La rinascita dei titani

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  1. Phoenix93
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    buongiorno a tutti e ben trovati con questo capitolo speciale su Xavier in occasione del compleanno di Ichu percui spervo vi unirete a me nell augurargli buon compleanno!!! :D buona lettura a tutti

    Capitolo Extra 1: Il figlio delle nevi

    Un uomo dall'aspetto burbero stava rincasando con solo una cascina di legna appena tagliata mentre attorno a lui il vento ululava rabbioso frustando aspramente il volto del giovane uomo mentre cercava di ripararsi come meglio poteva dalla violenta tormenta arrancando quasi alla ceca tra la neve, continuava ad avanzare imperterrito ma la tormenta cresceva d'intensità ad ogni suo passo fino a che le forze non lo abbandonarono e cadde sul morbido manto bianco. In un primo momento riusciva a riconoscere ancora il mondo attorno a lui, poi la sua vista si fece confusa e appannata e in quel frangente riuscì a vedere una sagoma che gli si avvicinava a gran velocità. L'uomo tentò di svegliarsi da quel tepore, ma gli arti erano pesanti come il piombo e una voce dentro di lui gli sussurrava di stare fermo, "a cosa serve affannarsi non lo capisci? È giunta la tua ora non puoi evitarlo" quindi perse conoscenza, si risvegliò a casa sua -era solo un sogno- borbottò l'uomo alzandosi dal suo letto -peccato gli dei mi avevano concesso il dono della Vista- si cruciò - lo so mio buon fabbro, ma non pensi che sia stato un' azzardo rischiare così la tua vita?- disse una voce -chi sei? Mostrati!- ruggì il fabbro sguainando una delle tante lame che teneva nella sua fucina -voltati Hector sono sicura che non alzerai la spada contro di me- rise la voce che da un luogo indistinto attorno a lui, si spostò alle sue spalle, prima di voltarsi studio con attenzione il riflesso sulla lama, non mostrava nulla di anomalo i suoi lunghi capelli biondi lunghi e ondulati gli cadevano sulle spalle i suoi occhi celesti spiccavano su di un viso duro e segnato da anni di lavoro, ma alle sue spalle non riusciva a vedere nessuno, Hector si girò lentamente tenendo ben stretta in nelle grosse mani di chi ha conosciuto l'arte del fabbro. Quando questi si voltò non riuscì a credere ai propri occhi una donna bellissima pallida come la neve gli sorrideva divertita come se si stesse divertendo un mondo a metterlo in allarme -m-mia dea! chiedo umilmente perdono per il mio comportamento sacrilego- disse fra le lacrime cadendo in ginocchio scagliò dunque il la spada il più lontano possibile, la dea rise fu come l'alito del vento invernale -si certo che ti scuso… o forse potrei ricavare una bellissima armatura tu cosa mi consigli?- l'umano non osò guardarla in volto -sono il tuo servo puoi far di me ciò che vuoi mia bellissima signora- rispose mesto -oh voi umani sapete proprio come lusingarla una donna, alzati Hector ti ho salvato per questo- sorrise dolcemente -mi hai salvato tu? La mia vita ti appartiene- rispose obbedendo all'ordine della donna -si si, come vuoi ma per ora pensiamo agli affari- rispose pigramente facendo un cenno annoiato con la mano -cosa ti serve Skadi?- rispose in tono più pratico mentre riaccendeva il fuoco della forgia, preparando gli utensili, Skadi sospirò -lo sai? Hai dimenticato il "mia bellissima signora" ma meglio così vedo che quando si tratta di lavoro non guardi in faccia a nessuno- rise la dea gigantessa -ti ringrazio dimmi solo cosa ti serve- rispose Hector spiccio -delle catene, conosci Glepnir1?- il fabbro rabbrividì quindi annuì -bene quello che incatenano le sta spezzando e io non voglio che ciò accada non ora almeno per cui voglio che tu forgi delle catene molto più robuste di quelle catenine naniche- rispose risoluta, il suo tono non ammetteva repliche ne tantomeno un rifiuto -perché vuoi che sia io a farle? i nani sono fabbri eccellenti- chiese incuriosito il fabbro -andiamo si dice che tu, Hector sia il fabbro migliore di Midgard e io so che questo è vero- rispose Skadi tranquillamente il fabbro alzò le spalle quindi cambiò argomento -il materiale? bastò un' cenno della mano della dea dell'inverno e dei bauli ricolmi di vari minerali comparvero -miei dei sono quello che penso?- chiese l'umano esaminando una pietra verde striata di nero -Oricalco si di Atlantide Mitrhil dei nani ferro meteoritico e scaglie di drago, assemblati assieme formano l'acciaio divino, quanto ci vorrà?- Hector si accarezzò la barba dorata e vellosa ma curata - tra tre giorni ci sarà il plenilunio per allora avrai le tue catene - rispose prendendo una manciata di minerali e gli mise nella forgia -un ultima cosa…- la dea schioccò le dita un grosso bacile colmo d'acqua questa è acqua procurata dalla neve del mio mondo tempra qui le tua opera- il fabbro guardò quell'acqua purissima -lo farò grazie Skadi… o dovrei dire mia bellissima signora?- rise Hector -Hector sii prudente e non deludere gli dei se riesci potrai chiedere qualsiasi cosa se fallisci non dovrai più preoccuparti dell'aldilà, che Thor ti assista- disse la dea quindi sparì con un soffio di bora. Appena la dea se ne fu andata Hector cercò nello scrittoio della sua stanza una moneta, sembrava una semplice moneta d'oro con inciso un'incudine con poggiato spora di essa un martello –Efesto2 so che avevo detto di non voler usare mai più i tuoi poteri, la morte di mia moglie però passa in secondo piano ora gli dei hanno bisogno di me, e io di te- disse rivolto a quel piccolo pezzo d'oro -quindi si diresse nuovamente nelle fucine e oltre al fuoco già alto con pochi secondi di silenzio e concentrazione evocò un'abbondante quantità di lava che aumentò ulteriormente la temperatura, quindi fuse i rari componenti assieme forgiando ogni singola maglia con perizia minuziosa. Hector lavorò per tre giorni e tre notti ininterrottamente fino a quando la catena non u pronta quindi la gettò un ultima volta tra la lava e la immerse subito ancora rossa e rovente nell'acqua di Jotunheim, con il materiale rimasto forgiò una piccola chiave per la catena "nel caso venga usata contro un dio" pensò quindi segretamente forgiò una spada lunga "questa servirà per proteggere non per recare offesa" ma la nascose insieme alla guaina quindi attese Skadi, era ormai quasi l'alba, ma della dea non vi era traccia quindi Hector decise di andare a cercarla. L'uomo uscì con solo una pelliccia scura e la moneta infilata in una tasca -andiamo Skadi dove sei?- si ripeteva camminando nella neve alta "ho già visto mia moglie morire non voglio pensare che anche lei possa morire" cominciò a ripetere come un mantra nella sua mente. camminò per una ventina di minuti fino a quando non intravide un bagliore quindi si mosse fino ad esso, quando arrivò alla collina dove splendeva il falò vide Skadi legata ad un albero ricoperta di icore, mentre delle creature dall’aspetto mostruoso ricoperte di una pelle verde e una pelliccia molto simile al colore del muschio cresceva sulle loro gambe e le loro spalle, avevano due teste mostruose per corpo. Hector si gettò all'assalto senza pensarci due volte uscì dai cespugli e con rapidità sorprendente sfoderò la moneta, in pochi secondi metà dei troll3 del crinale stava annegando nel magma bollente mentre un altra dozzina ora puntava su di lui armati di grossi tronchi o di lance rudimentali -volete ballare eh?- rise quindi si focalizzò su un solo pensiero: un armatura, e subito dalla moneta dell'acciaio liquido lo percorse solidificandosi solo quando fu completamente avvolto da quel guscio liquido, quindi dagli avambracci crebbero due lame affilate -Efesto tu mi vizi sempre- rise gettandosi nella calca menando fendenti mortali ai mostri che gli stavano troppo vicini, mentre la sua corazza respingeva le loro clave. Hector si frenò solo quando solo uno di quei mostri fu in piedi -per aver ucciso la mia tribù ti maledico Hector figlio di Lofer, morrai per mano di un mostro contro cui la tua magia non sortirà effetto- il troll quindi prese della sabbia nera e la gettò sul fabbro quindi sfoderò una spada aveva i lati uncinati adatti per artigliare oltre che lacerare la pelle dei suoi nemici, era costruita in un materiale verde scuro tanto da sembrare veleno. Il troll calò il primo colpo con una forza brutale che il fabbro parò con la spalla, l'urto con la lama del troll scatenò una pioggia di scintille, fino a che il mostro non ebbe la meglio e lo strato d'acciaio che rivestiva l'arto non si sgretolò, Hector fu rapido a ritirare il braccio e ad evitare una ferita più profonda del lungo taglio sanguinante -fa male vero grugnirono le due teste all'unisono mentre si preparava per un' altro assalto -Hel ha forgiato per me questa lama fabbro combatto in suo nome- questa volta fu Hector ad attaccare, risvegliò il magma che giaceva quasi solidificato provocando un onda che però fu distrutta dalla spada del mostro -tutto qui ciò che sai fare?- lo schernì balzando di lato, Hector sorrise -era solamente un diversivo, il mio attacco inizia ora e sarà anche l'ultimo di questo inutile duello!- quindi con un cenno un'enorme lama crebbe dal sottosuolo, creata dai giacimenti del terreno circostante, il salto del troll lo portò a suicidarsi, infatti fini conficcato sul freddo acciaio il troll rise trionfante mentre il suo sangue nero, tanto da sembrare inchiostro scorreva sulla lama fino a terra -puoi pur aver vinto ma la maledizione aleggia su di te sei un umano finito quindi con un rantolo esalò il suo ultimo respiro mentre il suo pedante corpo ciondolo senza vita. "Sarà quel che sarà" si disse quindi si precipito a liberare la dea dalle funi che le stavano segando i polsi, quindi si liberò della corazza e lentamente la scortò fino a casa dove la stese sul suo letto, notò che la sua temperatura era molto alta, e quindi dopo averle pulito i tagli la immerse nel ghiaccio e in neve, questo sembrò ridarle energie tanto che riuscì ad aprire gli occhi -Hector? La catena… la catena è pronta?- chiese debolmente, l'umano annuì -è pronta come promesso ma tu non sei in forze- rispose preoccupato -sciocchezze mi basterà stare fuori quest'inverno mi rinvigorirà- quindi Hector aiutò la dea a uscire e in un ora la dea non sembrò mai aver rischiato la vita -grazie, mi hai salvata poco fa io… sono stata ingannata da Loki4 ha assunto le sembianze di Odino5 e mi ha aggredita vuole che sia il Ragnarok6, fortunatamente non ha controllato che fossi morta- disse con un velo di delusione nella voce, Hector le offrì un boccale di birra per tirarsi su di morale -sarei impazzito se fossi morta…i-io- tentò di dire il fabbro ma la dea gli posò delicatamente una mano sulle labbra -non parlare- disse in un sussurro quindi baciò sulle labbra il giovane uomo, il mondo sembrò sparire mentre quel fresco bacio gli invadeva la mente impedendogli di pensare, l'unica cosa che sapeva è che quel momento doveva durare il più a lungo possibile -ecco ora conosci i miei sentimenti per te- disse la dea dell'inverno mettendo fine a quel momento magico -t-ti prendo le catene- disse il fabbro ansioso di restare qualche istante solo per far ordine tra i suoi sentimenti "una dea prova qualcosa per me?" si domandò più volte durante il tragitto accorgendosi di aver difficoltà nella respirazione, ma una volta tornato da Skadi cedette le catene e la chiave -sei sicuro di voler affidare a me la chiave?- chiese la dea studiando il volto dell'amante -certo so che non la userai finche sarò in vita amore mio, saprò che tieni alla mia razza e a me-lei sorrise quindi infilò la chiave nella collanina che portava al collo -hai rispettato la parola data, ora tocca a me rispettare la mia cosa desideri?- chiese seriamente -io desidero poterti rivedere ti amo Skadi, se vuoi accontentami- rispose pacatamente il fabbro la dea fece un passo sulla neve quindi si voltò per vederlo nuovamente -lo voglio tornerò di nuovo amore mio- quindi svani con l'avvento dall'aurora. Quel giorno stesso Hector forgiò in anello, nell'argento e vi incise il suo amore quindi quella sera lo donò. Dopo quell'incontro notturno ne seguirono molti altri fino a quando la dea smise di presentarsi fino a quella primavera quando la gigantessa si presentò alla sua porta con un fagottino in braccio -Hector amore è successa una cosa bellissima- annunciò con calore mentre prendeva posto vicino a lui -sei padre… noi ecco abbiamo un bambino è umano come te per sua fortuna- spiegò la dea scostando la copertina bianca che avvolgeva il bambino -è bello come te amore ha i… ehm il tuo occhio - rise notando gli occhi spaiati del figlio uno era del tenue azzurro husky come quelli della madre l'altro era di un azzurro più scuro come i suoi -sei felice?- chiese la madre -se sono felice sono gioioso- rispose l'altro sorridendo al figlio, l'immortale baciò il suo amante, fu un lungo bacio -questo purtroppo è un addio- annunciò la dea tristemente -cosa?! mi porti nostro figlio e te ne vai?… tutto quello che provavi per me era solo una menzogna?- rispose alterato il fabbro -no, credimi è per il vostro bene anche se ne soffrirò moltissimo… ma non posso nasconderti in eterno da mio marito, ti prego di credermi io ti amo e ti amerò in eterno- la sua voce era rotta dalle lacrime che le scorrevano lungo il viso quindi dopo un ultimo bacio al figlio sene andò. Passarono sette anni da quel giorno e il piccolo crebbe divenne un bambino a cui Hector diede il nome Xavier al quale trasmise tutta la sua conoscenza nell' arte del fabbro. Xavier crebbe nella convinzione che sua madre fosse morta dandolo alla luce, e vedendo che era doloroso per il padre parlare di lei smise di chiedere, la loro era una vita tranquilla fino a quando un giorno d'estate una tremenda scossa di terremoto minacciò di distruggere la loro fucina - cos'è stato papà?- chiese il bambino spaventato quando il boato si fu attutito -non lo so ma non è prudente restare qui- disse l'uomo raccogliendo la sua moneta, e prendendo una spada, la stessa che costò al ragazzo parecchie ramanzine, ogni volta che provava a sguainarla il padre lo sgridava duramente e una volta lo lasciò senza cena dicendo di aver preso la sua moneta per vederla meglio, ma ora il padre era scuro in volto e emanava una sensazione di decisione così quando gli ordinò di andarsene Xavier obbedì senza protestare. Fuori era il pandemonio guerrieri in armatura si radunavano attorno ad un grosso albero -come mai tutti quei guerrieri attorno a quell'albero?- domando il ragazzino al padre, che aveva il volto rivolto verso l'alto -non è un albero scappa e un Jotunn!- disse risoluto -ma papà e tu?- provò a domandare ma il padre non era più al suo fianco, era arrampicato sulla gamba del gigante e la puntellava con la spada verde -quando riuscì a issarsi un po’ meglio ruggì nuovamente -VATTENE XAVIER!- ma il bambino era paralizzato, ora il fabbro si trovava sul busto del gigante aggrappato alla giacca di pelle quando arrivò a circa mezzo busto conficcò la spada nel torace del mostro facendo cadere grosse gocce di sangue sul terreno, il mostro quindi si fermò e afferrò l'uomo energicamente, Hector provò a liberarsi fendendo la mano dello jotunn, mandando in frantumi la lama di acciaio divino, il fabbro ricordò la maledizione di anni prima quindi provò ad usare il sigillo di Efesto, subito una spirale di magma bollente cominciò a vorticare attorno a lui come uno scudo, senza sortire alcun effetto. Hector si arrese quindi alla sua fine mentre il mostro lo portava all'altezza della bocca -XAVIER NON ESSERE MAI TRISTE CONTINUA A VIVERE PER UN FUTURO MIGLIORE, TI VOGLIO BENE E SONO ORGOGLIOSO DI TE ADDIO, VA ORA!- urlò nelle sue ultime parole prima che il gigante lo divorasse. Xavier pianse o almeno credette, si sentiva inconsistente un gigante si era appena divorato suo padre?… era un incubo o era la realtà? Non era completamente sicuro di volerlo sapere, raccolse quindi i frammenti della spada di so padre e scappò via con cuore pesante. Si fermò solo quando si sentì al sicuro, aveva percorso molta strada non sapeva dov'era sapeva solo che tutte le sue certezze erano crollate nel giro di pochi istanti ora non gli rimaneva nulla se non un senso di vuoto, il giovane Xavier stava per riprendere il viaggio quando dalla caverna in cui si era rifugiato giunse un suono che conosceva molto bene, il rumore del metallo che veniva battuto, Xavier si avvicinò cautamente alla sorgente del rumore, quando arrivò al fondo della grotta vi trovò un uomo dall'aspetto taurino, intento a battere il ferro, quando fu abbastanza vicino lo chiamò senza alzare gli occhi dal suo lavoro -come conosce il mio nome?- domandò accostandosi a lui -che domande me l'ha detto tuo padre, Hector un ottimo fabbro senza dubbio-rise tonante -se era suo amico mi spiace dirtelo ma è morto questa mattina- disse addolorato, -oh lo so e me ne dispiace ragazzo ma era molto malato… una vecchia maledizione, tuo padre mi chiese se esisteva una cura… e quando scoprì di essere condannato decise che sarebbe morto da eroe… il gigante è morto?- il ragazzo scosse la testa sconfortato -no, il suo sacrificio è stato inutile- il vecchio fabbro sospirò -glielo disse che non sarebbe servito a nulla ma era cocciuto- Xavier ascoltò quell'uomo in silenzio quindi rispose -Tu e mio padre eravate amici mi pare di capire- l'altro rise -amici? oh no non proprio, soprattutto visto che uccise sua moglie con i miei poteri… però i rapporti con lui bhe si sono rinsaldati quando inizio un'altra relazione senza dirmi con chi…erano anni che non lo percepivo così felice- il ragazzino sembrò sul punto di esplodere -d'accordo conoscevi mio padre ma chi sei e soprattutto cosa vuoi da me?- il vecchio fabbro si alzò e fece un passo zoppicante verso il ragazzino -io sono Efesto piccolo e sono qui per darti un oggetto che tuo padre voleva che tu avessi, ma devo essere sicuro che tu ne sia degno- sorrise il dio -come faccio a dimostrartelo?- si limitò a chiedere Xavier –Rhindon7 , la spada di tuo padre è stata distrutta, a quanto pare entrambi avevamo sottovalutato la maledizione di quel troll, riforgiala e io ti riterrò degno- il ragazzino si avvicinò all'incudine -aspetta, usa questi- con un cenno della mano comparvero i materiali che suo padre aveva utilizzato sette anni prima in più una misteriosa anfora -cosa contiene?- chiese -non posso aiutarti tuo padre ci riuscì da solo- il ragazzo si mise al lavoro, si accorse subito che il calore non era sufficiente, si augurò che la brocca misteriosa contenesse qualche sorta di liquido infiammabile, quindi ne svuotò il contenuto tra le braci, fu come se versasse fiamme liquide -oh si tuo padre uso lava e fiamme, ma u devi superare tuo padre dico bene? Quelle sono le acque del Cocito- rise il fabbro quindi il giovane quindi fuse i frammenti della spada assieme a nuovo oricalco, Mitrhil , scaglie di drago, il ferro meteoritico e un lingotto di ferro nero immacolato che non conosceva non era ghisa ne tanto meno piombo, era leggero e durissimo ma estremamente malleabile -molto bene Xavier hai appena superato il lavoro di tuo padre, lui non ebbe il coraggio- disse Efesto incuriosito -cos'era?- chiese il ragazzo -ferro dell'Ade l'unico minerale al mondo in grado di ferire i morti- spiegò il fabbro divino, intanto che il metallo fondeva preparò una crociera per l'elsa in scaglie di drago e Mitrhil , aggiungere anche altri materiali gli dava l'idea di pesare troppo, inoltre non voleva abusare delle risorse del dio, versò quindi il metallo fuso nello stampo solo che al contrario di suo padre scelse di forgiare una Spatha, dalla lama più lunga e dalla punta più fina adatta nel caso ad introdursi negli interstizi di armature nemiche così che a vederla la lama si restringeva gradualmente. Xavier quindi ne modellò la forma sull'incudine con il martello gettandola ogni tanto nell'acqua pura per temprarla quindi vi fuse l'elsa alla spada quasi finita la gettò nuovamente nell'acqua quando elsa e lama si furono saldate assieme con un paio di pinze la adagiò sull'incudine aspettando che si raffreddasse -buon sangue non mente… come promesso il sigillo di tuo padre ora è tuo- disse il dio consegnandogli la moneta appartenuta a tuo padre e andando ad esaminare l'opera del ragazzino -mh… non male…non male davvero! Manca solo una cosa- Efesto vi poggiò sopra il pollice e subito delle incisioni in greco apparvero sulla lama mentre sull'altro lato vi erano delle rune, entrambe avevano lo stesso significato Rhindon quindi con uno schiocco di dita creò un fodero in pelle di colore blu scuro con il puntale in bronzo -grazie, ma perché tutto questo?- chiese il ragazzo spaesato, nell'olimpo c'è aria di tempesta come nel mondo tu puoi scegliere cosa fare se salvare il mondo oppure sei libero di vivere come meglio credi- il ragazzo ci pensò -mio padre si è sacrificato per me non permetterò che tutto questo sia stato vano- il fabbro sorrise -molto bene allora trova il luogo chiamato il tempio degli dei, lì ti addestreranno nell'uso del mio sigillo- detto questo se ne andò in un guizzò di lava, Xavier decise che avrebbe passato lì la notte. L'indomani si rimise in viaggio "finalmente ho una meta anche se non so come raggiungerla" si rimise in viaggio nel giro di pochi giorni arrivò ad un piccolo avamposto popolato da pastori, che lo guardavano arcigni mentre oltrepassava il piccolo villaggio, una bambina gli si avvicinò -sei qui per uccidere il toro cattivo?- chiese innocentemente -toro cattivo?- chiese alla bambina, stava per parlare quando una giovane donna la trascinò via -Thilde quante volte devo dirti di non parlare con gli sconosciuti?- scattò la donna lievemente arrabbiata -signora sua figlia ha detto che avete problemi con un toro forse posso aiutare- -torna a casa piccolo finche sei in tempo, molti hanno provato e fallito, non gettare via la tua vita- disse sconsolata la madre -voglio tentare ugualmente, se posso aiutare lo farò- insistette il ragazzo, un vecchio che aveva assistito alla scena rispose-guarda sulla collina- Xavier ringraziò e si diresse sulla collina indicata e qui vi trovò un toro di bronzo "Xavier sei un genio" si disse vedendo il toro il ragazzo deglutì quindi sguainò Rhindon -vediamo di cosa sei capace mucchina- lo schernì per darsi coraggio, il toro caricò quindi Xavier rotolò per schivarlo ma dalle zampe del toro fuoriuscì un robusto cavo di bronzo che legò le gambe del ragazzino -oh no, non ci provare amico- lo ammonì Xavier fermamente, il toro sbuffò delle fiamme dalle narici, mentre il ragazzino tentava disperatamente di recidere il cavo prima di una nuova ed ultima carica, quando finalmente ci riuscì dalla schiena del mostro meccanico si attivò una nuova arma, un meccanismo liberò una selva di dardi su del giovane fabbro, il quale scivolò tra le zampe del toro, essendo l'unico riparo quindi menò un fendente all'attaccatura della zampa anteriore sinistra con il corpo, una nuvola di vapore si liberò mentre questa cedeva sotto il peso eccessivo, Xavier per poco non rimase schiacciato dall'automa ma riuscì a rimettersi in piedi come pure il suo nemico che ora zoppicava e perdeva olio, accecato dal dolore caricò nuovamente questa volta però dai fianchi dell'animale una lama a falce per lato fuori uscì e cominciò a percorrere il fianco del toro a velocità folle, così quando il fabbro scartò per schivare la marcia irrefrenabile del nemico una lama gli regalò un profondo taglio sul costato ma riuscì con una rapida stoccata a recidergli una zampa posteriore, il toro cadde scavando un solco nella collina verdeggiante ma non era ancora deciso ad arrendersi, infatti si rimise in piedi -ancora?! Basta!- si lamentò vedendo l'ostinazione della macchina " se non altro ho visto la potenza di Rhindon , riesce a tagliare il bronzo con semplicità disarmante", questo pensiero lo distrasse e il mostro ormai aveva disegnato attorno a lui un anello di fiamme -e ora? É finita… non posso finire così, le fiamme tremolarono e quindi si spensero - cos'…ahi! La moneta che teneva nella tasca si era fatta incandescente, il ragazzino non si distrasse nuovamente, ma scattò e conficcò la sua lama nella fronte del mostro fino all' elsa, il quale muggì e si spense non prima di aver sparato un arpione concatenato dritto sulla spalla mancina dove si conficcò, Xavier urlò per il dolore mentre il suo sangue si riversava sull'erba bruciacchiata, a stento recise la testa dell'automa e la consegnò agli abitanti del villaggio. Xavier vi restò come un eroe per quattro anni durante i quali si dimenticò del tempio, ma una notte suo padre gli apparve in sogno ricordandogli la promessa fatta quindi riprese il suo viaggio arrivando alle sponde del Reno qui dopo mesi di ricerche, le sue ricerche si erano rivelate infruttuose, quando Xavier vide la grotta sull’altra sponda del fiume decise che avrebbe passato lì la notte e poi sarebbe tornato al suo insediamento, era piccolo ma la gente gli voleva bene quindi dopo aver guadato il fiume entrò nella grotta, un forte odore di carne rancida lo invase “ho come il brutto presentimento di aver fatto qualcosa che non avrei dovuto” si disse mentre avanzava in quella scura grotta cosparsa di strani ciottoli lisci che vista l’oscurità non riuscì a identificare quindi continuò fino a quando non intravide un bagliore dorato, incuriosito si avvicinò era a pochi passi da quella enorme ricchezza che una colossale vampa di fuoco illuminò a giorno la caverna, un enorme drago dalle scaglie di un color bronzo se ne stava ritto difronte a lui su di uno sperone di roccia , mentre i suoi occhi di un color arancio dalle pupille nere e verticali lo fissavano truci, un paio d’ali membranose da pipistrello gli crescevano sul dorso spinato, racchiuse, una lunga coda irta di aculei penzolava dall’alto sperone, delle zampe grosse come alberi e munite di artigli dalla lucentezza metallica lo tenevano saldamente arpionato al terreno, Xavier dovette fare del suo meglio per trattenere un grido quando il mastodonte aprì le fauci foderate di denti aguzzi e ruggì, guardandolo gli tornò in mente una storia che gli raccontava suo padre su di un tesoro maledetto sorvegliato da Fafnir8, un enorme drago dentro una grotta. Xavier fece per indietreggiare ma il drago non sembrò apprezzare il suo movimento infatti scese dal suo podio e fece un passo avanti –perché quella storia doveva essere vera e non una semplice invenzione di mio padre- Urlò infuriato contro non si sa che interlocutore, Fafnir sembrò disorientato infatti piegò la testa di lato prima di attaccare con ‘una fiammata diretta sul ragazzino, che ancora una volta come successe anni prima con il Toro della Colchide9, si divise poco prima di toccarlo lasciandolo incolume , il ragazzo sopirò per il sollievo “Xavier qui ci serve un’idea altrimenti sei un ragazzo morto” si disse mentre la coda del drago frustava l’aria, il ragazzo estrasse la sua spada e provò a menare un fendente alla zampa del drago, la lama penetrò a fatica sotto quelle scaglie coriacee facendo zampillare un lieve fiotto di sangue scarlatto, il drago ruggì quindi lo colpì con violenza con la coda mandandolo a sbattere contro la parete di roccia, una roccia aguzza sfregiò il lato sinistro del ragazzo che ora aveva problemi a mettere a fuoco la situazione, la sua coscienza minacciava di cedere da un momento all’altro, a fatica si rimise in piedi “padre ho bisogno di un miracolo” si ritrovò a pregare senza averne l’intenzione, la situazione estrema sembrò risvegliare la moneta di suo padre che prese a brillare di un violento rosso acceso quindi un mare di lava fluì attorno a lui convergendo sul mostruoso rettile, che non sembrò particolarmente spaventato e vi camminò sopra tranquillamente levando la zampa per l’attacco finale –Xavier che genio usi lava contro un mostro che vomita fiamme- urlò ironico cercando un nuovo piano “calma cerca di restare lucido se perdi la testa sei morto” si disse, Fafnir calò il colpo Xavier rotolò e prima che il drago potesse fare altro la pugnalò il mostro ruggì dolorante quindi con la zampa sana artigliò il petto del ragazzo che svenne dal dolore, quando riaprì gli occhi poté vedere la luce della luna, a quanto pare qualcuno lo aveva salvato era sdraiato comodamente sull’erba , una ragazza era intenta a ripulire uno strano pugnale da quello che aveva tutta l’aria di essere sangue –ehm grazie per avermi salvato da quel drago- disse cercando di rialzarsi ma il dolore lo costrinse a sdraiarsi – non sforzarti- rispose la ragazza quando fu soddisfatta della pulizia delle sue armi quindi si sedette accanto al ragazzo, prese una moneta da una tasca del vestito, subito una lucea azzurra la illumino quindi impose le mani su di lui, fu come se il dolore gli venisse strappato via lasciando solo un leggero prurito –come hai fatto?- chiese –tu hai i tuoi trucchi io ho i miei Xavier- rispose ammiccando il ragazzo intuì che non avrebbe spiegato altro per cui cambio totalmente argomento –quei pugnali non sembrano di fattura germanica- disse cercando un nuovo argomento, la ragazza sfoderò il pugnale dalla lama serpeggiante e lo passò al ragazzo –non lo è infatti è un pugnale Kriss è un pugnale della mia terra natale, apparteneva a mia madre- il ragazzo esaminò il pugnale era straordinariamente leggero ed affilato, la lama come l’impugnatura in avorio erano finemente decorate, l’impugnatura raffigurava un leone mentre sulla lama erano incisi dei glifi la ragazza misteriosa estrasse un secondo pugnale sembrava la copia esatta del primo solo che l’impugnatura era in onice nero raffigurante un orso questa aveva la lama molto più affilata e pericolosa –era il kris di mio padre- disse la sua voce si fece triste parlando dei suoi genitori, Xavier non ebbe il cuore di chiedere di più –tu conosci il mio nome ma io non so chi sei ne tanto meno cosa ci facevi qui- la ragazza rinfoderò le armi –sono Rashja ero qui per incontrarmi con… una persona- disse dopo un a breve pausa –quando ho sentito dei rumori dentro la caverna e fortunatamente sono intervenuta giusto in tempo prima che diventassi lo stuzzichino di Fafnir- rise Xavier sorrise aveva il sospetto che gli nascondesse qualcosa la sua spada aveva fatto difficoltà a perforare le scaglie del drago e i suoi pugnali lo avevano addirittura ucciso? La cosa era sospetta ma la ragazza aveva già dato prova di avere poteri particolari –ti ringrazio scusa se ti ho messo in pericolo- -oh tranquillo quando fai parte del tempio sei abituata a questi incontri-rise –il tempio? Conosci il tempio degli dei?- chiese stupefatto –si, è da lì che vengo… ora che ci penso ti serve addestramento se non vuoi ucciderti vieni con me- decise quindi posò la moneta che aveva usato poco prima a terra –forse è meglio se il primo viaggio lo facciamo insieme ma dovrai imparare a farlo da solo- sorrise –v-viaggio?!- rispose un po’ spaventato il giovane fabbro –oh non ti preoccupare ti addestrerò io e sarai bravissimo, altrimenti bhe… sarai cibo per i miei dolci animaletti- rise , Xavier deglutì –su afferra la mia mano - disse in tono incoraggiante, il ragazzo lo fece quindi Rashja si limitò a dire la loro destinazione che subito un portale si aprì. Quando lo varcarono il mondo intorno a loro scomparve rimpiazzato da un immenso tempio bianco varcarono le grandi porte di bronzo –puoi lasciarmi la mano sai?- rise candidamente Xavier impallidì quindi lascò la presa –scusa- si affettò a dire Rashja gli sorrise –non essere così nervoso non ce n'è motivo- rispose in tono mite. La ragazza gli fece fare un giro del tempio mostrandogli le varie aree di quel luogo, già il giorno dopo però cominciò ad addestrarlo nell’uso dei sigilli degli dei spiegandogli cosa fossero e come si usassero, quindi senza perdere tempo lo portò all’arena –in questo allenamento dovrai riuscire a battermi io ti attaccherò e non mi risparmierò, ma non ti finirò tranquillo- rise la ragazza –allora sei prontò?-domandò prendendo parte difronte a lui, Xavier non rispose ma Rashja attaccò ugualmente bastò uno schiocco di dita e un branco di leonesse si materializzò dal nulla, mentre il suo anello mandava bagliori rosso sangue ruggendo aggressive contro il ragazzo sguainò Rhindon, fu il ragazzo ad attaccare fendendo la prima linea di felini e parando le unghiate dei sopravvissuti quindi balzò indietro e inondò di lava le armate di leonesse, quindi si fiondò contro di Rashja che si limitò a schivare i colpi senza reagire -Ma lo sai che Sekhmet era avida di sangue? E non si fermava fino a che no aveva ucciso tutti gli esseri viventi in circolazione?- rise Xavier frenò il suo attacco perché mi dici questo ?- chiese per risposta la maestra estrasse uno dei due Kriss e si pungolò leggermente il dito, lacerandosi la pelle color caramello sulla quale sbocciarono fiori di sangue, ne versò una goccia sull’ anello quindi evocò nuovamente una creatura, questa però era una leonessa che camminava ritta con una spada sguainata e un’armatura di pelle, la guerriera leonessa ruggì contro il ragazzo e quindi successe una cosa strana ruggì anche contro la stessa Rashja, che sembrava in difficolta nell’ imporre la sua volontà su quella creatura, era la prima volta che la vedeva sudare sull’utilizzo di una sua evocazione, ma dopo qualche minuto di esitazione riuscì a comandare la guerriera –è la prima volta che evoco un aspetto della dea, non pensavo avesse una personalità così forte- sorrise sfinita –stai bene’- chiese Xavier preoccupato –sicuro che sto bene se non superi i tuoi limiti rimarrai debole per sempre- ricordatelo ragazzo-, la leonessa scattò all’attacco, la sua rapidità era impressionante e i suoi colpi cadevano a ritmo continuato, Xavier riusciva a mala pena a parargli e ben presto il ragazzo di ritrovò con le spalle al muro, la guerriera felino rinfoderò la spada e scomparve in una pozza di sangue, Rashja sospirò –avevo paura di non riuscire a mandarla via senza che ottenesse il suo obolo di sangue ma come ti ho detto –sempre superare i propri limiti, ma con cautela se usi troppo o con troppa concentrazione i sigilli degli dei brucerai la tua linfa vitale- sorrise quindi si diresse verso gli spogliatoi, sembrava serena ma sembrava che qualcosa l’avesse fatta soffrire. Passarono due anni da quell’incontro e gli scontri tra i due si fecero sempre meno impari fino a quando un giorno Rashja lo propose come maestro del tempio al consiglio – è pronto vi dico e poi oltre che un bravo combattente è un ottimo fabbro abbiamo bisogno di un maestro come lui- il consiglio confabulò tra loro quindi Rashja per accelerare i tempi riprese –io Rashja, come membro di questo sinodo propongo ufficialmente Xavier come nuovo maestro del tempio E se qualcuno ha da ridire che lo dimostri nell’arena- i membri anziani del tempio tacquero quindi il ragazzo di nome Nathan che Xavier aveva conosciuto temo addietro rise –va bene va bene non credo che nessuno qui si voglia far ammazzare, Xavier alzati- ordinò, per il ragazzo fu difficile pensare che l’amico che aveva conosciuto era lo stesso che gli conferiva ora la carica di maestro ma eseguì e si alzò –ben fatto sei un maestro la seduta è tolta e ora ho questioni più urgenti a cui rivolgere la mia attenzione come il mio pisol… ehm… questioni molto delicate- si corresse quindi si congedò, quello stesso giorno fu ricco di eventi Nathan come Damos, Amir, Elly e Raul sparirono senza dire nulla, la loro mancanza passò inosservata agli occhi di molte persone, inoltre quella mattina un nuovo ragazzo fu accompagnato al tempio da uno dei tanti esploratori, il cui compito era quello di trovare le persone con sigilli e condurle al sicuro nel tempio prima che diventassero un problema per loro stessi e gli altri, il ragazzo fu affidato a lui come suo apprendista –e così tu sei Daniel.. e hai l’amuleto di Artemide?- chiese il neo maestro -ehm… si signore- rispose il ragazzino che era più giovane di lui – chiamami Xavier e tranquillo non ti farò del male… per ora almeno- rise quindi passeggiarono assieme per la parte centrale del tempio fiancheggiati dalle statue degli dei, Xavier quindi spiegò al suo allievo cos’erano i sigilli divini e come si usavano e le loro diverse forme, lo stava per accompagnare all’arena per una dimostrazione pratica, ma il loro intento fu interrotto da uno spaventoso rumore che veniva dalle porte d’ingresso, sembrava che dall’esterno le stessero bersagliando con un ariete –che succede?- chiese preoccupato Daniel – non lo so ma qualunque cosa sia non è nulla di buono –vieni con me- ordinò quindi insieme si diressero nelle stanze degli adepti dando l’allarme e annunciando l’invasione predisponendo quindi le difese. Le porte cedettero e un drappello di persone in mantello nero guidato da Rashja marciò compatto fino alle sale del tempio – Rashja?! Cosa vuol dire tutto questo?- chiese sbigottito il fabbro – la ragazza lo guardò con sufficienza quindi rise divertita –significa che per voi è il momento di uscire di scena- quindi si avvicinò una delle tante figure ammantate -Clio ti lascio il comando ci rivedremo presto- la ragazza di nome Clio lasciò cadere il cappuccio, rivelando un bel viso corniciato da lunghi capelli castani, era leggermente pallida, ma la cosa che attirò maggiormente l’attenzione del ragazzo furono gli occhi di un verde smeraldo erano spenti quasi vitrei –d’accordo non capisco perché Ahmed non mi permetta di fronteggiarmi con lui- la sua voce era incolore ma ordinò ugualmente la distruzione del tempio, -e ti aspetti che ti lasciamo fare? Coraggio difendiamo la nostra casa ragazzi- tuonò Xavier sguainando la sua lama, gli invasori si dispersero attaccando su più fronti i membri del tempio. –Resta qui se tra dieci minuti non torno fuggi!- ordinò Xavier –ma tu?- rispose spaventato il ragazzo –io devo trovare Rashja, era quanto più vicino a una madre per me- il fabbro quindi si gettò nel mezzo del campo di battaglia, e solo allora riuscì a vedere la schiacciante superiorità degli assedianti: nella grande sala del tempio un uomo incappucciato stava distruggendo le statue con l’aiuto di un enorme mostro a nove teste10 simili a serpenti, mentre questo era accerchiato da una decina di Adepti, stavano avendo la peggio, il mostro sembrava inarrestabile calpestava con le grandi zampe o spruzzando veleno dalle fauci, il fabbro si infilò subito del corridoio di sinistra che portava all’arena, qui la situazione non era migliore, al centro dell’arena cresceva un alto albero mentre l’intero campo d’addestramento era coperto da dolce erbetta fresca, sulla quale cadevano riarsi numerosi corpi dei quelli che erano stati suoi compagni, seduta su di un incavatura del legno sedeva come su di un trono Clio, vedere quell’espressione così assente ma allo stesso tempo in pace con se stessa fece montare una grande rabbia in Xavier provato per la morte di tutte le persone che ormai conosceva e che facevano parte della sua nuova famiglia, con un urlò liberò tutto il dolore che provava riversando su quella ragazza un oceano di magma la ragazza non si mosse nemmeno me un enorme costone di terra si sollevò per difenderla dalla lava, con un pigro gesto della mano trasformò la sua barriera di roccia in nugolo di dardi e gli scagliò sul giovane, un gelido soffio d’aria deviò le frecce, la ragazza si alzò dal suo trono ligneo quindi si diresse tranquillamente incontro al ragazzo –tu sai dov’è Damos?- chiese con il suo solito tono grigio, afferrandolo per il collo, la stretta di quella esile ragazza era simile alla forza delle radici delle querce secolari , anzi il ragazzo pensò di avere le trabecole ma il braccio di Clio era ricoperto di spessa corteccia e aveva fatto presa sul suo collo come una radice –n-no non lo vedo da un giorno- rispose senza fiato Clio lo lasciò cadere – Se vi uccido tutti poi chi lo porterà a me?- rispose –va digli ciò che è accaduto qui- continuò mentre il suo braccio tornava alle solite condizioni –un ultima cosa se cerchi Rashja non è qui- Clio tornò a sedersi sul suo albero di cui era rimasto solo un ceppo dopo l’onda di lava, Xavier si affettò a lasciare quel posto quindi dopo aver recuperato il suo allievo che fortunatamente era rimasto illeso, insieme usarono i loro sigilli per aprire un passaggio “dove andremo ora?” si chiese con un velo di disperazione – va a Menfi non tutto è perduto- rispose una fresca voce femminile aveva un che di familiare ma non riuscì a metterla a fuoco ma scelse di seguire il consiglio “se non altro è una destinazione” pensò sconfortato quindi si assicurò che il suo apprendista lo imitasse ed insieme si diressero a Menfi

    Glossario:

    1 Glepnir: erano i ceppi forgiati dai nani per tenere imprigionato Fenrir dopo che questi divorò il braccio di Tyr.
    2Efesto: Dio delle fucine, figlio di Zeus e di Era, da lei azzoppato quando lo scagliò giù dall’Olimpo quando vide il suo brutto aspetto, da allora prese dimora in vari vulcani tra cui l’Etna e Vulcano nelle isole Eolie, famoso per aver forgiato gli automi, suoi aiutanti nelle fucine insieme ai ciclopi e il colosso Talo, creò anche i tori delle Colchide.
    3Troll: sono esseri mostruosi che si cibano di esseri umani, nel Ragnarok si aleranno con i giganti per ottenere la vittoria sugli dei, anno un aspetto mostruoso e sono di dimensioni enormi a volte con due teste, hanno inoltre abilità divinatorie, inoltre se colpiti direttamente dalla luce solare si pietrificano.
    4Loki: Pur essendo figlio di due giganti ma fu accolto comunque ad asgard, Dio della menzogna del caos e dell’astuzia, fu cacciato da Asgard quando durante un banchetto uccise Baldr, quindi Odino lo condanno a restare incatenato in una grotta in attesa del Ragnarok quando guiderà l’esercito dei giganti.
    5 Odino: Era il re degli dei di Asgard padre di Thor e Baldr e molti altri dei, fra le principali imprese legate al dio si ricorda il sacrificio dell’occhio in favore della saggezza, l’occhio fu sostituito da due corvi che volando per il mondo rifervano alla sera quello che avevano visto si impiccò inoltre all’albero Ygdrasil per sperimentare la morte, nel Ragnarok guiderà l’esercito degli dei.
    6Ragnarok: è il giorno della fine del mondo, preceduto da tre inverni consecutivi in cui gli eroi del Valhalla combatteranno a fianco degli dei per ottenere la vittoria, in questo giorno molti dei sono destinati a morire.
    7 Rhindon: è un tributo a “Le cronache di Narnia” è infatti il nome della spada di Peter
    8Fafnir: da prima nano buono e onorevole fu trasformato in un drago dopo che Loki uccise suo padre e Fafnir si appropriò del suo oro senza dividerlo con il fratello, quindi preso dall’avarizia nascose l’oro dei nibelunghi in una cavena e si pose come suo guardiano.
    9 Toro della Colchide: mostruoso toro con zoccoli di bronzo, (in alcune versioni del mito era un toro meccanico costruito da Efesto) in entrambe le versioni era un mostro a guardia del Vello d’oro.
    10 Un enorme mostro a nove teste: chiaramente ci si riferisce all’idra di Lerna, figlia di Tifone ed Echidna era un mostruoso serpente a nove teste che viveva nel lago di Lerna, il suo sangue era molto velenoso, era inoltre dotato della straordinaria abilità rigenerativa infatti per ogni testa che gli veniva mozzata essa veniva sostituita con due nuove capi.
     
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