La rinascita dei titani

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Phoenix93
        +3   +1   -1
     
    .
    Avatar

    Group
    Member
    Posts
    3,854
    Reputazione
    +320

    Status
    Offline
    salve a tutti miei fans eccoci con un nuovo capitolo per impegni personali sinceramente non so quando scriverò il prossimi ma intanto ci si accontenta di quello che si può avere giusto? buona lettura a tutti (lo so non è il più bel capitolo mai scritto ma si fa quel che si può) :lol:

    Capitolo XVII: Parole oscure

    -Molto bene in marcia, abbiamo della legna da ardere- la voce di Ahmed risuonò chiaramente per i bui corridoi del palazzo -Ahmed, dobbiamo parlare, ho una brutto presentimento- lo chiamò Rashja da un angolo poco illuminato -ti chiedo per l'ultima volta di riflettere su ciò che fai- lo implorò -Loki mi ha detto cosa devo fare scendere a Helheim1, liberarlo e poi attendere istruzioni da Crono- rispose risoluto -ti prego di da retta alla ragione cammini sul filo di lana amore mio, permettimi di accompagnarti- la voce della ragazza era piena di lacrime -sei sopravvissuto in Egitto potresti non essere altrettanto fortunato- rincarò la dose -dove sto andando lui non c'è e comunque è stato solo un colpo fortuito ho permesso alla mia rabbia di soggiogarmi- rispose camminando verso l'amata - lascia che venga con te potrei esserti utile- tentò con più insistenza -non te lo permetto nelle tue condizioni- rispose accarezzandole i lunghi capelli neri e setosi -le "mie condizioni"? ho un controllo perfetto su di Sekhmet non devi temere- ritraendosi dall'abbraccio del ragazzo -odio quando fai così sei impossibile mi fai ricredere sul fatto di averti salvato- Ahmed sorrise il suo aspetto si fece meno cupo persino l'occhio sinistro del ragazzo brillava tiepido -Rashja te lo prometto tornerò, e poi… tu devi tornare in Egitto lo sai no?- sorrise, la ragazza stava per rispondere quando le ampie porte della stanza si spalancarono rivelando, una piccola figura entrò -mio comandante è tutto pronto Leto3 gli ha appena trovati- pronunciò con leggerezza, la cappa nera ondeggiava a ogni suo passo, si inginocchiò di fronte a Ahmed, quest'ultimo abbassò lo sguardo disgustato, alla luce verde delle torce la persona misteriosa si rivelò essere un ragazzo di circa diciott'anni con corti capelli rossi e la carnagione cerea. -si ho ricevuto il tuo messaggio vattene Euriale- disse gelido il figlio di Anubi -mio signore?- balbettò intimorito l'amuleto di Ahmed cominciò a irradiare cupa luce nera, Euriale arretrò quindi sorrise malevolo -interessante, vediamo di cos'è capace il grande Ahmed- rise il suo volto si contorse in una smorfia divertita mentre accanto a lui una manticora prese a ruggire, l'avversario non la guardò nemmeno -siete dalla stessa parte questo scontro non ha senso!- urlò Rashja tentando di ristabilire l'ordine, ottenendo solo un'isterica risata più simile a quella di una iena che non ad una risata umana - così è questo il grande Ahmed? uno smidollato che piuttosto che affrontarmi si fa proteggere da una sgualdrina?!… vediamo dove corri se la uccido!- urlò quindi il mostro balzò sulla ragazza la coda chiodata si schiantò sulla lastra di marmo scuro spezzandola -mi sono stancato di stare nella tua ombra Ahmed… ora prenderò io il potere!- ghignò -sai Euriale qual è stato il tuo errore?- disse pacato -vedi tu non solo hai insultato la mia ragazza ma l'hai pure attaccata e per ultimo…- schioccò le dita la manticora si fermò completamente immobile cercando di azzannare Rashja -hai usato una manticora per farlo- continuò placido, quindi in tutta calma al mostro e con un singolo fendente fulminio della picca decapitò di netto, il sangue della creatura si riversò a terra come se si fosse rotta un'anfora di vino pregiato -è tutto inutile se non distruggi il mio sigillo- ridacchiò Euriale stupefatto dalla velocità dello scontro -lo so, sudicio ratto ma anche se non tollero la vostra presenza qui, non posso negare che potete tornarmi molto utili- rispose in tono mellifluo -non te lo ripeterò… vattene ora, o il fatto che la tua amichetta sia immortale finche non si distrugge quel piccolo aculeo che porti al polso sarà l'ultimo dei tuoi problemi- continuò scandendo bene le parole. Il soldato della morte si ritirò silenziosamente ma sul suo volto era dipinta tutta la sua ira e voglia di vendetta. Ahmed corse ad aiutare la sua ragazza -lo odio!- esclamò furioso aiutando Rashja ad uscire da sotto la carcassa che ancora sgorgava sangue -tu non lo odi Ahmed- rispose Rashja quando prese il braccio del figlio di Anubi -tu odi il tuo passato e vedere che quel folle ha una reliquia della manticora che tu feristi a morte ti fa star male- Ahmed strinse forte la ragazza in un abbraccio -quel mostro mi ricorda il mio fallimento, non sono riuscito a proteggere ciò che era importante… non voglio che ciò accada di nuovo, non voglio perderti- sussurrò dolcemente baciando dolcemente Rashja che ricambiò il bacio con passione -allora promettimi che se mai avessi bisogno di te correresti subito da me come quando vivevamo di stenti- Ahmed sorrise -te lo giuro sullo Stige2… ma tu dimmi, sei coperta di sangue da capo ai piedi e Sekhmet se ne sta buona?- disse per la prima volta Rashja si studiò il lungo abito di seta bianca che ora era rosso sangue, quindi stese la mano davanti a se per esaminarlo, la pelle color caramello era quasi interamente coperta dal sangue della manticora -sono un disastro… ma come ti ho detto su di lei ho un controllo pressoché perfetto- rise -sei perfetta- le disse il ragazzo accarezzandola quindi una foschia dorata si posò lievemente su di lei per qualche secondo quindi sparì -ho fatto tornare indietro nel tempo la tua pelle e il tuo vestito a prima del bagno di sangue… devo andare ti amo- sorrise quindi il ragazzo sparì in una nube nera, lasciando Rashja -anche noi ti amiamo- sussurrò quindi si voltò verso le porte e chiamò -Flegiate, Clio, Zira andiamo!- ordinò. Subito tre figure varcarono le porte, un ragazzo, Clio come al solito impassibile e una ragazza dai lunghi capelli color platino. I quattro sparirono in un vortice oscuro.

    A Delfi

    Il vento invernale soffiò imperversò gelido mentre Leto continuava ad avanzare serena mentre il suo corpo si mescolava perfettamente con il paesaggio -vi renderò le cose facili arrendetevi e non vi farò troppo male quando vi ucciderò- propose con la stessa semplicità di come se avesse offerto ai due di andare a fare una passeggiata. -Leto… ho già sentito questo nome- mormorò Xavier mentre Elly scattò verso la donna -scusa ma forse Damos mi ha colpita davvero troppo forte ma mi pare di aver capito che se ci arrendiamo ci ucciderai, se invece ci opponiamo ci ucciderai?- chiese la ragazza -oh hai capito benissimo cara- la donna sorrise raggiante -oh molto bene in questo caso…- si interruppe la guerriera - in questo caso?- forzò la titana -in questo caso scelgo di ucciderti e poi andare a dormire, sa sono un po’ stanca- rise quindi senza esitare sferzò l'aria con il khopesh subito una catena di lingue di fuoco bianche scaturì dalla lama ricurva attorcigliandosi alla donna come un boa constrictor. -E io che pensavo foste molto più ragionevoli- sbuffò seccata quindi sparì - che donna bizzarra beh almeno è almeno è andata via- rise Xavier -io non credo- rise la voce di Leto da un luogo indistinto -sarà divertente come farete a combattere contro ciò che non vedi?- continuò la voce spostandosi da un posto ad un altro -semplice accendendo il sole - rispose Nathan appena svegliato da quella voce -quindi dall'oscurità si materializzò un falco dal piumaggio dorato talmente splendente da brillare quanto il sole stesso. Il falco si librò alto nel cielo illuminando l'intera collina e il santuario di Delfi Damos continuò a dormire serafico mugugnando. Amir era spuntato dal nulla e già una muta di sciacallo stava fiutando il terreno alla ricerca di Leto -così ci mettiamo una vita- ringhiò Lily roteando Mjollnir uno sciame di fulmini cadde dal cielo bruciacchiando la terra -mancata- sospirò preparando una nuova tempesta mentre la pioggia cominciò a scendere copiosa -se c'è qualcosa nascosto la pioggia lo rivelerà- rise, la pioggia cadde a fiumi ma non rivelò nulla - così astuti eppure così futili- rise provocatoria la voce fin troppo familiare, per tutta risposta una freccia fischiò attraversando la volta celesta diretta sulla luna, un urlo soffocato e qualche goccia di icore dorato cadde a terra subito Orthros corse insieme ai segugi di Amir ad annusarne l'odore -bel colpo, ma come l'hai vista?- domandò Xavier sorpreso -io non lo so maestro l'ho vista riflessa sulla freccia è stato come se… non lo so la freccia e quella donna avessero qualche sorta di legame-rispose Daniel più scosso del suo mentore "Leto… non riesco a ricordare" si lamentò tra se il maestro, Leto ricomparve alle spalle del gruppetto poco distante le porte del santuario. La titana si mosse così silenziosamente da non causare alcun rumore, fece scivolare un piccolo sica dalle larghe maniche della veste quindi con un balzo stese la mano su Daniel -a quanto pare ragazzino tu riesci a scovarmi sempre… ma questo nascondino è diventato tedioso- ringhiò la lama del pugnale sava per infilarsi nella schiena del ragazzo ma uno spesso sperone di ghiaccio spezzò la lama -oh non ci provare lui è il mio allievo!- ruggì Xavier brandendo la gelida lancia di cristallo nella direzione della donna, la distanza tra il nemico e il ragazzo era coperto da un morbido strato di neve -toh, nevica- rise Elly il khopesh era avvolto da candide fiamme, gli occhi della ragazza erano spaiati il sinistro era d'argento mentre l' occhio destro era completamente dorato, senza pensarci due volte mosse con un rapido fendente la lama sopra la neve che si sciolse all'istante, le gocce d' acqua fluttuarono quindi nel palmo di Raul dove si amalgamarono e cominciarono a vorticare formando un vortice in miniatura, questo cresceva ogni istante di più fino a quando non fu grande quasi tre metri -ti spiace se mi unisco alla festa?- chiese sarcastica Lily colpì violentemente il terreno, un fascio di fulmini sfavillò in cielo e subito si mescolarono al vortice, Leto non sembrava spaventata ma divertita piuttosto -interessante davvero molto interessante, ma non ci siamo sono di razza titanica dovrete impegnarvi molto di più di così- rise. Amir e Nathan si fecero avanti -sai lo stiamo facendo cara la mia assassina- dall'ombra un branco di sciacalli neri e dal pelo lucidissimo sorsero dal terreno sfruttando l'ombra nemica e la azzannarono mentre due grossi cobra lunghi almeno un metro con due piccole alucce dietro la corona scivolarono sibilando e sputando veleno verde acido sul titano che sembrò andare a fuoco dove il veleno veniva a contatto con la pelle, in quell'istante due frecce argentee si conficcarono nel petto di Leto che rispose a quei due dardi lanciando tre pugnali da lancio che colpirono l'arciere, con un urlo disperato Xavier sommerse il nemico sotto un mare di magma incandescente mente Raul dava ordine alla tempesta di abbattersi su di Leto. Quando quella massa di attacchi si dissipò Leto era a terra scorticata ed ustionata dal magma, un fiume di icore partiva dal suo corpo bagnando le rocce e i piccoli frammenti di vetro che si erano creati per le alte temperature a cui era stata sottoposta la sabbia li vicino, il gruppo aveva appena tirato un sospiro di sollievo quando la titana si rialzò anche se dolorante -non male davvero- ma voi non potete sapere quanto sia profonda la mia sete di vendetta, voi non potete capire…- rise la donna barcollando -non ero nessuno solo un titano, che come molti altri si nascondeva dagli dei ma un giorno Zeus mi vide e si innamorò di me e… mi abbandonò incinta, quel figlio di un cane si era dimenticato di dirmi che era sposato, attirai quindi le ire della regina degli dei che mi fece inseguire da un drago di nome Pitone, i miei figli vennero accolti sull'Olimpo ma Zeus si era completamente dimenticato di me! Logico che quando quel ragazzo venne a cercarmi dicendomi che avrei potuto vendicarmi ho accettato… nulla in questo mondo mi renderebbe più felice che vedere la morte di Zeus e sua sorella Era4- rise estraendo un'altra coppia di coltelli da lancio e gli scagliò in direzioni diverse uno colpì Nathan al fianco, l'altro avrebbe colpito Raul ma questi fu più rapido e riuscì a schivarlo -provi una gran bella sete di vendetta credimi vorrei lasciarti distruggere il mondo ma non so… abbiamo solo questo per cui niente, non prendertela sarà per un'altra vita- disse Elly studiando la lama del khopesh -sai Horus è il dio della vendetta e della guerra non che nuovo dio del sole… si in effetti gli egiziani hanno dato molti ruoli a questo dio, si bhe in Egitto abbiamo diversi dei della guerra abbiamo molta fantasia che ti devo dire? ma non è questo il punto…- rise Elly -il punto è che parli troppo- esclamò la donna estraendo uno stiletto da una piega dell'abito e attaccando direttamente la ragazza, che parò l’ assalto con facilità -nervosa sei troppo nervosa dovresti imparare a rilassarti, prendi esempio da quei due- rise indicando Damos e la fenice che sonnecchiavano ancora, approfittando della distrazione Leto tentò un nuovo affondo che sarebbe stato fatale se il cane bicefalo non fosse balzato alle spalle del titano, artigliandole la schiena, Leto quindi sbagliò mira aprendo un lungo ma superficiale graffio al costato della ragazza che uggiolò dal dolore mentre la titana si voltava per affrontare Orthros -oh no, non credo proprio- esclamò Elly pugnalando alle spalle l'avversaria che prese fuoco -se mi avessi lasciato finire prima avresti saputo che le fiamme del mio Khopesh prendono vigore dai sentimenti come odio risentimento e vendetta però…- disse pensosa -però?!- le fece eco la donna camaleontica -si le fiamme consumano quei sentimenti per cui quando morirai sarai serena e pronta per il giudizio di Anubi è una bella cosa non credi?- sorrise mentre lasciva Leto che strillava consumata poco a poco dalle fiamme bianche -sei stata grande!- convennero tutti Elly scosse il capo -no, siamo stati grandi era ridotta molto male sarebbe crollata comunque… ma basta titani per un po’ eh?- sorrise i suoi occhi erano tornati del consueto color nocciola -non ci sperate se Leto era qui vuol dire che davvero i titani stano tornando- constatò Nathan richiamando i cobra e il falco solare. Mentre gli altri cercavano di mettere un po’ d'ordine ai pensieri e alla colina devastata, Xavier e Raul cercavano di prestare tutte le cure possibili a Daniel -saremmo morti senza vedere il nemico se non fosse stato per lui- ringhiò stringendo il pugno così forte che gli schioccarono le dita -è solo colpa mia non ho avuto il tempo di addestrarlo- continuò cupo -ora ti prendi colpe che non sono tue, in guerra succede di rimanere feriti non è colpa di nessuno però… Daniel però sta bene deve solo rimarginare le ferite, non strapazzarlo troppo quando riverrà-sorrise dando una pacca sulla spalla al compagno e andando a vedere la ferita di Elly che però si ritrasse subito sostenendo che era solo un graffio. La notte lasciò il posto al mattino verso le dieci Damos si svegliò -buon giorno mondo, e buongiorno anche a te fenice su rientra nella spada fai la brava- disse con voce assonnata, la fenice becchettò affettuosamente il figlio di Urano e dopo essersi fatta coccolare dal gruppo rientrò nella spada ricomponendo la costellazione sulla lama -dunque che mi sono perso?- chiese sedendosi e facendo crescere molte spiga di grano, e aver spremuto la costellazione delle olive ottenendo un olio di colore bluastro e argenteo frantumò il grano ed evocò la costellazione della fornace -Xavier, Raul non statevene lì impalati, sale per favore- rise mentre aggiungeva la farina integrale con l'acqua e i lieviti quindi mentre impastava il tutto guardò il gruppo che lo guardava con gli occhi fuori dalle orbite -che c'è? mai sentito parlare della colazione? mi sono appena svegliato, ho fame e quindi mangio- disse con leggerezza -=Orthros a te piacciono le focacce vero bello? le teste latrarono entusiaste mentre il serpente scodinzolava allegro -ehm sai Damos abbiamo anche succo di mela e vino se vuoi- rispose seccato Nathan -vino? a colazione? No poi non riesco a smaltirlo- disse mentre il cane a due teste alitava sulla fornace -ma che disdetta pare che lo abbia finito tutto!- rispose Nathan trattenendo a stento la rabbia -tranquillo non è un problema- rise mentre un piccolo melo carico di frutti cresceva alle sue spalle -senti figlio di Tiche mentre tu stavi a sonnecchiare con il tuo pennuto amico noi abbiamo avuto una discussione un po’ movimentata con un tuo parente- rispose stringendo così tanti i pugni da farsi sangue -un mio parente? Leto immagino? ma se non ho partecipato alla allegra discussione non è certo colpa mia- rispose duro -ah ora non è nemmeno colpa tua, Damos ne ho abbastanza del tuo atteggiamento- scattò -senti Nathan per l'ultima volta non ho scelto io tutto questo, Leto ci ha attaccati ma vedo che siete riusciti a respingerla… d'altronde siete i migliori guerrieri del tempio- ringhiò Damos -siamo riusciti a respingerla certo ma non grazie a te! e per tua informazione ci sono stati dei feriti- urlò più forte l'altro -non parlarmi di ferite io ho perso il braccio destro e le ferite che ho visto non sono molto gravi- rispose -sai, non tutti siamo mezzi titani- l'anello del ragazzo ormai mandava lampi dorati -ma perché tutti c’è l'hanno con questa storia?!- urlò esasperato i due si studiarono a lungo. -sei il figlio del cielo stellato se ti uccidessi…- Nathan tremava tutt'a un tratto sembrava quasi spaventato -ehi tutto bene?- Damos mosse un passo verso l'amico ma un falco tentò di artigliargli il volto -ma sei pazzo?!- urlò Damos -non sono io il pazzo ma tu figlio di Apophis- urlò -ma di cosa stai parlando- intervenne Lily che come li altri cominciava a dar peso alla discussione -non devo spiegarmi con voi- ringhiò stava per gettarsi all'attacco, quando una luce accecante investì il gruppo pochi secondi dopo un'uomo vestito di bianco e con i capelli di un biondo oro, un fisico scolpito era seduto su di una colonna semi distrutta e pizzicava le corde di una lira -salve viandanti, benvenuti nel mio santuario- rispose armonioso -Tu sei…- tentò Daniel ma le parole gli morirono in gola -Apollo figlio di Zeus e di Leto esatto- sorrise il dio -sii il benvenuto alla nostra tavola divino Apollo- replicò Damos -sempre che tu non sia nostro nemico s'intende- completò -avete ucciso mia madre ma erano secoli che aveva perduto il senno, quanto a te Damos figlio di Zoe le schermaglie di mio padre non mi riguardano- replicò -capisco e allora perché sei qui?- chiese Amir -volevate delle risposte giusto?-sorrise -in verità si ci serve una direzione… e una meta- chiarì Nathan -lo so, e so anche che la tua ira nei suoi confronti è ingiustificata, non ha alcun collegamento con il serpente- cominciò -"Oracolo di Apollo, il vecchio re in fine sul mondo la sua ombra stenderà alle radici del frassino deicida l'ultimò scontro del vecchio mondo, il libro della vita e della morte stretto nelle spire della notte giace il gruppo unito spezzarsi dovrà" queste frasi vennero incise a lettere incandescenti sulla colonna ma del dio non c'era più traccia -cosa significa chiese- Raul rileggendo quelle parole -non lo so ma un verso è chiaro… ci separiamo- concluse Damos risoluto legando le focacce in due pacchetti.

    Glossario:

    1Helheim: altro nome di Hel il mondo dei morti, uno dei nove regni(o mondi) della mitologia norrena.
    2 Giurare sullo Stige: sono giuramenti sacri e vincolanti, a cui nemmeno gli dei possono sottrarsi pena la vita del giurante.
    3 Leto: figlia dei titani Ceo e Febe era collegata alla tecnologia e alla conoscenza ma anche all’invisibilità e al mistero, Zeus si innamorò di lei dopo averla vista e con lei generò Apollo e Artemide, dopo che Zeus l’abbandonò fu inseguita per volere di Era da Pitone un enorme drago che fu ucciso dai due gemelli, Apollo ne donò la pelle al tempio di Delfi.
    4Era : figlia di Rea e Crono, sorella e moglie di Zeus dea della famiglia e del matrimonio, madre di molti dei dell’olimpo, Particolarmente Gelosa del marito e delle sue mancanze ai vincoli di fedeltà, punì con ferocia ogni figlio nato da relazioni extracognugali salvo piccole ecezioni.
     
    Top
    .
98 replies since 13/8/2013, 09:35   8328 views
  Share  
.