Votes given by ¬Niko

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    Salve a tutti, ultimamente stavo pensando a qualche idea per riportare il forum attivo, perchè come ogni utente di questo forum non voglio che quest'ultimo "cada in rovina" come i siti abbandonati del 2008. Ecco le mie proposte: potremmo cercare di attirare nuovi utenti aprendo una spriting school(?) Mi offro come maestro, ultimamente sto imparando molto, anche a creare nuovi trainer, repose e sono migliorato nei recolor e nelle fusion xD. Ovviamente non sarà solo la spriting school a riattivare il forum, ma stavo pensando, potremmo fare questa cosa per gli amanti del gdr: Dovremmo creare uno shop virtuale (se non c'è già) e dei soldi virtuali da spendere, che si guadagnano magari essendo molto attivi o non saprei, e con questi "soldi" si potrebbero comprare pokèmon o oggetti speciali..(?) (magari potremmo creare noi dei pokèmon, cioè delle fusioni o cose del genere o fare tipo come lo staraptor gold?) poi che so, è un idea un po utopistica xD ma potremmo creare anche un app di Pokèmon Forever (contenente News, "L'esclusivo gioco pokèmon forever" xD e altro, guide per i giochi, tutorial grafici e cose così, ci vorrà molto ma sono speranzoso.. ^^)
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    POKEMON Ruby & Sapphire Wallpaper
    HOENN Remake | SpeedArt



    Mini Preview (1280x720): http://goo.gl/rJMC8S
    Per quella grande andate nella descrizione di youtube :D

    Cosa ne pensate? Era da tanto che non le facevo! Piano piano riprenderò la mano xD

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    CITAZIONE
    18:25 <niko>: una figura di merda è il miglior modo per approcciarsi ad un altro (?)
    18:25 <lily>: Sai, ora capisco perchè la tua vita amorosa sia piena come il deserto di Atacama fg
  4. .
    CITAZIONE
    21:26 <lily_role>: Uh, ciao Niko. lol
    21:26 <niko>: ...un po' d'animo però D:
    21:26 Lily_Role prende un megafono
    21:26 Lily_Role punta il megafono verso Niko
    21:26 <lily_role>: CIAO, NIKO!
    21:27 <lily_role>: Contento adesso? asd
    21:29 <niko>: no , volevo lo striscione e il comitato di bentornato ù_ù
    21:29 <kyoko>: ciao niko
    21:29 <lily_role>: Ora pretendi troppo lol
    21:29 <niko>: comunque ciao stella , cia kyoko
    21:29 <lily_role>: Il comitato di bentornato costa. u.ù
    21:29 <niko>: no , io sono importante ù_ù
    21:30 *** Lily_Role è ora conosciuto come Importante
    21:30 <importante>: No, a dire il vero tu sei Niko, io sono importante. *ba dum tss*
    21:30 <niko>: ...
    21:30 <importante>: ASD
    21:30 *** Niko è ora conosciuto come Io_non_ti_conosco
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    Wesk
    «Io, pazzo? Siete voi quelli troppo normali»





    »Nome: Wesk
    »Fazione: Griefers
    »Età: 18
    »Nata in: Dynamopolis (07-08)
    »Info sulla famiglia: ??? (padre) - ??? (madre)
    »Pg Facts: Wesk è il membro più pazzo di tutta la squadra. È nato a Dynamopolis, città conosciuta come noto covo dei master griefer. La sua specialità è la dinamite, la sa usare per far saltare in aria ogni cosa, strutture, mob, e così via. È un simpatizzante del movimento protezione Creeper, perché quei mob gli piacciono particolarmente in quanto creano un sacco di esplosioni. Infatti, adotterà un cucciolo di Creeper che chiamerà Creepy, salvandolo dalla furia assassina di Stella. Ogni volta che mette mano alla sua amata dinamite gli piace urlare “KA-BOOOM!” facendo venire ogni volta un mezzo infarto a tutti quelli che gli stanno intorno. Di tutta la squadra è l’unico che approva le tattiche di Stella, e non esita ad armarsi di acciarino per seguirla nella mischia incurante del fatto che potrebbe imbattersi in una morte orrenda. Ama distruggere ogni singola cosa costruita da Spix, per poi giustificarsi con frasi completamente insensate. È terrorizzato dai Ghast, anche se nessuno ha ancora capito perché.
    »Photobook: 1 - 2 - 3
    »Theme Song: AC/DC – Highway to Hell



    Capitolo 10: Hai paura di...?
    Poche ore dopo, i tre ragazzi furono svegliati da un gran casino in cucina.
    -CREPA, stronzo!- urlò una voce femminile, facilmente riconoscibile come la voce di Stella. I ragazzi, ancora mezzi nudi, afferrarono le proprie armi e corsero fuori dalla camera da letto, pronti a combattere, ma videro solo Stella che, spada alla mano, stava osservando con un ghigno soddisfatto della carne marcia a terra. Quando vide i ragazzi, il suo ghigno diventò un'espressione incazzata.
    -Vi conviene andare a vestirvi prima di subito. Chi cazzo ha lasciato la porta aperta, ieri sera!?- sbraitò. Wesk si defilò fischiettando, e Stella sbuffò, uscendo. I tre furono costretti a muoversi per non essere lasciati indietro. Subito dopo essersi vestiti, uscirono. Niko e Spix uscirono per primi, mentre Wesk rimase dentro a trafficare con la dinamite. Coprì di esplosivo ogni singolo centimetro quadrato della villa costruita da Spix, mentre questi la guardava con rimpianto. Dopodichè, srotolò una miccia facendola uscire dalla porta e svolgendola per parecchi metri, per non rischiare di restare coinvolti nell'esplosione. Dopo aver compiuto l'operazione, estrasse l'acciarino e diede fuoco alla miccia. Il fuoco percorse rapidamente la stringa, entrando nella villa. Nemmeno un secondo dopo, un'enorme esplosione sconquassò il terreno e distrusse la villa.
    -KA-BOOOM!- urlò Wesk, gettandosi in una danza assurda con l'acciarino in mano. Spix sospirò, ma non commentò. Preferiva evitare i commenti ironici che Stella avrebbe di sicuro fatto.
    -Bene, so che staresti volentieri qui a compiacerti del tuo operato, ma dobbiamo rimetterci in marcia. Muovetevi- sbuffò Stella. La prossima tappa era la palude, e infatti non appena uscirono dal deserto il terreno iniziò a diventare fangoso, costellato di larghe pozze d'acqua. Di tanto in tanto, degli alberi dalle foglie scure e coperti di edera spuntavano dal suolo, oscurando la luce della luna e contribuendo a rendere più tetra l'atmosfera. Non si sentiva quasi nessun suono, tranne lo sciaquio dell'acqua che si muoveva in qualche lago o i passi dei players nel fango che facevano uno strano suono.
    -Quest'atmosfera sarebbe perfetta per raccontarsi delle storie dell'orrore- commentò Wesk, trascinando i piedi nella fanghiglia scura. Lo strato d'acqua si stava uniformando ed alzando, arrivando all'altezza di un blocco. Ormai riusciva a sommergere completamente i piedi dei players, fino alle caviglie. Spix rabbrividì.
    -Siamo già in una storia dell'orrore- disse, cercando di far sgocciolare i piedi ad ogni passo.
    -Hai paura dell'acqua?- chiese Niko. Spix deglutì, annuendo piano.
    -Hai paura DELL'ACQUA? Oh, andiamo, non puoi aver sul serio paura di un blocco liquido- rise Wesk.
    -Parla quello che è terrorizzato dai Ghast- sbuffò Stella, tenendo lo sguardo fisso sull'acqua quasi immobile davanti a loro.
    -E tu come fai a saperlo?- disse Wesk, offeso.
    -Beh, è quasi ovvio, vista la reazione che hai avuto quando Stella ne ha parlato- rispose Niko, divertito. Wesk si limitò a fare una faccia imbronciata.
    -Stella, tu di cosa hai paura?- disse Spix, incuriosito.
    -Di niente- replicò sbrigativamente la ragazza.
    -Oh, qualcosa ci deve essere. Pipistrelli?- lo incalzò Wesk.
    -No.
    -Ragni?- chiese Niko. Stella scosse la testa, seccata.
    -Uh, io ne so una. I Blaze! Non ne ho mai visto uno, ma so che sono mostri del Nether grossi e infuocati, che volano emettendo un respiro metallico!- disse Wesk, imitando il suono di un Blaze. Stella stava per rispondere, quando una grossa cosa nera si mosse sotto la superficie dell'acqua. Spix fece un balzo indietro, e Stella sfoderò la spada. Si buttò in acqua addosso alla creatura subacquea, dilaniandola con la spada in una feroce lotta che durò non più di dieci secondi, sotto lo sguardo stupito dei presenti. Wesk stava già sfoderando la dinamite, quando Stella uscì dall'acqua trascinando una creatura bluastra. La esibì, tenendola per i tentacoli.
    -Che cos'è?- chiese Wesk, toccando perplesso la creatura dal corpo liscio e umido, quasi viscido.
    -E'... E'...- boccheggiò Spix, terrorizzato.
    -Il nostro pranzo- commentò Stella.
    -Un calamaro- aggiunse Niko. Spix annuì.
    -Mi stai dicendo che questi ti fanno paura? E' per questo che non ti piace l'acqua?- chiese Stella, stupita, avvicinando il calamaro senza vita a Spix. Quello allontanò l'animale con la punta di un dito, rabbrividendo.
    -Sinceramente sì, con quei tentacoli, quelle bocche, quegli occhi! E sono così VISCIDI e schifosi!- piagnucolò. Stella sbuffò, limitandosi a legare quattro dei tentacoli e tenendo il calamaro a mò di sacca da viaggio. Ripresero a camminare.
    -E' necessario tenerlo lì? Insomma, mi sta guardando! Mi sta...- iniziò Spix, indicando gli occhi ormai spenti e senza vita del calamaro.
    -Senti, non lascerò andare il primo pranzo decente dopo giorni solo perchè ti fa paura, intesi?- ribattè, con occhi arrabbiati. Spix ricordò il suo appunto mentale, e decise di trovare una mediazione diplomatica fra "quell'affare mi fa paura" e "voglio un pranzo decente". Tossicchiò e indicò una figura nera che scivolava nell'ombra.
    -Potresti catturare quella mucca. E' molto più sostanziosa e fa meno paur...- iniziò, ma non riuscì a concludere. Stella lo zittì e mise la mano all'arco. Niko prese la spada.
    -Non è una mucca...- mormorò Wesk. Si avvicinarono piano alla figura che era apparentemente appostata dietro un angolo finchè...
    -PIOPIOPIOPIOPIOPIO!- urlò la cosa, balzando fuori dal nascondiglio. Ai membri del gruppo prese un mezzo infarto, e in un secondo la figura si ritrovò tutte le armi puntate addosso. Alzò quelle che sembravano essere mani, farfugliando qualcosa che sembrava essere un "mi arrendo, non colpitemi". Spix tirò fuori una torcia dall'inventario e la avvicinò alla figura, che si rivelò essere un tipo con degli strani capelli e un'espressione terrorizzata.
    -...E tu chi cazzo sei?

    Edited by Fear ~ - 7/11/2013, 22:07
  6. .
    Quasi tre mesi ma finalmente ce l'ho fatta, belli. L'ultimo capitolo di The HitMen pronto per voi. Armatevi di popcorn e leggete, poi pretendo un commento. D:

    Capitolo 28: L'ultima missione di Dylan
    Imponente. Era la sola parola per descrivere quell'immenso fabbricato. Dylan deglutì. Improvvisamente non era poi così sicuro di voler continuare, l'idea gli sembrava una pazzia. Julia era immobile di fronte alla porta principale, preparandosi psicologicamente a fare irruzione. Dylan le toccò la spalla.
    -Ma non sei minimamente preoccupata da... tipo... una morte imminente?- mormorò appena. Julia alzò le spalle. Era troppo decisa, ormai.
    -Siamo qui ormai, tanto vale- ghignò Tony. Nessuno dei tre assassini sembrava particolarmente spaventato, anzi. Julia sospirò e finalmente si decise. Varcarono la soglia del grattacielo, che sembrava stranamente silenzioso. Cauti, con le armi alla mano, si guardarono intorno. Non c'era nessuno, non una singola persona. Strano, pensò Julia. Che Pike li avesse ingannati? Non ebbero nemmeno il tempo di provare a pensarci, che un urlo li attrasse. Un corpo in uniforme da cecchino cadde giù dalla tromba delle scale, con un coltello conficcato in fronte. Apparve anche Malik, appeso alla ringhiera delle scale con le mani e penzolando nel vuoto. Dylan deglutì e si chiese come diavolo facesse a tenersi su.
    -E' pieno di questi tizi sulle scale, dovete stare attenti, posso eliminarne solo un po'- disse con voce simile ad un soffio di vento, gelida e lontana. Julia annuì ed indicò il soffitto, segno che poteva andare su. Malik annuì a sua volta e facendo forza sulle braccia come un trapezista si tirò su. I tre si portarono sotto le scale giusto in tempo per vedere Malik che, arrampicandosi, saliva ad eliminare i cecchini.
    -Su, forza- disse laconicamente la capo, indicando le scale con il fucile. Dylan lanciò uno sguardo di rimpianto all'ascensore che stava lì vicino, ma si decise ad accodarsi agli altri due correndo su per le scale. Mentre salivano si sentì un suono strozzato. Un altro degli uomini di Robbins cadde giù, ucciso da Malik, e si spiaccicò al primo piano emettendo un suono sordo. Dylan rabbrividì. Non sapeva se ce l'avrebbe fatta. Continuarono a salire. Ma quel posto era infinito? Ormai stavano iniziando a sentirsi stanchi, quando si sentirono degli spari. Un colpo di pistola, un clangore di metallo. Poi, voci confuse. Julia e Tony accelerarono il passo, lasciandosi dietro Dylan che era troppo stanco per correre. Al quarto piano trovarono Malik a terra, con un braccio sanguinante, circondato dai nemici. Uno di loro gli aveva abbassato il cappuccio per poterlo vedere in faccia.
    -Mi state dicendo che questo cosplayer ha ammazzato tre dei nostri?- sbottò quello che sembrava il capo.
    -Ma... Non è colpa nostra, quello appare e scompare e...
    Non riuscì a concludere, perchè un colpo della Beretta di Julia lo mise a tacere. Tony sfiorò appena il grilletto facendo partire una raffica di mitragliatrice che fece tremare i muri. I tre uomini caddero come birilli, con i petti coperti di sangue e dilaniati dalle pallottole. Julia andò subito a soccorrere Malik.
    -Ah... Mi dispiace, capo, mi hanno colto alla sprovvista...- mormorò appena, rialzandosi con l'aiuto di Julia e tastandosi la ferita di striscio alla testa.
    -Su, ora chiudi quella bocca. Niente autocommiserazione, va bene? Proseguiamo. Sei in grado di combattere?- gli chiese. Malik strappò a lembi la parte superiore della sua tunica, avvolgendone una parte intorno al braccio ferito e un'altra parte intorno alla testa. Un po' di sangue gli colava lungo la guancia, facendolo sembrare un guerriero dell'antica persia. L'assassino annuì, sfoderando le sue lame da lancio. Dylan li raggiunse, stanco e trafelato.
    -Siete ancora vivi?- chiese ai due, che lo fissavano. Julia annuì.
    Salirono ancora, arrivando più o meno a metà del grattacielo, su uno dei piani più grandi. Era abbastanza lussuoso, le grandi vetrate che stavano sui muri davano un mucchio di luce agli uffici che stavano su quel piano. E anche molta visibilità. Julia notò due uomini che pattugliavano una delle stanze. Li puntò con il fucile e gli sparò. Un nugolo di proiettili trapassò i muri di vetro degli uffici che stavano in mezzo mandandoli in mille pezzi e uccidendo i due uomini. Gli spari attirarono l'attenzione di tutto il contingente di Robbins, che stava dall'altra parte del piano. Non appena vide Julia, un'espressione nervosa apparve sul suo viso.
    -Ehi figlio di puttana! Sto venendo a prenderti!- urlò Julia, lanciandosi di corsa. Robbins scattò subito via nonostante la sua età non proprio giovane, e si fiondò in ascensore premendo subito il pulsante di chiusura. Tony, di canto suo, continuava a respingere gli attacchi degli uomini di Robbins che continuavano ad apparire in numero infinito, correndo dietro a Julia. Lei bestemmiò.
    -Dio cane! Dobbiamo andare a prenderlo, su!- ringhiò la ragazza. Malik e Tony annuirono, e Dylan si limitò a fissarla. Era in un mezzo stato di shock per colpa degli spari. Julia fece per avvicinarsi, ma un tizio armato di fucile fece lo stesso.
    -Attento!- sbraitò Tony. Dylan si girò fulmineo e sparò un colpo a bruciapelo in pieno volto al tizio. La sua fronte venne disintegrata dal colpo, e mezza testa si smaterializzò letteralmente piovendo sul pavimento sottoforma di piccoli pezzi.
    -Uh... Sono ancora vivo?- mormorò, con la voce simile ad un sibilo e il fucile stretto fra le mani. Julia gli diede una pacca sulla schiena e lui sembrò risvegliarsi di colpo. Tirò nuovamente giù il cane e indietreggiò per non farsi sopraffare dai nemici.
    -Ma hanno tipo una fabbrica a tempo pieno di questi idioti?- urlò Tony, per farsi sentire sopra l'immane casino di spari. Riuscivano ancora a resistere, ma non per molto. Tony era inquieto, la sua mitragliatrice avrebbe potuto incepparsi da un momento all'altro, ormai era molto che stava sparando. Julia, di canto suo, continuava a sparare ventagli di pallini in direzione del mucchio di avversari, che venivano investiti da quella pioggia e atterrati. Dylan serbava il suo ultimo colpo in canna e sparava alla testa degli avversari con la sua Glock d'ordinanza.
    -Forse ce la facciamo, ragazzi!- sbraitò Julia. I nemici rimasti iniziarono a darsi alla ritirata, correndo via con la coda fra le gambe. Sembrava essere finita, almeno per il momento. Julia prese un respiro e si appoggiò a Tony, gettando a terra il fucile oramai a secco. Tony sfiorò la canna della mitragliatrice ma dovette ritirare le dita, perchè era rovente da quanto aveva sparato. Malik se ne stava in mezzo a loro, impotente in mezzo a quella pioggia di proiettili appena cessata. Molti corpi di uomini di Robbins tappezzavano il pavimento di quel piano. Julia premette il pulsante dell'ascensore più volte.
    -J-Julia... Guarda...- mormorò Dylan, avvicinandosi alla finestra. Un jet privato stava arrivando.
    -Ma dove vuole atterrare!?- sbottò Malik, guardando l'aereo in lontananza. Dylan guardò giù.
    -C'è un enorme parcheggio qui, ed è vuoto... Forse vuole atterrare lì! Se Robbins ci sale sopra non lo prenderemo mai!- piagnucolò Dylan. Julia premette il pulsante con maggior veemenza e rinnovato nervoso. Quei secondi gli sembravano ore. Dylan si girò, appena in tempo per accorgersi che uno degli uomini morti a terra... non era morto. Anzi, gli stava puntando addosso una mitraglietta. Rapido come la folgore, Dylan alzò la doppietta e sparò il suo secondo colpo, che colpì in pieno l'uomo uccidendolo sul colpo. Ma non fu abbastanza rapido. La raffica di mitraglietta lo raggiunse, sbalzandolo indietro. Dylan annaspò appena, portando avanti le mani come se cercasse qualcosa a cui aggrapparsi. Qualcosa che non c'era. La vetrata si frantumò a contatto con le sue spalle e cadde in mille minuscoli pezzi a terra.
    -DYLAN!- urlò Julia. Ma era troppo tardi, Dylan era già nel vuoto. Il biondo chiuse gli occhi azzurri. Sentiva l'aria che gli entrava prepotente sotto i vestiti graffiandogli la pelle, sentiva il bruciore dei proiettili in petto e che gli avevano colpito la testa, sentiva l'ultimo urlo che Julia gli aveva rivolto. Julia si affacciò alla vetrata e guardò giù. Era troppo tardi. Nessuna traccia di Dylan, solo macchine che passavano nella strada principale. La sicaria strinse la mano sul calcio della lupara, e l'ascensore aprì le sue porte con un beffardo "ding". Tony era spiazzato dalla scena che era accaduta così velocemente, ma comunque non perse la lucidità.
    -Julia, andiamo!- le disse. Julia annuì, con lo sguardo più incazzato che mai. Entrarono nell'ascensore e premettero il pulsante "0". L'ascensore iniziò a scendere di botto a velocità supersonica, giù, verso il loro obiettivo, per secondi che sembravano interminabili. Quando infine arrivò, i tre sicari rimasti si fiondarono fuori e corsero verso il parcheggio dietro l'edificio. Appena furono fuori, notarono il jet che stava atterrando e Robbins che correva in mezzo al parcheggio.
    -Malik! Fermalo, ma non ucciderlo!- urlò Julia. Malik annuì ed iniziò a correre in avanti alternando la corsa a lunghi balzi. Estrasse il suo ultimo coltello da lancio e lo tirò verso Robbins, centrando il suo polpaccio sinistro. Ma il senatore non si arrese, e continuò a correre con tutte le sue forze. Malik decise per l'ultima alternativa. Continuò ad avvicinarsi e nel frattempo sciolse la lunga catena che portava legata ai fianchi. La roteò per un attimo e la lanciò. Questa andò ad avvolgersi intorno alla vita di Robbins, piantandosi poi nella sua carne con gli uncini messi lungo gli anelli. Il jet si fermò nel parcheggio e la scaletta si abbassò. Malik tirò brutalmente indietro la catena, ma Robbins si afferrò alla scaletta.
    -Riparti, imbecille!- urlò al pilota. Il jet iniziò a virare nel parcheggio, accelerando al massimo del suo regime per ripartire in fretta. Sopraggiunsero Julia e Tony, che si unirono a loro volta a Malik nel tirare la catena.
    -Dannata puttana! Mollate quella catena, stronzi!- sbraitò Robbins, cercando di sciogliere la presa degli uncini. Ma i tre sicari non mollavano. Il jet stava iniziando ad accelerare sempre di più, trascinando i tre da una parte e tirando il senatore dall'altra. Un uomo uscì dal jet.
    -Capo! Le serve aiuto?- disse l'imponente uomo, grande almeno quanto lo era stato Alexei.
    -Ma secondo te!?- urlò Robbins. L'uomo lo guardò con sguardo apatico, per poi afferrare la catena e dargli uno strattone fortissimo. I tre furono sbalzati avanti e la catena d'argento gli sfuggì dalle mani.
    -La mia catena!- urlò Malik, tendendo la mano verso la catena. Il jet si staccò dal suolo proprio in quell'istante. Julia afferrò rapidamente la lupara che aveva lasciato cadere a terra e sparò contro il jet, ma senza fare danni evidenti.
    -Mi dispiace per te, Blake, ma non riuscirai ad uccidermi nè oggi, nè mai!- urlò Robbins, sempre sulla scaletta. Julia agitò minacciosamente la pistola verso di lui.
    -Lo vedremo, gran figlio di una puttana inculata! Aspetta e vedrai! Il giorno in cui ti metterò le mani addosso ti caverò gli occhi, ti strapperò le interiora e ti farò desiderare di non essere mai nato!- urlò Julia a squarciagola. L'aereo si alzò in cielo, sempre più lontano, fuori dalla loro portata. Tony guardò Julia.
    -July?- le disse, piano. Malik, di canto suo, se ne rimase per le sue. Capì che in quel momento non c'entrava proprio niente e se ne rimase in disparte. Julia sospirò. Avevano perso. Niente da fare. Robbins se n'era andato. Dylan, Nick, Ludwig, Matt e Alex erano morti per cosa? Nulla. E Julia non potè fare a meno di sentirsi impotente.

    ***

    -Ok, ora puoi pure andare a dormire.
    Il ragazzo sbuffò.
    -Cosa? Di già? E la storia? Finisce così? Ma poi è tornato!- disse. La ragazza sbuffò.
    -Lo so, Rico. Ma questa è un'altra storia e te la racconterò un'altra volta, intesi? Adesso voglio andare a dormire!- replicò Julia.
    -Macchè, vuoi solo andare a bombare di là con Tony. Prometti che domani me la racconti- disse il ragazzo, cercando di mercanteggiare. Julia rise. Quanto era divertente.
    -E va bene, piccolo ricattatore- disse, con una risata. Il ragazzo si accoccolò nelle coperte.
    -Bene. Ah, prima di andare, mi racconti di che avete parlato tu e Tony? Alla fine della storia- chiese Ricardo.
    -...Ok.- disse Julia.

    ***

    -Stai bene?- chiese. Julia scosse la testa. No, non stava bene. Non stava affatto bene, per niente. Non si era mai sentita più in colpa di così. Non solo aveva lasciato morire i suoi compagni, ma non li aveva nemmeno vendicati. Era ufficialmente la peggior capo della storia. I due sicari si guardarono. La domanda fra di loro era più che chiara.
    -E adesso? Cosa faremo?- disse Tony, dando voce alla domanda che entrambi stavano pensando. Julia sospirò.
    -Non lo so. Titoli di coda. Dissolvenza in nero. Il buono è riuscito a salvarsi e tornerà per spaccare il culo ai cattivi nel prossimo episodio.
    -Cosa? E quello sarebbe il buono che dovrebbe tornare a spaccarci il culo?- disse Tony, con evidente sarcasmo. Julia alzò le spalle.
    -Beh, se avessimo un pubblico probabilmente penserebbe questo. Ma tu hai fatto una domanda e io ti ho risposto, non lo so. Nessuno si preoccupa mai dei cattivi, dopo i titoli di coda. Se ne tornano a casa, a raccogliere i corpi e a leccarsi le ferite, aspettando la ripassata definitiva.
    -Evviva il pensiero positivo.
    -Pensiero positivo? Sono tutti morti. Era la mia ultima occasione. Ora, sai fra quanto tornerà? Ammesso che lo farà, si porterà dietro un intero esercito. E noi siamo in tre.
    -Dì pure quattro, vah. Sempre se Pride è ancora in vita.
    -Che dici, torniamo a casa? Ci staranno aspettando. E abbiamo tutti serio bisogno di cure, Malik per primo.
    Tony sospirò.
    -Se proprio insisti. Anche se in un certo senso mi dispiace. Avremmo dovuto riuscirci.
    -Il cattivo perde sempre, Tony. La mamma non ti ha mai raccontato le favole da piccolo, ma sappi che è così anche stavolta...
    Un ghigno si aprì lentamente sul volto di Julia.
    -Per il momento.

    La luce crede di viaggiare più veloce di ogni altra cosa,
    ma si sbaglia. Per quanto veloce viaggi, l'oscurità arriva
    sempre prima, ed è lì che l'aspetta.

    Terry Pratchett.

  7. .
    Se c'era nathan invece di girarsi si sarebbe tuffato nel laghetto :asd:
  8. .

    Stella Storm
    «I'm coming on like a hurricane»





    »Nome: Stella Storm
    »Fazione: Hardcore Players
    »Età: 19
    »Nata in: New Emerald City (27-06)
    »Info sulla famiglia: Michael Storm (padre) - ??? (madre)
    »Pg Facts: Stella è un'hardcorer inside, solitaria, facile alla violenza e profondamente, immensamente stronza. Non sopporta avere intorno persone che le rompano le scatole o la ostacolino. Non esita a prendere in mano una spada o il suo fido arco per buttarsi in mezzo alla mischia e non ha paura di nulla, tranne dei Blaze. Detesta qualsiasi essere sulla faccia della terra, a partire da tutti gli esseri umani che non siano Hardcorer, perchè li ritiene "senza palle". Il suo migliore amico morì durante una scampagnata nel Nether, e da allora non c'è più stata e non sopporta la lava. Tuttavia, nemmeno questo l’ha fatta desistere dal suo sogno di voler diventare la più famosa hardcorer del mondo. Segue le orme di suo padre, Michael Storm, famoso Hardcorer che le ha insegnato praticamente tutto ciò che sa. È in grado di sottomettere quasi qualsiasi creatura vivente. Ha un armamentario che farebbe invidia ad un carro armato, e stermina qualsiasi cosa respiri nel raggio di dieci chilometri. Sembra andare d’accordo con Wesk, non sopporta Spix e non esita a lanciare frecciate ironiche (o anche letteralmente delle vere e proprie frecce) a Gold. Non sa cucinare, e tende a far fare a Niko e a Spix tutto quello che non vuole fare lei.
    »Photobook: 1 - 2 - 3 - 4 - 5 - 6 - 7
    »Theme Song: AC/DC - Hells Bells



    Capitolo 9: Zuppa di funghi
    Mezz’ora dopo, il creative annunciò di aver finito. Mostrò con orgoglio la villa a due piani che aveva appena costruito.
    -Molto bella! E ci hai messo poco a costruirla!- disse Niko, guardando la casa. Stella si limitò ad entrare senza tante storie. L’interno era ben arredato, con un largo tavolo fatto di assi di legno, dei letti, un lampadario di pietraluce e una cucina. Stella alzò un sopracciglio.
    -Tu sai che rimarremmo qui solo poche ore, e che probabilmente dopo l'intera costruzione verrà distrutta da Wesk, vero?- sbuffò. Spix guardò Stella con gli occhi sgranati, dispiaciuto per la sua creazione. Wesk invece esultò mettendo subito mano alla dinamite.
    -Non adesso, coglione!- ringhiò Stella - Dov'è la mia cena?- sbottò poi.
    -Sembri una tipa che è appena tornata a casa e rompe le palle al marito perchè ha fame- ghignò Wesk. Stella si limitò a fare un gesto sdegnoso girando poi sui tacchi ed uscendo.
    -Dove stai andando?- chiese Niko.
    -A fare il bagno, è ovvio. Fuori c'è un laghetto che è una meraviglia. Vi conviene che la cena sia pronta entro un'ora, perchè altrimenti vi faccio vedere io- sbottò Stella, uscendo.
    -Ma... Là fuori, in mezzo a quei mostri?- disse Niko, perplesso, nel vedere la ragazza che camminava verso un laghetto largo una decina di blocchi a passo di carica.
    -Ti pare che abbia bisogno di protezione o preoccupazione da parte nostra?- sospirò Spix, prendendo una manciata di funghi e avviandosi verso il tavolo da lavoro e la fornace per preparare una cena.
    -Se devo dire la mia, quella uccide- sogghignò Wesk. Niko non potè fare a meno di ridere. Nel mentre, Stella raggiunse il laghetto e piantò una torcia sulla sponda. Posò a terra la spada e si tolse l'armatura, ma senza togliersi i vestiti perchè il laghetto era troppo vicino ai vetri della casa. Sospirò e si immerse nell'acqua fresca. Era davvero stanca. Iniziò a strappare l'erba verde dal blocco su cui era appoggiata. In quel momento sì che stava sentendo il peso della distanza da casa. Sbuffò, buttando l'erba sull'acqua.
    Chissà come sta papà pensò, osservando la superficie dell'acqua leggermente increspata. Alzò nuovamente lo sguardo e vide un Creeper che saltellava nella sua direzione. Mise subito mano alla spada che aveva lasciato sulla sponda del laghetto, ma il Creeper continuò ad avvicinarsi. Stella afferrò la spada e la puntò verso il Creeper.
    -Stammi a sentire, sono esausta e non ho voglia di mettermi a combattere ora- sibilò. Il Creeper piegò leggermente la grossa testa verde. Si fissarono per un attimo, dopodichè il mob se ne andò senza creare particolari casini. Stella riappoggiò la spada alla sponda, rilassandosi. Nel frattempo, dentro, Spix stava facendo del suo meglio per preparare qualcosa di commestibile. Ci stava riuscendo anche abbastanza bene, e sfornò quattro ciotole di zuppa di funghi appena fatta. Sospirò e posò le ciotole fumanti sul tavolo.
    -Ehi Niko, vai fuori a chiamare Stella!- disse Spix. Niko annuì ed uscì, mentre Wesk si sedette sulla sedia fatta di assi di legno e saldamente incollata al terreno. Il survival player riuscì ad individuare facilmente la posizione della ragazza nell’oscurità, dal momento che il piccolo spiazzo in cui si trovava era rischiarato dalla luce della torcia.
    -Ehi, Stella, si mang...- iniziò, prima di notare l’armatura appoggiata a terra sulla sponda del laghetto. Si girò, imbarazzato. Stella sospirò.
    -Sono vestita, coglione. Che si mangia?- chiese la ragazza, uscendo dal piccolo laghetto e raccogliendo i pezzi dell’armatura per riagganciarli sul corpo gocciolante.
    -Ehm... Zuppa di funghi- mormorò Niko, ancora imbarazzato. Stella fece una smorfia. Era da secoli che non mangiava zuppa di funghi, e continuava a reputarla non abbastanza sostanziosa. I due entrarono nella villa e si misero a tavola assieme a Wesk e Spix. Quest’ultimo guardò Stella con un sorriso smagliante aspettandosi un complimento o se non altro un ringraziamento, ma lei si limitò a fissare la zuppa con aria assente. Dopo averla guardata per alcuni minuti, prese una fetta di manzo dal suo inventario e la tagliò in piccoli pezzi con la spada, per poi gettarli nella zuppa.
    -Davvero riesci a mangiare quella roba?- disse Wesk a bocca piena e mangiando la zuppa emettendo un suono simile ad un’idrovora. Stella annuì ed impugnò il cucchiaio, iniziando a toccare i funghi con esso e mangiando saltuariamente larghe cucchiaiate di zuppa e manzo.
    -Non sa di niente comunque- disse dopo un po’, con voce neutra. Niko e Spix si guardarono, e Niko passò a Stella un recipiente colmo di pezzi di pane. Stella prese brutalmente il recipiente e rovesciò tutti i pezzi di pane sulla tavola, prendendoli e coprendoli di zuppa per poi mangiarli a grossi bocconi.
    -Grazie- bofonchiò verso Niko.
    -Sai, hai uno strano modo di ringraziare. Sembra che tu dica “speriamo che crepi”- sbuffò Niko, guardando il recipiente vuoto. Stella alzò le spalle, troppo impegnata a mangiare per minacciare Niko.
    -Quindi quale sarebbe la prossima meta?- chiese Spix non appena ebbe finito di mangiare ogni singolo atomo di zuppa che stava nella sua ciotola. Wesk finì la zuppa per poi lasciarsi andare ad un sonoro e soddisfatto rutto. Stella fece una smorfia di disapprovazione verso il Griefer.
    -Beh, per New Emerald City stiamo andando bene. Il prossimo bioma dovrebbe essere quello della palude, se non crepiamo prima – sospirò l’Hardcorer, spingendo via la ciotola vuota – Ma ora ho un gran bisogno di dormire, quindi vedete di non rompermi i coglioni.
    La solita gentilezza di Stella. Lei si alzò da tavola lasciando Spix e Wesk a sparecchiare. Aprì la botola che dava al piano di sopra e la aprì, scomparendo su e richiudendola con uno schianto.
    -Gentile e femminile, mi dicono- ghignò Wesk. Spix si limitò a sospirare, oramai ci era abituato. Niko di canto suo rimase a guardare la botola, immobile. Era convinto che ci fosse qualcosa che infastidiva Stella. Gli era sembrata più nervosa del solito, e ce ne voleva. Era quasi per andare su a chiederle cosa avesse, ma non ci teneva a farsi staccare le palle a spadate dalla ragazza. Così si rassegnò a chiudersi nella stanza da letto al piano terra. Era la prima occasione che aveva per riposare, e avrebbe dovuto sfruttarla al massimo perchè l'indomani doveva impegnarsi al massimo.
  9. .




    »Nome: Luxus Flash
    »Razza: Semidio
    »Età: ?
    »Potere: Emperor Sun Rise / ???
    »Info sulla famiglia: Lux (Dio della Luce, padre) - ??? (madre)
    »Pg Facts: Luxus è il semidio figlio del dio della Luce che compare nella leggenda del cavaliere degli elementi come antagonista di quest'ultimo. Tentò di raccogliere tutte le lacrime degli dei per risvegliare il padre Lux e poter diventare un dio a tutti gli effetti, ma fallì quando sfidò Lily. Venne sconfitto sull'Isla de Muerto da un Unison Raid di Lily, ma sopravvisse e si salvò per qualche strana forza che non ha mai individuato (si suppone l'Overdrive di Emperor Sun Rise). Si è unito ad una scuola di magia per partecipare al torneo e sconfiggere Lily una volta per tutte combattendo ad armi pari. Detesta Grecal perchè cerca di ostacolarlo in tutti i modi, ma non vuole nemmeno mettersi dalla parte di Kuro perchè gli ruberebbe tutto il merito. Luxus è un tipo molto competitivo, estremamente vendicativo ma molto meno crudele di quello che vuole sembrare.
    »Photobook: 1 - 2 - 3



    Capitolo 3 – Lily vs. Alpha
    Lily spinse tutti dentro rapidamente. Quella degli abbinamenti era stata un'ottima scusa, in fondo loro dovevano partecipare al primo turno di combattimenti che si sarebbe tenuto di lì a poco. Si sentiva davvero a disagio. Come diavolo poteva essere sopravvissuto al suo attacco? Era IMPOSSIBILE. Aveva distrutto mezza isola, figuriamoci se lui non era morto. Eppure, era lì. Perchè!? Lily evitò di pensarci e andò alle liste. Le prime coppie erano già elencate. Scorrendo la lista, notò che i Warriors avrebbero combattuto nel turno successivo contro la squadra di Steve. Alan contro qualcuno dal nome impronunciabile. Quel giorno, tuttavia... Toccava a lei. "Primo turno di combattimenti: Phantoms vs. Daredevils, Lilith Wesson vs. Alpha". Lily sbuffò. Non aveva proprio nessuna voglia di combattere già dal primo giorno.
    -Uh, fantastico. Devi cominciare già oggi, eh? Per non parlare di...- iniziò Desmond. Lily lo zittì. Non era il momento di parlarne. Doveva prepararsi per l'imminente battaglia. Si ritirò in una piccola stanza adibita ai combattenti, lasciando fuori i suoi compagni di squadra. Subito dopo entrarono anche altri combattenti, compresi due tizi quasi identici. Uno aveva un'Omega tatuata sui pettorali, mentre l'altro un'Alpha. Lily dedusse che l'Alpha fosse il suo avversario. L'altro doveva essere Omega, il capo dei Daredevils. Lily iniziò a fare stretching. Non si sentiva per niente tesa per il combattimento, avrebbe tranquillamente potuto uccidere tutti in quella stanza sbattendo semplicemente le palpebre. Osservò attentamente gli altri contendenti. Una ragazzina e un tipo dagli occhi simili a fessure gialle. Avrebbe fatto invidia ad un cobra, con quella faccia. Alpha non sembrava proprio così pessimo, chissà che potere aveva. Lily sospirò e continuò con i suoi esercizi, cercando di autocontrollarsi. Logan e gli altri sarebbero scesi sulla terra solo il giorno dopo. Doveva solo riuscire a non uccidere Luxus fino a quel momento, poi ci avrebbe pensato Ethan a sistemarlo. Sentiva però un'altra strana presenza vicino a sè.
    -Oh, tu sei la famosa Lilith Wesson?- disse una voce, gelida e sottile come uno spiffero freddo. A Lily venne quasi un infarto, ma si girò ugualmente a vedere chi fosse. Un tizio con un largo mantello nero la stava fissando con un sorrisetto.
    -Scusami, tu saresti?- sibilò lei a bassa voce. E quello che voleva, adesso? Lui si limitò a sorriderle, guardandola negli occhi. Lily rabbrividì, quel tizio era inquietante. Aveva gli occhi rossi come un demone, con uno sguardo che sembrava uscito dall'inferno, e i capelli bianchi.
    -Io sono Kuro, il capo della squadra dei Fire Dragons. Mi autodefinisco il tuo ammiratore numero uno- disse, con quel sorriso così freddo che sembrava di pietra. La sua voce, poi... paragonarlo ad una tomba sarebbe stato riduttivo. Lily non si fidava di lui, nemmeno un po'. La metteva a disagio.
    -Mio ammiratore numero uno?- disse lei, con una smorfia ironica. Da quando aveva degli ammiratori?
    -Sì, è la mia piccola illusione, forse troppo superba. Ho visto come combatti, sembri quasi... una dea. Penso che tu possa vincere, sei molto migliore di qualsiasi altro combattente qui- le disse, con voce freddamente dolce. Lily socchiuse gli occhi. Non riusciva a capire se stesse dicendo sul serio o se scherzasse. Gentile, troppo gentile. Cosa stava nascondendo? Stava per rispondergli, quando per fortuna l'apertura del portone dell'arena la salvò, già per la seconda volta quel giorno. Lily fece per andarsene via da quella stanza - nonchè lontano da quel tizio assolutamente inquietante - quando colse la sua ultima frase, quasi impercettibile.
    -Buona fortuna, cara la mia dea. Ne avrai un gran bisogno...- sussurrò Kuro. Lily non ci pensò ed entrò nell'arena. Ora doveva combattere. Lei e Alpha furono portati nell’arena di destra, la maggiore. Alpha, non appena mise piede nell’arena, mostrò i pettorali prominenti lasciati scoperti dalla camicia aperta, ed emise un urlo belluino. I tifosi aumentarono gli incoraggiamenti. Lily scosse la testa con una smorfia. Bel pezzo d’idiota. Anche lei prese posto nell’arena, dall’altro capo rispetto ad Alpha.
    -Una femmina? Dovrei combattere contro una femmina?- disse quello. Lily non rispose, ma gli rivolse uno sguardo tagliente come una falce. Stava cercando morte? Beh, ne avrebbe avuto un assaggio. Doveva solo andarci piano, altrimenti l’avrebbe ucciso sul serio. La campana suonò, annunciando l'inizio del combattimento. Lily rimase assolutamente immobile, con lo sguardo puntato su Alpha, aspettando la sua mossa. Quello, di canto suo, cacciò un urlo belluino e si lanciò correndo verso Lily. Lei continuò a fissarlo, indifferente. Non la impressionava. Alpha balzò in alto e ricadde sbattendo con forza i pugni al suolo, dal quale uscì una fila di stalagmiti di roccia. Lily, con un salto, schivò la colonna di pietra che si era appena formata accanto a lei e ci si aggrappò.
    -Tutto qui quello che sai fare? Non riesci a battere una femmina?- disse Lily, con un ghigno ironico. Alpha la guardò, infuriato, e chiuse il pugno. Quello divenne di pietra, e Alpha corse avanti verso Lily.
    Sarà fin troppo facile. pensò Lily, guardandolo mentre si avvicinava. Alpha sferrò un pugno a Lily, ma lei saltò di lato nuovamente e il pugno frantumò solo la colonna di roccia. Alpha, sempre più irritato, continuò a cercare di colpire Lily con i suoi pugni di pietra, ma ogni volta lei lo evitava saltando oppure parava i suoi colpi. La sua nonchalanche stava facendo irritare profondamente il combattente della squadra avversaria, che non proferiva parola tanto era impegnato a cercare di colpirla. Balzando da una stalagmite all'altra, Lily riuscì ad evitare efficacemente tutti i colpi, ma stava iniziando a stufarsi. Sospirò, facendo un balzo più alto e atterrando un po' più lontano rispetto al solito. Con molta calma, si tirò indietro una ciocca di capelli sistemandosela dietro l'orecchio.
    -Bene, adesso mi sto stufando, sono ben quindici minuti che ti lascio fare ciò che vuoi, vediamo di finirla in fretta.
    La semidea aprì le braccia e guardò Alpha con quel suo solito sguardo arrogante che faceva sempre irritare tutti. Quello, indispettito dalle sue parole, si preparò ad attaccarla nuovamente.
    -Mi hai lasciato fare ciò che voglio? Adesso ti faccio vedere io, non mi faccio prendere in giro da una femmina! Crack Punch!
    Il combattente fece una strana mossa simile ad un salto in avanti, e si gettò sulla semidea. Lily, di canto suo, si limitò a sbuffare.
    Waterfall.
    Senza nemmeno sapere come, in un secondo Alpha si ritrovò a volare in aria, in alto. Lily spalancò le ali e volò su, fino a raggiungerlo, e congiunse le mani. Le alzò sopra la testa e colpì il torace di Alpha con immane forza. Questo emise uno strano suono simile a quello che fa un gelato quando cade a terra, e Alpha fu scagliato a terra da un'ondata di energia oscura. Si schiantò al suolo formando un cratere a terra. Lily volò con tutta calma verso il terreno, posandosi a terra con leggiadria. Si avvicinò ad Alpha, che per qualche strano motivo era ancora cosciente. Aveva dosato bene la forza, non voleva fargli troppo male.
    -Alpha... Temi tu la morte?- sussurrò, con tono canzonatorio. Il combattente rantolò qualcosa di incomprensibile.
    -Lo prendo come un sì- ghignò la semidea, girando poi sui tacchi e facendo per andarsene dal campo. L'arbitro si precipitò in campo, e non potè fare a meno di constatare la vittoria di Lily.
    -E la vittoria di questa battaglia è di... Lilith Wesson!- urlò Key nel microfono. Il pubblico la acclamò, ma Lily uscì dall'arena senza particolare soddisfazione. Era stata una battaglia fin troppo veloce, nessuno in quell'arena era alla sua altezza. Tranne forse quel Kuro, o Grecal. Lily non potè fare a meno di chiedersi dove fosse finito. Non l'aveva più visto, dopo quella sera. La ragazza si limitò a sospirare, tornando nella stanzetta adibita ai combattenti che stavano per entrare o uscivano da una battaglia. Si comprò una bottiglietta d'acqua alle macchinette, bevendo piano. Aveva sete. Non riuscì a finire di bere l'acqua, perchè un applauso lento la distrasse.
    -Complimenti, ottima battaglia. Sei brava a farti potente con gli umani, eh?- ghignò una voce. Lily strinse la bottiglietta d'acqua fino a schiacciarla completamente. Si girò.
    -Che vuoi adesso, Luxus?
  10. .
    CITAZIONE (~±Niko±~ @ 12/9/2013, 20:10)
    1) non capisco il battibecco per le rose , tutte e due erano buone proposte e , almeno io , avrei fatto più in fretta possibile senza badare a prenderle dal fioraio , rubarle ad una coppietta e coglierle direttamente in un roseto .
    Poi un altra cosa è che lo hai fatto per esigenze di scrittura , ma io avrei fatto così :fg:
    2) poi non ho capito , noi abbiamo salito la torre e consegnato la rosa e siamo arrivati penultimi , e le altre coppie invece erano senza rose e sono arrivate prima di noi ? :fg: ah , se ho letto male chiedo scusa ma almeno spiegamelo :fg:

    Perfettamente d'accordo con Niko :fg:
    CITAZIONE (Gøld @ 14/9/2013, 16:21)
    NESCI LA NUOVA CICCIOLINA!!!!!!!!!!!!!

    1)Who's cicciolina? :fg:
    2) Gold ignorante lo shampoo col cavallo è il famosissimo shampoo giapponese che usa Sio

    Ah comunque finalmente siamo eliminati, Spix dovevi farci andare a casa prima e magari lasciare le cozze
  11. .
    Capitolo 2 – Una vecchia conoscenza
    La notte passò tranquillamente, se confrontata con la mattina dopo. L'intera squadra era tesissima - ad eccezione di Lily, che se ne sbatteva come al solito. I Phantoms e i Warriors si ritrovarono fuori dall'hotel, per parlare con Key del torneo.
    -Salve, ragazzi! Spero che abbiate già fatto colazione e che abbiate dormito bene. Ora dobbiamo trasportarci all'arena dei combattimenti, è lì che si terrà la parata delle squadre e la spiegazione delle regole. Dovremmo anche sbrigare delle cosucce burocratiche, ma prima di tutto andiamo!- disse, entusiasta. Lily sbuffò. Quel tipo era fin troppo agitato per i suoi gusti. Aveva sempre voglia di fare tutto in fretta. L'arena non distava molto dall'hotel, e occupava quasi tutta l'isola. Era una specie di gigantesco colosseo di marmo, vetro e acciaio, e aveva al suo interno vari spazi in cui si tenevano le prove di combattimento. Poteva essere resa invisibile con la magia nonchè trasportata in vari luoghi con l'ausilio della telecinesi. All'ingresso stava una grossa statua di marmo raffigurante un'aquila dal becco d'oro, patronus del Vento. Le due squadre vennero portate nella sala principale dell'arena, già affollata di studenti. Lily cercò Grecal con lo sguardo, ma non lo trovò. Eppure, le pareva di aver inteso che fosse anche lui un partecipante al torneo di magia. Lasciò perdere, non le interessava più di tanto. Key richiamò l'attenzione delle squadre e si schiarì la voce.
    -Combattenti! La parata inizierà fra un quarto d'ora. Dovrete uscire in ordine, prima i rappresentanti dello Stato d'Europa, poi le squadre americane, poi le asiatiche, e per finire le squadre dello stato di Oceania e infine le squadre africane. Ognuno dovrà portare la propria bandiera e mi raccomando, che le squadre della stessa scuola stiano insieme. Spiegherò le regole alla fine della parata, quindi state bene attenti! Intesi?- disse, urlando a squarciagola per farsi sentire sopra il brusio. "Sì!" dissero a gran voce tutti gli studenti, compresi i Phantoms e i Warriors. L'onore di impugnare la bandiera dello Stato d'Europa - un tricolore con una testa di lupo in mezzo - spettò ad Alan, in quanto membro più forte fra le squadre europee. Tutti gli studenti si misero in fila per squadre, con i capisquadra alla testa, nell'ordine stabilito da Key, di fronte al grosso portone che dava sull'arena centrale, quella principale. Si poteva distintamente sentire un gran tumulto dall'altra parte nonostante la porta, dovuto alla moltitudine degli spettatori.
    -Mi sento un po' a disagio. Dobbiamo proprio essere i primi?- commentò Nicholas, con voce appena udibile.
    -Oh, non ti preoccupare, sarà semplice. Sorridi, mostrati trionfante e andrà tutto bene- ghignò Ice. Lily stava per commentare, ma il casino al di là della porta si zittì improvvisamente.
    -Che succede?-commentò uno dei compagni di Alan, dalle fila dei Warriors. Si sentì a voce di Key, fuori, che dava il benvenuto agli spettatori e parlava del torneo. Lily deglutì e si mise in posizione, fra poco sarebbe toccato a loro. Alan fece ricorso a tutta la sua forza e anche a quella di Flash Fire per tenere su quella pesantissima bandiera più grande di una tovaglia da picnic e spessa come un sipario.
    -...e quindi, è con grande piacere e orgoglio che annuncio l'entrata dei nostri combattenti!- sbraitò infine Key. Le porte di metallo si aprirono cigolando, e Lily e Alan furono investiti dalla luce e dall'esultanza della folla. I due si guardarono e annuirono, uscendo dalla porta con le loro squadre al seguito. La prima cosa che fecero fu guardarsi intorno. L'arena era circolare con gli spalti ricolmi di gente. Il terreno era abbastanza polveroso, e l'arena sembrava proprio un colosseo più moderno. Sugli spalti stavano delle statue che rappresentavano i dieci dei, e ognuna di esse era fatta di cristallo. Mentre loro sfilavano facendo tutto il giro dell'arena, Key iniziò a dire i nomi delle squadre e dei loro capisquadra, partendo appunto dai Phantoms e i Warriors.
    -Ed ecco entrare, in rappresentanza della Shade High School, la squadra dei Phantoms capitanata da Lilith Wesson, e la squadra dei Warriors capitanata da Alan Burns! A seguito, in rappresentanza della Thunder Storm High School, abbiamo i Fire Dragons capitanati da Kuro...!
    Key continuò per un po', e Lily continuò a guardarsi intorno distrattamente. Non c'erano squadre che la interessassero in Europa, stava aspettando le americane. Sapeva molto bene chi avrebbe aperto la fila dello Stato D'America.
    -...In rappresentanza della Raven Claw High School abbiamo i Draghi del Tuono, capitanati da Steve Cross, e i Daredevils, capitanati da Omega!
    Steve fece il suo ingresso trionfale seguito dalla sua squadra, i "Draghi del Tuono". Non aveva mai sentito nominare i Daredevils, ma poco le importava. Guardò dietro di sè, cercando di scorgere Steve, ma non ci riuscì. Troppa gente fra lei e lui. Ci rinunciò, l'avrebbe potuto salutare più tardi. Continuarono a sfilare ascoltando distrattamente.
    -In rappresentanza della North Wind High School abbiamo i Quattro Cicloni, capitanati da Grecal Wayne!- continuò Key, a voce sempre più alta. Lily rise fra sè. Allora non si era sbagliata. Chissà se Grecal si era ricordato di lei sentendo parlare dei Phantoms. La parata proseguì.
    -Poi, in rappresentanza della Sun Rise Academy, abbiamo la squadra dei Flash Falcons, capitananta da Luxus Flash!
    Lily dovette fare appello a tutto il suo autocontrollo per non sentirsi svenire. Era da due anni che non sentiva quel nome, ma non se l'era ancora dimenticato. Non era possibile. Non poteva essere. Ormai erano arrivati a metà dell'arena, e Lily si girò a guardare il capo opposto dove stavano le ultime squadre americane. Riconobbe un viso molto familiare. Capelli biondi, cicatrice sull'occhio, aspetto arrogante. Non poteva sbagliarsi. Era lui, era Luxus. La stava guardando con un ghigno ironico spropositatamente largo, e la salutò con un cenno della mano. Lily distolse lo sguardo, fissando il vuoto davanti a sè con gli occhi sbarrati. Com'era possibile? L'aveva ucciso con le sue stesse mani, con un incantesimo così potente da distruggere metà di un'isola. Non poteva essere sopravvissuto. Alan la guardò, evidentemente anche lui si era ricordato di Luxus.
    -Stai bene?- le sussurrò.
    -Io non riesco a spiegarmi come possa essere ancora vivo!- sbottò piano Lily. Ma non doveva pensarci. Quando Key ebbe finito di pronunciare i nomi di tutti i caposquadra, le squadre si allinearono nell'arena. Key si schiarì nuovamente la voce, per far abbassare la voce agli spettatori.
    -Molto bene, molto bene! Combattenti, ora vi spiegherò le regole del torneo!- disse. Gli studenti si zittirono immediatamente, e Lily cercò di non pensare a Luxus. Doveva concentrarsi. Concentrarsi.
    -Innanzitutto... Mi congratulo con voi per esservi qualificati, dal momento che non sono in molti quelli che ci riescono. Siete pronti a lottare per conquistare il titolo di squadra migliore del mondo? Bene, è meglio che lo siate, perchè il torneo vi metterà a dura prova. Ogni giorno si svolgeranno delle prove. A giorni alterni ci saranno dei combattimenti, poi prove di abilità, di nuovo combattimenti e prove di abilità. Anche durante i week end, e non voglio sentire lamentele! Non siamo mica all'asilo. Dunque... Ad ogni prova dovrà partecipare un componente per ogni squadra, cioè ogni scuola dovrà schierare due membri per ogni prova. Un membro della squadra potrà essere eletto Jolly, e fate molta attenzione a chi sceglierete perchè ha un ruolo molto importante! Il Jolly è quello che può essere chiamato come partecipante al posto del membro dell'altra squadra. In sostanza, potrete chiamare due membri della stessa squadra invece che uno per squadra a fare una prova. Può sembrarvi una stupidaggine ma sceglietelo molto attentamente, perchè si rivelerà utile. Ovviamente, il Jolly varrà solo per le prove di abilità, mentre per i combattimenti gli abbinamenti saranno fatti in maniera puramente casuale e non potrete chiedere una sostituzione. Le gare sono a eliminazione diretta, il componente che perde verrà eliminato. Alla fine resteranno solo sei combattenti che si affronteranno in battaglia a coppie per aggiudicarsi la vittoria del torneo! Per questo pomeriggio è previsto il primo combattimento, che vedrà schierate quattro squadre! I Daredevils, i Phantoms, i Red Killers e le Croci Nordiche. Gli abbinamenti sono disponibili in atrio per i combattenti. Detto questo, posso dichiarare conclusa la parata, e auguro a tutti buona fortuna!
    Le squadre vennero accolte con un'ola da parte del pubblico, ma Lily voleva solo andarsene di lì il prima possibile. Trascinò letteralmente via la sua squadra in mezzo alle altre per uscire. Proseguendo a passo di carica, ignorò Grecal che la stava salutando e si imbattè in Luxus, che si limitò a salutarla nuovamente con un sorrisetto crudele.
    -C... Capo... Quello...?- chiese Desmond.
    -Su, dobbiamo andare a vedere gli abbinamenti- disse lei nervosamente, evitando l'argomento e rientrando in atrio.
  12. .
    Capitolo 1 – Il ragazzo dagli occhi color cielo
    Il teletrasporto fu rapido, e in un attimo i ragazzi passarono dall'atrio luminoso della Shade alla buia piazza d'ingresso dell'hotel per i partecipanti al torneo. Subito arrivò un tipo alto come una pertica dai capelli neri con un grosso tatuaggio sulla faccia a forma di asso di Quadri.
    -Salve, voi siete le due squadre provenienti dalla Shade, vero? Io sono l'organizzatore del gran torneo. Potete chiamarmi Key, o comunque come vi pare. Se volete seguirmi, posso mostrarvi le stanze dove alloggerete- disse, con un sorriso così largo che andava quasi da un orecchio all'altro. Lily alzò un sopracciglio. Trovava che quel tizio fosse davvero parecchio strano, ma non si stupì particolarmente. Era abituata alla gente strana. I Phantoms e i Warriors seguirono Key su per le scale dell'albergo, e molti ragazzi si sporsero dalle porte delle loro camere per osservare il loro passaggio. Alcuni dei ragazzi fecero dei commenti molto poco discreti su Lily e Shadow, ma fu sufficiente uno sguardo gelido di Alan per calmarli. Arrivarono fino al settimo e ultimo piano, e Key aprì una suite con la chiave.
    -Bene ragazzi, qui staranno i Phantoms. Ci sono cinque letti singoli nelle due camere da letto, e la terrazza è con vista mare. Se volete qui sotto c'è una spiaggia in cui non va quasi nessuno, perchè è molto difficile da raggiungere. Per chi cerca un po' di pace è perfetta. Potete disfare i bagagli, domani mattina c'è la cerimonia di apertura e vi verranno spiegate le regole. C'è anche la parata delle squadra, quindi preparatevi al meglio! Buonanotte.- concluse Key, dando la chiave della stanza a Lily e andandosene con i Warriors. Lily lanciò per terra la valigia, appropriandosi subito della camera più grande per dividerla con Shadow. I tre ragazzi dovettero accontentarsi della più piccola. Nicholas si buttò immediatamente sul letto come prima cosa, mentre Ice e Desmond si lanciarono all'esplorazione della suite.
    -Una Jacuzzi?!- esclamò Ice, entrando in bagno.
    -Cazzo, c'è un minifrigo! Lily, voglio anche io un minifrigo- commentò Desmond curiosando fra i numerosi ripiani della suite.
    -Sarà divertente- rise Shadow, vedendo Lily che si guardava intorno.
    -Che dite, andiamo a dormire subito?- disse Nico sbadigliando sonoramente. Aveva un certo sonno.
    -Sì, è meglio che andiate subito a dormire. Io penso che farò una passeggiata, la notte mi rigenera e voglio esplorare i dintorni. Tornerò fra un'oretta al massimo. Shadow, bada a questi animali fino al mio ritorno- sogghignò la caposquadra. Shadow annuì con una risata e Ice le rifilò uno sguardo fintamente offeso. Lily uscì in terrazza e fissò la piccola strisciolina di sabbia che si intravedeva sotto gli scogli del promontorio. Costruire un hotel su un promontorio dava un bell'effetto al tutto. La semidea spalancò le ali e saltò nel vuoto, librandosi nell'aria con un battito delle larghe ali nere da pipistrello. Planò giù nel buio, raggiungendo la distesa di sabbia e atterrandoci così piano da non fare rumore. La sabbia bianca rifletteva leggermente la luce della luna, brillando appena come se fosse un tappeto di stelle. Lily guardò il mare, ascoltando il suono delle onde. Key aveva ragione, era davvero un bel posto per rilassarsi. Tuttavia, aveva una strana sensazione. Il marchio sulla spalla le prudeva. Si sentiva stranamente in pericolo. Qualcosa stava per accadere. Qualcosa di spiacevole. Lily tentò di rilassarsi, camminando avanti e indietro sulla sabbia morbida e smuovendola con i piedi. Il vento iniziò a soffiare placidamente, accarezzandole il volto. Lily chiuse gli occhi, concentrandosi. Doveva scacciare quella sensazione e pensare zen. La sua squadra aveva bisogno di una caposquadra al massimo. Ascoltò il rumore delle onde. Onda... Onda... Onda... Ma ad un certo punto, Lily fu distratta da una melodia delicata portata dal vento. Rimase in ascolto, seguendo la melodia, fino ad entrare in un'insenatura dove la spiaggia finiva. Appena oltre la fine della spiaggia stava un grosso scoglio piatto che fuoriusciva dall'acqua. Seduta sopra a gambe incrociate stava una figura, che suonava un flauto di pan. Le onde si infrangevano delicatamente contro lo scoglio formando degli spruzzi che contribuivano a dare un'aria magica alla scena. La figura con il flauto di pan smise di suonare per un attimo, girandosi verso Lily. Lei lo guardò. Aveva i capelli biondi, mediamente lunghi e gli occhi del colore del cielo limpido. Portava solo un paio di pantaloncini, e aveva la pelle imperlata di acqua salata. Sorrise appena.
    -Oh, ciao. Non ti ho mai visto da queste parti, sei anche tu una combattente del torneo?- chiese, con voce gentile. Lily rimase immobile per un attimo. Non aveva mai visto un ragazzo così bello. Aveva anche un tatuaggio che riluceva leggermente di una luce giallognola. Non riusciva a distinguerlo bene, ma aveva una forma con quattro punte. Una stella, forse.
    -Sì. Sono la caposquadra dei Phantoms. Mi piace come suoni- disse. Quel ragazzo le infondeva una strana calma. Il vento si calmò diventando una brezza appena percettibile, e il ragazzo rise sommessamente.
    -Oh, bene. Io sono Grecal Wayne, è un piacere conoscerti anche se credo che saremo avversari- disse con un sorriso, posando il flauto accanto a lui. Sospirò, come se gli dispiacesse. Rimasero a guardarsi negli occhi per un po', finchè Grecal non si alzò in piedi sulla roccia.
    -Beh, penso di dover tornare dai miei compagni di squadra. Ci si vede domani alla parata- disse con una risata. Lily si limitò ad annuire e si girò. Poi, ricordandosi del fatto che non aveva detto il suo nome a quel tipo, si girò nuovamente, ma il ragazzo era scomparso misteriosamente. Lily sbattè le palpebre, spalancò le ali e volò via.
    Penso di avere un serio bisogno di dormire. brontolò nella sua mente.
  13. .
    Salve a tutti voi, inutili plebei entrati qui solo perché non avevate niente di meglio da fare. È inutile che neghiate, so che l’avete fatto per questo ù3ù By the way, lasciando perdere le cazzate, questa fan fiction è il seguito di Magic Academy e si intitola, indovinate un po’... *rullo di tamburi* MAGIC ACADEMY 2! Che titolo originale, eh? <3 [Citazione necessaria] Già, visto che Nathan e Wesk mi incoraggiavano, e che Ampha voleva che postassi la fan fic che stavo scrivendo ma non avevo ancora postato... beh, eccola. Le premesse sono le stesse della fan fic precedente, con l’aggiunta del fatto che è un po’ più violenta rispetto alla prima. Eeeh, la vendetta fa male. No, non potete farmi causa se i vostri personaggi vengono malmenati. Ebbene sì, perché tutti i personaggi secondari della fic precedente riappariranno! Mi servono ancora nuove comparse, eh. Quindi, se volete proponetevi pure :fg: La theme song di questa fan fiction è questa, visto che quando l’ascolto mi ispira battaglie fra forze immani. :asd: Detto questo, leggete, apprezzate e commentate :siz: Ah, quasi dimenticavo, questa fan fic si svolge due anni dopo la precedente. Ci sono alcune novità riguardo ai personaggi, ma se le dico Niko mi uccide, quindi vi toccherà scoprirle da voi leggendo x°D
    Le immagini che utilizzerò appartengono ai rispettivi creatori, per la maggior parte di deviantart. Il codice che userò per i personaggi è fatto da me, quindi non copiatelo. <3 Fan Fiction by Stella, don't copy. ©


    Introduzione – Ci puoi scommettere
    -Quindi, quest’anno anche la nostra scuola parteciperà a quel torneo? – Ci puoi scommettere, amico. – Quali squadre sono state ammesse? – Non lo so, i risultati delle selezioni non sono ancora usciti. Ma che vuoi, usciranno due squadre del quinto anno come al solito. – Già, è sempre così. Anche se sinceramente quest’anno ho qualche dubbio, ci sono delle squadre del terzo anno che potrebbero dare del filo da torcere a quelle del quinto...
    Kratos e Sabrina entrarono nella stanza comune. C’era un gran casino, e tutti gli studenti parlavano fra di loro dell’imminente torneo, compresi i Phantoms. Kratos si guardò intorno scorgendo le due squadre scelte, ancora ignare di questo fatto. Si schiarì la voce più volte, ma il tumulto non cessò. Tirò un respiro e schiantò uno dei pugni di metallo su un tavolo.
    -Silenzio!- urlò. A Lily venne quasi un infarto. Smise subito la conversazione con i suoi squadriglieri e guardò verso il professore di combattimento magico con aria seccata.
    -Credi che ci abbiano scelti?- mormorò piano Desmond. Lily alzò le spalle. Come poteva saperlo? Tutti gli studenti fissarono il professore, la tensione nell’aria era palpabile.
    -Bene, ragazzi. Come ben sapete, quest’anno la Shade High School ha deciso di partecipare all’annuale Grande Torneo di Magia fra scuole. Abbiamo qui i risultati delle selezioni. Due squadre hanno raggiunto il punteggio richiesto per poter partecipare alle eliminatorie nel torneo, e partiranno stasera stessa alla volta del luogo che ospiterà il torneo, tenuto segreto per evitare intrusioni. Il torneo durerà circa un paio di mesi, forse più, quindi i vostri compagni scelti non faranno ritorno qui per un po’. Ma penso di avervi tenuto abbastanza sulle spine. Chiamerò i capisquadra delle squadre scelte, va bene? Vi prego di lasciarli passare! La prima squadra che ha passato la selezione è quella dei Warriors, capitanata da Alan Burns! Il vostro punteggio è stato quasi perfetto, tranne qualche riserva sulle prove di combattimento. Complimenti, potrete prendere parte al torneo!- disse Kratos. Il master del fuoco si alzò in piedi e raggiunse il professor Kratos e alzò un braccio in segno di vittoria. Gli studenti continuarono a fissare il palco della sala comune. Non erano particolarmente stupiti, i Warriors erano fra i migliori, per non dire che erano appunto i migliori. Lily sorrise fra sé. Era contenta che la squadra di Alan si fosse qualificata. Kratos si schiarì la voce nuovamente, apprestandosi a leggere il secondo nome.
    -Bene... Contro ogni possibile previsione, battendo tutte le squadre del quinto anno con un punteggio assolutamente perfetto, la seconda squadra qualificata è quella dei... Phantoms, capitanati da Lilith Wesson!
    Lily rimase immobile per qualche secondo, stupita. Cioè, sapeva che la sua squadra era chiaramente migliore di tutte le altre, ma comunque non si aspettava un risultato del genere. Si erano qualificati! Si alzò in piedi spalancando le braccia in segno di vittoria, e salì sul palco.
    -Vorrei solo ringraziare tutti quanti per non essere stati bravi quanto me- ghignò Lily, soddisfatta. Kratos appoggiò una mano sulle spalle dei due ragazzi.
    -Bene, a quanto vedo quest’anno entrambi i capisquadra qualificati sono master! Voi due siete i migliori master di questa scuola, quindi dovete tenere alto l’onore della Shade. Mi raccomando, la scuola conta su di voi!- disse Sabrina, quasi commossa. Lily fece una smorfia. Odiava tutte quelle cazzate. Gli studenti applaudirono fragorosamente. Lily rimase per un attimo ad immergersi nella gloria, finché Kratos non dichiarò la fine di quella riunione d’istituto e mandò fuori tutti gli studenti.
    -Cazzo, se devo essere sincero non ci speravo nemmeno un po’.- confessò Ice, avvicinandosi a Lily assieme al resto della squadra. Alexa rise. Già, era strano che una squadra del terzo anno si candidasse. Lily, di canto suo, ignorò completamente i membri della sua squadra gettandosi su Alan.
    -Visto? Te l’avevo detto che ce l’avremmo fatta!- rise, stampandogli un bacio sul naso. Alan alzò le braccia in segno di resa.
    -Ok, ok, mi arrendo- rise.
    -Potreste rimandare le smancerie a dopo?- disse Kratos, seccato. I due tossicchiarono, ritirandosi fra le fila delle loro squadre.
    -Molto meglio. Ora... Fra tre ore dovremo partire, quindi vedete di prepararvi in fretta. Come ben sapete questo è il più importante torneo di magia del mondo, quindi spero che voi terrete alto il nome della Shade, come ho già detto. Probabilmente incontrerete delle vecchie conoscenze, visto che anche la Raven parteciperà. Mi raccomando, restate sempre obiettivi e non fatevi sconfiggere facilmente.
    -Ci può scommettere, Profè!- disse Nico, ma Kratos lo fulminò con lo sguardo.
    -Qualcun altro deve interrompermi o posso continuare?- ringhiò. Nico deglutì abbassando lo sguardo.
    -Hmpf. Per ora andate a prepararvi, e vedete di muovervi. Il torneo, quest’anno, si terrà nello Stato d’Europa, più precisamente sull’Isola d’Elba. Lily, tu che sei la master dell’Acqua e dell’Ombra non dovresti avere problemi su un’isola – ghignò il professore – Bene, io non posso venire con voi, ma vi verrà spiegato tutto quando arriverete là. Va bene? Ora andate, e buona fortuna.
    Tutti gli studenti delle due squadre annuirono, dileguandosi poi in corridoio. Alexa e Lily andarono nella propria stanza a fare i bagagli, e Lily non mancò di inserire la sua armatura e tutto il resto nella valigia.
    -Ehi, Lily?- chiese Alexa ad un certo punto.
    -Cosa?- rispose Lily.
    -Credi che vinceremo? Insomma, avremo contro delle squadre molto forti- disse Alexa, infilando in valigia dei vestiti. Lily sospirò sorridendo e socchiuse appena gli occhi, guardando fuori.
    -Noi vinceremo... Ci puoi scommettere- disse. E ne era assolutamente certa.

    Edited by Pride; - 19/9/2013, 17:44
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    Capitolo 8: Spix e la sua mira ar culo (titolo sviluppato con il contributo di Gold)
    Stella rimase immobile per un secondo, ponderando l’opzione offerta da Niko. Dopo qualche attimo, scoppiò in una fragorosa risata.
    -Ma sei fuori? Quello ha paura anche della sua ombra, figuriamoci se può combattere!- rise l’hardcorer, continuando a ridere sguaiatamente e puntando un dito verso Spix. Quello abbassò lo sguardo, sconsolato.
    -Potresti almeno dargli una possibilità- disse Niko, vagamente irritato. La sfrontata e superba arroganza della ragazza iniziava a dargli sui nervi. Lei gli rispose con uno sguardo infastidito. Non le piaceva essere contraddetta. Sospirò.
    -E va bene- brontolò. Tirò fuori dalla tasca una bottiglietta di vetro, colma di liquido viola scuro. Poi, sempre dalle tasche, tirò fuori un mucchietto di polvere da sparo che teneva con sé da quando aveva ucciso quei Creeper il giorno prima. La buttò nella botticella, chiuse con il tappo e scosse energicamente. La polvere da sparo si uniformò al liquido scuro, facendo prendere alla pozione una strana consistenza. Spix, entusiasta, fece per prenderla, ma appena allungò la mano Stella ritirò la pozione con uno scatto.
    -Non ci penso proprio. Potrai averla quando avrai allenato la tua mira!- ringhiò la ragazza. Spix annuì.
    -Ehi, Niko. Mi serve un bersaglio, muoviti- disse Stella. Niko sobbalzò.
    -COSA!? Non ho intenzione di farmi colpire!!- sbraitò. Stella si esibì in un facepalm.
    -Intendevo COSTRUISCI un bersaglio, pezzo d’idiota! Largo un blocco e alto due, come un Creeper!- urlò la ragazza, irritata. Niko, imbarazzato, si precipitò ad ammucchiare due blocchi di terra in modo che fossero alti quanto un Creeper. Ci disegnò pure degli occhi e una bocca da Creeper. Stella si mise in piedi davanti a Spix con le spalle rivolte verso il Creeper di terra, e porse una pietra al Creative.
    -Molto bene, devi sapere che il combattimento è un’arte, non una questione di armamenti. Puoi avere anche un arco incantato con Potenza XXVII, ma se non sai mirare non serve proprio a un cazzo. Devi conoscere l’arte e saperla applicare. Su, colpisci quel Creeper.- ordinò, spostandosi. Spix guardò la pietra e la soppesò per bene. Tirò indietro il braccio e la lanciò con tutta la sua forza. La pietra passò ampiamente sopra il Creeper di terra, cadendo in un punto imprecisato nell’erba dietro di loro. Stella sospirò, si rimise con le spalle verso il Creeper e tirò fuori l’arco.
    -Forse non ci siamo capiti, la tua mira è imbarazzante- disse. Incoccò una freccia e puntò l’arco dietro di sé, senza girarsi. Prese un respiro e scoccò la freccia, la quale andò a piantarsi proprio in mezzo alla testa di terra del Creeper, facendola staccare e cadere a terra. La testa si disintegrò, così Niko dovette rimettere su un altro blocco.
    -Questo è quello che intendevo- rispose poi, sputando a terra e riattaccando l’arco sulla sua schiena. Spix boccheggiò esterrefatto.
    -Ma non ce la farò mai!- protestò, debolmente.
    -Allora significa che resteremo qui per il resto dell’eternità- ghignò la ragazza, mettendogli in mano un’altra pietra. Wesk sistemò dell’erba in modo da farsi un giaciglio, perché sapeva che la cosa avrebbe tirato per le lunghe. Continuarono per tre ore all’incirca, e alla fine delle tre ore Stella fece il bilancio della situazione.
    -Hai colpito una volta il terreno davanti al Creeper, quattro volte sei andato troppo in su, sei volte hai sbagliato mira tirando troppo a destra o a sinistra e hai centrato due volte Niko in testa. Ah, dimenticavo il sasso che Wesk si è preso in fronte. Ragazzino, ma ci sei? Non ho mai visto una mira più orribile- sbuffò.
    -Non è colpa mia, sono stanco e...- iniziò, piagnucolando. Stella lo interruppe.
    -Girati- disse con voce atona. Spix, seppur perplesso, si girò. Stella tirò su i capelli neri che gli coprivano la nuca.
    -Ehi, ma cos...?- chiese, un attimo prima di ricevere uno schiaffo sulla nuca che lo fece barcollare. Si girò di scatto, massaggiandosi la nuca che stava prendendo un colore rossastro. Niko scoppiò a ridere.
    -Mi hai fatto MALE!- sbraitò il Creative Player. Stella lo guardò, con espressione assolutamente indifferente. Prese un respiro, prima di iniziare a fare un cazziatone di proporzioni bibliche a Spix. Prese la spada di diamante e la scagliò a terra. La spada rimase conficcata nel terreno per la lama.
    -Stanco? Sei STANCO? Questa ti sembra una giustificazione plausibile per i tuoi fallimenti, scusa!? Sai quanti colpi ho dovuto dare con questa spada prima di saperla usare? È una spada di DIAMANTE, cocco. È la più difficile da usare, lo sai? Almeno cinquantamila colpi al giorno, occasionalmente arrivavo ai centocinquantamila! E tu adesso ti lamenti di essere stanco! Ma le hai le palle lì sotto o no? Non ti parerò il culo per sempre, speri di sopravvivere sotterrandoti in una delle tue fottute casette sotterranee? È il momento di tirare fuori i coglioni e imparare a combattere! Adesso, intendi rimanere qui a frignare ancora per molto o pensi di poter riuscire a spaccare la fronte a sassate a quel cazzo di Creeper di fango?- disse infine. Spix rabbrividì. Promemoria del giorno: mai far incazzare Stella. Se lo segnò mentalmente e raccolse una pietra da terra. Se la rigirò fra le mani, e fissò il bersaglio. Incrociò lo sguardo inflessibile dell’hardcorer, che lo stava fissando a braccia incrociate. Deglutì e prese un ampio respiro. Tirò indietro la mano, stringendo forte la pietra, e la scagliò verso il Creeper di fango. Né troppo forte, né troppo poco. La pietra centrò in pieno il muso di fango del Creeper, facendoci un buco e restando lì. Spix non ci credeva. Battè le mani ed iniziò a ballare in modo assurdo, esultando e correndo d’impulso ad abbracciare Stella, la quale gli puntò immediatamente la spada addosso.
    -Non. Ci. Provare.- disse, sillabando le parole. Spix lasciò perdere, non voleva essere affettato proprio ora che aveva imparato a mirare i mob e a lanciare le pozioni. Stella trasse dalle tasche molte altre pozioni viola scuro, e le diede a Spix.
    -Ricordati di aggiungere polvere da sparo prima di lanciarle, però- rise Wesk. Spix annuì, ed osservò il liquido nelle bottigliette. Finalmente aveva imparato a combattere.
    -Ora, non credere che solo per questo tu sia esonerato dai tuoi compiti- disse Stella con una smorfia.
    -Compiti?- chiese Spix perplesso, agganciando le pozioni alla cintura.
    -Certo. Ho sonno. Costruisci una casa, voglio dormire. E muoviti, prima che faccia in modo che ti faccia usare la mia spada come una supposta- disse, con un ghigno a metà fra il soddisfatto e il sarcastico. Spix sospirò. Era il momento di mettersi al lavoro.

    Edited by Pride; - 13/9/2013, 15:51
  15. .
    Mi dispiace, subiscono tutti lo stesso trattamento, tranne alcuni che non posso nominare per motivi di spoiler :asd:

    Capitolo 7: New Emerald City
    -Quindi, dove stiamo andando, precisamente?- chiese Wesk, dopo un paio di minuti di cammino. Stella sospirò.
    -Taiga. Là c’è il bunker di mio padre- disse, laconicamente. Si era stufata di spiegarlo di nuovo, e di nuovo.
    -Taiga... Taiga. Uhm. Quei posti pieni di lupi e di pini? Se parli della taiga oltre l’oceano... Non è il luogo dove si trova New Emerald City?- chiese il griefer.
    -New Emerald City?- disse Spix, stupito.
    -Sì, è una delle città più ricche che esistano. Sforna un sacco di ottimi Creative Player e Survival Player ed è lì che nascono i grandi talenti nel combattimento. Insomma, quelli che nel giro di poco diventano degli Hardcorer leggendari. Tutti loro sono stati almeno una volta nel Nether, non so se rendo l’idea. Insomma... Lava, Blaze e... Ghast.
    Nonostante fosse notte, poterono chiaramente vedere Wesk rabbrividire.
    -Che c’è, non ti piacciono i Ghast?- ghignò Stella.
    -Ehm. Ne hai mai visto uno?- chiese il griefer, evitando la domanda.
    -Ci puoi scommettere, l’ho ucciso con questo mio arco. Non sono poi così temibili come si dice, basta un colpo di spada e le loro palle di fuoco diventano inoffensive- disse l’hardcorer, alzando le spalle.
    -Quindi sei stata nel Nether?- chiese Spix, interessato.
    -Sì, una volta, e non ci sono più tornata- replicò lei sgarbatamente. Ma perché il Nether interessava così tanto a tutti?
    -Perché?- dissero in coro i due.
    -Perché un Blaze ha centrato in pieno il mio migliore amico con una palla di fuoco, e lui è caduto nella lava. Evidentemente non deve aver fatto in tempo a tirar fuori la sua pozione di resistenza al fuoco, perché non è più riemerso. Adesso piantatela di fare domande- ringhiò. I due tacquero, avevano recepito il messaggio.
    -Piuttosto, è vero che a New Emerald City ci sono due fazioni politiche? I Creative vorrebbero che la città venisse disconosciuta agli Hardcorer, perché ora come ora NEC è conosciuta come “La città degli Hardcorer”?- disse Wesk. Sembrava particolarmente interessato all’argomento.
    -Beh, ti dico che è parecchio che non ci vado, ma quando ero piccola fra i Creative e gli Hardcorer c’erano state parecchie tensioni. I Creative hanno costruito praticamente tutta la città, la quale è ritenuta una delle città più belle del mondo con il suo Palazzo di Smeraldo, ma sono stati gli Hardcorer a darle la fama diventando eroi e facendo conoscere la città. Così, i primi vogliono il merito mentre i secondi vogliono tenersi il merito che hanno già- disse Stella, come se la cosa non la riguardasse.
    -Ma... Fifty fifty?- disse Niko. Non era molto per la guerra.
    -Fifty fifty? Nah. Gli Hardcorer sono sempre stati dei tipi molto orgogliosi, non cederebbero un minimo del loro merito a qualcun altro- ghignò Wesk. Niko guardò Stella con sguardo molto eloquente.
    -Beh, avanti, davvero vorresti dare il merito a degli stupidi piazzablocchi?- sbuffò l’Hardcorer.
    -Certo, perché il merito della fama della città è sicuramente di un branco di selvaggi sanguinari- disse Spix, difendendo la “sua” fazione.
    -Una leggenda è sempre una leggenda, che viva in un palazzo di smeraldi o no. E poi, voi Creative passate tutta la vita a spaccare e piazzare cubi, vi aspettate fama?- disse la ragazza, con sguardo inferocito.
    -Oh, e cosa c’è di così eroico nel passare la vita a sterminare un branco di mob indifesi?- replicò Spix.
    -Chi è stato il primo ad entrare nel Nether? Non mi sembra fosse un Creative. Perché non prendi la spada e non vediamo chi combatte meglio?- ringhiò l’hardcorer, puntando addosso al Creative la sua spada dalla lama di diamante. Niko e Wesk si frapposero fra i due, tentando di calmare le acque.
    -Credo di aver capito perché esistono quelle due fazioni- sospirò Niko, tenendo Spix lontano da Stella. Wesk annuì. Era evidente. Stella prese dalla tasca una bussola, cercando di consultarla, ma l’ago continuava a girare come se fosse impazzito o se fossero nel Nether. Lei scosse la bussola, sperando che funzionasse, ma ogni tentativo era vano. Così, si limitò a scagliarla a terra, e quella andò in un milione di pezzi. Il silenzio del deserto divenne di nuovo palpabile. Era strano che ci fossero così pochi mob ostili in giro. Qualche pecora magra dalla lana sporca appariva di tanto in tanto. Alcune erano colorate di rosso, di verde, di blu o di qualche altro colore improbabile, segno che erano state colorate da qualcuno. Qualcuno che probabilmente non sarebbe mai più tornato a tosarle. Macerie di piccole case spuntavano di tanto in tanto, devastate dalla furia dei mob non-morti. Di molti giocatori si potevano trovare nulla di più che pochi rimasugli, assieme ai resti spezzati di quelli che erano state le loro armi. Spade andate in pezzi, archi spezzati, asce spaccate e picconi frammentati erano quelli che andavano per la maggiore.
    Che desolazione pensò Niko, guardando quei resti di battaglie.
    -Certo che è triste essere soli, nel momento in cui un branco di mostri ti piomba addosso. Ti viene da pensare “chissà, magari se fossimo stati in due avremmo vinto”- commentò Spix.
    -Non credo proprio, i compagni sono d’intralcio, al massimo vanno bene come esche- commentò sprezzante l’hardcorer, dura e fredda come l’acciaio.
    -Sola come un lupo, eh?- rise Wesk. Stella si limitò ad annuire. La vita di gruppo non faceva per lei.
    -Il posto dove dobbiamo andare si trova a New Emerald City?- chiese Niko ad un certo punto.
    -No, in teoria dovrebbe essere un po’ dopo. New Emerald City si trova nelle pianure prima della taiga, anche se credo che non ne sia rimasto nulla- rispose Stella.
    -L’ottimismo- ghignò Wesk. Stella gli lanciò un’occhiataccia, non era in vena di scherzi.
    -Piuttosto, tu, hai intenzione di imparare a combattere prima o poi o intendi continuare ad essere inutile come hai fatto finora?- disse al Creative, facendo una smorfia. Sul suo viso si poteva quasi leggere la parola “useless”. Spix non disse nulla, in fondo Stella aveva ragione. Non sapeva usare né spade né archi, e di asce nemmeno a parlarne. Poteva usare il piccone, certo, ma non infliggeva quei grandi danni. Che arma poteva usare? Era un dilemma.
    -Beh, se non sei molto bravo nel combattimento ravvicinato, puoi combattere a distanza come faccio io- suggerì Wesk.
    -Non so usare l’arco, e nemmeno la dinamite. Già fatico a capire come faccia tu a non farti ammazzare- mormorò.
    -Puoi sempre usare le pozioni lanciabili, no? Quelle di danneggiamento, intendo. È come una bomba, solo che ha un minor raggio di azione, uccide i mob ma non te- rise Niko. Spix ebbe un’illuminazione. Già, era un’idea geniale.
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