La rinascita dei titani

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  1. Phoenix93
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    Buon giorno a tutti e buona Pasqua, mentre voi mangiavate le uova di cioccolato io scrivevo rotoli su rotoli di capitolo perchè no, non mi sono dimenticato di questa fan fiction anche se il lasso di tempo di uscita dei capitoli è aumentato essendo impegnato con altre cose tra cui ricerca di un lavoro scrivere altre ff e pigrizia ma eccoci con un nuovo capitolo buona lettura a tutti :D

    Capitolo XVI: Menzogne e verità

    Il santuario del titano apparve davanti ai suoi occhi nella sua lucida superficie di marmo e argento, quella che era sembrata una meraviglia al giovane solo due giorni prima ora risvegliava in lui una grande ira. Damos non sapeva cosa avrebbe fatto esattamente a suo padre voleva vomitargli addosso la sua frustrazione piangere per la triste sorte di sua madre e abbracciarlo tutto allo stesso tempo, mentre saliva gli scalini e veniva abbagliato dalla lucentezza dell'avorio si voltò a guardarsi alle spalle, non c'era traccia di come avesse fatto ad arrivare lì l'unica cosa che riusciva a vedere era l'immensa volta di stelle, era incredibile con quanta facilità riuscisse a respirare immerso nel cielo notturno e come vi riuscisse a camminare come se le stelle non fossero altro che vie del mondo terreno, il ragazzo si costrinse a continuare, in quel momento sembrava che la sua rabbia fosse scemata ma bastò una sola occhiata per farla tornare con la stessa potenza di un fiume in piena. Damos era arrivato alle porte quando una voce gentile e cristallina dal lato destro del santuario lo chiamò -Damos vieni a far visita al mio signore? Non ti aspettavamo- il giovane contadino si voltò trovandosi faccia a faccia con Kathlina , in un lungo chitone madreperlato i lunghi capelli platino erano legati in una treccia, era alle prese con un fiore blu notte chiuso ma mandava già riflessi argentei -buona sera, non sapevo amassi il giardinaggio- sorrise la ninfa rise -sono fiori molto particolari… vuoi piantarne uno? si dice portino fortuna… sai quando sbocciano nascerà una nuova stella- la ragazza sorrise e fece per porgere un piccolo bocciolo al giovane che ritrasse la mano -scusa ma non credo che ora una stella possa aiutarmi, con la rinascita dei titani sempre più vicina e l'esercito di Ahmed sempre un passo avanti a noi, e ora gli spettri del passato… ne pianterò una, se sarò ancora vivo quando tutto sarà finito- sorrise -lo sai Damos? sei il titano più buffo che abbia mai conosciuto- un brivido salì lungo la schiena del contadino -IO NON SONO UN TITANO!- urlò acidamente quindi voltò la schiena alla ninfa e varcò l'ingresso a passo veloce percorrendo il lungo corridoio del vestibolo gettando l'occhio alla ricerca del vecchio re del cielo. Lo trovò in una grande stanza dal pavimento in marmo bianco con alte rastrelliere contenenti file infinite di rotoli di papiro o di tavolette di cera, il soffitto era a cielo aperto, così che fosse illuminata dall' argentea falce di luna e gli astri, il vecchio titano era seduto ad un tavolino esaminando un rotolo dall'aspetto molto antico. Damos non era ancora entrato che Urano lo chiamò, il giovane strinse i pugni fino a sbiancarsi le nocche ma entrò -bella serata non é vero ragazzo?- chiese il vecchio senza alzare lo sguardo il ragazzo non rispose quindi il titano alzò lo sguardo studiando la sua espressione -hai incontrato Clio e com'è andata?- lo canzonò come se sapesse già la risposta -lei… non è che un guscio vuoto ricolmo di odio, comunque hai una moglie adorabile- rispose con la voce che gli si seccava in gola -bhe che ti aspettavi da un umana? lo sai no? non sarebbe stata di nessuna utilità per te- rise il vecchio signore della notte, Damos ebbe non poca difficoltà a mantenere la calma -è il bue che da del cornuto all'asino quello che sento?- rispose inferocito -proprio tu che ti innamorasti di una mortale? vieni a dire a me che gli umani sono insignificanti?!- gli urlò di rimando, Urano sembrò sconvolto ma alla fine scoppiò in una fragorosa risata -hai incontrato di nuovo Zoe non è forse così?- la situazione sembrò divertirlo molto mentre Damos fremeva per la collera -senti ragazzo quella con tua madre fu solo una… sciocchezza pensi davvero che potrei mai amare un essere la cui bellezza sfuma nel tempo e rimane viva solo nel ricordo?- rise -NON TI PERMETTO DI DIRLO!- urlò e istintivamente pestò i piedi a terra, subito stelle cominciarono a sfrecciare saettando per il cielo - finalmente ti comporti come un vero titano, sono contento che quella misera creatura non ti abbia rovinato- rispose secco - Il ragazzo non ci vide più e colpì il padre più volte si fermò solo quando vide un piccolo fiotto di icore dorato scendergli dal labbro -tu parli di rovinare la vita a qualcuno? Per causa tua gli dei mi odiano- urlò con quanto fiato aveva in corpo -non so più cosa credere la mia vita non è altro che una mera bugia il mio mondo è una menzogna… Non so più cosa pensare Clio mi ha realmente amato o sono solo ricordi finti creati -dalla mia mente?- Squittì Damos quasi senza voce -che gli dei ti odino non mi sorprende sei un mezzo titano, anche se nella titanomachia hai combattuto per loro temono che ora u ti possa ribellare a loro, in quanto alla tua vita non incolpare me le tue scelte- rispose deciso -cosa vorresti dire?- chiese con un filo di voce il contadino -niente di più di ciò che ho detto fu una tua idea, pensavo che dimenticassi anche i tuoi stupidi sentimenti- rise Urano -i miei sentimenti mi hanno reso ciò che sono!- ringhiò Damos che ormai lacrimava per la rabbia mentre il turbinino di stelle cadenti si faceva più intenso, seguendo le emozioni del ragazzo -TI HANNO RESO DEBOLE!- tuonò il titano con voce così potente da far tremare il santuario - e dove ti hanno portato?… sei stato così sciocco da farti uccidere da un umana e per cosa? per amore?- rispose in tono più rilassato -non ci credo… non ci voglio credere- rise Damos divertito Urano si ripulì dall'icore che ormai gli colava nella folta candida barba -cosa c'è? perché adesso ridi?- chiese incredulo -rido perché finalmente ho capito cosa volevi da me, a te non ti è mai interessato nulla di me o del mondo… tu volevi solo la vendetta, contro Crono ma soprattutto contro Gea che fu la mente dietro il tuo deicidio, e ora pensi di potermi plasmare come si fa con la creta!- rise ancora più divertito -ragazzo se ti dicessi di no sarei un misero ipocrita è vero volevo cambiarti farti perdere la tua natura umana… ma forse non servirebbe ci sono sentimenti molto più forti di un titano-ammise il volto del titano notturno sembrò invecchiare di qualche secolo, Damos fu colto da un moto di compassione verso quel vecchio -senti posso chiederti perché non mi hai detto chi eri la prima volta che ci siamo incontrati? anche ora non mi hai mai chiamato figlio, anzi non mi hai quasi mai nemmeno chiamato per nome- domandò il ragazzo con gentilezza- una fitta rete di rughe apparve sul volto di Urano i suoi occhi blu si fecero meno lucidi -pensi che sia stato facile per me mentirti questa sera Damos? Ho dovuto fingere disinteresse per l'umanità ma ciò che è peggio ho dovuto nascondere i miei sentimenti per Zoe- la voce del titano vibrava come se fosse prossima al pianto -quindi tu amasti mia madre?- chiese il ragazzo scoccato -l'hai conosciuta no? Come si può non amarla? Era la creatura più splendida che avessi mai visto, ma non sono stato in grado di proteggerla come non ci sei riuscito tu… ma la tua vita non è una bugia, se ti guardi attorno lo potrai capire da solo prendi i tuoi amici ti sono accanto anche se non sei umano quindi i sentimenti che provi ragazzo sono reali come lo sono quelli delle persone nei tuoi confronti-rispose mentre lacrime di una splendente luce azzurra scendevano sul suo volto vecchio -e ancora non mi chiami con il mio nome- lo rimproverò Damos dolcemente -non credere che sia per insofferenza nei tuoi confronti ma il tuo vero nome ti procurerebbe guai con gli dei quindi è meglio che rimanga dimenticato, inoltre Damos? protetto di Demetra dopo quello che facesti per lei nella guerra contro Crono?… ti sminuisce figlio mio- rise il titano, Damos scattò e abbracciò stretto il padre -scusa per quello che ho detto sono stato un egoista, non ho pensato a quanto tu possa soffrire stando qui lontano dal mondo- mormorò il ragazzo mentre il padre gli accarezzava affettuosamente i capelli -lo sai Damos la mia ultima figlia fu Afrodite nata da un pezzo del mio corpo quando cadde nel mar Egeo, da me nacque l'amore e ora ti ho quasi imposto di dimenticarlo… mi spiace così tanto, non sarei stato diverso da mia madre- mormorò quindi sciolsero quell'abbraccio e Urano scrutò il cielo -non è bellissimo quello che riesci a fare solo arrabbiandoti? non voglio sapere cosa saresti in grado di fare quando sei sereno- esclamò guardando la pioggia di stelle -senti io sono venuto qui anche per un altro motivo, la tua spada ecco pensi che potrei stringere un nuovo patto con te papà- chiese il ragazzo -la mia spada? ma quella che usasti era la tua spada, per questo fui così sorpreso nel rivederla, traevi l'energia dalle stelle non potendo consumare la tua vita- Damos si fermò a riflettere -si ma Ahmed non sembra consumarsi usando il suo come mai?- chiese dunque il giovane -non lo so ma chiunque lo abbia addestrato deve conoscere a fondo i sigilli degli dei- rispose l' perplesso- ma dimmi le condizioni di quel patto- rise Urano nascondendo la sua preoccupazione -combatterò fino a quando non tornerà la pace in cambio ti chiedo di ridare la vita a Clio in cambio della mia-rispose fermo -combatteresti per nulla se devo sottrarti la vita- rispose sconvolto il titano -le ho provocato solo dolore sarà felice dimenticandomi così dimenticherà anche il suo odio- continuò deciso il ragazzo -mi spiace ma non voglio veder morire mio figlio-rispose ferreo il cielo stellato -non ci sono altri modi padre… devo seguire i miei sentimenti- tentò dunque il contadino -e sia anche se non condivido la tua scelta- rispose disarmato Damos rise -tranquillo padre ho un piano e poi anche se morissi dubito che Alecto, Tisifone e soprattutto Megera mi farebbero del male- rise dando una pacca sulle spalle del padre che rise anche egli tonante il titano quindi posò delicatamente la sua mano sul braccio morto del figlio fino a che il suo simbolo non comparve brillando di nuova luce azzurra -grazie padre vedrai sarai fiero di me- quindi il ragazzo fece per andarsene ma fu richiamato dal padre -Damos, Crono vi ha messo una sua sorella al vostro seguito, lo so che è una tua sorellastra ma resta concentrato non farti offuscare dai vincoli di parentela- lo ammonì il titano - va bene padre sarò prudente- quindi lasciò la stanza e tutto il santuario, quando riaprì gli occhi era di nuovo seduto sull' erba a pochi metri da tempio di Apollo, accanto a lui seduta sull'erba c'era Elly -Ciao Damos hai parlato con tuo padre?- gli sorrise la ragazza -si, è stata una discussione animata- rise il ragazzo -è opera vostra?- chiese divertita indicando le innumerevoli comete che sfrecciavano per il cielo -ehm diciamo che è colpa mia- rispose imbarazzato -è molto romantico non trovi?- rise Elly -non ci ho fatto molto caso, ma credo di si… cioè volevo dire sicuramente si- balbettò arrossendo la ragazza scoppiò in una risata -eri così eloquente anche con Clio o è un trattamento di favore?- rise -diciamo che mi hai preso alla sprovvista- brontolò Damos -ma dimmi come mai non dormi ancora?- chiese prima che Elly potesse commentare -per un romantico appuntamento con te?- rise la ragazza -seriamente- incalzò il ragazzo -e va bene, visto che un appuntamento non ti va volevo che mi allenassi ad usare il mio spirito guerriero- rispose -perché io chiese Damos sconcertato -perché sei l'unico che conosca ad averlo fatto… bhe conosco anche Rashja ma dubito che ora voglia insegnarmelo- rise -come hai fatto? perché Rashja modificava il suo aspetto mentre tu no? è stato difficile? e…- il ragazzo la interruppe -non lo so stavo per morire e ho agito d'istinto- rise il giovane -però… ho una mia ipotesi al riguardo- Elly sembrò illuminarsi -bhe non so se hai visto la pietosa figura fatta contro Rashja, se hai un ipotesi meglio tentare no? insistette -come vuoi ma potrebbe essere rischioso- la ammonì ma non sembrava che l'avvertimento avesse avuto successo -e va bene… nel mio apprendistato al tempio ho letto tutto riguardo ai sigilli… compresa la loro origine vedi, i sigilli sono pezzi dell'anima di un dio racchiusa in un oggetto, questo serve a limitare la volontà del dio… ora la domanda cosa succede quando una persona entra in diretto contatto con quel brandello?- concluse Damos, la ragazza sembrò spaesata ma annuì -come entro in contatto con Horus?- domandò il contadino sorrise -è facile io sono entrato due volte in contatto con Urano… concentrazione- rispose con tranquillità Elly senza perdere tempo chiuse gli occhi e rallentò il respiro. Damos si alzò lentamente e con il minimo rumore si spostò di qualche passo, la ragazza riaprì gli occhi che ora erano spaiati uno era dorato mentre l'altro era argenteo, si avvicinò rapidamente al giovane contadino e senza dire nulla calò un affondo dall'alto Damos mosse d'istinto il braccio sinistro e subito la lama della notte apparve in suo pugno -ma guarda guarda, riflessi niente male mezzo titano- rise la ragazza con un miscuglio di voci una era la classica voce di Elly mentre l'altra era così tagliente che il contadino avrebbe avuto difficoltà a dire se era più affilata quella o il filo del kopesh che ora era sovrapposto alla sua lama - per gli dei Elly ci sei ancora?- esclamò spaventato un paio di ali di luce dorata crebbe sulla schiena della sua avversaria mentre le unghie della mano libera divennero uguali agli artigli di un falco -testiamo la tua forza ragazzo- lo sfidò lo strano essere spiccando il volo -fantastico due possessioni in due giorni sei davvero fortunato Damos- mormorò tentando di pensare a come raggiungere la ragazza. Il ragazzo stava esaminando la spada quando gli venne in mente un piano posò il dito sulla lama e subito una costellazione si liberò dall'acciaio e prese vita una gigantesca aquila -ehm ciao mi serve un passaggio una mia amica è nei guai- spiegò quindi salì in groppa all'uccello formato da stelle -segui quella lucina dorata!- ordinò fermo, il rapace cacciò un urlo e volò rapidamente all'inseguimento di Horus, il quale si gettò in picchiata non appena lo intravide -vira a sinistra presto!- esclamò l'uccello si affrettò ad eseguire i suoi ordini, la ragazza alata mancò il bersaglio e quindi si fermò a mezz'aria. L' aquila diede un grido acuto gettandosi sul nemico alle spalle sfruttando le correnti, il contadino ebbe un'occasione d'oro avrebbe potuto sferrare un colpo decisivo ma esitò, Horus si voltò con un ghigno divertito -perché indugi? Non vorrai farmi credere che non sai combattere?- rise il Elly -no, ma non uccido i miei compagni in allenamento Elly vuoi importi su quel pollo si o no?!- urlò -andiamo ragazzo non era addestrata ad imporre la volontà su un sigillo sta opponendo ben misera resistenza- rise il dio -ehy ma tu da che parte stai si può sapere?- esclamò Damos stizzito parando un colpo diretto al suo braccio morto proteggendolo qualche secondo prima che gli venisse tagliato di netto con uno scudo tondo di stelle -pensavo dovessi toccare le costellazioni per evocarle- ringhiò la ragazza -pure io ma a quanto pare mi sbagliavo… ORA aquila scaraventiamolo a terra ho un idea- sussurrò il ragazzo al suo amico rapace. Il gigantesco uccello volò sopra la ragazza e la afferrò tra gli artigli quindi precipitò a folle velocità verso il terreno in una vertiginosa picchiata A pochi metri dal suolo mollò il fardello che ricadde a terra "speriamo funzioni" pregò il ragazzo saltando giù dall'Aquila correndo nel cielo notturno, sembrava molto più complicato che non vicino al santuario del padre ma riuscì a coprire il tragitto che lo separava dalla ragazza dio, appena toccò terra prese un sacchetto di tela ricolmo di semi e lo svuotò sulla ragazza che stava già rimettendosi in piedi quindi da ogni seme crebbero dei tralci di edera che si avvilupparono attorno agli arti del nemico -andiamo Damos non credo tu ci abbia messo realmente te stesso- rise Elly con la voce del dio, infatti fiamme bianche presero vita non appena le piante toccarono la lama del kopesh e l'artiglio propagandosi nella sua direzione mentre Elly ormai libera tempestò di fendenti il ragazzo, il quale ebbe non poche difficoltà a schivargli senza ferire l'amica ma l'ennesima finta del dio fece sbilanciare il giovane che cadde sulla schiena, Horus era pronto per l'ultimo affondo quando delle catene si avvolsero ai polsi e alle caviglie della ragazza ancorandola a terra. Damos si alzò sorridendo -ci sei cascato Horus eri così sicuro della tua vittoria da non notare le mie catene- sospirò il ragazzo esausto -per gli dei il tatuaggio non assorbirà la mia linfa vitale ma lo sforzo fisico non è da sottovalutare- rise divertito Horus strattonò la catena, le maglie tintinnarono ma nient’altro -dove l'hai trovata la catena?- rise Horus - la costellazione di Andromeda- rispose semplicemente -ingegnoso ma non hai ancora vinto fino a che non riesci a ristabilire la volontà di Elly- commentò -giusto credimi Elly mi ringrazierai- disse quindi picchiò con forza l'elsa sulla fronte della ragazza che si afflosciò priva di sensi, dopo averla liberata e congedato l'aquila e lo scudo si sedette accanto a lei. Passarono si e no cinque minuti quindi la ragazza si mise a sedere -cos'è successo come mai sei sudato? Ahi la mia testa che mi è successo?- si lamentò, il suo volto era pallido e madido di sudore -piano, una cosa alla volta sei riuscita- rise quindi spiegò l'accaduto all'amica, quando finito il raccontò Elly rise di gusto -oooooh giusto e quindi hai pensato che fracassarmi il cranio fosse la scelta migliore per farmi rinsavire?- Damos sorrise -ehm più o meno… ma adesso andiamo a riposare cosa ne dici?- propose stavano tornando al bivacco. Erano quasi arrivati quando una voce alle loro spalle gli fece trasalire -woha ragazzi come avete fatto? ah a proposito gran bel bernoccolo Elly ti fa più bella- esclamò entusiasta la voce di Xavier -oh grazie lo pensa anche il nostro Damos- rise fulminando con lo sguardo il contadino -uff credo non mi perdonerai mai- sospirò -ma che bravo e dire che dicono che i contadini siano stupidi- rise affettuosamente -ah Damos credo di doverti delle scuse… sai combattere e dei se non ti fossi trattenuto Elly non sarebbe qui… ma lo dite anche a me quello che avete fatto?- rise Elly sembrava debole ma spiegò per filo e per segno ciò che era successo -davvero interessante voglio provare- esclamò eccitato -ehm non mi sembra una buona idea, ne ho abbastanza di posseduti da dei per cui buona notte- lo frenò il ragazzo -sciupa feste di un titano è colpa tua se capita tutto questo- mormorò Xavier -come mi hai detto?!- esclamò Damos - eeehm… scusa- disse -no, ora tu provi ma questa volta non mi tratterrò, un altro che non si fida di me…sai che c'è non l'ho chiesto io di essere figlio di Urano- urlò -è stata mia madre a dirmelo mi ha detto che è colpa tua se ora una titana ci da la caccia-rispose sconsolato -cosa?! E tu cosa ne sai? Nemmeno mio padre mi ha detto di più- disse calmandosi -nulla solo che siamo seguiti- rispose con una scrollata di spalle -capisco, scusa se mi sono arrabbiato… bhe non volevi provare? ma ricorda la volontà imponi la tua volontà sul dio- rise dando una pacca sulla schiena al fabbro che annuì e si concentrò più che mai e dopo un paio di minuti riaprì gli occhi, il suo corpo aveva assunto le proprietà del magma, sembrava andare tutto bene Xavier aveva un buon controllo su quel dio. Damos cacciò un sospiro di sollievo ma subito Xavier cominciò a crescere a dismisura mentre la parte sinistra del suo corpo si tramutò in ghiaccio -è chiederti troppo Tiche1 che una cosa possa andare per il verso giusto?!- esclamò quindi riuscì a evocare la spada ma sembrava un macigno -non credo che riuscirai ad usare la stessa strategia hai visto quanto è grande quel cranio?!- Rise nervosa Elly Damos scelse di non rispondere talmente concentrato sul trovare una soluzione, solo dopo attimi di inutile riflessione rispose disarmato -idee?- la ragazza scosse il capo -forse lo riesce a controllare- ipotizzò- Damos studiò il gigante che nel frattempo aveva creato una lancia di ghiaccio della sua misura e grossa quanto il ragazzo stesso -mh… no non credo lo sappia dominare o almeno non la parte congelata, guarda- sussurrò all'amica, mostrando la difficoltà con cui sembrava muoversi -Xavier sta lottando- mormorò. Elly approfittò di quel momento per creare una palla del bianco fuoco della vendetta che andò a schiantarsi contro il petto del gigante, senza provocare alcun danno sulla lucida superficie di ghiaccio -questo non è normale- esclamò, la volontà di Xavier sembrò venir meno, infatti il gigante di magma e ghiaccio si fece più deciso nei movimenti conficcò la lancia di nel terreno che subito si ricoprì di ghiaccio e neve mentre una selva di speroni di ghiaccio grandi quanto dei piccoli alberi fuori uscirono dal terreno -per il Tartaro2!- esclamò Damos spaesato -molto bene io non sono un esperta di guai ma questo è senza dubbio la peggiore situazione della mia vita- esclamò Elly rotolò per evitare la punta gelida che l'avrebbe senza dubbio perforata -Damos ho un idea ma devi passarmi la tua spada ORA!- incalzò Elly che ora era separata dal contadino da uno spesso e appuntito muro di ghiaccio -è una parola!- Rispose ironico mentre il gigante rideva gongolante con una doppia voce che ricordava vagamente quella di Xavier ma questa era sormontata da una fredda voce femminile -il guerriero dell'armonia hai usurpato il posto di mio figlio! ma dopo questa notte tornerà l'ordine quando ti avrò ucciso!- lo derise -ma è fantastico avere così tante attenzioni - mormorò -sta tranquilla dea che non conosco sono già morto ma il tuo figliolo mi ha aiutato a tornare- rise -e comunque ho promesso la mia vita ad un' altra persona per cui scusa ma non intendo morire più per un pezzo- completò -vedo che congelarti non ha funzionato ma non preoccuparti , porrò rimedio subito- rise quindi il gigante estrase la sua arma e la mulinò in aria una tormenta di neve si abbatté sul ragazzo che impotente contro le raffiche gelide fu straziato dal vento che gli tagliò la pelle -bhe tutto qui?- chiese indifferente il ragazzo mentre il gigante tornava all'attacco furente -Damos sei sicuro di quello che fai?!- chiese la ragazza che stava tentando di spaccare il ghiaccio con il kopesh -no ma è un ottimo diversivo… esprimi un desiderio Elly- rispose mentre una cometa cadeva vicino alla ragazza -cosa dovrei farci?- esclamò mentre la stella brillava sempre più intensamente -volevi la mia spada bhe prendila- rispose mentre Elly stendeva il braccio verso quel globo di luce argentea fino a che la sua mano non strinse l'elsa della spada e subito sulla lama le stelle presero a cambiare assetto fino a quando la giovane guerriera non si trovò a guardare le stelle della sua infanzia -Eccola!- esclamò felice -Damos evoca la costellazione che indico- disse -e io come faccio a vederla?- rise - oh ehm giusto è la costellazione del gigante- rispose. Damos non ebbe il tempo per concentrarsi infatti Xavier lo bersagliò di palle di magma fuso -va bene dammi un momento- mormorò quindi creò un muro di edera e spighe e si concentrò, non fu facile era la prima volta che tentava un'evocazione senza la spada e che evocava così tante costellazioni in più la stanchezza cominciava ad avere il sopravvento, la vista comminciava ad annebbiarsi e il corpo si rifiutava quasi di obbedirgli ma si costrinse a rimanere concentrato su di una costellazione che non aveva mai sentito prima. Il ragazzo seppe di aver avuto successo solo quando una figura blu notte alta più di tre metri lo scavalcò e caricò il gigante nemico che lo investi con una gigantesca colata lavica, la costellazione non sembrò curarsene più di tanto e colpi con un montante il nemico -che roba è?!- urlò meravigliato il ragazzo -una costellazione egizia- rise Elly. Xavier si rimise in piedi quindi disegnò un' arco con la lancia, Dardi di ghiaccio si crearono a mezz'aria, a centinaia volarono contro la grande costellazione ma altrettanti schizzarono contro di lui, istintivamente richiamò la sua spada ed insieme ad essa un cinguettio familiare lo protesse creando un cerchio di alte fiamme -ciao fenice- salutò un altro cinguettio rispose quindi l'uccello fiammeggiante atterrò sulla sua spalla destra. Proprio in quel momento lo Xavier gigante era riuscito a perforare il torace della sua nemesi che crollo a terra, non prima di averlo mandato a cozzare con violenza contro una colonna ornamentale che crollò sul gigante che finalmente tornò alle sue consuete dimensioni -ehy pensa ad Elly è lì dentro!- ordinò il contadino al pennuto quindi andò ad assicurarsi che Xavier stesse bene, era vivo il suo respiro affaticato ma sembrava stare bene -non strafare più- lo ammonì quando si fu risvegliato - due amuleti significano due dei un'altra di quelle fusioni e bhe di te non rimarrà molto anche se sei un semidio- lo rimproverò -e a te chi ti dice che io sia un semidio?- sorrise il fabbro -tua madre non deve volermi bene ha tentato di ammazzarmi, dice che eri destinato a essere tu il guerriero dell'armonia… ma ghiaccio e lava si annullano grazie alla tua forza di volontà non ti sei autodistrutto- rispose -mia madre, Skadi vuole il Ragnarok è lei che mi ha detto dell'inseguitore… mi ha detto che sei troppo incline ai sentimenti per affrontarla- spiegò -sembra mio padre- rise stendendosi sull'erba -ma almeno sappiamo che è una titana… e anche un'altra cosa…-constatò -cosa?- chiese interessato -che i mezzi titani non sono immuni alla stanchezza, sono distrutto- rise. La costellazione del gigante tornò nella spada mentre Elly si avvicinò di corsa seguita dalla fenice -Xavier stai bene?- chiese -si, grazie- rispose -meno male allora ti posso uccidere! ci hai quasi ucciso lo sai?!- rispose fuori di se dalla rabbia -ehm si scusa- si giustificò il fabbro -oh si è addormentato… bhe ha avuto una serata pesante, e poi non dormiva dall' avventura in Egitto- sorrise la ragazza guardando Damos che dormiva beato sull'erba, la fenice lo raggiunse addormentandosi sulla toga ormai sgualcita del contadino così da scaldarlo in quella fredda notte autunnale. Una figura in mantello si avvicino senza nessun rumore come se fosse un fantasma - siete voi i membri del tempio degli dei?- chiese in tono retorico -chi gli cerca? chiese Xavier la figura incappucciata rise, quindi rispose candidamente -l'ombra di Crono, Leto-.

    Glossario:

    1 Tiche: Dea greca della fortuna e del caso, è spesso rappresentata con gli occhi bendati, da qui l’espressione la fortuna e cieca, o il suo soprannome La dea bendata
    2 Tartaro: è la zona più remota dell’Ade ed è la prigione dei titani e di coloro che hanno sfidato gli dei.
     
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