basylius da Siracusa- annunciò -ti avventuri in Lazio e non hai mai sentito parlare di Circe?- domandò sconvolto -no, ma sai ho non pochi problemi di memoria- dopo una piccola pausa che i due usarono per studiarsi il il figlio di Urano riprese la parola -quel tuo anello, dove lo hai trovato?- Basylius sembrò a disagio ma rispose ugualmente -me l'ha dato mio padre-quindi puntando il dito sul braccio destro dell'interlocutore chiese con un pò di riservo -e quello? Che ti sei fatto per ridurti così?- Damos guardò il suo braccio -una vecchia ferita da allora non posso più usare il braccio, sei un membro del tempio degli dei?- chiese a bruciapelo Basylius sussultò quindi prese per le braccia il ragazzo -mio padre mi ha detto di andarci sai dove si trova?- replicò scuotendolo -ehm si, ma saperlo ormai non ti servirà…è stato distrutto- disse con rammarico quindi spiegò tutta la storia da quando era arrivato al tempio fino al naufragio -ma se tuo padre ti ha parlato del tempio allora dev'essere…- -un dio? lo anticipò Basylius ridendo -mio padre è quello che i romani chiamano Giove l' ottimo massimo, ma il suo nome è Zeus-disse con molta indifferenza, Damos si sentì mancare la terra sotto i piedi, il suo respiro si fece affannoso, sembrava che quel ragazzo gli avesse dato un'altra porzione delle radici di Circe, il ragazzo che gli aveva salvato la vita era il figlio del dio che più di chiunque altro lo voleva morto, lo stesso dio che aveva negato i campi Elisei a sua madre -hey tutto bene Damos sei pallidissimo- il figlio di Urano lasciò perdere quei pensieri -lo so molta gente reagisce come te ho un padre importante- rise divertito -beato te sai, essere figlio del grande capo è stressante tutti si aspettano chissà che prodigi da te ma sono solo un mercante- ammise con un filo di tristezza nella voce -già hai ragione vorrà dire che per me sarai Basylius da Siracusa e non Basylius il figlio di Zeus- rise l'altro felice di aver omesso le sue origini titaniche nel suo racconto.

    Glossario:
    1 Serket: dea della magia, guardiana dei vasi canopi era venerata per la protezione dal veleno specie per quello dello scorpione è spesso rappresentata anche con sembianze da scorpione o con una coda di scorpione.
    2 Circe: figlia di Elio il titano del sole, famosa per trasformare coloro che arrivavano sulla sua isola in animali, tra i più si ricordano Scilla e i compagni di Odisseo trasformati in maiali.
     
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